La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento storia contemporanea è stata messa in dubbio.
Motivo: L'intero articolo è da controllare. Praticamente è solo un ammasso di citazioni (ho spostato nella talk un intero paragrafo fatto solo di citazioni...), da controllare pure quelle, dato che entro la stessa citazione si riportano talora anche dati contrastanti (specie sul numero di questi campi). Il tono della voce è POV -come si evince dalla scelta del titolo e della citazione iniziale- e sarebbe il caso di verificarne lo stile e di controllare numerosi dati, specie quelli demografici che vengono presentati come dati riferiti all'Italia del 1920 ma è assai più probabile che si riferiscano all'Italia del 1943, ovverosia a seguito dell'annessione di Lubiana e gran parte della Dalmazia (appare inverosimile un così alto numero di Croati nel 1920). In particolare le cifre dei detenuti non sono supportate da fonti e, dato l'uso (di natura eminentemente detentiva, non concentrazionaria) che se ne faceva dei campi e chi vi era detenuto (non solo slavi), forse sarebbe meglio rinominare la voce "Campi di prigionia italiani durante la seconda guerra mondiale". Alcune delle fonti riportate non appaiono conformi alle policy. Aggiungo che alcuni dei campi sono tedeschi, non italiani (per stessa ammissione dell'articolo, peraltro). Peraltro il tono è largamente non enciclopedico (ad es. "riporta documenti fotografici nei quali i reclusi fotografati ricordano per aspetto fisico quelli dei campi di sterminio nazisti"). L'intera voce mi sembra un tentativo di "far politica", piuttosto che un tentativo di scrivere una voce sull'argomento.
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Per Campi di concentramento per slavi si intendono i campi di concentramento aperti durante la seconda guerra mondiale in diverse località italiane o occupate dal Regno d'Italia nel corso del conflitto. I campi furono spesso adibiti al lavoro coatto o come campi di smistamento. Nei campi vennero rinchiusi sia abitanti slavi dell'occupato Regno di Jugoslavia, sia gli appartenenti alle minoranze slave del Regno d'Italia, come quelle presenti nella Venezia Euganea (Friuli), nella Venezia Giulia e nella città di Zara (i cosiddetti "allogeni" o "alloglotti")[1] oltre ad alcuni antifascisti italiani. Molti degli internati, fra cui anche donne, bambini ed anziani morirono per inedia, malattie o torture all'interno dei campi.
Campi di concentramento
Nelle tabelle con la terminologia allogeni venivano indicate dal governo italiano le minoranze slovena e croata delle zone divenute italiane dopo la prima guerra mondiale.[2]
Campi di concentramento in territori attualmente non italiani
Campi di concentramento per slavi in Italia od in zone di confine
I campi di concentramento sottoelencati in generale non tenevano in prigionia esclusivamente slavi ma si può notare in quasi tutti una presenza accertata di slavi e/o allogeni mentre per il campo di Lanciano si hanno indicazioni generiche che non escludono né confermano presenza di slavi. Ovviamente si hanno più carenti informazioni sui "Campi di concentramento in territori attualmente non italiani" e quindi dal relativo tabellone rispetto a quelli "in Italia e zone di confine". Tornando al tabellone sottostante [non contando quelli con internati di non chiara etnia come Lanciano] si ha presenza di Slavi ed "allogeni" in circa 50 campi.
Ebrei, "italiani pericolosi" (oppositori politici ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), omosessuali
Civili, "italiani pericolosi" (oppositori politici ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), rastrellati, ebrei, apolidi
228
Ministero dell'Interno
funzionario di pubblica sicurezza Guido Celentano, quindi Rosario Stabile
Civili condannati dal Tribunale Speciale e sottoposti a internamento, "italiani pericolosi (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), polacchi, ufficiali greci, slavi
997
Ministero dell'Interno
Eugenio Parrini (da alcuni internati definito fanatico sostenitore del duce e fervente filonazista
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale")
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), "allogeni" della Venezia Giulia
Ebrei stranieri, apolidi, "allogeni" della Venezia Giulia, "italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, "sudditi nemici"
Donne straniere appartenenti alla categoria dei "sudditi nemici", e degli "ebrei stranieri"
75
Ministero dell'Interno
Podestà locale Raffaele Di Guglielmo, seguito dal Commissario per la pubblica sicurezza Eduino Pistone, Olindo Tiberi Pasqualoni, Domenico Palermo, Carmine Medici e Giuseppe Franco. Assisteva la co-direttrice Rosa Pace, quindi Marisa Marfisi
"Italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, "sudditi nemici", ebrei italiani e stranieri, civili italiani e stranieri
139
Ministero dell'Interno
Commissario di pubblica sicurezza Guido Renzoni, Pasquale Morra
"Italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei stranieri, civili greci, "sudditi nemici" britannici, jugoslavi
"Sudditi nemici" (soprattutto cecoslovacchi e britannici), ebrei stranieri (soprattutto tedeschi e austriaci). In seguito il campo divenne misto (i prigionieri erano uomini e donne) ed "ospitò" zingari jugoslavi
155
Ministero dell'Interno
Commissario di pubblica sicurezza Guglielmo Casale
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi
90
Ministero dell'Interno
funzionario di pubblica sicurezza Antonio Vecchio, "sorvegliato" dai carabinieri
campo per prigionieri di guerra alleati dal 1942 al 1943, lager per ebrei dal 1943 al 1944, Polizei- und Durchgangslager nel 1944, campo di raccolta per mano d'opera per la Germania nel 1944
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, prigionieri di guerra, ebrei italiani (fra cui Primo Levi) e stranieri, civili, "sudditi" nemici
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei stranieri, "sudditi" nemici
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, jugoslavi, civili rastrellati, prigionieri di guerra,
"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, zingari, civili rastrellati
«(...) non hanno mai sentito parlare dei lager in cui i fascisti, prima e dopo l'armistizio, hanno chiuso decine di migliaia di cittadini colpevoli unicamente di essere di etnia slovena?»
