Allievo dello scultore ganneseOdoardo Tabacchi,[1]a soli 17 anni vinse un premio per la sua statua intitolata Novizia, divenendo famoso subito per la sua capacità di realizzare sculture molto realistiche.[senza fonte]
Altre sue opere principali sono: Lo scavatore, Le comunicande e la statua dedicata all'ultimo zar di tutte le Russie, andata distrutta durante la rivoluzione bolscevica del 1917-1918. La statua Le comunicande è estremamente realistica. Realizzò ed ideò anche dei mausolei e tombe monumentali ed artistiche.
Ispirandosi alla scultura di Donatello realizzò opere di successo, quali un Cristo flagellato a sangue, un Cristo crocifisso e un Cristo deposto.
La casa romana ("La Fortezzuola"), compresa nel parco di Villa Borghese, dove egli visse fino alla morte, gli fu donata nel 1926 dal comune di Roma; in essa ora si trova il Museo Canonica. Qui, tra le altre cose, in una sala al pianoterra è conservato il suo studio, con una copia della stele per il monumento a Paisiello, una delle sue ultime opere, e tutti gli strumenti di lavoro.
Ebbe anche una casa e uno studio a Vetralla, ove curò la fusione di parecchie sue opere in bronzo.
Ebbe una dimora pure a Venezia: si tratta della neorinascimentale "Palazzina Canonica" (o "Villino Canonica"), situata in Riva dei Sette Martiri (Sestiere di Castello, 1364 A), che egli si fece costruire nel 1911; successivamente la donò al CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche.[3] Attualmente essa è sede della Biblioteca Storica di Studi Adriatici dell'ISMAR-Istituto di Scienze Marine dello stesso CNR.[4]
Statua di San Giovanni Bosco nella nicchia della Basilica San Pietro, Città del Vaticano (inaugurata il 31 gennaio 1936 da Cardinale Pacelli il futuro Papa Pio XII)
Bassorilievo bronzeo nel comune di Cereseto Monferrato ai caduti russi della prima guerra mondiale, mai consegnato a Nicola ll e donato al comune da Riccardo Gualino per tutti i caduti della grande guerra
Molte delle sue opere sono custodite nel Museo Canonica, a Roma. A Vetralla offrì il Monumento ai Caduti. Altre si trovano a Stresa, città alla quale donò una ventina di sue sculture ospitate nella Sala Canonica del palazzo dei Congressi. Opera pittorica di notevole pregio è il Ritratto della contessa Virginia Somalia Dal Pozzo, presentata alla Biennale di Venezia del 1903.[6]
Monumento a San Giovanni Bosco (un busto del santo si trova anche nel Museo Canonica a Roma) e monumento a Benedetto XV
Monumento a San Pietro e Paolo (i bozzetti delle statue dei Santi si trovano anche nel Museo Canonica a Roma). Le statue sono installate all'ingresso della Pontificia Università Lateranense.
Miranda, opera in tre atti, libretto di Carlo Bernardi e Pietro Canonica (da La tempesta di Shakespeare), Sanremo, Teatro del Casinò Municipale, 5 marzo 1937
Enrico di Mirval, ovvero Amore è vita, libretto proprio, Sanremo, Teatro del Casinò Municipale, 1939
^(DE) Sabrina Michielli, Hannes Obermair (a cura di), BZ ’18-’45: ein Denkmal, eine Stadt, zwei Diktaturen. Begleitband zur Dokumentations-Ausstellung im Bozener Siegesdenkmal, Vienna-Bolzano, Folio Verlag, 2016, ISBN 978-3-85256-713-6, pp. 112-113.
^Catalogo illustrato, Premiato stabilimento di Carlo Ferrari, Venezia, 1903
^Secondo Carlo Marsili, Dopo il golpe fallito, Mondoperaio, n. 10/2016, p. 52, a Piazza Taksim, simbolo laico della città di Istanbul, "campeggia un monumento
ad Ataturk opera dello scultore italiano Pietro Canonica".
Bibliografia
Francesco Sapori, Pietro Canonica scultore, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1960.
Dario Durbé, Nicoletta Cardano, Maria Caraci, Canonica scultore e musicista, Roma, De Luca, 1985.
A. Campitelli, Il Museo Canonica. Le Sculture, Roma 1991.
Gianluca Orsola (a cura di), Dal mito classico all'elaborazione poetica di Pietro Canonica, Edizioni Associate Editrice Internazionale, Roma 2002, ISBN 88-267-0317-5, con CD audio contenente alcune arie e duetti tratti da "Medea", "Sacra terra" e "La sposa di Corinto".