La lista delle pietre d'inciampo in Friuli-Venezia Giulia contiene l'elenco delle pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) poste in Friuli-Venezia Giulia. Esse commemorano le vittime friulane e giuliane della persecuzione del regime nazista nell'ambito di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig estesa a tutta l'Europa. Le prime pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate il 20 gennaio 2016 a Gorizia.
Provincia di Gorizia
In provincia di Gorizia sono posate 96 pietre d'inciampo.
QUI ABITAVA GIUSEPPE PINCHERLE NATO 1879 ARRESTATO 1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944
Pincherle, Giuseppe Giuseppe Pincherle (???, 1879 - Auschwitz, ??? 1944)[1]
Doberdò del Lago
Nel comune di Doberdò del Lago trovano 14 pietre d'inciampo, posate tra il 2018 e il 2022.[2] L'iniziativa per le pietre d'inciampo in questo comune è stata promossa dal Circolo cattolico Hrast, con la collaborazione delle due sezioni ANPI di Doberdò e Vallone-Jamiano, dell’Aned con il patrocino del Comune (sindaco Fabio Vizintin).
L'incisione sulle pietre d'inciampo dedicate ai partigiani di Doberdò è in lingua slovena.
45°51′39.14″N 13°32′57.23″E45°51′39.14″N, 13°32′57.23″E (Pietra d'inciampo per Rudolf Lavrencic padre e figlio)
TU JE PREBIVAL RUDOLF LAVRENČIČ ROJEN 1895 PREGNAN BUCHENWALD-OHRDRUF UMORJEN 6.3.1945
QUI ABITAVA RUDOLF LAVRENČIČ NATO 1895 DEPORTATO BUCHENWALD-OHRDRUF ASSASSINATO 6.3.1945
Lavrenčič, Rudolf Rudolf Lavrenčič (Doberdò del Lago, 3 agosto 1895 - Ohrdruf, 6 marzo 1945), anche Rodolfo Laurencich, coniugato, sette figli tra i quali l'omonimo Rudolf col quale condivide l'adesione alla Resistenza, partigiani entrambi nelle fila della Brgt. Autonoma della Divisione Garibaldi "Natisone". Aarrestati entrambi il 12 ottobre 1944 e deportati il 18 ottobre 1944 al campo di concentramento di Buchenwald. Costretti al lavoro coatto nel campo di lavoro di Ohrdruf, entrambi sono assassinati il 6 marzo 1945.[5][7]
TU JE PREBIVAL RUDOLF LAVRENČIČ ROJEN 1924 PREGNAN BUCHENWALD UMORJEN 6.3.1945
QUI ABITAVA RUDOLF LAVRENČIČ NATO 1924 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 6.3.1945
QUI ABITAVA ARDUINO TREVISAN NATO 1910 ARRESTATO DIC. 1944 DEPORTATO NATZWEILER ASSASSINATO 30.3.1945
Trevisan, Arduino Arduino Trevisan (???, 1910 - Natzweiler
, 30 marzo 1945), una pietra d'inciampo dedicata ad Arduino è posata dal 2022 anche a Scandicci.[10]
davanti la Lapide ai caduti per la Libertà
QUI ABITAVA SERGIO MARCUZZI NATO 1927 ARRESTATO DIC. 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.3.1945
QUI ABITAVA ITALO FURLAN NATO 1920 ARRESTATO NOV. 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 24.11.1944
Furlan, Italo Italo Furlan (???, 1920 - Dachau, 24 novembre 1944), partigiano della Divisione Garibaldi. Il 3 ottobre del 1944, mentre cercava informazioni e rifornimenti con e per i suoi compagni è arrestato dalle SS. Detenuto prima a Gorizia, quindi Trieste prima della deportazione nel Reich, il 15 novembre, destinato a Dachau. Internato come "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[11], muore al campo il 24 novembre 1944. Conferito della Croce al merito di guerra.
QUI ABITAVA ATTILIO MARIOTTI NATO 1921 ARRESTATO 25.9.1944 DEPORTATO NEUENGAMME ASSASSINATO 1.2.1945
Mariotti, Attilio Attilio Mariotti (???, 13 novembre 1921 - Neuengamme, 1 febbraio 1945), operaio, partigiano. Catturato nel settembre del 1944, dopo la detenzione a Gorizia è deportato nel Reich destinato a Dachau. Trasferito a Neuengamme muore al campo il 1º febbraio 1945.
Gorizia
A Gorizia si trovano 27 pietre d'inciampo, posate tra il 2016 e il 2023.[12][13]
Le pietre d'inciampo a Gorizia sono state promosse dall’associazione “Amici di Israele” con il patrocinio del Comune di Gorizia. Partecipava anche l'organizzazione Informest che ora ha sede proprio nella casa di una delle persone deportate.[14]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
20 gennaio 2016
Via Graziadio Isaia Ascoli, 25
45°56′58.43″N 13°37′36.04″E45°56′58.43″N, 13°37′36.04″E (Pietra d'inciampo per Bianca Alphandery Armani, Adolpho e Gino Armani, Matilde Rechnitzer Schumann e Davide Schumann)
QUI ABITAVA BIANCHA ALPHANDERY ARMANI NATA 1885 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA
Alphandery Armani, Bianca Bianca Alphandery Armani (Firenze, 15 novembre 1885- Auschwitz, ???), famiglia ebrea, figlia di Giuseppe ed Elisa Grego, coniugata con Adolfo Armani, madre di Gino Armani. È tra le vittime della retata del 23 novembre 1943 a Gorizia ad opera delle SS. Arrestata con la famiglia, dal carcere di Trieste è deportata nel Reich il 7 dicembre 1943 con destinazione Auschwitz dove giunge l'11 dicembre 1943. Nessuno della famiglia sopravvive alla Shoah.[15][16]
QUI ABITAVA ADOLFO ARMANI NATO 1881 ARRESTATO 18.9.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943
Armani Heischmann, Adolfo Umberto Adolfo Umberto Armani Heischmann (Gorizia, 23 novembre 1881 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlio di Sigismondo e Carolina Bolaffio, coniugato con Bianca Alphandary, genitore di Gino. Arresto il 18 settembre 1943 è deportato, insieme alla moglie ed al figlio, nel Reich il 7 dicembre 1943 con destinazione Auschwitz dove giunge l'11 dicembre 1943. Assassinato al suo arrivo al campo. Nessuno della famiglia sopravvive alla Shoah.[15][17]
QUI ABITAVA GINO ARMANI NATO 1922 ARRESTATO 18.9.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO
Armani, Gino Gino Armani (Trieste, 29 aprile 1922 - Auschwitz, ???), figlio di Adolfo e Bianca Alphandary, condivide il tragico destino dei genitori. Non sopravvive alla Shoah.[15][18]
QUI ABITAVA DAVIDE SCHUMANN NATO 1880 ARRESTATO 23.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943
Schumann, Davide Davide Schumann (Chklow (Bielorussia), 5 novembre 1880 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlio di Isidoro e Sara Fleher, coniugato con Matilde Rechnitzer. Vittima con la moglie della retata nazista del 23 novembre 1943. Dopo la detenzione a Trieste, il 7 dicembre 1943 sono entrambi deportati ad Auschwitz. Assassinati entrambi nelle camere a gas al loro arrivo al campo, 11 dicembre 1943.[19]
QUI ABITAVA MATILDE RECHNITZER SCHUMANN NATA 1864 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Rechnitzer Schumann , Matilde Matilde Rechnitzer Schumann (Zalalövő, 26 ottobre 1864 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlia di Enrico e Anna Bruckner, coniugata con Davide Schumann. Vittima con il marito della retata nazista del 23 novembre 1943. Dopo la detenzione a Trieste, il 7 dicembre 1943 sono entrambi deportati ad Auschwitz. Assassinati entrambi nelle camere a gas al loro arrivo al campo, 11 dicembre 1943.[20]
Via Graziadio Isaia Ascoli, 15
45°56′55.78″N 13°37′33.61″E45°56′55.78″N, 13°37′33.61″E (Pietra d'inciampo per Frieda Weissmann Iacoboni, Gisella e Sofia Iacoboni)
QUI ABITAVA FRIEDA WEISSMANN IACOBONI NATA 1887 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA BERGEN-BELSEN
Weissmann Iacoboni, Frieda Frieda Weissmann Iacoboni (Čortkiv, 2 agosto 1887 - Bergen-Belsen, ???), figlia di Abramo Ginsberg e di Gittel Weissmann, coniugata con Leone Iacoboni, madre di Giacomo, Gisella e Sofia Iacoboni. Arrestata con le due figlie dai nazisti nella retata del 23 novembre 1943, con loro imprigionata a Trieste prima della deportazione nel Reich con destinazione campo di concentramento di Auschwitz dove arrivano l'11 dicembre 1943. Frieda muore nel campo di Bergen-Belsen. Solo il figlio Giacomo sopravvive alla Shoah..[21][22][23]
QUI ABITAVA GISELLA IACOBONI NATA 1921 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA
Iacoboni, Gisella Gisella Iacoboni (Trieste, 23 maggio 1921 - Auschwitz, ???), figlia di Leone e Frieda Weissmann, sorella di Sofia e Giacomo. Arrestata il 23 novembre 1943 insieme alla madre, sorella e fratello, dal carcere di Gorizia prima, Trieste poi, il 7 dicembre 1943 è deportata con la famiglia ad campo di concentramento di Auschwitz. Non sopravvive alla Shoah, stessa sorte per madre e sorella.
QUI ABITAVA SOFIA IACOBONI NATA 1920 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA BERGEN-BELSEN
Iacoboni, Sofia Sofia Iacoboni (Trieste, 17 settembre 1920 - Bergen-Belsen, ???), figlia di Leone e Frieda Weissmann, sorella di Gisella e Giacomo. Insieme alla madre e ai fratelli è arrestata il 23 novembre 1943. Con loro detenuta nel carcere di Gorizia, poi Trieste, quindi deportata con i famigliari il 7 dicembre 1943 ad Auschwitz. Solo il fratello Giacomo sopravvive alla Shoah.
Via Garibaldi, 5
45°56′32.6″N 13°37′13.9″E45°56′32.6″N, 13°37′13.9″E (Pietra d'inciampo per Elisa Richetti Luzzatto, Iginio Luzzatto, Sara Luzzatto e Emma Michelstaedter Luzzato)
QUI ABITAVA ELISA RICHETTI LUZZATTO NATA 1858 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Richetti Luzzatto, Elisa Elisa Richetti Luzzatto (Gorizia, 5 febbraio 1858 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlia di Elia, coniugata con Giuseppe Luzzatto, madre di Rina Sara e Iginio. Il 23 novembre 1943 è arrestata insieme ai figli e portata nel carcere di Gorizia, a cui segue Trieste, quindi, il 7 dicembre 1943, la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz. Nessuno della famiglia sopravvive alla Shoah.[15][24]
QUI ABITAVA IGINIO LUZZATTO NATO 1886 ARRESTATO 23.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO
Luzzatto, Iginio Iginio Luzzatto (Gorizia, 8 giugno 1886 - Auschwitz, ???), figlio di Giuseppe ed Elisa Richetti, fratello di Rina Sara. È arrestato insieme a madre e sorella il 23 novembre 1943, portato nella prigione di Gorizia, quindi Trieste. Il 7 dicembre 1943 deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove arrivano l'11 dicembre 1943. Nessuno della famiglia sopravvive alla Shoah.[15][25]
QUI ABITAVA SARA LUZZATTO NATA 1884 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA
Luzzatto, Sara Sara Luzzatto (Gorizia, 24 marzo 1884 - Auschwitz, ???), figlia di Giuseppe e di Elisa Richetti. Il 23 novembre 1943 è arrestata insieme alla madre e al fratello Iginio e incarcerati a Gorizia, in seguito Trieste, infine il 7 dicembre 1943 deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Nessuno della famiglia sopravvive alla Shoah.[15][26]
QUI ABITAVA EMMA LUZZATTO MICHELSTAEDTER NATA 1854 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ MORTA DURANTE IL TRASPORTO
Luzzatto Michelstaedter, Emma Emma Luzzatto Michelstaedter (Gorizia, 17 ottobre 1854 - ???, ???), figlia di Cesare e Regina Jona, coniugata con Alberto Michelstaedter, quattro figli tra cui Elda e Carlo Michelstaedter. Il 23 novembre 1943 Emma è arrestata, incarcerata a Gorizia, in seguito Trieste, a cui segue, il 7 dicembre, la deportazione nel Reich con destinazione Auschwitz. Dubbia la sua comunque tragica sorte: forse deceduta durante il viaggio verso il Lager o forse assassinata all'arrivo nel Lager, 11 dicembre 1943.[27]
QUI ABITAVA FERRUCCIO LEONI NATO 1877 ARRESTATO 24.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943
Leoni, Ferruccio Ferruccio Leoni (Padova, 16 dicembre 1877 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlio di Marco e Vittoria Bertocco, coniugato con Marcellina Tani. Arrestato il 24 novembre 1943, incarcerato a Trieste, il 7 dicembre 1943 è deportato ad Auschwitz, dove arriva l'11 dicembre 1943. Non sopravvive alla Shoah.[28]
QUI ABITAVA ANNA PAOLA LUZZATTO NATA 1864 ARRESTATA 1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Luzzatto, Anna Paola Anna Paola Luzzatto (Gorizia, 19 dicembre 1864 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlia di Eugenia Liebmann e Aronne, il responsabile sanitario in città. Arrestata a Gorizia il 23 novembre 1943, incarcerata a Trieste, deportata ad Auschwitz-Birkenau è assassinata al suo arrivo al campo, 11 dicembre 1943.[29]
23 gennaio 2018
Largo Culiat, 11
45°56′39.64″N 13°37′03.85″E45°56′39.64″N, 13°37′03.85″E (Pietra d'inciampo per Elda Michelstaedter Morpurgo)
QUI ABITAVA ELDA MICHELSTAEDTER MORPURGO NATA 1879 ARRESTATA 1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 26.12.1944 RAVENSBRÜCK
Michelstaedter Morpurgo, Elda Elda Michelstaedter Morpurgo (Gorizia, 2 ottobre 1879 - Ravensbrück, 26 dicembre 1944), figlia di Alberto e Emma Luzzatto, sorella del filosofo Carlo Michelstaedter, coniugata con Silvio Morpurgo. Arrestata a Gorizia il 9 novembre 1943 e detenuta prima a Gorizia, poi Trieste a cui segue la deportazione nel Reich, insieme alla madre. Muore al campo di Ravensbrück il 26 dicembre 1944. La madre muore sul convoglio verso il Lager.[14][30]
27 gennaio 2019
Via del Santo, 4
45°56′55.05″N 13°37′38.45″E45°56′55.05″N, 13°37′38.45″E (Pietra d'inciampo per Malvina Michelstaedter Goldberger, Adele e Irene Goldberger)
QUI ABITAVA MALVINA MICHELSTAEDTER GOLDBERGER NATA 1856 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Michelstaedter Goldberger, Malvina Malvina Michelstaedter Goldberger (Gorizia, 22 settembre 1856 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), zia del filosofo Carlo Michelstaedter. Coniugata con Massimiliano Goldberger, italianizzato Colberti, madre di Irene e Adele. Eredita con le figlie, alla morte del marito, la conduzione del commercio di vini all'ingrosso. Malvina e le due figlie sono tra le vittime della retata nazista del 23 novembre 1943; detenute prima nel carcere di Gorizia e poi Trieste, quindi deportate, nel dicembre 1943, nel Reich con destinazione Auschwitz-Birkenau. Malvina è assassinata al suo arrivo al campo, 11 dicembre 1943.
