Passaggio della Zona A dall'amministrazione militare alleata all'amministrazione civile italiana e della Zona B dall'amministrazione militare jugoslava all'amministrazione civile jugoslava.[1]
Con questo strumento la Zona A con la città di Trieste e il suo porto franco internazionale passarono dall'amministrazione militare alleata all'amministrazione civile italiana, mentre la Zona B passò dall'amministrazione militare all'amministrazione civile jugoslava. Il passaggio dei poteri nella Zona A avvenne il 25 ottobre 1954.
Contestualmente venne inoltre disposta una modifica rispetto al confine tra le due zone nei comuni di Muggia e di San Dorligo della Valle, collocandolo tra punta Grossa e punta Sottile. La nuova Zona B venne così ampliata di circa 11,5 km² ed i 3.500 abitanti di Crevatini, Plavia, Elleri ed Albaro Vescovà vennero soggetti all'amministrazione del governo jugoslavo: parte di essi esodò in Italia. Tale modifica territoriale – ritenuta "significativa" – a favore della Jugoslavia fu adottata dietro numerose pressioni ed insistenze di Tito.[senza fonte]
Il memorandum d'intesa di Londra costituì una sistemazione provvisoria, in quanto lo stesso non verteva sulla sovranità, ma sul passaggio d'amministrazione. Nel 1975 il trattato di Osimo consolidò i confini fra i due Stati.[3]
^In tale ambito, vi fu la cessione di 11,5 km² e 3.500 abitanti dalla zona A (amm. alleata) alla zona B (amm. jugoslava) del Territorio Libero di Trieste
^I memorandum d'intesa, a differenza dei trattati internazionali che hanno una clausola di ratifica e di conseguente entrata in vigore esplicitata nel corpo del testo dello stesso, non sono normalmente oggetto di ratifica parlamentare; a tal proposito si veda ad esempio al lemma memorandum sull'Enciclopedia Sapere. Esistono tuttavia casi di memorandum seguiti poi da legge di ratifica (ad es: L. 4 aprile 2016, n. 52).