Sinnai gode di un clima mediterraneo (più precisamente bioclima termomediterraneo).
Origini del nome
Il toponimo non ha origine chiara ed è verosimilmente prelatino; nel 1341 è citato come "de Sinnay"[4].
È stata avanzata l'ipotesi che Sinnai/Sìnnia possa essere accostato al protosardosinníga fitonimo indicante sparto o carice[5].
Storia
Il territorio di Sinnai è abitato dall'uomo sin dal Neolitico. In periodo nuragico, nell'età del bronzo, vennero eretti numerosi nuraghi (se ne contano 56 circa) e vari villaggi.
A seguito della conquista aragonese del XIV secolo, Sinnai entrò a far parte del Regno di Sardegna intorno al 1324 e venne data in feudo a Berengario Carroz e a sua moglie Teresa Gombau de Entenza a patto che con i redditi del feudo venisse restaurato il castello di San Michele nei pressi di Cagliari. Il paese visse un lungo periodo di decadenza per via dello spopolamento, delle alte tassazioni e delle epidemie di peste.
Il paese venne incorporato nella contea di Quirra, creata nel 1363 dal re d'Aragona Pietro IV e data in feudo ai Carroz. Nel 1603 il feudo fu trasformato in marchesato, ereditato prima dai Centelles e poi dagli Osorio de la Cueva; a questi ultimi fu riscattato nel 1839 con la fine del sistema feudale, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale[6].
L'8 gennaio 1991 si verificò la strage di Sinnai, in cui vennero assassinati tre pastori. Per 33 anni fu ritenuto colpevole e incarcerato un altro allevatore della zona, Beniamino Zuncheddu, il quale però il 26 gennaio 2024 è stato definitivamente assolto e rilasciato, lasciando il caso senza colpevoli e facendolo diventare uno dei più gravi errori giudiziari mai commessi in Italia; quella di Zuncheddu è stata la più lunga detenzione di una persona innocente della storia italiana.[8][9][10]
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Sinnai sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 dicembre 1964.[11]
«Stemma inquartato: il primo e il quarto d'argento, ad una torre al naturale, mattonata di nero, aperta e finestrata del campo, merlata di quattro alla guelfa; il secondo d'azzurro, ad una fontana zampillante d'argento sormontata da un ramo d'ulivo al naturale, fruttato di due, uscente dalla partizione; il terzo pure d'azzurro, al monte all'italiana d'argento, di sette cime disposte 4-2-1. Ornamenti esteriori da Comune.[12]»
Il gonfalone è costituito da un drappo di azzurro.
Le due torri rappresentano le ville di Sinnai e di Segossini. La fontana e il ramo d'ulivo ricordano l'antica piazzetta detta "Funtana 'e olia". Le sette cime del monte rappresentano il massiccio dei Sette Fratelli.
In prossimità dell'abitato è presente ormai da più di un secolo la foresta di Campidano[13], meglio nota come la Pineta di Sinnai (in sardo sa Pimpinera), un suggestivo polmone verde costituito da conifereti impiantati artificialmente che si estende per 1600 ha nel territorio di quattro comuni (oltre Sinnai anche Settimo San Pietro, Dolianova e Soleminis) intorno al rilievo collinare di Bruncu Mògumu dove è stato scoperto ultimamente un importante sito archeologico (resti di un tempietto nuragico di epoca protostorica e varie tracce di presenza fenicia del VII secolo a.C.). La pineta, data la sua estrema vicinanza con l'abitato, è da sempre un rinomato luogo di passeggiate, di escursioni e di svago non solo per i cittadini sinnaesi ma anche per tutti gli abitanti dell'hinterland cagliaritano. La superficie della pineta si è ultimamente ridotta, nel 1997, a causa di un incendio che bruciò oltre 600 ha di bosco.[14][15]
Cagliari vista dalla Pineta
Uno dei numerosi sentieri della Pineta
Società
Evoluzione demografica
Sinnai presenta una forte crescita demografica a partire dagli anni cinquanta. La popolazione residente passa dai 6736 abitanti del 1951 ai 16730 del 2011, per cui, in questo periodo di tempo, relativamente breve per quanto riguarda gli avvenimenti della storia, essa risulta essere più che raddoppiata.
