Sławoj Leszek Głódź è nato a Bobrówka, un villaggio del comune di Jaświły, il 13 agosto 1945.[1]
Formazione e ministero sacerdotale
Quando era studente della scuola secondaria di Sokółka, nel 1963, insieme ai suoi amici, ha fondato l'organizzazione segreta Białe Orły, che ha svolto un'azione sovversiva prima della marcia del Primo Maggio.[2] Per avervi partecipato, è rimasto per tre mesi nella prigione centrale per le indagini penali di Białystok.[3] È stato anche espulso da scuola con un biglietto per il lupo, un tipo di limitazione dei diritti personali che imponeva a un cittadino il divieto di vivere in determinati luoghi o di studiare o lavorare in scuole o istituti specifici. Ha conseguito il diploma di scuola superiore in un liceo per lavoratori.[2]
Nel 1964 è entrato nel seminario di Białystok. Ha dovuto interrompere gli studi per due anni a causa della chiamata a svolgere il servizio militare di base con mansioni impiegatizie.[1] Il primo anno ha prestato servizio nel 32º reggimento meccanizzato Budziszyński a Kołobrzeg e il secondo anno nella brigata dei zappatori masuriani a Podjuchy, vicino a Stettino. Durante il suo servizio ha ottenuto la specializzazione di pontiere zappatore.[3]
Nel 1980 ha lavorato al Sinodo dei vescovi a Roma. Successivamente è diventato officiale presso la curia arcivescovile e la corte arcivescovile di Białystok. È stato direttore della scuola catechetica e cappellano di Solidarność nella regione di Białystok.[1] Dal 1981 al 1991 ha prestato servizio nella Congregazione per le Chiese orientali come capo della sezione per i rapporti con la Chiesa greco-cattolica ucraina e della sezione per i rapporti con la Chiesa greco-cattolica rutena in Bielorussia.[1][4] È stato anche cappellano del campo per immigrati polacchi di Pavona e collaboratore della sezione polacca di Radio Vaticana.[1]
Mentre lavorava in Vaticano, era sotto sorveglianza dall'intelligence militare della Repubblica Popolare di Polonia che lo considerava un suo informatore e valutava le informazioni da lui fornite come preziose.[6] A quel tempo, era anche registrato come associato del Servizio di sicurezza della Repubblica Popolare di Polonia con lo pseudonimo di "Guastar" e doveva fornire importanti informazioni sulla politica del Vaticano nei confronti dei paesi dell'Europa centrale e orientale.[7]
Il 18 aprile 1991 è stato promosso al grado di generale di brigata e l'11 novembre 1993 al grado di maggior generale.[4] Ha ricreato le strutture diocesane dell'ordinariato e una rete di parrocchie militari in tutta la Polonia.[10] Ha anche istituito due onorificenze dell'ordinariato: nel 1995 il diploma "Benemerenti" e nel 2001 la medaglia "Milito pro Christo".[11] Il 7 marzo 1998 ha rinunciato alla sede titolare ai sensi della nuova pratica stabilita per gli ordinari militari.[12] Il 17 luglio 2004papa Giovanni Paolo II lo ha elevato alla dignità arcivescovile.[1][13]
Nel periodo precedente al suo trasferimento alla sede episcopale di Danzica sono state espresse critiche e preoccupazioni, soprattutto nei circoli di intellettuali, nonché dall'ex presidente di Solidarność ed ex presidente della Repubblica Lech Wałęsa, perché monsignor Głódź sosteneva la linea conservatrice di Radio Maria ed era considerato un euroscettico.[22]
Nel febbraio del 2014 ha compiuto una seconda visita ad limina.
Per due volte, nel marzo del 2013 e nell'ottobre del 2019, è stato accusato dai media di mobbing contro i sacerdoti a lui subordinati.[23][24] In risposta alle accuse, l'arcivescovo è stato difeso dai suoi collaboratori curiali e da diversi presbiteri, che nelle loro dichiarazioni hanno valutato il materiale giornalistico come diffamatorio nei confronti del vescovo.[25][26] Dopo un articolo sul settimanale Wprost del 2013, padre Adam Świeżyński si è rivolto al nunzio apostolico in Polonia con accuse contro l'arcivescovo.[27] Tuttavia, dopo la trasmissione del rapporto di TVN24 del 2019, sedici sacerdoti di Danzica hanno scritto una lettera al nunzio apostolico assicurando che le accuse erano vere.[28] I fedeli in due manifestazioni presso la sede della curia vescovile a Danzica hanno protestato, tra l'altro, contro la mancanza di azione sulle denunce di atti di pedofilia commessi da preti di Danzica e contro la mancata reazione alle denunce dei sacerdoti sulle attività di mobbing del gerarca.[29][30] Hanno anche scritto una lettera aperta al papa dove si chiedeva di rimuovere l'arcivescovo.[29]
Monsignor Głódź è stato criticato anche perché, secondo quanto riportato dalla stampa polacca, si stava appropriando indebitamente delle donazioni dei fedeli per costruire una residenza privata simile a una villa nel suo villaggio natale di Bobrówka, nel voivodato della Podlachia.[31]
È stato anche accusato di simonia, volgarità e di soffrire di alcolismo.[32] Secondo quanto riportato dalla stampa polacca, monsignor Głódź ha fornito il modello per la figura dell'arcivescovo alcolizzato Mordowicz, che conduceva uno stile di vita immorale nel film Kler del 2018 di Wojciech Smarzowski.[33]