QUI ABITAVA ADELE GOLDBERGER NATA 1892 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO
Goldberger, Adele Adele Goldberger (Fiume, 18 febbraio 1892 - ???, ???), figlia di Massimiliano e Malvina Michelstaedter, sorella di Irene. È arrestata con la madre e la sorella il 23 novembre 1943. Dopo la detenzione nel carcere di Gorizia e poi Trieste, sono tutte e tre deportate, nel dicembre 1943, nel Reich destinate ad Auschwitz. Non sopravviveranno alla Shoah. La madre è assassinata all'arrivo al campo, della sorte delle due sorelle nulla è dato più di sapere.[31]
QUI ABITAVA IRENE GOLDBERGER NATA 1887 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO
Goldberger, Irene Irene Goldberger (Fiume, 7 gennaio 1887 - ???, ???), figlia di Massimiliano e Malvina Michelstaedter, sorella di Adele. È arrestata con la madre e la sorella il 23 novembre 1943. Dopo la detenzione nel carcere di Gorizia e poi Trieste, sono tutte e tre deportate, nel dicembre 1943, nel Reich destinate ad Auschwitz. Non sopravviveranno alla Shoah. La madre è assassinata all'arrivo al campo, della sorte delle due sorelle nulla è dato più di sapere.[31]
20 gennaio 2020
Via Galilei, 4
45°56′33.2″N 13°37′01.7″E45°56′33.2″N, 13°37′01.7″E (Stolpersteine per Edvige Jona Gentilli e Margherita Gentilli)
QUI ABITAVA EDVIGE JONA GENTILLI NATA 1868 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Jona Gentilli, Edvige Edvige Jona Gentilli (Gorizia, 17 luglio 1868 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlia di Giacomo, coniugata con Alberto Jona, un figlio. Arrestata con la sorella a Gorizia nel corso del rastrellamento nazista del 23 novembre 1943, imprigionata prima a Gorizia, poi Trieste da dove, il 7 dicembre, è deportata nel Reich con destinazione Auschwitz. Entrambe le sorelle Gentilli sono assassinate al loro arrivo al campo l'11 dicembre 1943.[32]
QUI ABITAVA MARGHERITA GENTILLI NATA 1873 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Gentilli, Margherita Margherita Gentilli (Gorizia, 20 dicembre 1873 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlia di Giacomo, sorella di Edvige Jona Gentilli. Arrestata con la sorella a Gorizia nel corso del rastrellamento nazista del 23 novembre 1943, imprigionata prima a Gorizia, poi Trieste da dove, il 7 dicembre, è deportata nel Reich con destinazione Auschwitz. Entrambe le sorelle Gentilli sono assassinate al loro arrivo al campo l'11 dicembre 1943.[32]
19 novembre 2021
Via Vittorio Veneto, 174 parco Basaglia ingresso ex ospedale psichiatrico
QUI ABITAVA ELIO MICHELSTAEDTER NATO 1871 ARRESTATO 25.3.1944 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO
Michelstaedter, Elio Elio Michelstaedter (Fiume, 24 aprile 1871 - Auschwitz, ???), figlio di Isacco e Anna Camerini, coniugato con Amelia Pavia. Ospitato con la moglie presso l'allora ospedale psichiatrico, con essa sfugge al rastrellamento nazista del 23 novembre 1943, ma sono entrambi arrestati il 25 marzo 1944. Incarcerati entrambi a Trieste quindi deportati ad Auschwitz. Entrambi non sopravvivono alla Shoah.[33]
QUI ABITAVA AMELIA PAVIA MICHELSTAEDTER NATA 1876 ARRESTATA 25.3.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA
Pavia Michelstaedter, Amelia Amelia Pavia Michelstaedter (Gorizia, 15 luglio 1876 - Auschwitz, ???), figlia di Giuseppe e Betty Michelstaedter, coniugata con Elio Michelstaedter, condivide il destino tragico del coniuge. Ospitati entrambi presso l'allora ospedale psichiatrico, sfuggono al rastrellamento nazista del 23 novembre 1943, ma sono entrambi arrestati il 25 marzo 1944. Incarcerati entrambi a Trieste quindi deportati ad Auschwitz. Entrambi non sopravvivono alla Shoah.[33]
QUI ABITAVA ELSA VALOBRA NATA 1895 ARRESTATA 25.5.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO
Valobra, Elsa Elsa Valobra (trieste, 16 maggio 1895 - ???, ???), figlia di Giulio e Emma Morpurgo. Ospitata presso l'allora ospedale psichiatrico provata dalle persecuzioni conseguenti l'emanazione delle leggi razziali fasciste del 1938, sfugge al rastrellamento del 23 novembre 1943, di cui è invece vittima la madre, ma viene arrestata il 25 marzo 1944 e deportata nel Reich con destinazione Auschwitz. Non sopravvive alla Shoah.[33]
Via Luigi Cadorna, 34
45°56′40.2″N 13°37′05.6″E45°56′40.2″N, 13°37′05.6″E (Pietra d'inciampo per Emma Pia Morpurgo Valobra)
QUI ABITAVA EMMA PIA MORPURGO VALOBRA NATA 1866 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Morpurgo Valobra, Emma Pia Emma Pia Morpurgo Valobra (Gorizia, 23 luglio 1886 - Auschwitz, 11 dicembre 1943),figlia di Giuseppe e Lina Doerfles, coniugata con Giulio Valobra, madre di Elsa Valobra. All'arresto del 23 novembre 1943 segue la deportazione ad Auschwitz. Assassinata al suo arrivo al campo l'11 dicembre 1943 precedendo di solo qualche mese la figlia Elsa che pure non sopravviverà alla Shoah.[33]
QUI ABITAVA PROSPERA VITALE BOLAFFIO NATA 1862 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943
Vitale Bolaffio, Prospera Prospera Vitale Bolaffio (Alessandria, 12 luglio 1862 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlia di Michele e Anna Sacerdote, coniugata con Giacomo Bolaffio. Arrestata a Gorizia nel corso della retata del 23 novembre 1943, dopo la detenzione nel carcere cittadino è trasferita in quello di Trieste e da lì il 7 dicembre deportata ad Auschwitz dov'è assassinata nella camera a gas al suo arrivo al campo l'11 dicembre 1943.[34][35]
QUI ABITAVA LADISLAO HERSKOVITZ NATO 1906 ARRESTATO 23.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 1943
Herskovitz, Ladislao Ladislao Herskovitz (Fiume, 10 dicembre 1906 - Auschwitz, dicembre 1943), anche Ladislao Ercoli, figlio di Samuele e Laura Starck, negoziante di mobili. Arrestato è detenuto prima a Gorizia, quindi Trieste prima della deportazione nel Reich destinazione Auschwitz dove giunge l'11 dicembre 1943. Non sopravvive alla Shoah.[36][37]
Gradisca d'Isonzo
A Gradisca d'Isonzo sono presenti 4 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[38]
QUI ABITAVA ARRIGO MAREGA NATO 1920 DEPORTATO ASSASSINATO 9.1.1944
Marega, Arrigo Arrigo Marega, come gli oltre 600mila soldati italiani che all'armistizio dell'8 settembre 1943 sono catturati e deportati nel Reich, Arrigo, con lo stato di internato militare italiano, è messo al lavoro coatto a Danzica. Muore sotto un bombardamento anglo-americano il 9 gennaio 1944.
QUI ABITAVA LUCIANO PUSSIG NATO 1921 DEPORTATO GELSERKIRCHEN ASSASSINATO 4.11.1944
Pussig, Luciano Luciano Pussig, come gli oltre 600mila soldati italiani che all'armistizio dell'8 settembre 1943 sono catturati e deportati nel Reich, Luciano, con lo stato di internato militare italiano, è messo al lavoro coatto a Gelsenkirchen. Muore sotto un bombardamento anglo-americano il 4 novembre 1944.
QUI ABITAVA EUGENIO VENUTI NATO 1904 DEPORTATO ASSASSINATO 19.3.1945 BERGEN - BELSEN
Venuti, Eugenio Eugenio Venuti, partigiano, animatore della Resistenza locale unitamente alla moglie Anna. Sono deportati entrambi: Eugenio a Bergen-Belsen, dove muore il 19 marzo 1945; la moglie sopravvive ad Auschwitz.
Ronchi dei Legionari
A Ronchi dei Legionari sono attualmente presenti 33 pietre d'inciampo, posate tra il 2019 e il 2023.[39][40][41][42][43]
Ronchi dei Legionari, considerato uno degli epicentri della Resistenza italiana, città decorata con medaglia d’argento al valor militare per l’attività partigiana, durante la seconda guerra mondiale pagò un prezzo altissimo: nei lager nazisti arrivarono 158 deportati, 75 dei quali non fecero più ritorno. Gia l’8 settembre 1943 si costituì la prima formazione partigiana: la Brigata Proletaria. Il 24 maggio 1944, la città è teatro di un feroce rastrellamento che coinvolse 68 persone. Alle 5 del mattino arrivarono le SS tedesche spalleggiate dai repubblichini italiani appartenenti alla famigerata "Banda Collotti", nota per la sua crudele repressione antipartigiana. Gli arrestati caricati sui camion diretti a Vermegliano, verso il centro e nella zona della "Casette"[44] e imprigionati poi nel carcere del Coroneo,[45] a Trieste, quindi il 31 maggio 1944 deportati nel Reich. In totale 158 persone deportate dalla cittadina che contava allora 8.000 abitanti: 75 di esse non torneranno più.
Nel maggio 2014, una lapide commemorativa è stata collocata dall'amministrazione comunale, in collaborazione con ANPI e ANED alla presenza di due sopravvissuti dei lager.[46]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
28 gennaio 2019
Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa)
45°49′47.31″N 13°30′03.83″E45°49′47.31″N, 13°30′03.83″E (Stolperstein für Domenico Candotto, Angelo Gregorin, Orlando Serafin und Maria Turolo)
QUI FU ARRESTATO DOMENICO CANDOTTO NATO 1886 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 23.11.1944
Candotto, Domenico Domenico Candotto (???, ??? 1886 - Dachau, 23 novembre 1944), sposa Maria Turolo. La coppia ebbe cinque figli. Massimo e Renzo, morti partigiani, Ida e Corinna deportate ad Auschwitz con la madre Maria. Il figlio minore Mario con il padre Domenico invece furono deportati al campo di concentramento di Dachau dove Domenico muore il 23 novembre 1944. I figli Mario, Ida e Corinna sopravvissero.[47]
QUI FU ARRESTATO ANGELO GREGORIN NATO 1883 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.9.1944
QUI FU ARRESTATO ORLANDO SERAFIN NATO 1921 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO
Serafin, Orlando Orlando Serafin (???, ??? 1921 - Buchenwald, 24 maggio 1944), partigiano fratello di Ida Serafin; così come la sorella troverà la morte nel Lager.
Il 27 gennaio 2012, al fratello Silvio è consegnata una medaglia d'onore in sua memoria, conferita con decreto del Presidente della repubblica.[48]
QUI FU ARRESTATA MARIA TUROLO NATA 1890 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA
Turolo, Maria Maria Turolo (???, ??? 1890 - Auschwitz, ???), sposa Domenico Candotto dal quale avrà cinque figli. Mentre il marito e il figlio sono deportati al campo di concentramento di Dachau, Maria, con le figlie Ida e Corinna, è deportata ad Auschwitz e assassinata come il marito; le figlie ed il figlio Mario sopravvissero.
QUI FU ARRESTATO GINO ZONTA NATO 1929 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 12.5.1945
Zonta, Gino Gino Zonta (???, ??? 1929 - Dachau, 12 maggio 1945), arrestato con il padre Lodovico Zonta, deportati entrambi nel Reich: Gino destinato al campo di campo di concentramento di Dachau dove muore il 12 maggio 1945, il padre destinato a Flossenbürg.
QUI FU ARRESTATO LODOVICO ZONTA NATO 1903 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 4.11.1944
Zonta, Lodovico Lodovico Zonta (???, ??? 1903 - Dachau, 4 novembre 1944), padre di Gino Zonta e Paolino. Arrestato col figlio Gino, è deportato a Flossenbürg. Muore il 4 novembre 1944. Gino è ucciso a Dachau, Paolino sopravvisse.[51]
QUI ABITAVA ARCÙ TARDIVO NATO 1921 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 28.6.1944
Tardivo, Acrù Acrù Tardivo (???, ??? 1921 - Risiera di San Sabba, 28 giugno 1844), attivo nella Resistenza, due fratelli: Giacomo e Mario. Tutti e tre arrestati dai nazisti il 24 maggio del 1944, alle cinque del mattino, a seguito della delazione di due partigiani passati al nemico. Detenuto nel carcere Coroneo[45] di Trieste. Insieme ai partigiani combattenti Angelo Cenedese e Oliviero De Bianchi è trasferito alla Risiera di San Sabba il 22 giugno 1944; uccisi lo stesso giorno, così come altri combattenti della Resistenza nel Litorale adriatico di origine italiano, sloveno oppure croato.[52] Il fratello Mario, sopravvissuto, sarà presidente dell'ANED di Ronchi dei Legionari. Mario morì nel 2011, Giacomo nel 2016.[53]
Via Brigata Modena, 2
45°49′57.9″N 13°30′27.23″E45°49′57.9″N, 13°30′27.23″E (Stolperstein für Guglielmo e Valdi Tomasin, Guglielmo Deiuri)
QUI ABITAVA GUGLIELMO TOMASIN NATO 1896 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 9.5.1945
Tomasin, Guglielmo Guglielmo Tomasin (???, ??? 1896 - Dachau, 9 maggio 1945), sposato, due figli: Valdi Tomasin e Maria Pia. Guglielmo e il figlio sono arrestati e deportati al campo di concentramento di Dachau. Entrambi assassinati nel campo. Maria Pia sopravvisse.[51]
QUI ABITAVA VALDI TOMASIN NATO 1929 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 9.5.1945
Tomasin, Valdi Valdi Tomasin (???, ??? 1929 - Auschwitz, ???), arrestato e deportato nel Reich con il padre Guglielmo Tomasin, destinati al campo di concentramento di Dachau dove entrambi trovarono la morte.
3 febbraio 2020
Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa)
45°49′47.31″N 13°30′03.83″E45°49′47.31″N, 13°30′03.83″E (Stolperstein für Giovanni Olivo, Giuseppe Zamar, Antonio Franzi, Giuseppe Zanet)
QUI ABITAVA GIOVANNI OLIVO NATO 1913 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 14.5.1945
Olivo, Giovanni Giovanni Olivo (Ronchi dei Legionari, ??? 1913 - Dachau, 14 maggio 1945), arrestato nel 1944, deportato a Dachau, Flossenbürg, infine assassinato a Dachau il 14 maggio 1945.
QUI ABITAVA GIUSEPPE ZAMAR NATO 1906 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.2.1945
Zamar, Giuseppe Giuseppe Zamar (Ronchi dei Legionari, ??? 1906 - Dachau, 15 febbraio 1945), arrestato nel maggio 1944, deportato a Dachau, trasferito a Natzweiler[54], Leonberg,[55] infine assassinato a Dachau il 15 febbraio 1945.
QUI ABITAVA ANTONIO FRANZI NATO 1911 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 28.1.1945
Franzi, Antonio Antonio Franzi (Ronchi dei Legionari, ??? 1911 - Dachau, 28 gennaio 1945), arrestato nel maggio 1944, deportato a Dachau, trasferito a Allach,[50]quindi Natzweiler[54], infine assassinato a Dachau il 28 gennaio 1945.
QUI ABITAVA GIUSEPPE ZANET NATO 1919 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.2.1945
Zanet, Giuseppe Giuseppe Zanet (Ronchi dei Legionari, ??? 1919 - Dachau, 15 febbraio 1945), arrestato nel maggio 1944, deportato a Dachau, trasferito a Allach,[50]quindi Natzweiler[54], infine assassinato a Dachau il 15 febbraio 1945.
QUI ABITAVA ANGELO GHERGOLET NATO 1891 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 9.3.1945
Ghergolet, Angelo Angelo Ghergolet (Ronchi dei Legionari, ??? 1891 - Dachau, 9 marzo 1945), arrestato nel 1944, deportato a Dachau e qui assassinato il 9 marzo 1945.
Via XXIV Maggio
45°49′08″N 13°30′08.84″E45°49′08″N, 13°30′08.84″E (Stolperstein für Annamaria Magnassi e Eufemia Brumat)
QUI ABITAVA ANNAMARIA MAGNASSI NATA 1900 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 30.11.1945
Magnassi, Annamaria Annamaria Magnassi (Ronchi dei Legionari, ??? 1900 - Auschwitz, 30 novembre 1945), arrestata nel 1944, deportata ad Auschwitz e qui assassinata il 30 novembre 1944.
QUI ABITAVA EUFEMIA BRUMAT NATA 1903 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA
Brumat, Eufemia Eufemia Brumat (Ronchi dei Legionari, ??? 1903 - Auschwitz, ???), arrestata nel 1944, deportata e assassinata ad Auschwitz.
QUI ABITAVA ARMANDO MATURO NATO 1908 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 8.2.1945
Maturo, Armando Armando Maturo (Ronchi dei Legionari, ??? 1891 - Dachau, 8 febbraio 1945), arrestato nel 1944, deportato a Dachau, quindi Allach[50] e assassinato a Dachau l’8 febbraio 1945.
QUI ABITAVA LEDI BEVILACQUA NATA 1922 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 28.2.1945
Bevilacqua, Leda Leda Bevilacqua (Ronchi dei Legionari, 10 settembre 1922 - Auschwitz, 28 febbraio 1945), nata nel rione di Vermegliano, fervente credente e attivista dell'Azione Cattolica, impiegata ai cantieri navali di Monfalcone. Arrestata il 24 maggio 1944 con lo zio e con tanti altri concittadini per sospetto collaborazionismo, avviata prima al carcere Coroneo a Trieste e poi ad Auschwitz dove giunge il 4 giugno. In un biglietto gettato dal treno che la deportava nel Reich, scrisse all’amica Iole Zanolla, presidente della Gioventù femminile: «Prima di partire ti mando questa mia. Spero ti arriverà. Parto per la Germania. Soffro tanto. Ma questa è la volontà di Dio. “Fiat”. Il corpo è sfinito: ma io con la preghiera riesco a portare il mio dolore. Il mio maggior tormento è quello di lasciare la nonna e di non poter ricevere Gesù: la mia unica forza. O Dio mio. Aiutami tu. Prega per me, Jole. E porta il saluto a tutte le socie». A metà agosto è avviata a Ravensbrück dove Muore il 28 febbraio 1945.[56]
24 maggio 2022
Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa)
QUI ABITAVA IDA SERAFIN NATA 1926 ARRESTATA 1.6.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 28.8.1944
Serafin, Ida Ida Serafin (???, 1926 - Auschwitz, 25 agosto 1944), sorella del partigiano Orlando Serafin. Come il fratello non fece ritorno dalla deportazione, precedendolo nella morte di un solo mese.
Via delle Fornaci, 2
45°49′28.53″N 13°31′20.23″E45°49′28.53″N, 13°31′20.23″E (Stolperstein für Oliviero De Bianchi e Lucio Tolloi)
QUI ABITAVA OLIVIERO DE BIANCHI NATO 1923 ARRESTATO 24.5.1944 INTERNATO RISIERA SAN SABBA ASSASSINATO 23.5.1944
QUI ABITAVA ALDO GEPPERT NATO 1912 ARRESTATO GIUGNO 1944 DEPORTATO NATZWEILER-LEONBERG ASSASSINATO 30.3.1945
Geppert, Aldo Aldo Geppert (??? 1912 - Natzweiler-Leonberg, 23 maggio 1944), di origine milanese, arrivato nella Bisiacaria per fare il militare, a Redipuglia, incontra quella che sarebbe diventata la moglie, Maria Soranzio; trasferiti a Vermegliano poi, il 16 giugno del 1944, la deportazione.[57]
QUI ABITAVA LINO FURLAN NATO 1919 ARRESTATO 1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 18.3.1945
Furlan, Lino Lino Furlan (??? 1919 - Mauthausen, 18 marzo 1945), partigiano appartenente alla Brigata Garibaldi di Trieste deceduto nel lager di Mauthausen il 18 marzo 1945.
Via Brigata Modena, 2 Vermegliano
45°49′57.9″N 13°30′27.23″E45°49′57.9″N, 13°30′27.23″E (Stolperstein für Guglielmo e Valdi Tomasin, Guglielmo Deiuri)
QUI ABITAVA GUGLIELMO DEIURI NATO 1901 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 18.3.1945
TUKAJ JE PREBIVAL PETER URŠIČ ROJ. 1904 DEPORTIRAN BUCHENWALD UMORJEN 7.2.1945
QUI ABITAVA PETER URŠIČ NATO 1904 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 7.2.1945
Uršič, Peter Peter Uršič (???, 1904 - Buchenwald, 7 febbraio 1945)
26 gennaio 2023
Savogna d'Isonzo
TUKAJ JE PREBIVAL ALOJZ TOMSIČ ROJ. 1908 USTRELJEN 3.11.1944 RǏZARNA V TRSTU
QUI ABITAVA ALOJZ TOMSIČ NATO 1908 FUCILATO 3.11.1944 RISIERA DI S.SABBA
Tomsič, Alojz Alojz Tomsič (Merna, 1908 - Risiera di San Sabba, 3 novembre 1944), meccanico, partigiano, coniugato, due figli. Arrestato, detenuto al Coroneo di Trieste prima dell'internamento alla Risiera di San Sabba, dov'è torturato prima della fucilazione il 3 novembre 1944.
località Peci
TUKAJ JE PREBIVAL PETER JUREN ROJ. 1905 DEPORTIRAN 1944 DACHAU UMORJEN 8.1.1945 BUCHENWALD
QUI ABITAVA PETER JUREN NATO 1905 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 8.1.1945 BUCHENWALD
Juren, Peter Peter Juren (Merna, 1904 - Buchenwald, 8 gennaio 1945), nato nella frazione di Peci,contadino, partigiano, coniugato, quattro figli. Aarrestato Il 14 ottobre 1944 è carcerato a Gorizia e il 19 ottobre deportato nel Reich giungendo il 22 ottobre a Dachau. Trasferito a Buchenwald, muore nel campo l'8 gennaio 1945.
Turriaco
Turriaco accoglie tre pietre d'inciampo posate il 25 aprile 2021.[62]
QUI ABITAVA EMILIO TOMASELLA NATO 1900 ARRESTATO 23.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 12.2.1945
Tomasella, Emilio Emilio Tomasella (???, 1900 - Dachau, 12 febbraio 1945), antifascista già dalla nascita del PNF, operaio dei Cantieri di Monfalcone, subisce la violenza delle squadracce di Mussolini, più volte arrestato, l'ultimo e definitivo il 23 maggio 1944. Deportato nel Reich con destinazione Dachau, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[63], assassinato il 12 febbraio 1945.[64].
QUI ABITAVA GUERRINO PERCO NATO 1911 ARRESTATO 15.11.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 24.1.1945 GUSEN
Perco, Guerrino Guerrino Perco (???, 1911 - Mauthausen, 24 gennaio 1945), antifascista, arrestato insieme a Faliero Martinuzzi ed entrambi deportati nel Reich con destinazione Mauthausen, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[63], Guerrino è assassinato il 24 gennaio 1945.[65].
QUI ABITAVA FALIERO MARTINUZZI NATO 1910 ARRESTATO 15.11.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 10.4.1945 GUSEN
Martinuzzi, Faliero Faliero Martinuzzi (???, 1910 - Mauthausen, 10 aprile 1945), antifascista, arrestato insieme a Guerrino Perco ed entrambi deportati nel Reich con destinazione Mauthausen, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge),[63], Faliero è assassinato il 10 aprile 1945.[65]
Provincia di Pordenone
In provincia di Pordenone sono state posate 55 pietre d'inciampo tra il 2020 e 2024.[66]
QUI ABITAVA ANGELO SANSON NATO 1924 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO
Sanson, Angelo Angelo Sanson (Budoia, 13 gennaio 1924 - Sangerhausen, 27 dicembre 1944), figlio di Adriano e di Domenica Panizzut, operaio, antifascista. Arrestato a causa delle sue idee politiche è deportato nel Reich destinato al campo di Buchenwald, matricola 40093. Muore il 27 dicembre 1944 nel campo di Sangerhausen.[67]
QUI ABITAVA GINO BOCUS NATO 1925 ARRESTATO 15.11.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO
Bocus, Gino Gino Bocus (Budoia, 29 luglio 1925 - ???), figlio di Angelo e Giuditta Zambon. Contadino, partigiano della divisione “Nino Nanetti”, è arrestato a Pordenone il 15 novembre 1944. Carcerato a Udine quindi deportato col treno n. 109 partito da Trieste l’8 dicembre 1944 con destinazione Dachau, ma di Gino non v'è traccia all'arrivo; tuttora è considerato disperso in Germania.[67]
QUI ABITAVA GUERRINO ZAMBON NATO 1916 ARRESTATO 12.9.1944 DEPORTATO 1944 DUISBURG ASSASSINATO 2.1.1945
Zambon, Guerrino Guerrino Zambon (Dardago, 6 gennaio 1916 - Duisburg, 2 gennaio 1945), figlio di Girolamo e Andreanna Zambon, partigiano appartenente alla Divisione Nino Nanetti, è arrestato dalle SS a Pordenone il 12 settembre 1944. Carcerato a Pordenone, successivamente Udine, quindi il primo novembre deportato nel Reich destino campo di concentramento di Duisburg, sottocampo di Buchenwald. Da quel momento non si hanno più notizie di lui fino all’agosto del 1945, quando la Croce Rossa Italiana comunicò la sua morte alla famiglia. Guerrino Zambon muore il 2 gennaio 1945.
Inizialmente sconosciuto il luogo di sepoltura, grazie alle ricerche della nipote, ora è eppellito al cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo.[67]
QUI ABITAVA BENVENUTO BUSETTI NATO 1913 DEPORTATO HEMER, ISERLOHN ASSASSINATO 10.3.1944
Busetti, Benvenuto Benvenuto Busetti (Budoia, 19 dicembre 1913 - Iserlohn, 10 marzo 1944), nato a Santa Lucia di Budoia, arruolato nel 55º Reggimento Fanteria, divisione Marche, destinato al Fronte Balcanico, fatto prigioniero alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, è internato nello “Stammlager VI C”[68] e costretto ai lavori forzati in una miniera di carbone. Trasferito nello "Stalag VI A",[69] a Hemer in Vestfalia muore il 10 marzo 1944.[67]
QUI ABITAVA SILVIO VETTOR NATO 1924 DEPORTATO WATENSTEDT ASSASSINATO 22.4.1945
Vettor, Silvio Silvio Vettor (Dardago, 23 maggio 1924 - Salzgitter[70], 22 aprile 1945), Catturato durante un rastrellamento, è deportato nel Reich destinato al campo di Salzgitter-Watenstedt[70], nella Bassa Sassonia e destinato al lavoro coatto. Muore il 22 aprile 1945 durante un bombardamento alleato.[67]
QUI ABITAVA GUIDO BOCUS NATO 1911 CATTURATO 10.9.1943 DEPORTATO PETRISBERG - TREVIRI ASSASSINATO 20.10.1944 BREBACH
Bocus, Guido Guido Bocus (Dardago, 19 novembre 1924 - Brebach, 20 ottobre 1944), figlio di Angelo e Santa Michelin, contadino, cugino di Gino Bocus. Caporal maggiore 74º Reggimento Fanteria, catturato nei giorni seguenti l'armistizio dell'8 settembre 1943 è deportato nel Reich destinato al lavoro coatto nello Stalag XII D a Petrisberg - Treviri. Muore il 20 ottobre 1944 durante un bombardamento alleato. Tumulato presso Neustadt an der Weinstraße, nel 2005 le sue spoglie sono riportate al paese natale.[71][72]
Caneva
A Caneva sono state posate 8 pietre d'inciampo tra il 2021 e 2024.[73]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
21 gennaio 2021
Via Longone, 2 località Longon Caneva
46°00′41.68″N 12°28′51.49″E46°00′41.68″N, 12°28′51.49″E (Pietre d'inciampo per la famiglia Zaghet - Carioti)
QUI ABITAVA EUGENIO ZAGHET NATO 1881 BRUCIATO VIVO 24.4.1945
Zaghet, Eugenio Eugenio Zaghet (Sarone di Caneva, 7 agosto 1881 - Sarone di Caneva, 24 aprile 1945), dal matrimonio con Caterina Polo nascono Mario e Norma. La mattina del 24 aprile, per rappresaglia a seguito degli scontri dei giorni precedenti con i partigiani che costano la vita a due tedeschi, i nazisti al comando di Alfred Dörnenburg, soprannominato “Foghin” per la sua tendenza a incendiare le case dei sospettati di complicità con i partigiani, fanno irruzione nell'isolata abitazione di Eugenio; con lui quella mattina ci sono la moglie, i nipoti Ermenegildo Zaghet, Enzo Carioti e la nuora Dosolina Manfè. La furia nazista si abbatte sulle loro vite: l'abitazione è data alle fiamme, nessuno degli abitanti ne esce vivo.[74]
QUI ABITAVA CATERINA POLO NATA 188A BRUCIATA VIVA 24.4.1945
Polo, Caterina Caterina Polo (Sarone di Caneva, 1884 - Sarone di Caneva, 24 aprile 1945), moglie di Eugenio Zaghet, condivide la tragica sorte del coniuge e familiari presenti nella casa la mattina del 24 aprile 1945 in cui si consuma la tragedia.[74]
QUI ABITAVA ERMENEGILDO ZAGHET NATO 1944 BRUCIATO VIVO 24.4.1945
Zaghet, Ermenegildo Ermenegildo Zaghet (Sarone di Caneva, 1944 - Sarone di Caneva, 24 aprile 1945), figlio di Mario e Dosolina Manfè, condivide la tragica sorte della madre e famigliari presenti nella casa la mattina del 24 aprile 1945 in cui si consuma la tragedia.[74]
QUI ABITAVA DOSOLINA MANFE' NATA 1910 BRUCIATA VIVA 24.4.1945
Manfè, Dosolina Dosolina Manfè (Sarone di Caneva, 2 settembre 1910 - Sarone di Caneva, 24 aprile 1945), moglie di Mario Zaghet, madre di Ermenegildo. Dopo aver convinto il marito a nascondersi, quella tragica mattina nella casa rimangono oltre a lei ed il figlio, i coniugi Zaghet con il nipote Enzo, con la convinzione che i soldati non avrebbero fatto nulla a due donne, un anziano e due bambini, ma la furia nazista non li risparmia. Alla violenta irruzione nella casa, tra scoppi di granate, raffiche di fucili automatici, bombe incendiarie, la casa con i cinque famigliari all'interno, è completamente divorata dalle fiamme.[74]
QUI ABITAVA ENZO CARIOTI NATO 1943 BRUCIATO VIVO 24.4.1945
Carioti, Enzo Enzo Carioti (Sarone di Caneva, 2 settembre 1910 - Sarone di Caneva, 24 aprile 1945), figlio di Giovanni e Norma Zaghet. Si trova nella casa dei nonni la tragica mattina del rastrellamento nazista e ne subisce l'atroce violenta rappresaglia come i famigliari.[74]
27 gennaio 2024
Via Dario Chiaradia, 8 Stevenà di Caneva
46°00′41.68″N 12°28′51.49″E46°00′41.68″N, 12°28′51.49″E (Pietre d'inciampo per Dina Croda, Clelia e Vittorio BIt)
QUI ABITAVA CLELIA BIT NATA 1922 UCCISA IN RAPPRESAGLIA 6.3.1945 STEVENÀ DI CANEVA
Bit, Clelia Clelia Bit (Stevenà di Caneva, 19 settembre 1922- Stevenà di Caneva, 6 marzo 1945), figlia di Antonio e Maria Croda, madre di una bimba, sorella di Vittorino Bit. La notte del 5 marzo e fino al mattino del 6 i tedeschi si rendono protagonisti di una feroce rappresaglia e sparatoria sulle abitazioni di Stevenà, in seguito allo scontro con i partigiani della sera precedente che costa la vita a due camerati. Clelia Bit, il fratellino Vittorino e la cugina Dina Croda si trovano, con altri famigliari, nella casa di Antonio colpita da un ordigno scagliato dai nazifascisti; sono le tre vittime innocenti della rabbiosa rappresaglia.[75]
QUI ABITAVA VITTORIO BIT NATO 1940 UCCISO IN RAPPRESAGLIA 6.3.1945 STEVENÀ DI CANEVA
Bit, Vittorio Vittorio Bit (Stevenà di Caneva, 7 giugno 1940 - Stevenà di Caneva, 6 marzo 1945), figlio di Antonio e Maria Croda, fratello di Clelia Bit. È con la sorella e la cugina Dina Croda innocente vittima della furiosa rappresaglia dei nazifascisti della notte del 6 marzo 1945 sulla popolazione di Stevenà.[75]
QUI ABITAVA DINA CRODA NATA 1932 UCCISA IN RAPPRESAGLIA 6.3.1945 STEVENÀ DI CANEVA
Croda, Dina Dina Croda (Stevenà di Caneva, ??? 1932 - Stevenà di Caneva, 6 marzo 1945), figlia Antonio e Giuseppina Della Pasqua. La famiglia è appena tornata dal Belgio a causa della guerra e si trova nella casa dei Bit la notte della rappresaglia nazifascista. Dina, con i cugini Clelia e Vittorino Bit rimane uccisa dallo scoppio della granata scagliata sulla casa.[75]
QUI ABITAVA LUIGI SFREDDO NATO 1911 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 7.2.1945
Sfreddo, Luigi Luigi Sfreddo (Fontanafredda, 11 settembre 1911 - Dachau, 7 febbraio 1945), sarto a Villadolt di Fontanafredda, impossibilitato, causa poliomielite, all'attività partigiana, contribuisce alla resistenza sostenendo i partigiani con aiuti materiali e fornendo le informazioni ascoltate da Radio Londra. A seguito di una probabile delazione è arrestato nel corso del rastrellamento del 23 marzo 1944 seguente l'uccisione di alcuni soldati tedeschi. Incarcerato in un primo momento a Pordenone è deportato poi nel Reich destinato al campo di Dachau, internato quale oppositore politico. Muore il 7 febbraio del 1945.[76]
Maniago
A Maniago sono state posate 5 pietre d'inciampo tra il 2022 e 2024.[77][78]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
27 gennaio 2022
Piazza Italia, 18 davanti Municipio
46°10′15.6″N 12°42′29.6″E46°10′15.6″N, 12°42′29.6″E (Pietre d'inciampo per Giovanni, Tiziano e Antonio Pagotto)
QUI FU ARRESTATO GIOVANNI PAGOTTO NATO 1906 TORTURATO DEPORTATO 1944 FLÖSSENBURG ASSASSINATO 9.3.1945
Pagotto, Giovanni Giovanni Pagotto (Vazzola, 1906 - Flossenbürg, 9 marzo 1945), mezzadro padre di otto figli, nonno di Tiziano e Antonio, segnalato a seguito di una delazione e accusato di aver ospitato nella sua casa una squadra partigiana è arrestato dai militi della X Mas, unità della RSI particolarmente impegnata contro la Resistenza partigiana. Giovanni è prima legato a un carro e picchiato nel cortile della sua abitazione, e poi portato, il giorno dopo, presso il comando nazifascista maniaghese, luogo di interrogatori, torture e infine della deportazione nel Raich destinazione lager di Flossenbürg, dove muore il 9 marzo 1945.
QUI FU ARRESTATO ANTONIO PAGOTTO NATO 1927 TORTURATO DEPORTATO 1944 HERSBRUCK ASSASSINATO 19.3.1945
Pagotto, Antonio Antonio Pagotto (Maniago, 1906 - Hersbruck, 19 marzo 1945), nipote di Giovanni Pagotto ne condivide la tragica sorte con Tiziano fino alla deportazione nel Raich destinazione lager di Hersbruck, sottocampo di Flossenbürg, dove muore il 19 marzo 1945.
QUI FU ARRESTATO TIZIANO PAGOTTO NATO 1925 TORTURATO DEPORTATO 1944 HERSBRUCK ASSASSINATO 16.3.1945
Pagotto, Tiziano Tiziano Pagotto (Maniago, 1944 - Hersbruck, 16 marzo 1945), nipote di Giovanni Pagotto, ne condivide la tragica sorte con Antonio fino alla deportazione nel Raich destinazione lager di Hersbruck, sottocampo di Flossenbürg, dove muore il 16 marzo 1945.
QUI LAVORAVA ALBINO TOMÉ NATO 1924 DEPORTATO 1945 FLOSSENBÜRG THERESIENSTADT MORTO 31.5.1945
Tomè, Albino Albino Tomè (Maniago, 8 gennaio 1924 -Theresienstadt, 31 maggio 1945), figlio unico, impiegato comunale dopo aver completato gli studi a Padova. Partigiano della "V Brigata Osoppo - Friuli", è arrestato a Maniago il 5 dicembre del 1944 dalle SS mentre rientra dal lavoro dopo l’orario di coprifuoco. È deportato l'11 gennaio 1945 a Flossenbürg, quindi Il 20 aprile trasferito al campo di concentramento Theresienstadt, dove muore il 31 maggio 1945.[79]
QUI ABITAVA MARIO TOFFOLO NATO 1925 DEPORTATO 1945 FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 29.1.1945 MAUTHAUSEN
Toffolo, Mario Mario Toffolo (Maniago, 26 maggio 1925 - Mauthausen, 29 gennaio 1945), insieme al fratello gemello Osvaldo, svolge il lavoro di contadino. Partigiano della "Brigata Garibaldi Sud Arzino", è arrestato a Maniago il 12.12.1944, trasferito alle carceri di Udine e in seguito deportato a Flossenbürg infine Mauthausen dove muore il 29 gennaio 1945.[79]
QUI ABITAVA GUIDO MARTIN NATO 1926 ARRESTATO 2.12.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU LIBERATO
Martin, Guido Guido Martin (Maron di Brugnera 12 maggio 1926 - Sacca Sessola (VE), 16 dicembre 1948), il 2 dicembre 1944 è arrestato nel corso di un rastrellamento organizzato per catturare esponenti della Resistenza locale. Deportato nel Reich pochi giorni dopo è internato nel campo di Dachau, quindi nel sottocampo di Lauingen, nel nord della Baviera. Riconcquista la libertà alla liberazione del campo il 29 aprile 1945, ma a causa della TBC contratta in prigionia, il 16 dicembre 1948 muore nel Sanatorio di Sacca Sessola a Venezia.[80]
27 gennaio 2024
Marin, Eugenio Eugenio Marin parroco di Brugnera, arrestato 12 dicembre 1944, deportato a Dachau, liberato.[81]
Polesello, Pietro Pietro Polesello (??? 1919 - Altengrabow,[82] 4 ottobre 1944), contadino, artigliere, deportato allo Stalag XI B Fallingbostel[83], assassinato il 4 ottobre 1944 ad Altengrabow.[82][81]
QUI ABITAVA GIOVANNA BACHARACH NATA 1879 ARRESTATA 2.4.1944 DEPORTATA DESTINO SCONOSCIUTO
Bacharach, Giovanna Giovanna Bacharach (Bensheim, 22 novembre 1879 - ???, ???), di origini ebrea, vedova Weinberg, dal 1913 vive a Polcenigo nella frazione di Coltura. Segretaria per molti anni in una delle vetrerie più antiche di Venezia, benvoluta in paese per la sua disponibilità e generosità, è arrestata, su delazione tramite lettere anonime che la denunciano come simpatizzante comunista, prelevata in casa dai nazifascisti il 4 aprile 1944. Trasferita a Fossoli vi rimane, per via della sua lingua madre tedesca, fino allo sgombero del campo, quindi trasferita a Bolzano dove rimane fino al marzo del 1945, quando è deportata con l'ultimo dei tragici treni della morte verso Auschwitz. Ignota la sua sorte.[84]
Pordenone
A Pordenone si trovano 24 pietre d'inciampo, collocate tra il 2020 e il 2024.[85][86][87]
QUI ABITAVA ESTELLA STEINDLER IN LUGINBUHL NATA 1875 ARRESTATA 4.4.1944 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA DESTINO SCONOSCIUTO
Stendler Luginbuh, Estella Estella Stendler Luginbuh (Trieste, 2 febbraio 1875 - ???, ???), di famiglia ebrea, nel 1904 sposa Emilio Luginbuhl pastore protestante della comunità cittadina, due figli: Eros, preside del liceo di Spalato morto nel 1943 in seguito ad una rappresaglia e Sirio deportato in Germania, ma liberato e rientrato nel 1945. Inizialmente non interessati dalle leggi razziali fasciste, con la morte del marito Estella è arrestata a pochi giorni dal decesso del consorte. Nonostante l'età avanzata e le cattive condizioni di salute è internata nella Risiera di San Sabba e probabilmente destinata alla deportazione nel Reich, ma di Estella nulla più è dato di sapere.
QUI ABITAVA FELICE BET NATO 1928 PARTIGIANO ARRESTATO 7.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN DESTINO SCONOSCIUTO
Bet, Felice Felice Bet (Pordenone, 16 novembre 1928 - ???, ???), partigiano, in seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943, a soli 15 anni, si propone di raggiungere gli alleati al sud italia, ma si ferma al fronte di Cassino. Rientrato a Pordenone si unisce ai partigiani delle formazioni garbaldine. È arrestato il 7 gennaio 1945 dai militi repubblichini e per 2 giorni torturato alle Casermette,[88] prima della carcerazione e della deportazione come da sentenza del tribunale militare nazista, ma non ci sono notizie sulla sua sorte.
QUI INSEGNAVA TERZO DRUSIN NATO 1913 PARTIGIANO ARRESTATO 2.12.1944 ASSASSINATO 17.12.1944
Drusin, Terzo Terzo Drusin (Manzano, 28 gennaio 1913 - ???, 17 dicembre 1944), partigiano, figlio di Antonio ed Eugenia Passans, famiglia di contadini. Superando significative difficoltà si laurea infine in pedagogia alla Cattolica di Milano entrando in contatto con i movimenti antifascisti. Nel 1943 si trasferisce a Pordenone per insegnare. Sposa Lea Domenis dalla quae avrà una figlia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 entra nella Resistenza tra le fila della Brigata Ippolito Nievo. Nel dicembre del 1944 è catturato dalle Brigate Nere e ripetutamente torturato nelle stanze della casa del fascio locale fino a provocarne la morte il 17 dicembre 1944. Conferito della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Via Niccolò Tommaseo, 8
45°57′28.1″N 12°39′49.7″E45°57′28.1″N, 12°39′49.7″E (Pietra d'inciampo per Francesco Folleni Guglielmo)
QUI ABITAVA FRANCESCO FOLLENI GUGLIELMO NATO 1925 PARTIGIANO ARRESTATO 23.12.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN DESTINO SCONOSCIUTO
Folleni Guglielmo, Francesco Francesco Folleni Guglielmo (Favaro Veneto, 1925 - ???, ???), partigiano, studente di Legge a Bologna, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si unisce ai partigiani col nome di battaglia “Romolo”. Catturato dalle Brigate Nere, dopo qualche giorno nel carcere cittadino è deportato nel Reich con destinazione Mauthausen da dove scrive alcune lettere. Non si hanno altre sue notizie.
Piazza XX Settembre, 2
45°57′31.88″N 12°39′34.74″E45°57′31.88″N, 12°39′34.74″E (Pietra d'inciampo per Attilio Gallini e Franco Carlo Martelli)
QUI ABITAVA ATTILIO GALLINI NATO 1926 PARTIGIANO ARRESTATO DIC. 1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG, DACHAU LIBERATO MORTO 22.7.1945
Gallini, Attilio Attilio Gallini (Pordenone, 17 marzo 1926 - Pordenone, 22 luglio 1945), partigiano, figlio di Giuseppe e Nella Botos. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si unisce agli uomini della "IV Divisione Osoppo-Friuli 15ª Brigata". Nel novembre 194 è arrestato il fratello sedicenne, Attilio allora si offre ai nazifascisti in cambio della liberazione del fratello, che ottiene, ma dovrà subire sevizie e torture al suo posto fino alla deportazione nel Reich con destinazione Flossenbürg. Sopravvive al Lager e alla liberazione del campo fa ritorno a Pordenone, ma il compromesso stato di salute ne determina la morte prematura il 22 luglio 1945.
QUI ABITAVA FRANCO CARLO MARTELLI NATO 1910 PARTIGIANO ARRESTATO 25.11.1944 FUCILATO 27.11.1944
Martelli, Franco CarloFranco Carlo Martelli (Catania, 30 dicembre 1911 - Pordenone, 27 novembre 1944), , partigiano, ufficiale di carriera è trasferito nel 1937 al Reggimento Cavalleggeri di Saluzzo di stanza a Pordenone. Promosso capitano partecipa all'invasione della Jugoslavia nel 1941, guadagnandosi un riconoscimento al valor militare. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si avvicina alla Resistenza assumendo il nome di battaglia “Ferrini” tra le fila della “Ippolito Nievo”, formazione appartenente alla 4ª Divisione "Osoppo Friuli", diventandone poi nel 1944 il comandante. In seguito a delazione è arrestato il 25 novembre 1944, condotto alle Casermette,[88] di via Molinari dove subisce ripetute torture e sevizie fino alla fucilazione, due giorni dopo l'arresto, per non aver collaborato con i nazifascisti, affrontata al grido di "Viva l'Italia libera". Insignito della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
QUI ABITAVA VIRGINIO MICHELUZ NATO 1905 PARTIGIANO ARRESTATO 22.11.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG, DACHAU LIBERATO MORTO GIUGNO 1945
Micheluz, Virginio Virginio Micheluz (Pordenone, 2 agosto 1905 - Dachau, giugno 1945), figlio di Pietro e Maria Rosa Zin, gestore della tabaccheria succeduto al padre, coniugato con Anna Elsa Maranese, tre figli. Accusato di collaborare con i partigiani è arrestato il 23 novembre 1944 dalle Brigate nere. Dal carcere di Udine è deportato nel Reich con destinazione Flossenbürg dove è internato il 21 dicembre, matricola n° 40242. Trasferito a Hersbruck quindi Dachau. Alla liberazione del campo è ricoverato nell'ospedale americano, dove muore nel giugno 1945. Riposa nel cimitero militare italiano di Monaco di Baviera.
20 gennaio 2021
Via Montereale, 24 all'ingresso Ospedale di Pordenone
QUI LAVORAVA ANTO ZILLI NATO 1922 ARRESTATO 22.11.1944 ASSASSINATO 23.12.1944
Zilli, Anto Anto Zilli (Fontanafredda, 9 gennaio 1922 - Giais di Aviano, 23 dicembre 1944), partigiano, figlio dell'ingegner Guido e della baronessa austriaca Nelda Weigelsberg, studente di Medicina e Chirurgia al quinto anno presso l’Università degli Studi di Padova, risponde, come il compagno di facoltà Bruno Barzotto, alla sollecitazione dell'allora rettore antifascista Concetto Marchesi di attivarsi nella Resistenza al nazifascismo. Anto, assumendo il nome di Guido, entra nelle fila della 5ª Brigata Osoppo occupandosi di curare i partigiani feriti. Intorno alla metà del dicembre 1944 sono arrestati e carcerati a Pordenone i familiari: il padre, lo zio Giorgio, la madre. Il 23 dicembre Anto, dopo giorni di sevizie, perde la vita fucilato da un plotone di SS al comando del famigerato tenente medico Alfred Dörnenburg[89] presso Giais di Aviano insieme ad altri tre partigiani. Non del tutto chiare le cause dell'esecuzione conseguente il suo arresto, se in conseguenza di una delazione, o al tentativo di Anto di trattare la liberazione dei familiari, oppure incappato in un'imboscata dei nazisti. Nel 1947 è proclamato "Dottore in Medicina e Chirurgia" honoris causa.[90]
QUI LAVORAVA BRUNO BARZOTTO NATO 1922 ARRESTATO 3.11.1944 DEPORTATO DACHAU LIBERATO MORTO 18.9.1947
Barzotto, Bruno Bruno Barzotto (Pasiano, 15 luglio 1822 - Pordenone, 18 settembre 1947), figlio di Francesco anch'egli vittima della follia nazista.[91] Bruno è studente di Medicina e Chirurgia al quinto anno presso l’Università degli Studi di Padova, risponde, come il compagno di facoltà Anto Zilli, alla sollecitazione dell'allora rettore antifascista Concetto Marchesi di attivarsi nella Resistenza al nazifascismo. Col nome di battaglia Brenne abbraccia la causa resistenziale, prodigandosi nell'assistenza ai partigiani feriti, dall'interno dell'ospedale cittadino. Grazie ad un sotterfugio i fascisti fingendosi partigiani bisognosi di cure risalgono alla sua identità ed attività clandestina e procedono ad arrestarlo e recluderlo alle Casermette,[88] di via Molinari dove subisce ripetute torture e sevizie prima della deportazione nel Reich destinato a Dachau. Alla liberazione del campo rientra a Pordenone, ma la tubercolosi contratta in internamento ne causa la prematura morte il 18 settembre 1947. Alla sua morte è proclamato "Dottore in Medicina e Chirurgia" honoris causa.[91]
QUI ABITAVA ANTONIO PILAT NATO 1898 INTERNATO KAUFERING (GERMANIA) ASSASSINATO 20.3.1945
Pilat, Antonio Antonio Pilat (Pordenone, 20 maggio 1898 - Kaufering, 20 marzo 1945), manovale, calzolaio, figlio di Luigi e di Anna Bresin, coniugato con Isolina Sartor, cinque figli tra i quali Romeo che condividerà la tragica sorte del genitore. Già partecipe della Grande Guerra tra i Bersaglieri è arruolato anche per la seconda mobilitazione. Arrestato nel 1944, detenuto a Udine prima della deportazione nel Reich internato adibito al lavoro coatto presso Kaufering dove muore il 20 marzo 1945.
QUI ABITAVA ROMEO PILAT NATO 1926 INTERNATO KAUFERING (GERMANIA) ASSASSINATO 22.5.1945
Pilat, Romeo Romeo Pilat (Pordenone, 5 settembre 1926 - Kaufering, 22 maggio 1945), meccanico, secondogenito di Antonio Pilat e Isolina Sartor, condivide la tragica sorte del genitore. Arrestato, detenuto prima nelle carceri cittadine, quindi l'11 maggio 1944 trasferito a Tolmezzo prima della deportazione, il 25 settembre, al campo di lavoro di Kaufering dove muore il 22 maggio 1945 a tre mesi dell'assassinio del padre.
QUI ABITAVA ARTURO BIASUTTI NATO 1905 INTERNATO WATENSTED-SALZGITTER ASSASSINATO 1.2.1945
Biasutti, Arturo Arturo Biasutti (Pordenone, 19 ottobre 1905 - Salzgitter, 1º febbraio 1945), figlio di Luigi e di Maria Angela Furlan, coniugato con Regina Liut. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato e deportato nel Reich come lavoratore coatto ed internato nel campo di Watenstad-Salzgitter dove muore il 1º febbraio 1945. Riposa nel Cimitero militare italiano di Amburgo.
QUI ABITAVA ANNIBALE TOFFOLO NATO 1912 INTERNATO TROISDORF ASSASSINATO 22.4.1945
Toffolo, Annibale Annibale Toffolo (Pordenone, 13 ottobre 1912 - Troisdorf, 22 aprile 1945), figlio di Sante e Antonia Pitton, nove tra fratelli e sorelle. Trentenne, nel 1942 per sfuggire la miseria emigra in Germania col fratello e trova lavoro come operaio. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 le condizioni cambiano e si trova internato come lavoratore coatto nel campo di Troisdorf. Fucilato il 22 aprile 1945. Riposa nel Cimitero militare italiano di Amburgo.
QUI ABITAVA LUIGI ANTONIO SANTAROSSA NATO 1895 DEPORTATO GERMANIA ASSASSINATO 2.8.1944 SERBIA>
Santarossa, Luigi Antonio Luigi Antonio Santarossa (Pordenone, 6 agosto 1895 - Šabac, 2 agosto 1944), falegname, figlio di Pietro e di Vittoria Ardit, coniugato dal 1919 con Maria Mariuz. Arruolato, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si trova nella Serbia Centrale prigioniero nel campo di lavoro di Šabac, probabilmente uno dei milioni di lavoratori coatti che lavoravano per l'industria bellica del Reich (circa 1.200.000 di questi erano Italiani). Tale campo divenne poi un campo di concentramento in cui perirono non meno di 7.000 persone. Luigi Antonio muore il 2 agosto 1944.
QUI ABITAVA PRECINTO BOMBEN NATO 1918 DEPORTATO HINDENBURG ASSASSINATO 20.3.1945
Bomben, Precinto Precinto Bomben (Pordenone, 16 ottobre 1918 - Hindenburg, 30 marzo 1945), figlio Antonio e Emilia Nocent, famiglia contadina di dieci figli tra fratelli e sorelle. Meccanico specializzato, arruolato come autiere, medaglia d'argento al valor militare. Catturato dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, internato nel campo di lavoro di Hindenburg[92]. In seguito a incidente è ricoverato nell'infermeria del campo dove muore il 30 marzo 1945.
[93]
QUI ABITAVA ANTEO PITTON NATO 1926 ARRESTATO 6.8.1944 DEPORTATO BUCHENWALD TEREZIN ASSASSINATO MAGGIO 1945
Pitton, Anteo Anteo Pitton (Pordenone, 07 novembre 1926 - Terezin, 08 maggio 1945), figlio di Giorgio e Luigia Ceschin. È arrestato il 6 Novembre 1944, diciottenne, in casa mentre la famiglia è a tavola per la cena, ad opera dei nazisti coadiuvati dai militi della RSI e tradotto nel carcere di Gorizia, dove incontra altri due pordenonesi detenuti, Agostino Brieda e Dionisio Cancian con i quali condividerà il tragico destino della deportazione nel Reich, 15 novembre 1944 destinati al campo di Buchenwald come prigioniero politico, quindi trasferito a TerezinTerezin dove muore l’8 maggio 1945.[93]
QUI ABITAVA LUCIANO BUSETTO NATO 1923 DEPORTATO FÜLLEN ASSASSINATO 18.6.1944
Busetto, Luciano Luciano Busetto (Pordenone, 31 luglio 1923 - Groß Fullen,[94] 18 giugno 1944), figlio di Ernesto e Anita Bagnariol; arrestato in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 è deportato nel Reich destinato al campo di Füllen,[94], dove muore il 18 giugno 1944.[93]
QUI ABITAVA DIONISIO CANCIAN NATO 1925 ARRESTATO 6.8.1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO APR.1945
Cancian, Dionisio Dionisio Cancian (Torre di Pordenone, 4 giugno 1925 - Buchenwald, 23 aprile 1945), figlio di Giuseppe Luigi e Teresa Borean. Il 6 novembre 1944, diciannovenne, è arrestato dai tedeschi e fasscisti e tradotto al carcere di Gorizia dove conosce Agostino
Brieda e Anteo Pitton, entrambi pordenovesi, che con lui condivideranno il suo tragico destino: la deportazione nel cmpo di Buchenwald immatricolato prigioniero politico, matricola 34825. Morte presunta durante il trasferimento a Terezin, 23 aprile 1945.[93]
QUI ABITAVA ARTURO DE GERARD NATO 1919 DEPORTATO EISLEBEN ASSASSINATO 7.2.1944
De Gerard, Arturo Arturo De Gerard (Torre di Pordenone, 13 dicembre 1919 - Eisleben, 07 febbraio 1944), figlio di Bartolomeo e Antonia Dalla Nora, due fratelli, uno dei quali, Elio, subirà anch'esso la deportazione ma riuscirà a tornare. Arturo, di professione fornaio è arruolato nell'Artiglieria e inviato sul fronte iugoslavo, in Croazia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato, arrestato e deportato nel Reich, internato nel Wilsleben Arbeitscommando 11/7, in Sassonia, dove muore il 7 febbraio 1944.[93]
QUI ABITAVA RODOLFO MARCUZ NATO 1898 INTERNATO LINZ ASSASSINATO 18.4.1944
Valabrega, Alberto Alberto Valabrega (Pordenone, 1898 - Linz,18 aprile 1944)[95]
Prata di Pordenone
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
25 gennaio 2023
Via Cesare Battisti, 48
45°53′32″N 12°35′35.39″E45°53′32″N, 12°35′35.39″E (Pietra d'inciampo per Angiolina Giuditta Mortara)
QUI ABITAVA ANGIOLINA GIUDITTA MORTARA NATA 1863 ARRESTATA 4.4.1944 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA DESTINO SCONOSCIUTO
Mortara, Angiolina Giuditta Angiolina Giuditta Mortara (Viadana 20 ottobre 1863 - ???), ebrea, suocera del farmacista di Prata, che si pensa fosse il segretario del fascio locale, ma ciò nonostante, benché sorda e cieca, è arrestata a Prata, nella sua abitazione, il 4 aprile del 1944. L'anziana signora ebrea è prelevata dalle Camicie nere e caricata su un camion, davanti agli occhi increduli di alcuni passanti. Probabilmente non giunse a nessun campo di sterminio, pare, deceduta causa età e debolezza, nel giro di poche ore, a Maron di Brugnera, in qualche luogo adibito a caserma, ma si ipotizza anche potesse essere stata internata alla Risiera di San Sabba.[93][96]
QUI ABITAVA ANGELO DINO DE CARLI NATO 1915 PARTIGIANO FUCILATO 20.1.1944
De Carli, Angelo Dino Angelo Dino De Carli (Budoia, 29 luglio 1925 - ???), partigiano della Divisione “Garibaldi Destra Tagliamento” (nome di battaglia “Ulisse”), partecipa a diverse azioni di guerriglia e di sabotaggio nella bassa pordenonese e nella Pedemontana, occupandosi del coordinamento fra i gruppi di pianura e quelli di montagna. La sera del 21 gennaio 1945, come era solito fare quando gli era possibile, è in visita alla madre; all'uscita, i fascisti e i tedeschi che lo attendevano appostati, avvisati da un delatore a conoscenza delle abitudini del giovane partigiano, con una raffica di mitra lo falciano sulla porta di casa.[93][97]
QUI ABITAVA FERRUCCIO GAVA NATO 1921 PARTIGIANO FUCILATO 14.1.1945
Gava, Ferruccio Ferruccio Gava (Prata di Pordenone, 3 novembre 1921 - Pordenone, 14gennaio 1945), figlio di Domenico e Rosa Verardo, operaio, celibe, partigiano della Divisione “Garibaldi Destra Tagliamento” (nome di battaglia “Tigre”). È arrestato il 17 dicembre 1944 a Brugnera in seguito a un rastrellamento e recluso nel carcere di Pordenone. Subisce atroci e crudeli torture alla “Casermette” di Pordenone, sede dei fascisti delle Brigate Nere, ma non tradisce i compagni. È fucilato il 14 gennaio 1945 insieme agli altri otto giovani partigiani martiri per la libertà che subirono medesima sorte in quella che è ricordata come la "strage delle Casermette".[93][98]
Sacile
A Sacile si trovano quattro pietre d'inciampo, posate tra il 2022 e 2024.[99]
QUI ABITAVA GENESIO SANTIN NATO 1909 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 11.12.1944 NEUENGAMME
Santin, Genesio Genesio Santin (Sacile, 15 maggio 1909 - Neuengamme, 11 dicembre 1944), contadino, partigiano, figlio di Gio Batta e di
Luigia Biscontin, coniugato con Elisa Pizzinato. Partecipa alla Resistenza tra le fila della 15ª Brigata Osoppo Friuli. Arrestato è deportato nel Reich, destinazione Dachau dove è immatricolato il 5 ottobre 1944 con il n° 112942. Trasferito a Neuengamme quindi al sottocampo di Ladelund dove muore l'11 novembre 1944. È sepolto in una delle nove fosse comuni ai margini del cimitero della cittadina di Ladelund.[100].
Provincia di Trieste
In provincia di Trieste dal 2018 al 2024 sono posate 146 pietre d'inciampo.
Duino-Aurisina
La prime 13 pietre d'inciampo in Duino-Aurisina / Devin - Nabrežina sono state collocate il 27 gennaio 2023.[101][102]
Alla commemorazione con il titolo Da ne gre nikoli v pozabo njihovo trpljenje … / Per non dimenticare mai la loro sofferenza… hanno partecipato gli alunni della Scuola Media con lingua d'insegnamento slovena Igo Gruden ed Elementare con lingua d'insegnamento slovena Virgil Šček, i cori Fantje izpod Grmade e Fantovska skupina Devin Nabrežina. La manifestazione e la posa è stata organizzata da ANED, VZPI-ANPI Devin Nabrežina Duino Aurisina, le Comunelle di Medeazza/Medjevas, Duino/Devin, Visogliano/Vižovlje, Ceroglie/Cerovlje, Malchina/Mavhinje, Precenicco/Prečnik, Prepotto-Ternova/Praprot-Trnovca, Aurisina/Nabrežina, i circoli SŠKD Timava Medjevas Štivan, ŠKD Cerovlje Mavhinje, SKD Igo Gruden, ŠD Sokol, Godbeno društvo Nabrežina, Združenje staršev Nabrežina, Župnija Sv. Roka, SKD Vigred, Vaška skupnost Praprot e con il patrocinio del Comune.[103]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
27 gennaio 2023
Medeazza / Medjevas 9 in piazza, davanti alla Madonnina
V MEDJEVASI JE PREBIVAL A MEDEAZZA ABITAVA JOSIP FERFOLJA ROJ./NATO 1926 UMORJEN/ASSASSINATO 7.4.1945 RIŽARNA/RISIERA
Ferfolja, Josip Josip Ferfolja, nato il 18 aprile 1926, di Jožef e Matilda Furlan, di Medeazza 6. Dai documenti d'archivio del Comitato di liberazione di Aurisina risulta che dal 1943 aiutava dall'esterno il movimento partigiano. Nell'archivio di Albin Bubnič viene invece indicato che nel settembre 1943 entrò nelle file partigiane dove operò nell'ambito del terzo plotone d'artificieri del Carso. La prima delle due fonti riporta che la polizia tedesca lo arrestò a seguito di tradimento alla fine di gennaio 1945, mentre la sorella Lidija, al processo contro i crimini alla Risiera, nel 1976, testimoniò che i nazisti lo arrestarono nel giugno 1944 per poi inviarlo al carcere del Coroneo. Solamente a guerra conclusa la famiglia riuscì a sapere, tramite un conoscente e dalla Croce Rossa Italiana, che era perito al campo di San Sabba. Egli venne assassinato il 7 aprile 1945.
Sistiana / Sesljan 45a sul marciapiede davanti al negozio
45.771561°N 13.637346°E45°46′17.62″N, 13°38′14.45″E (Pietra d'inciampo per Maksimilijan Gabrovec)
TUKAJ JE PREBIVAL QUI ABITAVA MAKSIMILIJAN GABROVEC ROJ./NATO 1906 PREGNAN/DEPORTATO 1944 DACHAU UMORJEN/ASSASSINATO 28.3.1945
Gabrovec, Maksimilijan Maksimilijan Gabrovec, nato a Sistiana il 7 gennaio 1906, di Jakob e Marija Ostrouška. Dai documenti del Comitato di liberazione di Aurisina si desume che sostenne attivamente in loco il movimento partigiano. Dopo l'arresto nel marzo 1944 venne portato a Dachau. Morì il 28 marzo 1945 per infiammazione dell'apparato digerente. Suo cugino Ivan Furlan, di Visogliano, scomparve alla Risiera. Il fratello Oskar venne parimenti rinchiuso in un lager e morì alcuni anni dopo la liberazione per le conseguenze della prigionia.
Visogliano / Vižovlje 9 presso il pozzo sulla strada principale
V VIŽOVLJAH JE PREBIVAL A VISOGLIANO ABITAVA IVAN FURLAN ROJ./NATO 1920 UMORJEN/ASSASSINATO 15.7.1944 RIŽARNA RISIERA
Furlan, Ivan Ivan Furlan, nato il 24 febbraio 1920 a Visogliano, di Martin e Frančiška Gabrovec. Dai documenti dell'Archivio Bubnič traspare che entrò nelle file partigiane nell'ottobre 1943, operando in un gruppo di sabotaggio. Sua sorella Ema dichiarò per il Primorski dnevnik, nel marzo 1976, che Ivan venne catturato dai tedeschi il 18 giugno 1944 fra San Pelagio e Prepotto. A Trieste passò attraverso una vera e propria via crucis: le carceri del Coroneo, la sede delle SS a Piazza Oberdan e la Risiera. Quando la sorella cercò notizie su di lui a San Sabba le dissero che era in procinto di essere mandato in un campo di lavoro in Germania. Solamente dopo, attraverso conoscenti, seppe della morte nel campo di sterminio triestino. Egli morì il 15 luglio 1944.
Ceroglie / Cerovlje 30 a destra del portone, sul muro
V CEROVLJAH JE PREBIVAL A CEROGLIE ABITAVA ANTON TERČON ROJ./NATO 1906 PREGNAN/DEPORTATO FLOSSENBÜRG UMORJEN/ASSASSINATO 1945
Terčon, Anton Anton Terčon, nato a Ceroglie il 9 ottobre 1906, di Jožef e Filomena Lupinc, sarto. Negli Anni Trenta diresse corsi per sarti nell'ambito della scuola complementare per apprendisti scalpellini di Aurisina. La nipote Lidija presume che durante la guerra abbia sostenuto dall'esterno il movimento partigiano. Dalla documentazione tedesca emerge che, dopo essere stato rinchiuso a Trieste, il 14 gennaio 1945 giunse a Flossenbürg. Dopo poco più di due settimane venne trasferito nel sottocampo di Hersbruck. La data di morte non è nota. Egli lasciò la moglie Marija Šemec con la quale, dopo il matrimonio nel 1929, creò famiglia.
Malchina / Mavhinje 50 a destra del portone, sul muro
45.783619°N 13.656488°E45°47′01.03″N, 13°39′23.36″E (Pietra d'inciampo per Bernard Antonič)
TUKAJ JE PREBIVAL QUI ABITAVA BERNARD ANTONIČ ROJ./NATO 1924 UMORJEN/ASSASSINATO 1945 RIŽARNA/RISIERA
Antonič, Bernard Bernard Antonič, di Malchina 50, nato il 20 maggio 1924 a San Pelagio (dove la famiglia visse prima di trasferirsi a Malchina), di Jožef e Antonija Peric. Egli lavorò al cantiere navale di Monfalcone. Dall'archivio Bubnič emerge che a seguito dell'Armistizio, nel settembre 1943, entrò nel distaccamento partigiano del Litorale meridionale e che il 29 dicembre 1944 venne catturato dai tedeschi. Un altro documento indica che apparteneva al plotone degli artificieri operante sul Carso. A seguito della cattura venne condotto a Trieste. Morì alla Risiera nell'aprile 1945; la data di morte non è nota in quanto varie fonti indicano diverse date. Al processo per i crimini in questo campo di sterminio, nel 1976, testimoniò come parte civile suo fratello Aleksander.