Al 31 dicembre 2019 a Sinnai risultano residenti 347 cittadini stranieri, pari al 2% circa della popolazione totale. Le nazionalità più rappresentate sono[17]:
Il territorio comunale comprende anche l'isola amministrativa di Solanas, avente una superficie di 26,70 km².
Economia
La composizione settoriale della popolazione attiva e la sua modificazione temporale ci permettono di notare come il paese, caratterizzato da un'assoluta prevalenza agricola nel 1951, si presenti nel 2001 con una quota irrisoria degli occupati in questo settore, che durante questo lasso di tempo perde quasi tutti i suoi addetti con un calo particolarmente vistoso verificatosi negli anni sessanta.
Contemporaneamente a questo processo, notiamo inoltre che il settore terziario è nel 2001 in assoluto quello prevalente, e assorbe addirittura quasi il 70% del totale degli attivi. Discorso diverso per l'industria, che ha avuto un periodo di particolare vitalità in un periodo compreso tra gli anni sessanta (quando è stata il settore di attività che offriva le maggiori possibilità di occupazione per i sinnaesi) e l'inizio degli anni ottanta, poi in seguito è andata incontro anch'essa a un vistoso calo. L'industria però si è manifestata a Sinnai essenzialmente attraverso quella di tipo edile, delle costruzioni, che ha sempre avuto un peso nettamente più rilevante rispetto agli altri settori dell'industria. Questo è vero soprattutto nel periodo intorno agli anni sessanta quando la necessità di nuove case e edifici, sia nel territorio comunale sia nel capoluogo e nell'hinterland in generale, dovuta alla globale e imponente espansione urbanistica di tutta l'area metropolitana di Cagliari, ha reso floride queste attività.
Agricoltura
L'agricoltura è una delle attività economiche tradizionali del comune. La superficie agricola aziendale totale del territorio di Sinnai è all'anno 2000 di poco superiore ai 9000 ha, con un decremento rispetto al 1961 di ben 62 punti percentuali. A fine 2000, nel territorio risultano presenti 427 aziende agricole, contro le 779 unità del 1961: una riduzione quindi delle unità produttive di circa il 45%, fenomeno questo accentuato particolarmente nell'ultimo decennio e andato di pari passo con il decremento della superficie agricola.
A Sinnai sono molto diffuse le pratiche pastorali estensive, riguardanti particolarmente l'allevamento ovino, conseguenti alla produttività molto bassa del territorio prevalentemente montagnoso. Questo carattere pastorale è legato anche alla grande estensione del comune, che in passato rendeva possibile, in regime comunitario delle terre, di condurre liberamente nei pascoli comunali le pecore così come i maiali che si nutrivano di ghiande di leccio nelle foreste dell'interno.
^AMAT di San Filippo e Sorso, Luigi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 3 dicembre 2022.
«Il ricordo del devastante incendio del 1997 – oltre 400 ettari di macchia mediterranea e bosco andati in cenere in poche ore – è ancora presente nei ricordi di chi lo visse in presa diretta.»
Francesco Floris (a cura di), Sinnai (PDF), in Enciclopedia della Sardegna [La grande enciclopedia della Sardegna: eventi storici, politici e culturali, artistici, letterari, sportivi, religiosi, soldati e attori, gastronomia, costumi e bellezze naturali dalle culture prenuragiche fino ai grandi avvenimenti del nostro secolo], progetto e consulenza editoriale di Manlio Brigaglia, coordinamento redazionale di Salvatore Tola, vol. 9, Sassari, La nuova Sardegna, 2007 [2002], pp. 56-61, OCLC879939459, SBNCAG1489573 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2012).