Il principato di Moldavia (in rumeno: Țara Moldovei; in moldavo cirillico antico: Цара Мѡлдовєй) è stato un principato dell'Europa orientale situato nella zona tra i monti Carpazi e il fiume Dnestr.
Nel X secolo il regno d'Ungheria cercò di estendere la sua influenza in Moldavia, costruendo diverse fortificazioni nelle vicinanze del fiume Siret (nell'attuale Romania).
I rimanenti nobili romeni in Transilvania alla fine furono obbligati ad adottare la lingua e la cultura ungherese, anche se i servi della gleba transilvani continuarono a parlare romeno e si aggrapparono all'ortodossia, pur non potendo opporsi alla dominazione ungherese. Il Principato si espanse progressivamente sotto Roman I, e maggiormente sotto Ștefan cel Mare (Stefano il Grande) che arrivò a formare un vasto dominio delimitato dai Carpazi a ovest, dal fiume Nistro (o Dnestr) a est, dal Mar Nero a sud e dalla Bucovina a nord.
Stefano spronò i contadini della Moldavia organizzando un'armata di 55 000 uomini, e respinse un attacco da parte delle forze del re ungherese Mattia Corvino in un azzardato assalto notturno. Insieme ad un'armata di nobili e piccoli proprietari terrieri lottò contro i Polacchi e i Tatari. L'armata di Stefano invase poi la Valacchia nel 1471 e sconfisse i Turchi, anche se questi contrattaccarono nel 1473 e 1474. Dopo queste battaglie, Stefano chiese a papa Sisto IV di formare un'alleanza cristiana contro i Turchi, ma nonostante il Papa nominasse Stefano "Atleta di Cristo" non inviò supporti materiali all'esercito moldavo. Negli ultimi decenni del regno di Stefano, i Turchi incrementarono la pressione sulla Moldavia, catturando dei porti strategici sul Mar Nero nel 1484 e bruciando la capitale moldava, Suceava, nel 1485. Il principato si risollevò brevemente, ottenendo una vittoria nel 1486, anche se in seguito Stefano limitò i suoi sforzi per assicurare l'indipendenza della Moldavia nello scenario diplomatico. Frustrato dai vani tentativi di unire l'Occidente contro i Turchi, Stefano, sul letto di morte, a quanto pare disse a suo figlio di sottomettersi ai Turchi se questi avessero offerto una sovranità degna di onore.
Alla sua morte la Moldavia fu dilaniata da guerre di successione che provocarono l'impoverimento e decadimento del principato, che a sua volta portò all'ingresso dell'Impero ottomano nella politica moldava. Divenendo uno stato tributario degli ottomani per gran parte dei seguenti 300 anni, l'impoverimento impedì al principato di pagare i dovuti tributi all'impero e di difendere i propri interessi locali, tanto che si seguirono numerose invasioni da parte degli stessi Turchi, dei Tatari e dei Russi.
Dopo la guerra russo-turca del 1828-29, il dominio ottomano sui principati terminò definitivamente.
Con la sconfitta dei Russi nella guerra di Crimea (1853-1856), il trattato di Parigi del 1856 sancì che la Moldavia e la Valacchia fossero poste sotto la garanzia collettiva delle sette potenze straniere che avevano vinto la guerra, che posero fine al dominio russo sulle regioni della Bessarabia Meridionale di Izmaïl, Bolhrad, e Cahul.