Linneo nel 1753 nel creare il nome generico di queste piante ha pensato indubbiamente alla forma di “elmo” del labbro superiore della corolla.[2]Galeopsis è un antico nome greco/latino (derivato da "galea" = casco) già usato da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, per qualche pianta simile alle ortiche.[3][4] L'epiteto specifico (speciosa) significa "appariscente, di bell'aspetto" e fa riferimento ai colori della corolla.[5][6]
Questa specie di piante può raggiungere i 20 – 40 cm di altezza (massimo 1 metro). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[2][8][9][10][11][12][13]
Il fusto ha un portamento eretto-ginocchiato, ascendente a volte ramoso nella parte alta con nodi ingrossati (rigonfiamenti di tipo acquoso). La superficie è provvista di peli rigidi appressati e setole patenti. La sezione è tetragona a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave.
Foglie
Le foglie lungo il fusto sono disposte 2 a 2 in modo opposto e con verticilli alternati. La lamina picciolata a forma da ovata a lanceolata ha la base arrotondata o cuneata e apice acuminato. La superficie è sparsamente pubescente. I bordi sono provvisti di 7 - 9 denti per lato. Il colore della foglia è verde simile alle ortiche. Dimensione delle foglie: lunghezza del picciolo 1 – 3 cm; larghezza della lamina 2 – 3 cm; lunghezza della lamina 5 – 7 cm.
Infiorescenza
L'infiorescenza è composta da 6 – 10 fiori raggruppati in verticillastri posti all'ascella di brattee simili a foglie ma più piccole (verticilli fogliari). L'asse dell'infiorescenza è ricoperto da peli ghiandolari neri. Sono presenti delle brattee da lineari a lanceolate simili alle foglie con base più o meno membranosa, margini ispidi e apice spinescente. Le brattee del verticillo superiore sono disposte in modo opposto.
Formula fiorale. Per questa specie la formula fiorale della famiglia è la seguente:[9][11]
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, drupa (4 nucole)
Calice: il calicegamosepalo e sub-attinomorfo è strettamente campanulato a 10 nervi con 5 denti subspinosi. Dimensione del tubo calicino: 7 – 8 mm; lunghezza dei denti 4 – 5 mm.
Corolla: la corollazigomorfa e gamopetala è a forma tubolare; i 4[12]/5 petali sono completamente fusi nella tipica forma bilabiata di questa famiglia. All'apice la corolla si allarga per dare spazio a due labbra. I labbro superiore ha il margine intero (o denticolato), è villoso e la forma ricorda quella di un elmo. Il labbro inferiore è trilobo: quello centrale è retuso, bilobo o bifido fin dalla base; i due lobi laterali sono più piccoli. Il colore della corolla è giallo o giallastro (quasi biancastro) con macchie viola sul labbro inferiore. Le fauci della corolla sono prive dell'anello di peli presente invece in altri generi della famiglia delle Lamiaceae. Lunghezza della corolla: 20 – 35 mm.
Androceo: l'androceo possiede quattro stamididinami e sporgenti dalla corolla e posizionati sotto il labbro superiore. I filamenti sono adnati alla corolla e leggermente pubescenti alla base. Le antere sono biloculari. Le teche sono più o meno distinte. La deiscenza è longitudinale per due valve. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
Gineceo: l'ovario (tetraloculare) è supero formato da 2 carpelli saldati (ovario bicarpellare). Lo stilo, inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico), ha lo stigma bifido.
Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono i boschi, le radure, i cespuglieti, i coltivi, i margini dei sentieri e gli arbusteti meso-termofili. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1600 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Galeopsis speciosa appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: comunità terofitiche pioniere nitrofile.
Classe: Stellarietea mediae
Ordine: Centaureetalia cyani
Alleanza: Panico-Setarion
Associazione: Eu-Polygono-Chenopodienion
Tassonomia
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. Il genereGaleopsis si compone di qualche decina di specie, otto delle quali vivono in Italia e nell'ambito della famiglia sono descritte all'interno della sottofamiglia Lamioideae caratterizzata dallo stilo di tipo ginobasico e dal polline3-colpato con 2 celle.[12] Nelle classificazioni più vecchie la famiglia è chiamata Labiatae.
Sul territorio italiano si possono trovare individui con variazioni di colore nella corolla: probabilmente si tratta di fenomeni di ibridazione con altre specie). Una variante riconosciuta da alcuni Autori come sottospecie in Italia è la subsp. sulphurea con corolla decisamente gialla che si trova sulle Alpi Marittime (in alcune classificazioni alternativamente viene considerata come sinonimo di Galeopsis pubescens).[8]
La tabella seguente evidenzia alcune differenze morfologiche tra le varie specie:[8]
Specie
Tipo di pubescenza nell'infiorescenza
Lunghezza della corolla
Morfologia del labbro inferiore
G. tetrahit
setole patenti o riflesse
15 – 20 mm
intero e più o meno quadrato
G. bifida
peli ghiandolari gialli
10 – 15 mm con chiazze gialle alle fauci
retuso, bilobo o bifido
G. speciosa
setole patenti e pubescenza appressata (in alto)
20 – 35 mm
intero
G. pubescens
densa
20 – 25 mm
intero o appena bilobo
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Galeopsis cannabina Roth
Galeopsis crenifrons Borbás
Galeopsis flavescens Borbás
Galeopsis hispida Borbás
Galeopsis leiotricha Borbás
Galeopsis prostrata Vill.
Galeopsis pubescens Griseb.
Galeopsis speciosa subsp. sulphurea (Jord.) Briq.
Galeopsis subalpina Schur
Galeopsis sulphurea Jord.
Galeopsis unicolor Fr.
Galeopsis versicolor Curtis
Galeopsis versicolor var. sulphurea (Jord.) Rchb.f.
Tetrahit sulphureum (Jord.) Fourr.
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
In certe zone è utilizzata come erba medicinale.
Industria
Dalla pianta si può ricavare dell'olio.
Altre notizie
La galeopside bella in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 98, ISBN 88-7621-458-5.
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 221.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 29 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).