Il nome generico (Saussurrea) deriva da quello dello scienziato ginevrino Horace-Bénédict De Saussure (1740 – 1799), naturalista e alpinista, professore presso l'Accademia di Ginevra, che fu il promotore della prima salita al Monte Bianco nel 1786, e da quello del figlio Théodore de Saussure.[3][4] L'epiteto specifico (discolor) deriva dal greco antico, in particolare dal prefisso ”dis” (= due o due volte) che insieme alla parola ”color” indica una pianta a più colori come le due facce delle foglie nel caso della specie di questa voce.[5]
Il binomio scientifico attualmente accettato è stato definito inizialmente dal botanico, farmacista e micologo tedesco Carl Ludwig Willdenow (Berlino, 22 agosto 1765 – Berlino, 10 luglio 1812) e successivamente perfezionato dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (Ginevra, 4 febbraio 1778 – 9 settembre 1841) nella pubblicazione ”Annales du Museum National d'Histoire Naturelle. Paris” del 1810.[6]
Descrizione
L'aspetto di queste piante è erbaceo con piccole dimensioni (da 8 a 15 cm – massimo 25 cm). La forma biologica della specie è emicriptofita rosulata (H ros); ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e con le foglie disposte a formare una rosetta basale.[7][8][9][10][11][12]
Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma bruno scuro con un portamento obliquo; può essere rivestito dalle guaine di foglie morte.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente, poco lanosa e colorata di rosso lucido.
Foglie
Le foglie sono semplici e intere, con bordi dentati (ma senza spinule); quelle basali sono picciolate (picciolo non alato) con lamina strettamente lanceolata e troncata o cuoriforme alla base; quelle cauline possono essere sessili e progressivamente più allungate e ristrette. Le foglie più grandi in genere sono riunite alla base del fusto e sono disposte in modo alterno. La parte inferiore della lamina è candida o densamente niveo-tomentosa; quella superiore può essere glabrescente o sparsamente lanosa. Dimensione delle foglie basali: larghezza 1,5 – 2 cm; lunghezza 5 – 7 cm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da alcuni capolini (da pochi a meno di una decina) in formazioni corimbose (fascetto apicale). La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un breve peduncolo (in alcuni casi il capolino è sub-sessile) sorregge un involucro fusiforme o ovoidale-oblungo composto da diverse brattee (o squame) intere e inermi (senza appendice apicale spinosa), circondate da una banda nera e colorate di violaceo-scuro, disposte su più serie in modo embricato (quelle esterne sono più allungate) che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano, provvisto di pagliette, sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Diametro dei capolini: 0,6 - 1,8 cm. Dimensioni dell'involucro: diametro 5 mm; altezza 12 mm.
Corolla: la corolla ha una forma cilindrica regolare (tubolare) terminante con 5 profondi lobi; il colore è roseo-vinoso. Lunghezza: 15 mm.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e glabri; le antere sono saldate fra di loro e formano un manicotto circondante lo stilo. Le appendici delle antere sono lanceolate (alla base sono presenti due sottili ciglia lanose).[4] Il colore delle antere è viola-nerastro.
Gineceo: l'ovario è infero e uniloculare formato da 2 carpelli; lo stilo è unico con uno stimma terminale lungamente bifido e glabro (è presente solamente un anello di peli sotto la ramificazione dello stilo). La superficie stigmatica è localizzata nella parte interna dello stilo.[15] Il colore dello stilo è violetto. Lunghezza dello stilo: 3 mm.
Fioritura: da luglio a agosto (fino a settembre a quote più basse).
Frutti
I frutti sono degli acheni a forma sub-cilindrica, allungati e stretti; sono striati longitudinalmente. Il pappo si compone di un ciuffo di peli bi-seriati: i peli esterni sono persistenti e denticolati, quelli interni più grandi sono più piumosi, caduchi e connati alla base.[16] Dimensione dell'achenio: 5 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i ghiaioni mossi in prossimità di passi o forcelle del piano alpino e nivale; ma anche ripari sotto rocce, zone ruderali e praterie rase alpine. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2.200 fino a 2.800 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino, alpino, e parzialmente quello montano.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
Le specie del genere Saussurea in precedenti trattamenti erano descritte all'interno del gruppo informale (provvisorio da un punto di vista tassonomico) "Jurinea-Saussurea Group". In questo gruppo erano descritti principalmente quattro generi: Dolomiaea, Jurinea, Polytaxis e Saussurea.[10][11][22] In seguito ad ulteriori ricerche e analisi di tipo filogenetico, allorquando il gruppo ha acquisito la sua denominazione definitiva di sottotribù, si sono aggiunti altri nuovi generi.[23][24]
Il genere Saussurea ha una distribuzione molto ampia (Europa, Asia e America) ma sempre in regioni montuose di tipo alpino. Comprende diverse centinaia di specie di cui 4/5 sono presenti anche nella flora spontanea italiana. Si distingue dal genere Cirsium in quanto privo di spine e con un pappo formato da 1 - 2 serie di setole.
Saussurea discolor (Willd.) DC.: le piante sono alte normalmente; l'infiorescenza è corimbosa; le foglie sono densamente niveo-tomentose.
Saussurea alpina (L.) DC.: le piante sono alte normalmente; l'infiorescenza è corimbosa; le foglie sono più strette e la faccia inferiore è grigia o biancastra.
Saussurea pygmaea (Jacq.) Sprengel: le piante sono alte normalmente; l'infiorescenza è formata da capolini solitari.
Altre notizie
La Saussurea cordata (o Saussurea a foglie discolori) in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi: