Bagnoli della Rosandra/Boljunec, Bagnoli Superiore/Gornji konec, Botazzo/Botač, Caresana/Mačkolje, Crociata/Križpot, Crogole/Kroglje, Dolina (sede comunale), Domio/Domjo, Draga, Francovez/Frankovec, Grozzana/Gročana, Hervati/Hrvati, Lacotisce/Lakotišče, Log, Mattonaia/Krmenka, Moccò/Zabrežec, Monte d'Oro/Mont, Pesek, Prebeneg, Puglie/Pulje, San Giuseppe della Chiusa/Ricmanje, Sant'Antonio in Bosco/Boršt, San Lorenzo/Jezero[1]
Il toponimo fin dal 1923 riunisce le denominazioni in italiano e sloveno del capoluogo. È il comune più orientale della regione e dell’Italia settentrionale.
Origini del nome
Denominata negli ultimi secoli Dolina, dallo sloveno “valle, avvallamento”, assunse il nome attuale per un Regio Decreto del 1923: sotto il regime fascista si scelse di ripristinare il nome antico in uso nel periodo medievale, in riferimento al nome del patrono del luogo, sant'Ulderico; per quanto riguarda la seconda parte, si tratta della traduzione di Dolina.
Storia
Antichità
Le tracce delle prime frequentazioni umane nel territorio comunale risalgono alla preistoria, tuttavia i primi insediamenti stabili di una certa dimensione sono riconducibili alla cultura degli Istri, la cui presenza è ben rappresentata, tra le altre tracce, dai due maestosi castellieri di monte San Michele e monte Carso, posti come a guardia dello sbocco della Val Rosandra.
Il Comune conserva anche alcune importantissime testimonianze riguardanti la fine dell'antico regno istro; le ricerche degli ultimi anni stanno infatti dimostrando che la battaglia che vide inizialmente sconfitti i romani durante la prima campagna d'Istria, ebbe luogo proprio sul territorio comunale[8].
L'anno successivo alla succitata battaglia, i romani ritornarono in forze conquistando tutta la penisola, così anche il territorio oggi amministrato dal Comune di San Dorligo della Valle passò sotto l'ala di Roma.
Successivamente alla fondazione della colonia romana di Tergeste, cominciò anche per la valle del Breg ed i territori contermini un periodo di pace e prosperità. La fertile valle, nucleo dell'odierno territorio comunale, fu riccamente coltivata a vite ed ulivo, di cui sono testimonianza numerosi rinvenimenti, sul territorio erano presenti diverse ville rustiche ed alcune necropoli. Dal punto di vista infrastrutturale, sicuramente i romani confermarono la natura di nodo di traffico della valle, porta dell'Istria, con strade e percorsi, mentre ben conservato è l'acquedotto romano della Val Rosandra, che assieme ad altri riforniva d'acqua fresca la colonia romana di Tergeste.
Anche il periodo tardoantico ha segnato il particolare territorio comunale. Durante le ondate migratorie gli abitanti degli insediamenti del territorio si rifugiarono in appositi avamposti isolati e difficilmente raggiungibili, posti sulle ripide rocce della Val Rosandra.
Medioevo
La crisi dell'Impero romano colpì duramente anche queste terre, gli antichi abitanti, romani o romanizzati, protessero in città fortificate, mentre il territorio visse un primo rimboschimento. Finito l'Impero d'Occidente, il territorio triestino passò prima agli ostrogoti, che vi governarono per quasi un secolo, seguì poi la riconquista bizantina, che continuò la tradizione romana sino alla metà dell'VIII secolo. Dopo alterni domini, Trieste con tutto il territorio contermine passò all'impero franco, che dominò la città per cinque secoli. Dal sesto-settimo secolo si assiste ad una progressiva colonizzazione del territorio, che risulta essere, con il nuovo millennio, già solidamente strutturato.
Il Medioevo segna anche l'inizio di una documentata indipendenza della valle del Breg, nucleo originario dell'odierno Comune, dalla città di Trieste. La valle era infatti un distretto a sé nell'ambito della diocesi del vescovo, signore feudale di Trieste ed il confine tra le due entità, il comune di Trieste ed il distretto appunto, è rimasto immutato dal medioevo. Il distretto aveva sede nel Castello di Moccò, da cui prendeva anche nome e contava i seguenti abitati (secondo le denominazioni dell'epoca) Riçmegne, Gassi, Borst, Breseç, Bagnoli, Preseriani, Creguiani, Sancti Odorici, Sancti Martini e Brde. Gli abitati di Preseriani e Brde sono andati perduti nel corso dei secoli, Gassi è l'antico nome dell'abitato di Log, mentre Sancti Martini coincide con la frazione di Brce presso Dolina, gli altri abitati hanno conservato quasi immutata la propria denominazione sino ad oggi.
La valle era inoltre sede della pieve matrice della Diocesi triestina, seconda per età solo alla basilica di Muggia vecchia e, ovviamente, alle basiliche paleocristiane urbane di Trieste. Si tratta nello specifico della pieve dedicata a sant'Ulderico e sita al centro dell'abitato di Dolina, formatosi proprio attorno all'importante centro ecclesiastico, abitato in cui aveva sede la residenza personale del vescovo triestino.
Il tardo medioevo fu segnato dalle guerre tra Trieste ed il Duca d'Austria da una parte e la Repubblica di Venezia dall'altra per il controllo delle strategiche vie commerciali che passavano in primo luogo attraverso il distretto di Moccò e nei suoi pressi. In questo periodo la storia del distretto coincide in sostanza con la storia del castello stesso.
Età moderna
Ritornata la valle alla casa d'Austria e distrutto il castello di Moccò nel 1511, l'eredità amministrativo-bellica della fortezza medievale passa al neonato castello di San Servolo. Un secolo dopo, nel 1632, venne istituita la Signoria di San Servolo, che continuò sostanzialmente la gestione dell'antico distretto di Moccò. Quasi a sottolineare la continuità storica tra il distretto e la nuova entità, ben presto i signori costruirono il proprio palazzo ai piedi delle rovine del castello di Moccò, palazzo che successivamente sarà conosciuto come Fünfenberg.
Il Seicento fu tuttavia segnato anche da un fatto bellico di non poca importanza: da anni avvenivano infatti scaramucce tra vicini sul confine austro-veneto; la goccia che fece traboccare il vaso e diede via alla sanguinosa guerra di Gradisca (o degli Uscocchi) avvenne proprio a Dolina. Era il novembre 1615, la tensione tra Austria e Venezia stava per raggiungere il culmine e cominciarono le prime sortite a danno delle fortezze avversarie. Una notte un gruppo di incursori veneziani si avvicinò silenziosamente alla fortezza di San Servolo, per attaccarla all'improvviso; tuttavia la difesa retta da Benvenuto Petazzi era più resistente del previsto e la soldatesca rivoltò quindi verso valle, incendiando Prebeneg (Prebenico), Brce e Dolina, distruggendo così anche l'antica Pieve matrice.
Successivamente giunse una nave veneta alla foce della Rosandra con lo scopo di distruggere le saline triestine che lì stavano, tuttavia gli Imperiali non erano impreparati: giunsero rinforzi da Fiume ed esplose una cruenta battaglia. Alla fine sul campo rimasero più di duecento morti tra le file veneziane: ormai la guerra non poteva più essere arginata.
Il Settecento è segnato dalla proclamazione di Trieste porto franco e dal sempre maggiore peso del porto sull'economia del territorio contermine. La fine del secolo ed i primi dell'Ottocento vedono il susseguirsi delle occupazioni francesi, che portarono le prime forme di amministrazione moderna nel territorio. Nel successivo ritorno all'Austria e dopo le diverse modifiche amministrative che caratterizzarono quel periodo di riforme nacque finalmente il Capocomune di Dolina (secondo la definizione dell'epoca), che, assieme al Capocomune di Materija ricalcavano esattamente i confini della soppressa Signoria. In sintesi è possibile seguire la continuità della indipendenza amministrativa della valle del Breg dal Medioevo sino all'oggi.
Dal 1947 al 1954 fece parte della zona A del Territorio Libero di Trieste, e venne aggregato alla Repubblica italiana il 26 ottobre 1954, subendo tuttavia un'ulteriore perdita di territorio a seguito della modifica confinaria effettuata a favore della Jugoslavia. Le frazioni di Becca, Micheli e San Servolo passarono al comune di Capodistria.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 ottobre 1999.[10]
«Di rosso, al torrione di azzurro, formato dal doppio basamento poliedrico, scalinato, sostenente la torre a base quadrangolare, il tutto visto di spigolo, con la facciata principale volta a sinistra, i due basamenti e la torre merlati alla guelfa, il basamento inferiore, più grande, merlato di dodici nei due lati, sei e sei, il basamento superiore merlato di dieci nei due lati, cinque e cinque, la torre merlata di otto nei due lati, quattro e quattro, il basamento inferiore chiuso nella facciata principale, di nero, la torre finestrata nella detta facciata di due finestrelle di nero, poste in palo, fondato sulla collina di verde, fondata in punta e uscente dai fianchi, caricata dalla scala di pietra azzurra di dodici scalini, posta in banda, unita alla porta ed estesa fino al cantone sinistro della punta. Ornamenti esteriori da Comune.»
«Comune situato sul confine nord-est della Repubblica italiana, occupato dalle truppe tedesche, a seguito della ferma opposizione della cittadinanza al fascismo subiva rastrellamenti, incendi di varie frazioni e spaventosi bombardamenti che causavano numerose vittime civili e la totale distruzione del patrimonio edilizio. La popolazione si mobilitò massicciamente confluendo nelle file partigiane e si prodigò in tutti i modi per resistere all'oppressore. 1920/1944 - San Dorligo della Valle - Dolina (TS)» — 27 luglio 2011[11]
Secondo lo statuto comunale, nell'attività del Comune è garantita pari dignità sociale alla lingua slovena ed alla lingua italiana, potendo utilizzare la lingua minoritaria anche in ambito istituzionale.[1]
Dal 1949 al 1975 fu sindaco Dušan Lovriha, ex partigiano, del Partito Comunista, che fu anche consigliere regionale per due mandati nelle file del PCI. Proprio durante i suoi mandati è stata costruita la maggior parte dell'infrastruttura pubblica.
Nel comune di San Dorligo della Valle - Dolina esistono varie associazioni sportive. Una di queste è la società sportiva dilettantistica Amatersko športno društvo Breg, nata nel 1965.
La prima squadra di pallacanestro milita in C2, mentre quella di calcio milita nella prima categoria.
^denominazione ufficiale anche in italiano fino al 1923
^Bernardini, F., Sgambati, A., Montagnari Kokelj, M., Zaccaria, C., Micheli, R., Fragiacomo, A., Tiussi, C., Dreossi, D., Tuniz, C., De Min, A., Airborne LiDAR application to karstic areas: the example of Trieste province (north-eastern Italy) from prehistoric sites to Roman forts, in Journal of Archaeological Science (2013), doi: 10.1016/j.jas.2012.12.029.