«Ad Arbe, per esempio, erano imprigionati sloveni, croati ed ebrei. Stavano in tende all'interno di quattro campi distinti, più un cimitero, dove i tanti che morivano per la fame o il freddo, venivano seppelliti alla bell'e meglio. Creato nel luglio del '42, il lager arrivò a contenere sino a 10 mila internati sino allo smantellamento nel settembre del '43. E l'inverno fu letale per quasi un quinto di loro: almeno 1200 morirono, stando ai calcoli di Božidar Jezernik, storico e preside di lettere all'università di Lubiana»
«In un vertice tenuto a Fiume il 23 maggio 1942, Roatta annuncia l'appoggio di Mussolini alla linea dura dei generali: "Anche il Duce ha detto di ricordarsi che la miglior situazione si fa quando il nemico è morto. Occorre quindi poter disporre di numerosi ostaggi e di applicare la fucilazione tutte le volte che ciò sia necessario... Il Duce concorda nel concetto di internare molta gente - anche 20-30.000 persone.»
Ai primi di giugno Roatta scrive al Duce di "giudicare necessari campi di concentramento per ventimila persone" e prospetta l'idea di "assegnare le case dei ribelli per costituire nuclei rurali tutti italiani di ex combattenti".;
«Da un documento del consolato della NDH di Fiume, indirizzato al Ministero degli Esteri della NDH a Zagabria, del 20 dicembre '41, si apprende di quattro trasporti attraverso Fiume provenienti dalla Dalmazia e diretti verso l'interno dell'Italia, avvenuti dal 15 al 25 novembre '41, di circa 800 persone, tra le quali 60 donne e 40 bambini, ammanettati e legati con catene. Di loro si dice: « è triste vedere questa nostra gente ammanettata, legata con catene, andare verso l'incognito, sforzarsi di portare il loro bagaglio, coi visi sfatti dal dolore, trascinando le catene». Più oltre si legge : «gli italiani non sono intenzionati di smettere di arrestare e deportare in massa la nostra gente» .»
«nel clima di repressione instauratosi con l'occupazione militare nel territorio jugoslavo, per il regime fascista nacque inevitabilmente l'esigenza di creare delle strutture per il concentramento di un gran numero di civili, deportati da quelle regioni;
nei territori jugoslavi annessi le autorità italiane si servirono per l'internamento dei civili di diversi campi di concentramento. Le strutture principali furono tre: il campo di Arbe (Rab) per le esigenze del quadrante adriatico settentrionale (il Fiumano e la Slovenia); il campo di Melada (Molat) per l'area centrale (la Dalmazia); i campi integrati di Mamula e Prevlaka per il quadrante adriatico meridionale (principalmente le Bocche di Cattaro, territorio montenegrino che venne accorpato alla Dalmazia annessa all'Italia come «Governatorato civile» nel 1941);»
«Tra il ' 42 e il ' 43 l'esercito di Mussolini ci rinchiuse i civili deportati dalla Jugoslavia. Non gente catturata con le armi in pugno (chi opponeva resistenza veniva fucilato sul posto) ma normali famiglie, con anziani e bambini, donne e uomini di ogni età strappati alla loro terra occupata dalle truppe italiane dopo l'aprile del 1941. Di Renicci non è rimasto niente, a parte qualche foto scattata dai soldati di guardia. Non un ricordo dei 160 che lì morirono nell'arco di soli 12 mesi, uccisi dalla fame, dalla dissenteria, dal freddo.»
