Nella notazione musicale, l'armatura di chiave è l'insieme delle alterazioni poste subito dopo la chiave. Queste alterazioni (dette d'impianto o in chiave) durano per tutto il brano[1] e nella musica occidentale tonale vengono segnate in un ordine convenzionale prestabilito e derivante dal circolo delle quinte: Fa, Do, Sol, Re, La, Mi, Si per i diesis, e nell'ordine inverso (Si, Mi, La, Re, Sol, Do, Fa) per i bemolli.
L'armatura di chiave ha per il musicista un doppio significato, pratico e teorico:
Osservandola, il musicista sa quali note dovranno essere suonate alterate per tutta la durata del brano. Se ad esempio sulla riga del Si è annotato, subito dopo la chiave, un bemolle, dovrà ricordarsi di suonare tutti i Si del brano (in qualsiasi ottava si trovino) in modo che siano alterati di mezzo tono più in basso.
Il numero delle alterazioni permette inoltre al musicista (o al teorico) di determinare la tonalità in cui il brano è stato scritto. Se non c'è nessun segno, il brano è scritto in tonalità di Do maggiore o nella sua tonalità relativa di La minore. Se nell'armatura in chiave sono presenti, invece, dei diesis o dei bemolli, si può determinare la tonalità d'impianto del brano semplicemente contandoli. Ad esempio, se è segnato un solo diesis (dunque quello all'altezza del Fa), il brano è in tonalità di Sol maggiore o nella sua relativa tonalità di Mi minore.
Osservando una partitura per orchestra o banda, si può notare che gli strumenti traspositori hanno una armatura di chiave diversa da quella reale. Ciò è dovuto al fatto che tali strumenti seguono una convenzione di lettura diversa, e compito del compositore è anche quello di segnare l'armatura in chiave più opportuna per ogni strumento.