Precenico / Prečnik 5 sotto la targa commemorativa
45.775948°N 13.684644°E45°46′33.41″N, 13°41′04.72″E (Pietra d'inciampo per Rozamila Legiša)
V PREČNIKU JE PREBIVALA A PRECENICO ABITAVA ROZAMILA LEGIŠA ROJ./NATA 1922 UMORJENA /ASSASSINATA 17.5.1944 RIŽARNA/RISIERA
Legiša, Rozamila Rozamila Legiša, di Precenico, dove nacque il 7 febbraio 1922, di Henrik e Felicita Adamič, cuoca nel porto di Trieste. Da un servizio pubblicato sul Primorski dnevnik in occasione dei 60 anni dalla nascita, viene riportato che nell'aprile 1944 si unì ai partigiani. Non molto tempo dopo venne catturata dalle SS per essere condotta a Trieste. Secondo la testimonianza della madre sarebbe stata rinchiusa al Coroneo e da lì trasferita alla Risiera. Roza riuscì persino a mandare alla madre una breve lettera attraverso canali segreti. Al processo contro i crimini alla Risiera, nel marzo 1976, Felicita Legiša dichiarò di aver chiesto notizie della figlia nello stesso campo di sterminio, rivolgendosi ad un sottufficiale tedesco: “Questi ritornò con la carta d'identità della mia Roza. Notai che ad essa era attaccato un fogliettino nero… Così seppi della morte di mia figlia.” Secondo i dati del giornalista e ricercatore Albin Bubnič, venne vista l'ultima volta il 17 maggio 1944.
V PREČNIKU JE PREBIVALA A PRECENICO ABITAVA FRIDERIKA GRUDEN ROJ./NATA 1918 UMORJENA/ASSASSINATA 10.3.1944 RAVENSBRÜCK
Gruden, Friderika Friderika Gruden, nata il 18 dicembre 1918 a Precenico, di Alojz e Ivanka Šušteršič. Nel Libro dei deportati, vol. II, a cura di Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia, Mursia, 2011, è indicato che venne arrestata a Trieste, mentre nelle scarse fonti tedeschi che partì da Trieste verso la Germania il 16 gennaio 1945 con un trasporto ferroviario; nel numeroso gruppo di deportate vi era anche Marija Legiša di Sistiana. Diverse fonti riportano che morì a Ravensbrück il 10 marzo dello stesso anno. Nei lager tedeschi venne deportato anche il marito Valter, che sopravvisse, e il fratello Albert, che morì poco dopo di lei a St. Valentin, sottocampo di Mauthausen.
Ternova Piccola / Trnovca 4 sul muro a destra del portone
45.764445°N 13.706282°E45°45′52″N, 13°42′22.61″E (Pietre d'inciampo per Avgust Škrk e Ivan Pavlina)
V TRNOVCI JE PREBIVAL A TERNOVA ABITAVA AVGUST ŠKRK ROJ./NATO 1912 PREGNAN/DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN UMORJEN /ASSASSINATO 1945 GUSEN
Škrk, Avgust Avgust Škrk, Ternova 8, nato l'8 agosto 1912, di Dominik e Ana Buccaro, scalpellino. Durante la guerra sostenne il movimento partigiano attraverso un'attività in loco. Secondo la testimonianza del nipote Berto, i tedeschi lo prelevarono presso la trattoria Suban nel villaggio natale. Dai documenti della Croce Rossa Internazionale emerge che il 30 novembre 1944 giunse a Mauthausen; da lì venne trasferito nel sottocampo di Gusen dove morì l'ultimo anno di guerra. La data di morte non è del tutto certa: secondo le fonti tedesche sarebbe deceduto nel marzo o persino nel maggio1945. Portava il numero 111.575.
V TRNOVCI JE PREBIVAL A TERNOVA ABITAVA IVAN PAVLINA ROJ./NATO 1888 PREGNAN/DEPORTATO 1944 DACHAU UMORJEN/ASSASSINATO 7.5.1944
Pavlina, Ivan Ivan Pavlina, nato a Precenico il 15 ottobre 1888, di Anton e Ana Antončič, agricoltore. A seguito del matrimonio con Karolina Škrk si trasferì a Ternova. Durante il periodo bellico aiutò dall'esterno le truppe partigiane; nel fienile di casa sistemò un bunker che diventò punto d'appoggio degli appartenenti al VOS partigiano. I documenti resistenziali indicano che il 19 ottobre 1943 venne arrestato dai tedeschi. In base a quanto riferito dal nipote Ivo, il motivo della cattura va attribuito al fatto che venne trovato in loco un berretto partigiano. Dopo aver subito torture al carcere del Coroneo venne mandato a Dachau nel gennaio 1944. Lì morì il 7 maggio 1944. Uno dei suoi figli cadde nelle cd. unità partigiane d'oltremare l'ultimo anno di guerra.
Prepotto / Praprot davanti al monumento dei caduti
45.764593°N 13.693225°E45°45′52.54″N, 13°41′35.61″E (Pietre d'inciampo per Ivan Kante e Maksimilijan Blažina)
V PRAPROTU JE PREBIVAL A PREPOTTO ABITAVA IVAN KANTE ROJ./NATO 1889 UMORJEN/ASSASSINATO 11.1.1944 GUSEN
Kante, Ivan Ivan Kante, nato a Prepotto il 3 gennaio 1889, di Ivan e Marija Peric, abitanti al numero civico 18; di professione era scalpellino, coniugato con Matilda Gergič di Brje. Nel volume Il libro dei deportati (a cura di B. Mantelli e N. Tranfaglia) viene indicato che venne arrestato nel comune di origine. Dalle poche fonti emerge che sia deceduto a Gusen, sottocampo di Mauthausen, il 10 gennaio 1944. Portava il numero 1.740.
V PRAPROTU JE PREBIVAL A PREPOTTO ABITAVA MAKSIMILIJAN BLAŽINA ROJ./NATO 1913 PREGNAN/DEPORTATO 1944 DACHAU UMORJEN/ASSASSINATO 14.3.1945
Blažina, Maksimilijan Maksimilijan Blažina, nato a Visogliano il 15 ottobre 1913, di Emil e Viktorija Lozej. Dopo il matrimonio con Marija Gruden si stabilì a Prepotto. I documenti partigiani indicano che dal settembre 1943 operò come informatore. Nel 1944 venne arrestato dalla polizia tedesca e rinchiuso al Coroneo. Successivamente venne condotto a Dachau dove giunse l’11 dicembre 1944. Morì il 14 marzo 1945 per polmonite (secondo i documenti della Croce Rossa Internazionale). Attraverso l'inferno dei lager tedeschi (Ravensbrück e Buchenwald) passò anche sua sorella Dorina, classe 1923, che sopravvisse.
Aurisina / Nabrežina 106 sul marciapiede a sinistra dell'entrata della banca
45.750133°N 13.672544°E45°45′00.48″N, 13°40′21.16″E (Pietre d'inciampo per Edvard Kojanec e Remigio Pittoritto)
V NABREŽINI JE PREBIVAL AD AURISINA ABITAVA EDVARD KOJANEC ROJ./NATO 1929 PREGNAN/DEPORTATO 1944 SANGERHAUSEN UMORJEN/ASSASSINATO 18.11.1944
Kojanec, Edvard Edvard Kojanec fu la più giovane vittima dei campi di concentramento del comune di Duino Aurisina. Non per caso nei documenti del lager viene indicato come “Schuler”. Edvard nacque ad Aurisina il 10 marzo 1929, lo stesso anno di Anna Frank (anche al momento della scomparsa i due avevano quasi la stessa età). La famiglia, in cui, oltre a lui, c'erano il padre Stanislav, la madre Marija Gruden, un fratello e una sorella, abitava ad Aurisina Stazione 77. Dai documenti del Comitato di liberazione di Aurisina risulta che nella primavera 1944 entrò nelle file partigiane e che durante un'offensiva a metà giugno di quell'anno venne catturato dai tedeschi; tuttavia, questo dato non è confermato. Nei documenti tedeschi emerge che nel luglio 1944 giunse a Buchenwald e che da lì venne trasferito a Mittelbau. Fece parte di un gruppo che costruiva edifici. Morì a Sangerhausen, sottocampo di Mittelbau, il 18 novembre 1944.
V NABREŽINI JE PREBIVAL AD AURISINA ABITAVA REMIGIO PITTORITTO ROJ./NATO 1925 PREGNAN/DEPORTATO 1944 NEUENGAMME UMORJEN ASSASSINATO 22.12.1944
Pittoritto, Remigio Remigio Pittoritto, nato il 31 dicembre 1925 a San Gottardo, oggi periferia di Udine, di Ettore e Maria Zucchiatti. Fu battezzato nella vicina chiesa del Santo Cuore. Di professione era carpentiere. Facendo parte di una famiglia di ferrovieri si trasferì spesso, da ultimo ad Aurisina. La famiglia era stabilita al casello fra Aurisina Stazione e Bristie. Nei documenti del Comitato di liberazione di Aurisina viene indicato che nel giugno 1944 si aggregò ai partigiani garibaldini. Venne catturato nei pressi di Attimis per essere poi mandato in Germania. Morì nel campo di Neuengamme presso Amburgo il 22 dicembre 1944 per polmonite.
Muggia
A Muggia sono presenti 4 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[104]
QUI ABITAVA VITTORIO ROBBA NATO 1879 ARRESTATO 7.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 14.10.1944
Robba, Vittorio Vittorio Robba (Muggia, 16 agosto 1879 - Dachau, 14 ottobre 1944), genitore di Carlo Robba. Entrambi vittime della follia nazista: insieme arrestati e deportati, entrambi assassinati a Dachau a solo qualche giorno di distanza l'uno dall'altro.
QUI ABITAVA CARLO ROBBA NATO 1918 ARRESTATO 7.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 22.9.1944
Robba, Carlo Carlo Robba (Muggia, 11 agosto 1918 - Dachau, 22 settembre 1944), figlio di Vittorio Robba. Entrambi vittime della follia nazista: insieme arrestati e deportati, entrambi assassinati a Dachau a solo qualche giorno di distanza l'uno dall'altro.
San Dorligo della Valle
A San Dorligo della Valle fino ad ora sono state posate 3 pietre il 30 gennaio 2021 nella piazza di Bagnoli[105] ed altre 2 pietre a Dolina, il 29 settembre 2024. [106]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
Traduzione
30 gennaio 2021
Bagnoli della Rosandra / Boljunec in piazza vicino alla fontanella
45.61474°N 13.859255°E45°36′53.06″N, 13°51′33.32″E (Pietre d'inciampo per Avgustin Sancin, Viktorija Žerjal Sancin e Marija Slavec)
TUKAJ JE PREBIVAL AVGUSTIN SANCIN ROJEN 1902 PREGNAN 28.05.1944 RIŽARNA UMORJEN 12.12.1944 MAUTHAUSEN
QUI ABITAVA AVGUSTIN SANCIN NATO 1902 DEPORTATO 28.05.1944 RISIERA ASSASSINATO 12.12.1944 MAUTHAUSEN
A CAMPOFORMIDO ABITAVA EUTIMIO PAGANI NATO 1892 ARRESTATO 1.11.1944 DEPORTATO 7.2.1945 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 9.2.1945 AMSTETTEN
Pagani, Eutimio Eutimio Pagani (Lestizza, 2 ottobre 1892 - Amstetten[107], 9 febbraio 1945), coniugato con Anna Grion e padre di sette figli. È aresstato in casa il 1º novembre 1944 incarcerato a Udine prima della deportazione, il 7 febbraio 1945, nel Raich destinato a Mauthausen. Muore nel sottocampo di Amstetten[107] il 9 febbraio 1945: il suo corpo non è stato recuperato.[108]
QUI ABITAVA ENNIO ONGARO NATO 1926 ARRESTATO 1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO
Ongaro, Ennio Ennio Ongaro (Cervignano del Friuli, 1926 - Buchenwald, ???), è prelevato davanti a casa nel settembre 1944 e trasferito a Gorizia prima della deportazione nel Raich con destinazione Buchenwald. Più nulla si saprà di lui. Morte presunta dichiarata nel 1950.[109]
Via Gradisca ingresso Porta Cistigna località Torat, Strassoldo
A STRASSOLDO ABITAVA GERALDO BULZICH NATO 1887 ARRESTATO 19.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 8.12.1944
Bulzich, Geraldo Geraldo Bulzich (Jugoslavia, 1887 - Mauthausen, 8 dicembre 1944), padre di Girolamo, nato nell'ex Jugoslavia risiede in località Torat a Strassoldo. Con l'accusa di nascondere armi dei partigiani nella stalla della sua casa, è arrestato insieme al figlio il 19 gennaio 1944 dai nazisti che gli incendiano anche la casa. Dalle carceri di Trieste dove è incarcerato è deportato nel Raich destinato a Mauthausen dove trova la morte l'8 dicembre 1944.[109]
A STRASSOLDO ABITAVA GIROLAMO BULZICH NATO 1910 ARRESTATO 19.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 10.4.1944 EBENSEE
Bulzich, Girolamo Girolamo Bulzich (Joannis, 1910 - Ebensee, 10 aprile 1944), figlio di Geraldo ne condivide la tragica sorte. All'arresto insieme al padre segue la deportazione nel campo di Mauthausen, quindi Ebensee dove muore il 10 aprile 1944.[109]
QUI ABITAVA MARCO BIANCHI NATO 1899 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 22.1.1945
Bianchi, Marco Marco Bianchi (Marano Lagunare, 1899 - Dachau, 22 gennaio 1945), nato da una famiglia borghese di patrioti, educato agli alti valori morali e civici, dopo il diploma e la chiamata alle armi, presta servizio da Ufficiale combattendo nella Grande Guerra ricevendo una decorazione al valor militare. Inviso al fascismo per la sua malcelata avversione, partecipa col grado di Maggiore anche al secondo conflitto mondiale. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, fedele ai propri principi morali, prende parte alla Guerra_di_liberazione_italiana collaborando con le formazioni partigiane della Divisione Osoppo. È arrestato nel 1944 dalle SS trasferito nelle carceri di Via Spalato a Udine e poi alla Risiera di San Sabba. Da Trieste, infine è deportato nel Reich destinato a Dachau in qualità di deportato politico. Muore il 22 gennaio 1945 nell’infermeria del lager dopo tre giorni di agonia a causa del pestaggio da parte del kapò del campo.[110] Nel gennaio 2023 anche la città di Udine posa una pietra d'inciampo a suo ricordo davanti l'abitazione in cui visse.[111]
46°06′04.54″N 13°12′55.15″E46°06′04.54″N, 13°12′55.15″E (Pietra d'inciampo per Ermanno Raspelli, Luigi Di Benedetto, Lineo Cuberli)
A TAVAGNACCO ABITAVA ERMANNO RASPELLI NATO 1895 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 7.5.1944 KEMPTEN
Raspelli, Ermanno Ermanno Raspelli (???, 1879 - Kempten, 7 maggio 1944), per sospetta attività antinazista è deportato nel Reich e destinato a Dachau. Muore nel sottocampo di Kottern-Weidach nei pressi di Kempten il 7 maggio 1944.[113]
A TAVAGNACCO ABITAVA LUIGI DI BENEDETTO NATO 1918 ARRESTATO 9.11.1944 DEPORTATO 1944 BUCHENWALD ASSASSINATO 18.3.1945
Di Benedetto, Luigi Luigi Di Benedetto (???, 1918 - Dachau, 18 marzo 1945), per sospetta attività antinazista è deportato nel Reich e destinato a Buchenwald, dove muore il 18 marzo 1945.[114]
A TAVAGNACCO ABITAVA LINEO CUBERLI NATO 1908 ARRESTATO 30.1.1945 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 23.4.1945
Cuberli, Lineo Lineo Cuberli (???, 1908 - Dachau, 23 aprile 1945), per sospetta attività antinazista è deportato nel Reich e destinato a Dachau, dove muore il 23 aprile 1945.[115]
Udine
In Udine si trovano 27 pietre d'inciampo posate tra il 2020 e il 2023.[116][117][118]
QUI ABITAVA SILVIO RIZZI NATO 1926 ARRESTATO 26.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.3.1945
Rizzi, Silvio Silvio Rizzi (???, 1926 - Mauthausen, 25 marzo 1945), nome di battaglia “Treno”, partigiano diciannovenne attivo nella Brigata Garibaldi del quartiere Rizzi di Udine.