Nel maggio del 2019 è stato distribuito sul web un film documentario intitolato Non dirlo a nessuno che parlava degli abusi sessuali su minori commessi da preti polacchi. Nel film Głódź viene accusato di essere indifferente alle vittime e di avere elogiato un importante sacerdote accusato di essere un predatore sessuale. Richiesto di commentare il film, ha detto: "Non guardo niente di vecchio". Ha poi rilasciato una dichiarazione in cui affermava: "Non avevo intenzione di offendere le vittime di abusi sessuali con le mie parole, e mi dispiace".[34] Alcuni ecclesiastici locali gli hanno chiesto di dimettersi.[35]
Nel novembre successivo la nunziatura apostolica in Polonia ha informato che, sulla base del motu proprioVos estis lux mundi, avrebbe condotto un'indagine sui casi denunciati alla Santa Sede di negligenza nella conduzione di procedimenti contro i sacerdoti a lui subordinati accusati di abusi contro minori. Il cardinale Kazimierz Nycz, arcivescovo metropolita di Varsavia è stato messo a capo delle indagini.[39][40]
Il 29 marzo 2021 la nunziatura apostolica in Polonia ha pubblicato un messaggio della Santa Sede secondo il quale a monsignor Głódź era stato ordinato di vivere fuori dall'arcidiocesi di Danzica, vietato di partecipare a celebrazioni religiose pubbliche o incontri di laici nella sua zona e ordinato di offrire una somma adeguata con fondi personali alla Fondazione "San Giuseppe", istituita dalla Conferenza episcopale polacca per prevenire gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica.[41][42]
Dopo le dimissioni si è trasferito a Piaski, una frazione del villaggio di Bobrówka, per dedicarsi all'azienda agricola di famiglia.[43] Nel giugno del 2021 è stato eletto sindaco di Piaski.[44][45] L'assunzione di tale ufficio ha provocato polemiche perché secondo il canone 285 § 3 del Codice di diritto canonico: "È fatto divieto ai chierici di assumere uffici pubblici, che comportano una partecipazione all'esercizio del potere civile".[46][47]
In seno alla Conferenza episcopale polacca è stato membro del consiglio permanente dal 2002 al 2012[4][48] e dal 2017 al 2020.[49][50] Tra il 2001 e il 2012 è stato presidente del consiglio per le comunicazioni sociali[4][51] e dal 2002 al 2012 presidente dell'équipe per la cura pastorale di Radio Maria.[52][53] Dal 1995 al 2005 è stato delegato per la cura pastorale degli scout[4][54] e dal 2001 al 2004 sacerdote nazionale dei veterani.[4] Nel 2006 è diventato delegato per la pastorale dei vigili del fuoco[55] e nel 2012 delegato per la televisione Trwam.[56] È stato anche membro del consiglio legale, dell'équipe per i contatti con la Conferenza episcopale di Francia e della commissione per la diaspora polacca e i polacchi all'estero.[57] Inoltre, dal 2007 al 2020 è stato co-presidente della commissione mista dei rappresentanti del governo della Repubblica di Polonia e della Conferenza episcopale polacca.[58][59] Nel 2014 è diventato membro del Consiglio di programma della Katolicka Agencja Informacyjna.[60] È stato membro del comitato nazionale per l'Anno Giubilare del 2000 e nel 2003 è stato nominato membro per un triennio del consiglio della Fondazione "Dzieło Nowy Tysiąclecia".[12] Nel 2016 è diventato membro del comitato nazionale organizzatore delle celebrazioni del 1050º anniversario del battesimo della Polonia.[57] È stato anche cappellano capo onorario dell'Associazione dei veterani dell'esercito polacco in America.[61]
Ha ricevuto la commenda Missio Reconciliationis nel 1999,[77] la medaglia "Milito Pro Christo" e il diploma "Benemerenti" nel 2005,[11] la medaglia d'onore Józef Tuliszkowski nel 2007,[78] la medaglia del giorno del ricordo delle vittime del massacro di Katyn' nel 2008,[79] la croce d'oro dell'Unione Polacca Piłsudski nel 2009[80] e la croce del Golgota dell'Est nel 2012.[81] Ha ricevuto il premio "Testimone della storia" dall'Istituto nazionale del ricordo nel 2014.[82] La redazione di Tygodnik Solidarność gli ha conferito il titolo di uomo dell'anno nel 2009.[83]
^ab(PL) Piotr Szubarczyk, Białe Orły z Sokółki, in Nasz Dziennik, 44 (4583), 21 febbraio 2013, ISSN 1429-4834 (WC · ACNP). URL consultato il 30 marzo 2021.
^ab(PL) Paweł Bieliński, Abp Głódź - nowy biskup warszawsko-praski, su ekai.pl, 26 agosto 2004. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2013).
^(PL) Nowy biskup diecezji warszawsko-praskiej, su stara.episkopat.pl, 26 agosto 2004. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2014).
^(PL) Ingres Abp. Głódzia, su diecezja.waw.pl, 2 ottobre 2004. URL consultato il 30 marzo 2021.
^(PL) Sławoj Leszek Głódź od 20 lat biskupem, su ekai.pl, 20 febbraio 2011. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2013).
^(PL) Wybory 359. Zebrania Plenarnego, su episkopat.pl, 5 ottobre 2012. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2013).
^(PL) Ks. Biskup Sławoj Leszek Głódź, su miasto.hrubieszow.pl, 17 novembre 1993. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2021).
^(PL) Honorowi Obywatele Miasta, su bialystok.pl. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2012).
^(PL) Sławoj Leszek Głódź, su radawarszawy.um.warszawa.pl, 29 novembre 2012. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2018).
^(PL) Sławoj Leszek Głódź, su radzymin.pl, 29 novembre 2012. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2020).