La storia della stampa musicale ebbe origine con l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Johann Gutenberg (circa 1400-1468) a Magonza nel 1438; successivamente il marchigianoOttaviano Petrucci (1466-1539) ideò un sistema ad impressione multipla a caratteri mobili. Uno dei primi libri che fu stampato fu Harmonice Musices Odhecaton (Cento canzoni (in realtà 96) di musica polifonica), che comprendeva composizioni di Antoine Busnois, Josquin Desprez ed Heinrich Isaac. Vennero stampate tutte quelle opere che originariamente circolavano solo in forma manoscritta. Venezia, luogo dove stampava Petrucci, divenne sede principale per tutto il XVI secolo della stampa di opere musicali.
La triplice impressione di Petrucci era abbastanza complessa, ed era costituita da tre fasi:
La difficoltà consisteva nel far combaciare esattamente le tre parti.
A partire dal 1540 circa, in Francia iniziò a svilupparsi l'impressione unica a caratteri mobili. Nel 1528Pierre Attaignant perfezionò per la prima volta questa tecnica, che poi venne portata a Venezia nel 1535 da Antoine Gardane, poi italianizzato Antonio Gardano, e continuato dalle dinastie degli Scotto, dei Vincenti e dei Giunta. Queste prime case editrici erano di tipo familiare.
Il nuovo metodo di impressione ridusse notevolmente i costi per la stampa dei libri, consentendone una maggiore produzione e, di conseguenza, una più ampia diffusione.
La professione ebbe inizio nei primi anni del XVI secolo a seguito dell'invenzione della stampa a caratteri mobili realizzata da Johann Gutenberg nella seconda metà del XV secolo. Prima di quella data gli spartiti musicali venivano raccolti in collezioni di manoscritti che venivano realizzati da abili copisti. Tale invenzione consentì la diffusione della musica poiché la stampa dei libri era meno onerosa della realizzazione dei manoscritti.
Nel settore della musica bandistica una delle prime a specializzarsi in questo genere è Belati edizioni musicali (nata a Perugia ad opera del maestro compositore Tito Belati), mentre nel liscio si afferma la Casadei Sonora, con "Romagna mia" ed i brani firmati Casadei, e la Galletti Boston.
Un ulteriore ridimensionamento del ruolo delle case editrici musicali si è avuto con l'espansione delle major, che gestiscono il proprio repertorio tramite aziende di loro proprietà, che quindi non promuovono più gli autori presso varie case discografiche ma si limitano a gestire l'incasso di parte dei proventi del diritto d'autore.
Bibliografia
Elvidio Surian, Manuale di storia della musica, Rugginenti Editore. I Vol. (ISBN 88-7665-038-5)
C. Fiore (a cura di), Il libro di musica. Per una storia materiale delle fonti musicali in Europa, L'Epos, Palermo 2004.
Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Dizionario della canzone italiana, Armando Curcio Editore. Curcio, 1990; alla voce Edizioni musicali, di Mario De Luigi, pagg. 593-594, ed alla voce Siae, di Mario De Luigi, pag. 1588
Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, editore Mondadori, 1992.
Mario De Luigi, L'industria discografica in Italia, edizioni Lato Side, Roma, 1982.
Mario De Luigi, Storia dell'industria fonografica in Italia, edizioni Musica e Dischi, Milano, 2008.