Prende il suo nome dal celebre altopiano del Montasio, nel quale viene prodotto il formaggio fin dal 1200; presso l'abbazia di San Gallo di Moggio Udinese si sono affinate le prime tecniche di produzione, mentre i primi riscontri del nome risalgono al decreto del 22 agosto 1773, quando il Consiglio della città di Udine impose ai commercianti la vendita a prezzo fisso di alcuni prodotti, tra cui questo formaggio, cui, apprendiamo da tale documento, venne imposto il prezzo di 19 soldi a libbra[1][2][3].
Già nel 1880 si formò un movimento cooperativo di caseifici per sostenere la produzione di questo formaggio.[1] Un decreto del Ministero dell'Agricoltura e Foreste del 16 marzo 1987 ha attribuito all'Associazione dei Produttori del Montasio i compiti di supervisione, controllo e marketing della produzione del Montasio[3][4].
Gli ingredienti sono latte bovino che deve rispettare dei limiti per quanto riguarda la carica batterica, sale e caglio e la
stagionatura invece richiede un minimo di 60 giorni.
Aspetto e gusto
Prodotto in forme cilindriche di 8 cm di altezza e circa 35 cm di diametro[3], assume un sapore, un aspetto, un colore e una consistenza diversa a seconda dei mesi di stagionatura, distinguendosi in fresco, mezzano e stravecchio: quando è fresco (60gg. prima non viene considerato un Montasio) ha un sapore delicato, la pasta è bianca e caratteristicamente occhiata, la crosta è bianca e morbida; a mano a mano che aumenta la stagionatura, il sapore diventa più aromatico, la crosta più dura, il colore più giallo e la pasta da morbida diventa friabile e dura. Specialmente con varie stagionature, è l'ingrediente principale di uno dei piatti più caratterizzanti della cucina friulana, il frico, e viene generalmente utilizzato in Friuli nella pietanza chiamata polente e formadi.