Temple Neuf (Metz)

Temple Neuf de Metz
Temple Neuf visto da place de la Comédie
StatoFrancia (bandiera) Francia
RegioneGrande Est
LocalitàMetz
Coordinate49°07′14.1″N 6°10′18.7″E
ReligioneUnione delle Chiese protestanti d'Alsazia e Lorena
ArchitettoConrad Wahn
Stile architettoniconeoromanico
Inizio costruzione1901
Completamento1904
Sito webtempleneufmetz.org

Il Temple Neuf (in lingua italiana Tempio Nuovo), anche noto come Nouveau Temple protestant[1] (in lingua italiana Nuovo Tempio protestante) è una chiesa riformata di Metz, in Francia, avente denominazione luterana.[2]

Il tempio fu costruito tra il 1901 ed il 1904, ossia durante l'appartenenza di Metz all'Impero tedesco.[3]

Storia

Contesto storico

All'indomani dell'annessione di Metz all'Impero tedesco, nel 1871, le autorità tedesche diedero impulso ad un processo di rinnovamento urbanistico della città,[4] volto a germanizzare Metz e a farne una vetrina del guglielminismo.[5]

A questo scopo, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, una volta abbattute le antiche fortificazioni cittadine, fu progettato a sud del centro storico un nuovo quartiere, chiamato Neue Stadt (ossia, città nuova), poco dopo ribattezzato Quartiere imperiale. In analogia a quanto fatto con l'omonimo Neustadt di Strasburgo, il quartiere si caratterizzò per la rottura con lo stile architettonico francese e quindi con l'anima antica (e, appunto, francese) della città,[6] a favore di un maggior eclettismo che favorì l'apparizione di edifici in stile neoromanico, neogotico, neobarocco e neorinascimentale, ed in sostituzione del tipico giallo della pietra di Jaumont, caratteristico di Metz, come materiale da costruzione si cominciò ad usare arenaria rossa o grigia.[6]

Costruzione

Il Tempio Nuovo ed il giardino dell'Amore visti dalla Mosella.

Il 4 febbraio 1898 il consiglio municipale di Metz, con l'approvazione del kaiser Guglielmo II,[1] accordò alla comunità riformata della città il permesso di edificare un tempio dedicato all'esercizio del loro culto.[2][3]

Come luogo fu scelto un terreno all'estremità dell'isola di Petit-Saulcy,[1] lungo il corso della Mosella, che dava su place de la Comédie e sul Teatro dell'Opera.[3] La sua posizione lo avrebbe reso visibile da ogni lato del fiume, e quindi gli avrebbe conferito un ruolo centrale all'interno del paesaggio urbano.[1] Su quel terreno però dal 1739 sorgeva un giardino di salici, chiamato Giardino dell'Amore.[3][7] La decisione di sacrificare parte del giardino suscitò sgomento e disappunto nella popolazione, che si rivolse con una petizione allo stesso imperatore affinché impedisse i lavori, senza che la richiesta fosse però accolta.[1][3]

Della realizzazione del progetto si occupò l'architetto Conrad Wahn, architetto capo di Metz dal 1887.[8] Wahn, che aveva già lavorato a numerosi progetti a Metz, presentò varie proposte: alla fine, fu quella che prevedeva la costruzione di un edificio in stile neoromanico renano ad essere selezionata dallo stesso Guglielmo II.[3]

I lavori ebbero ufficialmente inizio il 25 novembre 1901 alla presenza del governatore dell'Alsazia-Lorena, Ermanno di Hohenlohe-Langenburg,[3] e si conclusero all'inizio del 1904. Il 14 maggio dello stesso anno, Guglielmo II e sua moglie, l'imperatrice Augusta-Vittoria, inaugurarono il tempio.[1]

Descrizione

Interno del Temple Neuf.

Il Temple Neuf è stato realizzato in stile neoromanico renano. Il suo architetto, Conrad Wahn, si ispirò alle chiese romaniche dell'XI e XII secolo della valle del Reno,[2] in particolare alla cattedrale di Spira e a quella di Worms.[9]

L'edificio, alto 53 metri e largo 26,[3] presenta una navata centrale a due campate.[1] Il transetto è più largo, mentre il coro è chiuso da un'abside a semicerchio. Il tempio è inoltre sormontato da cinque torri: una torre nolare è posta sopra il transetto, mentre due torri campanarie si trovano lungo la facciata.[1]

Sia l'abside del coro che la facciata principale ed il transetto sono messi in risalto da delle piccole gallerie ad arcate, mentre la superficie dei muri è decorata con archetti pensili, in francese anche noti come bande lombarde.[1]

Il portale d'ingresso è sormontato da colonne i cui capitelli sono decorati con rappresentazioni dei quattro evangelisti attorno all'agnello mistico.[2] Il coro, infine, è sormontato da un arco a tutto sesto.[1]

Il tempio fu costruito in arenaria grigia, e questo, insieme allo stile volontariamente lontano da quello classico del Teatro dell'Opera, fu visto dai francesi di Metz come un affronto ed una rottura con la tradizione locale.[1][2]

Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne, costruito da Ernest Muhleisen nel 1971 riutilizzando la cassa dello strumento precedente, realizzato nel 1903 dalla ditta Dalstein-Haerpfer. A trasmissione integralmente meccanica, dispone di 52 registri; la sua consolle, a finestra, ha tre tastiere e pedaliera.[10]

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k Le Temple Neuf, su metz.fr. URL consultato il 6 dicembre 2020.
  2. ^ a b c d e Edifice du Temple Neuf, su templeneufmetz.org. URL consultato il 6 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2020).
  3. ^ a b c d e f g h Le Temple Neuf à Metz, su republicain-lorrain.fr. URL consultato il 6 dicembre 2020.
  4. ^ Annexion de l’Alsace-Moselle : Metz devient allemande, su tout-metz.com. URL consultato il 6 dicembre 2020.
  5. ^ Quartier de la Nouvelle ville à Metz, su tout-metz.com. URL consultato il 6 dicembre 2020.
  6. ^ a b Un exemple de villes rattachées : les villes de Lorraine annexée entre 1870 et 1918, su books.openedition.org. URL consultato il 6 dicembre 2020.
  7. ^ Marie Antoinette Kuhn, Les temples protestants de Metz, Ars-sur-Moselle et Courcelles-Chaussy : architecture et mobiliers, Les cahiers lorrains, 1995, pp. 205-207.
  8. ^ L'essor architectural de Metz durant l'Annexion: Les architectes, su archeographe.net. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  9. ^ History of Temple neuf at Metz [collegamento interrotto], su do-tours.com. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  10. ^ (DEENFRNL) Metz, France (Moselle (57)) - Temple Neuf, su orgbase.nl. URL consultato il 17 dicembre 2020.

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