Il capoluogo omonimo conta 17727 abitanti ed è il principale porto del Montenegro.
Geografia fisica
Il comune di Antivari è situato lungo il confine costiero occidentale del Montenegro ed è bagnato dal mar Adriatico. Si trova a circa 53 km dalla capitale Podgorica. Ad est è ubicato il lago di Scutari, il più esteso dei Balcani. L'area naturale intorno al capoluogo è per lo più incontaminata e ricca di vegetazione.
Storia
Siti archeologici risalenti al neolitico hanno confermato la presenza umana sin dalla preistoria. I resti risalenti all'epoca degli Illiri possono essere trovati in molte zone intorno alla città. Si presume che Antivari corrisponda all'antico castello romano Antipargal del VI secolo e il nome Antibarium è citato per la prima volta in un documento del X secolo.
Secondo un'altra interpretazione, il toponimo deriverebbe invece dalla sua posizione speculare rispetto alla città di Bari ("Antibarium", cioè "di fronte a Bari"); entrambe le località trarrebbero origine a loro volta da una radice pregreca significante "villaggio vicino all'acqua".
Durante l'epoca delle invasioni barbariche, nella cittadina si rifugiano i profughi latini, che riescono a scampare alla devastazione dell'interno dell'Illirico e vi conservano i propri costumi e la propria lingua, che evolverà in una varietà del dalmatico, per molti secoli ancora.
Anche se non si conosce esattamente l'anno in cui la città fu annessa per la prima volta al regno slavo di Doclea, si può pensare che questa avvenne nel IX secolo. Molti sovrani di Doclea hanno vissuto nella città, come ad esempio Mihailo I Vojislav o Constantin Bodin che fu incoronato nell'arcidiocesi di Antivari.
In questo periodo mentre Doclea era impegnata in conflitti contro i suoi stati confinanti, l'Impero Bizantino e lo "Stato meridionale degli slavi" di Samuele di Bulgaria, il più famoso regnante di Doclea, il principe Vladimir, aveva il suo trono a Krajina, vicino ad Antivari.
Papa Alessandro II aderì all'appello del protospatario Michele Bodin (Mihailo Prislavo), figlio del re Mihailo, e crea la diocesi di Antivari in Doclea. La nuova diocesi fu eretta solennemente nel Concilio di Melfi II (1º agosto-settembre 1067).
Per liberare lo Stato dalla pressione dei bizantini, il figlio di Stefan Dobroslav I Vojislav – il principe Mihailo, chiese ed ottenne la corona reale dal papa di Roma nel 1077, anno a partire dal quale gli storici fanno risalire l'indipendenza di Doclea dall'impero di Bisanzio.
L'art. 29 del Trattato di Berlino[7] pose tuttavia significative limitazioni alla sovranità del nuovo Stato indipendente proprio con riguardo al suo maggiore porto: tra le varie disposizioni, Antivari sarebbe dovuta rimanere un porto meramente commerciale, con divieto d'ingresso in porto per qualunque imbarcazione da guerra, e la k.u.k. Kriegsmarine si riservò il diritto di polizia marittima lungo tutte le coste montenegrine. Nell'aprile 1909, per controbilanciare l'annessione della Bosnia ed Erzegovina da parte della duplice monarchia, le grandi potenze accordarono l'abrogazione di parti dello stesso articolo, mantenendo però per Antivari la natura di porto commerciale.
Dall'inizio del Novecento fino alla vigilia della prima guerra mondiale fu notevole l'influenza dell'Italia anche dovuta al fatto che Nicola Ire del Montenegro era suocero del Re d'Italia. Gli Italiani costruirono la prima parte moderna del porto, ultimata nel 1909 e la ferrovia da Antivari a Virpazar di 41 km che avrebbe dovuto condurre a Podgorica, la principale città del Montenegro.
Il 30 agosto 1904 lo scienziato italiano Guglielmo Marconi effettuò un collegamento radio tra la città di Antivari e quella di Bari in Italia.
Nel 1905 si costituì a Cettigne la Compagnia di Antivari, una società anonima a capitale italiano, per la costruzione del porto di Antivari, della navigazione sul lago di Scutari e delle linee navali e ferroviarie per le comunicazioni interne e con l'estero del Principato del Montenegro.
Il 13 luglio 1941 la città si sollevò contro gli occupanti.
Monumenti e luoghi d'interesse
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Società
Evoluzione demografica
Antivari è il centro amministrativo dell'omonimo comune, che include anche la città di Sutomore e altri centri minori lungo la costa. Secondo il censimento del 2011 il comune contava 42.038 abitanti; il capoluogo 17.727.
