Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo annuale. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpenilattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[6][7][8][9][10][11][12]
Fusto. La parte aerea in genere è eretta con portamenti variabili da ascendenti fino a prostrati. I fusti (massimo 5 per pianta) sono grigiastri (aracnoideo-sericeo). La ramosità, prossimale, è corimbosa. Altezza media: da 2 a 25 cm (massimo 50 cm).
Foglie. Le foglie sono disposte in modo alternato e sono sessili. La lamina è intera con forme generalmente strette e lineari (da subulate a lineari); i margini sono continui (in alcuni casi variano da concavi a involuti). Spesso la superficie è tomentosa o lanosa su entrambe le facce. Le foglie superiori (4 - 5) sono di tipo bratteale, hanno forme lineari (con apici acuti o subspinosi) e superano i capolini (da 2 a 5 volte); alla fioritura sono raggianti e ricurve. Dimensione delle foglie: larghezza 1 - 1,5 mm; lunghezza 10 – 20 mm (massimo 30 mm).
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose o composte da pochi capolini (da 3 a 10) raccolti in formazioni di glomeruli (le matrici sono di tipo a dicasio). Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale sessile e ovoide di tipo discoide. I capolini sono formati da un involucro, con forme piramidali con 5 angoli acuti, composto da più o meno 5 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, a consistenza cartilaginea (nella metà superiore), colorate di marrone, con forme da ovali a lanceolate e prolungate in una punta acuta, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e possono essere connate alla base (strati di stereoma indiviso); talora possono avere un margine ialino. Alla fruttificazione le brattee medie dell'involucro avvolgono gli acheni in una guaina indurita. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma normalmente è conica (o obovoide). Dimensione dei capolini: diametro 2 - 2,5 mm; lunghezza 2,5 – 4 mm. Dimensione dell'involucro: 4 mm.
fiori del disco esterni (da 8 a 12 per capolino): sono femminili e filiformi;
fiori del disco centrali (da 2 a 3 per capolino): sono ermafroditi; le forme sono tubulari.
In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.
Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno delle forme da lanceolate o deltate a lineari. I colori della corolla sono giallastri.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[8]
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma allungata; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali o dorsali. Le superfici stigmatiche sono separate.[8]
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, dimorfici (i fiori esterni sono più lunghi di quelli interni), sono piccoli a forma oblunga; la superficie può essere ricoperta di piccoli peli doppi a forma clavata; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari. Il pappo (lungo 2 - 2,5 mm) è formato 18 - 28 setole capillari barbate connate alla base.
Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori. Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i campi e gli incolti aridi. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 1.500 ms.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino L. gallica appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità pioniere a terofite e succulente.
Classe: Thero-Brachypodietea
Ordine: Tuberarietalia guttatae
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[16], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
Il genere Logfia appartiene al clade Flag, un gruppo informale monofiletico della sottotribù Gnaphaliinae che occupa una posizione più o meno "basale". In questo gruppo sono presenti specie dioiche (solo fiori femminili o solo fiori maschili) e piante a portamento cusciniforme. I capolini, in formazioni corimbose o spiciformi, possono essere sottesi da foglie bratteali. Il ricettacolo in alcuni casi è squamoso.[21]
Il "Flag clade", da un punto di vista filogenetico, può essere suddiviso in due parti: il "Lucilia-group" basato sui tricomi degli acheni e il resto del clade (in posizione "basale") considerato "gruppo fratello" del primo. Il genere di questa voce appartiene al gruppo "basale" caratterizzato dall'assenza di tricomi.[22][23] In particolare nel gruppo "basale" si individua un clade ben definito: il Filago group formato dai seguenti generi: Ancistrocarphus, Bombycilaena, Chamaepus, Cymbolaena, Evacidium, Evax, Filago, Logfia, Micropus, Psilocarphus e Stylocline, alcuni attualmente considerati sinonimi di Filago e inclusi in esso (Cymbolaena, Evacidium, Evax). Il principale carattere morfologico che definisce il gruppo sono le palee ricettacolari che sottendono, e più o meno racchiudono, i fiori femminili.[24]
Logfia si distingue da Filago per i capolini solitari o in piccoli gruppi, per il numero delle brattee involucrali (5), inoltre quelle esterne includono profondamente i fiori femminili, in questi le corolle sono debolmente aderenti al frutto con forme oblunghe.[11]
I caratteri distintivi della specie Logfia gallica sono:[11]
In areali più caldi (ad esempio in Sicilia) si possono trovare popolazioni con foglie più brevi (più piccole dei capolini), glomeruli più ricchi di capolini e brattee esterne più larghe. Questi individui a volte vengono indicati come Filago tenuifolia C. Presl. (binomio scientifico considerato sinonimo di L. gallica[25]).[11]
Nell'areale americano (specie introdotta) Logfia gallica tende a crescere con dimensioni più grandi che nel suo areale nativo (Mediterraneo).[3]
Sinonimi
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Filago gallica L.
Gifola gallica (L.) Myrz.
Oglifa gallica (L.) Chrtek & Holub
Xerotium gallicum (L.) Bluff & Fingerh.
Filago filiformis Lam.
Filago gallica var. longibracteata (Willk.) Willk.
Filago gallica var. multicaulis (Foucaud & E.Simon) Rouy
Filago gallica var. nana Rouy
Filago gallica var. simplex (Foucaud & E.Simon) Rouy
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
Rob D. Smissen, Randall J. Bayer, Nicola G. Bergh, Ilse Breitwieser, Susana E. Freire, Mercè Galbany-Casals, Alexander N. Schmidt-Lebuhn & Josephine M. Ward, A revised subtribal classification of Gnaphalieae (Asteraceae), in Taxon, vol. 60, n. 4, 2020, pp. 778-806.