La Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia è stato il giornale ufficiale con cui vennero ufficialmente resi noti i testi delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia dal 4 gennaio 1860 al 18 giugno 1946.
In realtà era la continuazione della «Gazzetta Piemontese», il giornale ufficiale del Regno di Sardegna, pubblicato in una prima serie dal dicembre 1796 al 1800 e successivamente, dopo il periodo napoleonico, con una seconda serie, dal 2 agosto 1814 al 3 gennaio 1860, che il 4 gennaio 1860 cambiò nome in «Gazzetta Ufficiale del Regno».
La Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, a sua volta, cambiò nome nel 1946 trasformandosi nell'attuale «Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana». Nonostante il sottotitolo riportasse la scritta "Giornale Ufficiale Del Regno d'Italia", fino al 1884 la Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia poteva recare anche notizie non ufficiali (per es. cronache parlamentari, brevi di cronaca, informazioni letterarie o artistiche).
Durante la Seconda guerra mondiale, dal 19 ottobre 1943 cambiò nome in Gazzetta Ufficiale d'Italia in seguito alla proclamazione della Repubblica Sociale Italiana che in quel momento comprendeva anche Roma. Il governo Badoglio si regolò di conseguenza solo il successivo 18 novembre, quando venne pubblicata tramite stamperie private una nuova Gazzetta Ufficiale del Regno con una numerazione speciale che ripartiva da 1. Tale iniziativa fu tuttavia motivo di un grave incidente diplomatico con l'Amministrazione militare alleata, dato che i decreti ivi riprodotti si riferivano ancora a Vittorio Emanuele III come re d'Albania e imperatore d'Etiopia, causando le ire di Winston Churchill che, prontamente informato, ne ordinò l'immediata ristampa senza tali titoli.[1]
Edizione digitale
Il CNIPA, con il Progetto AU.G.U.STO (AUtomazione Gazzetta Ufficiale STOrica), sta attuando la digitalizzazione di tutta la "Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia"[2].
I risultati del Progetto AU.G.U.STO sono già disponibili online[3].
In attuazione di quanto disposto dal decreto legislativo n. 177 del 1º dicembre 2009, il CNIPA è stato trasformato in DigitPA. Il nuovo sito di DigitPA è online[4].