Arrestato dalle SS il 26 gennaio 1945, è deportato nel Reich destinato a Mauthausen, ove morirà due mesi dopo, il 25 marzo. Alla fine degli anni '50 Eliseo Rizzi, zio di Silvio, redige il proprio diario scritto su un quaderno di uso scolastico nel ricordo del nipote Silvio.[120]
QUI ABITAVA CECILIA DEGANUTTI NATA 1914 ARRESTATA 6.1.1945 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATA 4.4.1945
Deganutti, CeciliaCecilia Deganutti (Udine, 26 ottobre 1914 - Risiera di San Sabba, 4 aprile 1945), educata al senso del dovere dalla famiglia, nel 1942 è infermiera volontaria della Croce Rossa. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, con i nomi di copertura di “Giovanna d’Arco” e “Rita” entra nelle file della Resistenza ed impiegata in azioni ad alto rischio. Non imbraccerà mai un'arma. Arrestata ed imprigionata subisce sevizie e torture, ma non rivelerà nulla dei compagni e dell'attività resistenziale. È arsa viva nel forno crematorio della Risiera il 4 aprile 1945. Partigiana medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il suo eroismo e per il suo altruismo e medaglia d'oro della Croce Rossa Italiana.
QUI ABITAVA LUIGI COSATTINI NATO 1913 ARRESTATO 27.2.1944 DEPORTATO 1944 BUCHENWALD ASSASSINATO APR. 1945 ASCHERSLEBEN
Cosattini, Luigi Luigi Cosattini (???, 1913 - Buchenwald, aprile 1945)
Via Carducci, 2
46°03′39.86″N 13°14′22.9″E46°03′39.86″N, 13°14′22.9″E (Pietra d'inciampo per Giovanni Battista Berghinz)
QUI ABITAVA GIOVANNI BATTISTA BERGHINZ NATO 1918 ARRESTATO 28.7.1944 INTERNATO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 12.8.1944
Berghinz, Giovanni BattistaGiovanni Battista Berghinz (Montecatini Terme, 8 febbraio 1918 - Risiera di San Sabba, 12 agosto 1944), arruolatosi nel Regio Esercito è impiegato come Ufficiale nella Campagna d'Africa Orientale. Conseguito il brevetto di osservatore aereo, nel corso della Seconda Guerra Mondiale presta servizio presso diversi aeroporti anche esteri. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, entra nelle file delle formazioni partigiane della Brigata Osoppo col nome di battaglia Bami. Nel 1944 riesce a laurearsi in Giurisprudenza presso l'Università di Bologna. Nello stesso anno è catturato e imprigionato prima a Udine, quindi subisce sevizie e torture nel carcere di Trieste, ridotto in fin di vita, il 12 agosto è prelevato dalle SS e condotto alla Risiera di San Sabba dove è assassinato il giorno stesso. Sarà insignito di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. A suo nome sono intitolate: una caserma in Udine; una via a Montecatini; un'aula del Liceo Classico Jacopo Stellini di Udine; un'aula della scuola alberghiera di Montecatini.
QUI ABITAVA ELIO MORPURGO NATO 1858 ARRESTATO 26.3.1944 MORTO MARZO 1944 DURANTE IL TRASPORTO AD AUSCHWITZ
Morpurgo, ElioElio Morpurgo (Udine, 10 ottobre 1858 - Risiera di San Sabba, 29 marzo 1944), di famiglia ebraica, fu sindaco di Udine, Deputato del regno, Sottosegretario, Senatore. Nonostante la sua adesione al fascismo e lo status di ebreo discriminato, pur in età avanzata è arrestato e condotto alla Risiera di San Sabba quindi destinato Auschwitz, ma muore durante il trasporto in data imprecisata. Il tribunale stabilì successivamente la data di morte nel giorno del suo arresto
22 aprile 2022
Via Treppo, 4 ex sede Questura
46°03′51.59″N 13°14′22.76″E46°03′51.59″N, 13°14′22.76″E (Pietre d'inciampo per Filippo Accorinti, Alberto Babolin, Bruno Botin, Giuseppe Cascio, Mario Comini, Antonino d'Angelo, Anselmo Pisani, Mario Savino e Giuseppe Sgroi)
QUI ERA IN SERVIZIO FILIPPO ACCORINTI NATO 1916 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 20.4.1945 MAUTHAUSEN-MELK
Accorinti, Filippo Filippo Accorinti (???, 1916 - Melk, 20 aprile 1945), vice Commissario aggiunto, prende servizio presso l’ufficio di P.S. di frontiera a Tarvisio, il 27 maggio 1942. A seguito della situazione che si viene a creare dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, viene trasferito a Udine. Alle 18 del 22 luglio 1944 viene arrestato insieme al commissario aggiunto Camillo Galli e al vice commissario Mario Savino; trasferito nel carcere di via Spalato e, successivamente, col convoglio che parte dalla stazione di Udine, il 26 agosto è deportato nel Reich con destinazione Dachau, quindi Mauthausen, dove risulta presente il 14 settembre. Nel nuovo campo è destinato, dal 21 settembre 1944, al progetto Quarz, uno dei nomi di copertura dell'attività di scavo delle gallerie ideate per proteggere le fabbriche di armi dalle incursioni aeree alleate.
Nel Libro dei Morti di Mauthausen, al numero 14081, all’ultima riga di pagina 1122, sono annotati il suo nome, l’ora del decesso e la causa della morte. Il certificato compilato il 27 settembre 1949 dall’Ufficio Anagrafe Speciale di Arolsen, distretto di Waldeck, attesta il decesso del vice commissario Filippo Accorinti, avvenuto il 20 aprile 1945 alle ore 2 e minuti zero. [Anna Colombi, 2022 - Pietre d'Inciampo a Udine, alla memoria dei Poliziotti morti nei campi di concentramento, Udine 2022, ISBN 9788895752389, pp. 30-31]
QUI ERA IN SERVIZIO ALBERTO BABOLIN NATO 1917 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 19.5.1945 MAUTHAUSEN-MELK
Babolin, Alberto Alberto Babolin (Teolo, 13 novembre 1917 - Melk, 19 maggio 1945), guardia di PS, di Vittorio ed Emilia Pelizza. Il 2 agosto 1944 è arrestato e, dopo una breve detenzione nel carcere di via Spalato, deportato con il convoglio che parte dalla stazione di Udine il 26 agosto 1944, insieme ai colleghi arrestati, tra luglio e agosto, perché sospettati di avere relazioni con le formazioni partigiane operanti nella zona. Eentra nel campo di Dachau il 29 agosto del 1944 con il numero 94466, quindi il 16 settembre trasferito a Mauthausen e successivamente è a Melk ai lavori forzati per l'operazione Quarz: uno dei nomi con cui viene indicato un progetto che consiste nello scavo di tunnel per ricoverare le linee di produzione delle fabbriche d’armi. Il certificato di morte compilato il 26 gennaio 1945 informa che il prigioniero Alberto Babolin, ha cessato di vivere il 19 gennaio 1945, alle 20 precise, a seguito di polmonite. [Anna Colombi, 2022 - Pietre d'Inciampo a Udine, alla memoria dei Poliziotti morti nei campi di concentramento, Udine 2022, ISBN 9788895752389, pp. 32-33]
QUI ERA IN SERVIZIO BRUNO BODINI NATO 1909 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 20.2.1945 BUCHENWALD-OHRDRUF
Bodini, Bruno Bruno Bodini ((???, 1909 - Ohrdruf, 20 febbraio 1945)), Vice Brigadiere.
QUI ERA IN SERVIZIO GIUSEPPE CASCIO NATO 1908 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 12.2.1945 MAUTHAUSEN-MELK
Cascio, Giuseppe Giuseppe Cascio (???, 1908 - Melk, 12 febbraio 1945), applicato di PS
QUI ERA IN SERVIZIO MARIO COMINI NATO 1916 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.10.1944 KOTTERN-WEIDACH
Comini, Mario Mario Comini (???, 1916 - Kottern-Weidach, 15 ottobre 1944), guardia di PS
QUI ERA IN SERVIZIO ANTONINO D'ANGELO NATO 1912 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 16.4.1945 MAUTHAUSEN-MELK
QUI ABITAVA MARCO BIANCHI NATO 1899 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 22.1.1945
Bianchi, Marco Marco Bianchi (Marano Lagunare, ??? 1899 - Dachau, 22 gennaio 1945), nato da una famiglia borghese di patrioti, educato agli alti valori morali e civici, dopo il diploma e la chiamata alle armi, presta servizio da Ufficiale combattendo nella Grande Guerra ricevendo una decorazione al valor militare. Inviso al fascismo per la sua malcelata avversione, partecipa col grado di Maggiore anche al secondo conflitto mondiale. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, fedele ai propri principi morali, prende parte alla Guerra_di_liberazione_italiana collaborando con le formazioni partigiane della Divisione Osoppo. È arrestato nel 1944 dalle SS trasferito nelle carceri di Via Spalato a Udine e poi alla Risiera di San Sabba. Da Trieste, infine è deportato nel Reich destinato a Dachau in qualità di deportato politico. Muore il 22 gennaio 1945 nell’infermeria del lager dopo tre giorni di agonia a causa del pestaggio da parte del kapò del campo.[110] Nel gennaio 2022 anche la città natia di Marano Lagunare posa una pietra d'inciampo a suo ricordo davanti l'abitazione in cui nacque.[121]
QUI ABITAVA FEDERICO DE PAULI NATO 1913 ARRESTATO 13.1.1945 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 19.4.1945
De Pauli, Federico Federico De Pauli (???, 1913 - Dachau, 19 aprile 1945)
QUI ABITAVA CARLO CHIARUTTINI NATO 1921 ARRESTATO 10.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.4.1945
Chiaruttini, Carlo Carlo Chiaruttini (???, 1921 - Mauthausen, 17 aprile 1945)
QUI ABITAVA ANTONIO DANELUTTI NATO 1923 ARRESTATO 29.9.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 1.3.1945
Danelutti, Antonio Antonio Danelutti (???, 1923 - Mauthausen, 1 marzo 1945)
QUI ABITAVA GIOVAN BATTISTA PERIZ NATO 1898 ARRESTATO 14.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 3.3.1945
^Richetti, Elisa, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
^Luzzatto, Iginio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
^Luzzatto, Rina Sara, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
^Luzzatto, Emma, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 15 ottobre 2018. (con un ritratto fotografico della signora anziana)
^Leoni, Ferruccio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 15 giugno 2018.
^ Valentina Princic, La triste vicenda di Anna Paola Luzzatto, in ilpiccolo.geolocal.it, 26 giugno 2018. URL consultato il 15 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2018).
^Michelstaedter, Elda, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 15 ottobre 2018.
^Comune di Fogliano Redipuglia: LA CIVILTÀ DELLA MEMORIA E DEL RICORDO (PDF) (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016)., a cura di Egeo Petean, consultato il 22 febbraio 2019