Le Strade Nuove (Via Giuseppe Garibaldi, già Strada Nuova o Via Aurea, Via Cairoli, già Strada Nuovissima, via Bensa e via Balbi) sono un gruppo di strade costruite dall'aristocrazia genovese tra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento, quando la Repubblica di Genova era all'apice del suo potere marittimo e finanziario.
I palazzi dei Rolli sono un gruppo di palazzi nobiliari che, al tempo dell'antica Repubblica, erano obbligati, sulla base di un sorteggio pubblico dalle liste degli alloggiamenti pubblici (dette "rolli"), a ospitare le alte personalità che si trovavano a Genova in visita di Stato. Essi comprendono una serie di edifici tardo-rinascimentali e barocchi che hanno, di norma, tre o quattro piani "con spettacolari scaloni aperti, cortili e loggiati che si affacciano su giardini"[2]. Molti degli interni, nonostante il trascorrere dei secoli e i pesanti danni dovuti ai bombardamenti su Genova della seconda guerra mondiale,[3] presentano le decorazioni originali dei maggiori autori del manierismo e del barocco genovese. In epoche successive, le medesime abitazioni hanno ospitato viaggiatori illustri che includevano il capoluogo ligure nel loro Grand Tour.
Sito patrimonio dell'umanità UNESCO
Il 13 luglio 2006, la speciale commissione UNESCO riunita a Vilnius (Lituania) inserì fra i siti Patrimonio dell'umanità con il numero 1211 le Strade Nuove insieme a quarantadue dei centosessantatré palazzi iscritti almeno in una delle cinque liste ufficiali della Repubblica di Genova (Rolli del 1576, 1588, 1599, 1614 e 1644)[1].
Criterio (ii): L'insieme delle Strade Nuove e dei palazzi a esse collegate mostra una valenza importante per lo sviluppo dell'architettura e dell'urbanistica del XVI e del XVII secolo. Il loro esempio fu divulgato dalla trattatistica architettonica del tempo, rendendo le Strade Nuove e i palazzi tardo-rinascimentali di Genova un punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo dell'architettura manierista e barocca europea.
Criterio (iv): Le Strade Nuove di Genova costituiscono un esempio eccezionale d'insieme urbano di palazzi aristocratici di grande valore architettonico, che illustra l'economia e la politica della città mercantile di Genova all'apice del suo potere nel XVI e XVII secolo. Il progetto propose uno spirito nuovo e innovativo che caratterizzò il Siglo de los Genoveses (1563 to 1640). Nel 1576, la Repubblica di Genova stabilì delle liste, o Rolli, legalmente vincolanti, che riconoscevano i palazzi più importanti come dimore ufficiali per i visitatori illustri.
Il 20 gennaio 2007 fu posta dall'UNESCO a metà di via Garibaldi una targa con la motivazione:
«Le maggiori dimore, varie per forma e distribuzione, erano sorteggiate in liste ufficiali (rolli) per ospitare le visite di Stato. I palazzi, spesso eretti su suolo declive, articolati in sequenza atrio - cortile - scalone - giardino e ricchi di decorazioni interne, esprimono una singolare identità sociale ed economica che inaugura l'architettura urbana di età moderna in Europa»
Storia
Mappa del centro storico con evidenziati i Palazzi dei Rolli
I rolli, termine che nell'italiano moderno corrisponde a ruoli, cioè elenchi, vennero costituiti a partire dal 1576, su disposizione del Senato della Repubblica aristocratica rifondata dal principe e ammiraglio Andrea Doria, che attraverso la sua riforma costituzionale aveva instaurato il dominio oligarchico e il conseguente inserimento della sovranità genovese nell'orbita degli Asburgo.
La minuziosità con cui i rolli furono ideati e compilati, solo pochi decenni dopo la grande ristrutturazione urbanistica di Genova decisa da Doria (che riguardò in particolare fra il 1536 e il 1553 i forti di Genova del XIV secolo), costituisce una precisa e documentata testimonianza di quello che fu il "secolo dei genovesi".[5] Una città di armatori, mercanti e banchieri, in grado di dare alla Repubblica marinara un ruolo di predominanza politico-commerciale sull'intero mar Mediterraneo, e un importante crocevia di principi e sovrani, diplomatici e autorità ecclesiastiche.
Nei rolli riguardanti gli "alloggiamenti pubblici", gli edifici erano catalogati in base al loro prestigio: il primo venne redatto nel 1576 ed elencava 52 edifici; i successivi vennero redatti negli anni 1588, 1599, 1614 e 1664. In ogni rollo gli edifici erano suddivisi in tre o più categorie, a seconda delle dimensioni e capienza, per ospitare personalità in visita. Alle categorie corrispondevano dei bussoli, dai quali venivano estratti gli edifici destinati a ospitare le personalità.[6]
Di seguito la rappresentazione in forma di tabella dei bussoli e della loro composizione nel tempo.[6]
Bussolo
1576
1588
1599
1614
1664
I
18
3
22
40
16
II
34
26
28
56
23
III
-
82
81
-
30
IV
-
-
19
-
26
52
111
150
96
95
Solo tre erano i palazzi che potevano ospitare alti dignitari, o comunque le più alte cariche, ed erano: le abitazioni di Gio Batta D'Oria, in salita Santa Caterina, il Palazzo di Nicolò Grimaldi (palazzo Tursi) e il Palazzo di Franco Lercari, in Strada Nuova (successivamente via Garibaldi). Nelle disposizioni dei rolli si precisava che tali abitazioni erano riservate a «Papa, Imperatore re e legato Cardinali o altro Principe».[7]
Nel 1622 il pittore fiammingo Peter Paul Rubens pubblicò ad Anversa il libro Palazzi di Genova, illustrando alcuni dei più importanti palazzi dei Rolli, da lui considerati il più elegante modello di residenza del perfetto gentiluomo europeo, con tavole dedicate alle facciate, alle piante, alla struttura architettonica.[8]
Scrive quasi trecento anni dopo lo scrittore francese Stendhal (1783-1842), quando l'uso dei rolli era ormai caduto in disuso:
«Ho cercato di andare a visitare tre gallerie di quadri famosi in via Balbi. Siccome i proprietari hanno la bella abitudine di abitare negli appartamenti dove sono i quadri, bisogna ripassare diverse volte; e spesso l'impazienza che desta in me il rifiuto altezzoso dei valletti mi toglie la gioia davanti ai quadri. I ricchi di Genova occupano quasi sempre il terzo piano per poter vedere il mare. I gradini delle scale sono di marmo ma quando, dopo aver salito cento di quei gradini, un valletto, dopo avervi fatto aspettare un quarto d’ora viene a dirvi: "sua eccellenza è ancora nella sua stanza, ripassi domani", è permesso avere uno scatto d'umore, soprattutto quando si deve ripartire la sera ...»
Se il celebre scrittore non nasconde la sua frustrazione per la difficoltà ad accedere alle abitazioni più nobili di un certo patriziato genovese, è altresì da notare come la consapevolezza di disporre di un patrimonio d'arte e urbanistico di assoluto valore fosse tale da indurre gli abitanti più potenti e influenti della Genova di allora a organizzare un vero e proprio censimento dello status abitativo, non solo e non tanto per definirne inequivocabilmente i limiti di proprietà, ma anche per meglio organizzarne un adeguato utilizzo.
I palazzi dei rolli inclusi nel sito patrimonio dell'umanità UNESCO
I palazzi compresi nell'elenco del patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO sono quarantadue e sono individuati sulla base della loro rilevanza e conservazione, di seguito l'elenco con la numerazione riportata sui documenti UNESCO[1] e l'indicazione del rollo e bussolo nel quale erano elencati[9]:
Gli altri palazzi dei Rolli non inclusi nel sito patrimonio dell'umanità UNESCO
Questi sono i Palazzi dei Rolli che ancora conservano la loro struttura originaria ma che non sono stati inseriti nel Sito Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO:[11][12]
In seguito all'iscrizione del sistema dei Rolli al patrimonio UNESCO, è stata istituita dal 2009 la manifestazione dei Rolli Days. Una rassegna di alcune giornate in cui i palazzi, sia quelli pubblici sia quelli privati, sono aperti al pubblico e resi visitabili. Vengono realizzati appositi percorsi guidati in città e studenti, dottorandi e ricercatori dell'Università degli Studi di Genova illustrano i singoli palazzi ai visitatori.
Si svolgono annualmente in due fine settimana, ad aprile e ottobre. Nel 2016, per festeggiare il decennale del riconoscimento dei Rolli da parte dell'UNESCO, le edizioni sono state tre[13] (aprile, maggio e ottobre).
La manifestazione ha riscosso successo fin dalle prime edizioni e il numero di visitatori è aumentato nel corso degli anni, arrivando a superare le 150.000 presenze nelle edizioni 2015. Anche il numero di palazzi visitabili è cresciuto, con il coinvolgimento di un numero maggiore di proprietari e associazioni. L'apertura straordinaria ha coinvolto anche palazzi esterni al sistema dei Rolli, chiese e ville nobiliari, anche in periferia.
^ Commissione Nazionale UNESCO, I Palazzi dei Rolli Genova, Libreria dello Stato, Istituto poligrafico e zecca dello Stato, p. 5.
^I bombardamenti alleati provocarono molti danni alla struttura del centro storico genovese: circa un quarto degli edifici (23,5%) è frutto di ricostruzioni postbelliche o ad anni successivi. Si veda: Bruno Gabrielli, Il centro storico: da freno a opportunità, su Comune di Genova (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2020).
^Rolli Days 2016 (PDF), su comune.genova.it. URL consultato il 6 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2023).
Bibliografia
Fiorella Caraceni Poleggi, Una strada rinascimentale: via Garibaldi a Genova, Genova, SAGEP, 1992.
Giorgio Doria, Nobiltà e investimenti a Genova in Età moderna, Genova, Istituto di storia economica, 1992.
Ennio Poleggi, Una reggia repubblicana. Atlante dei palazzi di Genova 1576-1664, Torino, Umberto Allimandi e C., 1998.
Fiorella Caraceni Poleggi, Palazzi Antichi e Moderni di Genova raccolti e disegnati da Pietro Paolo Rubens (1652), Genova, Tormena Editore, 2001, ISBN9788884801302.
Mario Labò, I palazzi di Genova di P.P. Rubens, Genova, Nuova Editrice Genovese, 2003.
Ennio Poleggi, L'invenzione dei rolli. Genova, civiltà di palazzi, Milano, Skira, 2004, ISBN9788884918260.
Gioconda Pomella, Guida Completa ai Palazzi dei Rolli, Genova, De Ferrari Editore, 2007, ISBN9788871728155.
Mauro Quercioli, I Palazzi dei Rolli di Genova, Roma, Libreria dello Stato, 2008, ISBN9788824011433.