Dal censimento del 2011, risulta in maggioranza la comunità montenegrina con il 46,50% della popolazione del comune. La seconda comunità è quella serba con il 25,34%. Seguono, la comunità degli slavi di religione musulmana con il 7,70%, quella albanese con il 5,98% e quella bosniaca con il 5,12%.
È presente una piccolissima comunità italiana, il 0,02% della popolazione[8] che fa parte della Comunità degli Italiani del Montenegro con sede a Cattaro.
Geografia antropica
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Motivo: Assenza di fonti (di tipo geografico/enciclopedico e post-1950, come richiesto da linea guida) a supporto degli esonimi italiani utilizzati nel paragrafo.
La municipalità (comune) di Antivari comprende 83 abitati o località raccolte in 12 circoscrizioni ("comunità locali" in montenegrino e serbo-croato: mjesna zajednica, pl. mjesne zajednice) simili alle circoscrizioni comunali italiane con i seguenti abitanti (località abitati):
Circoscrizioni o Comunità locali
Abitati o località
Antivari I / Bar I / Tivar I: 17.727
parte urbana della città
Antivari II / Bar II / Tivar II: 5.946
Bortaiso o Burtaisi / Burtaiši: 3.013, Celuga o Celluga sul Risano / Čeluga: 1.404, parte di Rene, Poglie / Polje: 1.529
Antivari III / Bar III / Tivar III: 1.560
Casale Pervoborza / Zgrade Prvoborca: 518, parte di Bielisci o Pradamòs, Pradamosio / Bjeliši: 1.042, Socolana / Sokolana, Vecchia Ambulanta / Stara Ambulanta
Antivari IV / Bar IV / Tivar IV: 1.000
Colle Achmetov / Ahmetov Brijeg, Colle Vuletich / Vuletića Brijeg, parte di Bielisci o Pradamòs, Pradamosio / Bjeliši, parte di Rene, Popovici / Popovići, Tersagni / Trsanj
I maggiori simboli economici della città sono il porto (il più grande del Montenegro), la ferrovia per Belgrado e il tunnel chiamato Sozina.
Il moderno scalo del porto di Antivari (con circa 3.100 metri di banchine, 800 ettari di area portuale, un grande acquario, il terminale per i container), può ricaricare 5 milioni di tonnellate di prodotto.
Nel 1976 è entrata in funzione la ferrovia tra Belgrado ed Antivari, con notevoli ricadute turistiche per la città. Ha avvicinato l'Adriatico a molte zone continentali dell'Europa.
L'industria alimentare “Primorka” opera in città da oltre 50 anni, producendo olio d'oliva e succo di melograno.
Nell'area municipale sono stati contati oltre 95.000 alberi di olivo, oltre 80.000 di agrumi.
Il Centro di coltivazione subtropicale, fondato nel 1937, è l'istituzione scientifica più antica del Montenegro. Svolge ricerche nel campo della coltivazione e della protezione ambientale.
Turismo
Oltre ad essere il maggior porto del Montenegro, Antivari e le sue vicinanze sono anche una della maggiori destinazioni turistiche del paese. Oggi Antivari è una città moderna, ricostruita quasi per intero dopo la seconda guerra mondiale, con edifici moderni, ampi vialoni e grandi parcheggi.
Anche se la città offre piccole spiagge rocciose, i turisti scelgono i centri minori dei dintorni, e tra queste Spizza con la sua bella e grande spiaggia sabbiosa.
Infrastrutture e trasporti
Antivari è ben collegata con l'interno del Montenegro, come con la zona costiera del paese. Il tunnel Sozina, completato nel 2006, accorcia i collegamenti con Podgorica di circa 50 chilometri.
^Art. 29.- "Antivari e il suo litorale sono annessi al Montenegro. Il Montenegro non potrà avere né navi né bandiere di guerra. Il porto di Antivari e tutte le acque del Montenegro resteranno chiuse alle navi da guerra di tutte le nazioni. Le fortificazioni situate sul territorio montenegrino fra il lago e il litorale saranno demolite, e non ne potranno essere costruite altre in questa zona. La polizia marittima e sanitaria, tanto ad Antivari che lungo la costa del Montenegro, sarà esercitata dall'Austria-Ungheria per mezzo di naviglio leggero guardacosta. Il Montenegro adotterà la legislazione marittima in vigore in Dalmazia. Da parte sua l'Austria-Ungheria si impegna ad accordare la sua protezione consolare alla bandiera mercantile montenegrina. Il Montenegro dovrà intendersi con l'Austria-Ungheria sul diritto di costruire e mantenere attraverso il nuovo territorio montenegrino una strada e una ferrovia. Un'intera libertà di comunicazioni sarà assicurata su questa via."