Dall'unità d'Italia, entro le variazioni dei confini amministrativi, alcune province hanno mutato denominazione a seguito di trasformazioni territoriali, altre sono state soppresse del tutto.
La provincia di Aosta (1927-1945) è stata una provincia del Piemonte, comprendente i circondari di Aosta e Ivrea; nel 1948 la parte corrispondente al circondario di Aosta è stata trasformata nella Regione Autonoma della Valle d'Aosta, che svolge anche le funzioni provinciali.
Le province sarde di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio sono state abrogate nel 2016[2] in attuazione della riforma degli enti locali scaturita dai risultati dei referendum sardi del 2012. I territori delle prime due sono divenuti parte della nuova provincia del Sud Sardegna insieme ai comuni della provincia di Cagliari esterni alla omonima città metropolitana e al comune di Genoni proveniente dalla provincia di Oristano; quelli dell'Ogliastra sono stati inglobati nella provincia di Nuoro (tranne Seui che è andato al Sud Sardegna), così come quelli di Olbia-Tempio in quella di Sassari. Negli ambiti delle preesistenti province - ridenominate Zone Omogenee - è comunque garantito l'esercizio autonomo delle funzioni provinciali e l'erogazione dei relativi servizi, sia pure formalmente nell'ambito delle nuove suddivisioni provinciali, fino alla definitiva soppressione di tutte le province[3].
Le province di Trieste, Gorizia e Pordenone, ai sensi della L.R. 26/2014 e successive modifiche, sono state messe in liquidazione dal 1º gennaio 2017 e definitivamente cancellate il 30 settembre 2017. La provincia di Udine è rimasta attiva fino al 22 aprile 2018. Le competenze provinciali sono state distribuite tra la Regione e le 18 Unioni Territoriali Intercomunali (UTI). I comuni di Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia mantengono comunque le prerogative connesse alla qualificazione di "capoluogo di provincia" previste dalla normativa statale e regionale[4].
Province non più sotto sovranità italiana
Province giuliane e dalmate
La provincia di Gorizia (1923-1943), delimitata a ovest dal fiume Iudrio (affluente occidentale dell'Isonzo, a est/nord-est dal crinale delle Alpi Giulie) e a sud. approssimativamente dal fiume Vipacco, comprendeva quasi tutto il corso dell'Isonzo (tranne il tratto finale con le zone di Monfalcone e Grado, all'epoca incorporate nella Provincia di Trieste), col bacino del fiume Idria (affluente orientale), il Collio e gli altopiani di Bainsizza, Selva di Tarnova e Selva di Piro; la Provincia non fu soppressa, ma fu privata della quasi totalità del suo territorio (esclusa la città di Gorizia, all'interno della quale corre tuttora il confine di stato e altri paesi come Gradisca d'Isonzo), e mantenuta in vita con l'assegnazione del territorio di Monfalcone e di Grado. Faceva parte del compartimento statistico della Venezia Giulia e la sua sigla automobilistica era GO.
La provincia di Trieste (1923-1943), delimitata a nord dal fiume Vipacco ed estesa a ovest fino al tratto finale dell'Isonzo includendo le zone di Monfalcone e Grado, a est fino alla conca di Postumia e al crinale delle Alpi Giulie (esclusa la conca di Circonio) e a sud fino a includere Muggia, unico Comune istriano della Provincia, e il margine settentrionale della Cicceria. La Provincia cessò di esistere nel 1947 con la creazione del Territorio libero di Trieste, comprendente la fascia costiera da Duino a Cittanova d'Istria; ritornò in essere nel 1954, essendo privata della quasi totalità del suo territorio, compresi Monfalcone e Grado, e ridotta a 6 Comuni nella fascia costiera a ridosso del Carso, profonda circa 7,5±0,5 km. Faceva parte del compartimento statistico della Venezia Giulia e la sua sigla automobilistica era TS.
La provincia di Fiume (o del Carnaro) (1924-1943), poi dal 1930 provincia del Carnaro comprendeva Fiume (escluso il sobborgo orientale di Sussak), la Liburnia (con la città istriana di Abbazia) e l'alta valle del Timavo (con la città di Villa del Nevoso). Nel 1941 la superficie della provincia del Carnaro verrà ampliata arrivando a comprendere anche l'Intendenza civile per i territori annessi del Fiumano e della Cupa (comprendente il retroterra fiumano con Zaule della Liburnia, la costa da Sussak a Buccari e, sul lato orientale del Carnaro, le isole di Veglia e Arbe con gli isolotti adiacenti). Faceva parte del compartimento statistico della Venezia Giulia e la sua sigla automobilistica era FU, in seguito divenuta FM.
La provincia di Lubiana (1941-1943) comprendeva tutta la Slovenia centro-meridionale al di là del crinale alpino e aveva, essendo abitata da sloveni, come lingue ufficiali l'italiano e lo sloveno; le città principali erano: Lubiana, Kočevje (isola linguistica tedesca), Novo Mesto e Longatico. Fu inclusa nel compartimento statistico della Venezia Giulia[5] e la sigla automobilistica era LB.
Province delle ex colonie italiane
Province del Dodecaneso
La provincia di Rodi (1923-1943) nelle Isole italiane dell'Egeo. Comprendeva tutta la colonia, a cui fu aggiunta l'isola di Castelrosso di fronte alla costa turca; il capoluogo era Rodi[6] e la sigla automobilistica era R, in seguito "Rodi".
La provincia di Misurata che comprendeva parte della Tripolitania e quasi tutta la Sirtica, il capoluogo era Misurata, città importanti erano Homs e Sirte.
Il Regno d'Albania fu occupato il 7 aprile 1939 dall'Italia e nel 1944 riconquistò l'indipendenza. Durante il protettorato italiano l'Albania era divisa in 13 province: