Terzino destro che poteva giocare anche come difensore centrale, Nasazzi era il leader e capitano dell'Uruguay,[3] molto forte fisicamente[4] e insuperabile nel gioco aereo.[5]
Carriera
Nato da madre basca e da padre italiano di Esino Lario, Nasazzi, soprannominato El terrible[6] ed El gran mariscal ("il gran maresciallo"),[7] fu terzino destro attivo per oltre 20 anni. Dal 1917 al 1937 totalizzò ben 850 presenze nel campionato uruguaiano, primato tutt'oggi imbattuto. La sua carriera calcistica, avviata nei club di Montevideo del Lito, del Rolando Moor e del Bella Vista, conobbe la svolta nel 1933, quando Nasazzi, già campione affermato, passò al Nacional (con cui aveva già militato per alcuni mesi nel 1925). Dei tricolores formò il baluardo difensivo insieme al brasilianoDomingos Da Guia, contribuendo alla conquista dei due titoli nazionali del 1933 e del 1934.
Nasazzi giocò inoltre ben 63 partite (di cui 39 ufficiali) con la nazionale uruguaiana. Con la maglia della Celeste vinse, tutti da capitano, due titoli olimpici (nel 1924 e nel 1928), quattro Campionati Sudamericani (l'equivalente dell'attuale Copa América; 1923, 1924, 1926 e 1935) e il titolo mondiale nel 1930, giocando da titolare e protagonista del primo Mondiale.[8] Questi successi fanno di lui il calciatore con più titoli internazionali conseguiti con la propria nazionale (7), al pari dei connazionali Héctor Scarone e Ángel Romano.
Dopo il ritiro dall'attività agonistica divenne allenatore, guidando per tre anni, dal 1942 al 1945 anche la nazionale uruguaiana. Dopo la morte del Mariscal a seguito di un tumore all'esofago,[1] il Club Atlético Bella Vista gli ha dedicato il proprio stadio, lo stadio José Nasazzi di Montevideo.
^ab Carlo F. Chiesa, We are the champions - I 150 fuoriclasse che hanno fatto la storia del calcio, in Calcio 2000, supplemento al n.22, Milano, Action Group S.r.l., agosto 1999, p. 122.