«Verso la fine del 1942 e l’inizio del 1943 il regime fascista - in seguito all’invasione della Jugoslavia – costruì a Visco (UD) un campo di concentramento per prigionieri civili, nel quale furono ben presto rinchiuse oltre 3.000 persone (tra cui oltre 100 bambini e molte donne) brutalmente rastrellate nei territori occupati dalla Slovenia al Montenegro»
^Il campo di concentramento di Arbe, su sentieriepensieri.wordpress.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2016).
Bibliografia
Saggi e altri testi
Tone FerencLa provincia "italiana" di Lubiana: documenti 1941–1942, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione fondato da Ercole Miani, 1994
Tone Ferenc, Ravel Kodrič, Damijan Guštin, Nevenka Troha, Neupogljivi zakon Rima: fasizem in osvobodilni boj primorskih Slovencev 1941–1943 (la legge inflessibile di Roma: il fascismo e la lotta di liberazione degli Sloveni nella Venezia Giulia 1941–1943), pubblicato da Društvo piscev zgodovine NOB, 2004, ISBN 961604933X, ISBN 9789616049337
Tone Ferenc, Pavel Kodrič, Si ammazza troppo poco: condannati a morte, ostaggi, passati per le armi nella provincia di Lubiana; 1941–1943 ;[1], pubblicato da Società degli scrittori della storia della Lotta di Liberazione, 1999, ISBN 9619026160, ISBN 9789619026168
Tone Ferenc, La provincia 'italiana' di Lubiana, documenti 1941–1942 Studi e documenti, pubblicato dall'Istituto friulano per la storia del movimento di Liberazione, 1994
Alessandra Kersevan, Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943, Udine, KappaVu, 2010 ISBN 978-88-89808-70-2
Lutz Klinkhammer e Filippo Focardi, La questione dei criminali di guerra italiani e una commissione d'inchiesta dimenticata, Fondo Gasparotto presso Fondazione ISEC (Istituto per la Storia dell'Età Contemporanea, Sesto S.Giovanni, Mi).
War Crimes Commission ONU, Crowcass (Central register of war criminals and security sospects) presso Wiener Library, Londra (databile 1945?) rintracciato dalla storica Caterina Abbati
Filippo Focardi, La memoria della guerra e il mito del "bravo italiano": origine e affermazione di un autoritratto collettivo, in "Italia Contemporanea", n. 220-221, settembre-dicembre 2000, pp. 393–399.
Filippo Focardi, Lutz Klinkhammer, La questione dei "criminali di guerra" italiani e una Commissione di inchiesta dimenticata, in "Contemporanea", a. IV, n.3, luglio 2001, pp. 497–528.
Mimmo Franzinelli, Salvate quei generali! Ad ogni costo e La memoria censurata, in Millenovecento n. 3 gennaio 2003, pp. 112–120.
Dino Renato Nardelli e Giovanni Kaczmarek, Montenegrini internati a Campello e Colfiorito (1942-1943), EU, Foligno 2011.
GOBBO Davide, L'Occupazione fascista della Jugoslavia e i campi di concentramento per civili jugoslavi in Veneto - Chiesanuova e Monigo (1942-1943), Centro studi E. Luccini, Padova, 2011- Il capitolo inerente al Campo di PD-Chiesanuova si basa sulle ricerche di Cecchinato Silvio e del compianto dott. Franco Biasia.
CECCHINATO Silvio, Prefazione "Tra Pianti, Pianti, Pianti..", Parte 1 - Un Campo per Slavi in Padova Chiesanuona-
CECCHINATO Silvio,La Costruzione del Campo , Parte 3- Un Campo per Slavi in Padova Chiesanuova-premio Negrello Bassano del Grappa (VI) 2005
Articoli da La Repubblica
da La Repubblica Un lager a tre chilometri da Anghiari di SIMONA POLI
BBC, Fascist Legacy, Londra 1990. documentario di Ken Kirby, curato dallo storico Michael Palumbo
https://www.youtube.com/watch?v=XFhNWbINEI8 Documentario un Campo per Slavi in Padova Chiesanuova di Bonadonna-Biasia-Cecchinato. BIASIA dott. Franco, Il campo di concentramento per internati civili di Chiesanuova-Padova, in "La Lampada" n. 3-aprile 2009 p. 14,15,16,17. http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n.3_aprile_p._14.pdf http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n.3_aprile_2009_p._15.pdf http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n.3_aprile_2009_p._16.pdf http://commons.wikimedia.org/wiki/File:BIASIA_Franco_La_Lampada_n._3_aprile_2009_p._17.pdf
«Galli, [Capo di Stato Maggiore]
chiarire bene il trattamento dei sospetti, perché mi pare che su 73 sospetti non trovar modo di dare neppure un esempio è un po' troppo.
Cosa dicono le norme della 3 C e quelle successive ?
Conclusione
SI AMMAZZA TROPPO POCO !»