Nel 1935 fu scoperto da Gorni Kramer che lo ingaggiò nella sua orchestra[1]: da quell'incontro, all'origine della svolta verso il jazz del musicista, ebbe inizio una proficua collaborazione musicale che si consolidò anche nell'esperienza dell'emittente filotedesca Radio Tevere.
A Milano, dove Ceragioli si trasferì dopo l'incontro con Kramer, gli fu affidato anche l'incarico di direttore artistico della casa discografica Carisch, che curava anche la distribuzione della Odeon e in seguito della Parlophon; manterrà questo incarico per venticinque anni.
Dalla fine degli anni trenta entrò come pianista nel gruppo di Pippo Starnazza, il Quintetto del Delirio.
Negli anni '40 capeggiò i "Maestri del Ritmo", i migliori solisti del jazz italiano, con cui si esibiva nell'elegante caffè Campari di Milano, in Galleria, con la superorchestra Campari da lui diretta.
Al Campari, durante una serata, conosce la cantante Vera Valli che diverrà sua moglie[2] e con la quale inciderà numerosi dischi, per la casa discografica Odeon (dischi nei quali appariva anche con lo pseudonimo di Fernando Mendeiras nelle incisioni di genere latinoamericano quali El Negro Zumbon, Cumanà, La Malaguena, Abrazame asì, Siviglia mia, La mucura) e per la Juke Box, negli anni Cinquanta e Sessanta.
Figura di spicco del jazz in Italia, considerato il Duke Ellington italiano,[3] incise per la ODEON i dischi della serie "jazzisti italiani" e della serie "Ceragioli pianista jazz" e "Ceragioli celebre pianista jazz".
Nel 1959 assunse la direzione dell'Orchestra di ritmi e canzoni della Rai di Roma con la quale propose un vasto repertorio di musica leggera e da ballo; nel 1961 diresse l'orchestra melodica di Torino della sala RAI per il festivalCanzoni per l'Europa di Saint-Vincent.
Nel 1961 fu tra i direttori musicali sulle reti Rai, con il varietà in 24 puntate "Quattro passi tra le note".[4]
Tra la fine del 1961 e la metà del 1962 fu il primo musicista a curare gli arrangiamenti nel Clan di Adriano Celentano, per il quale diresse l'orchestra nel primo 45 giri della sua etichetta discografica, inciso da Ricky Gianco. Ceragioli fu poi subito rimpiazzato da Mariano Detto, conosciuto da Adriano durante il servizio militare e promosso al ruolo di arrangiatore ufficiale del Clan.
Nel 1969 la RAI gli commissionò la "Seconda suite per orchestra" (scrisse la "Prima suite" nel 1925), composizione poi eseguita dall'Orchestra ritmosinfonica della Radio Tedesca da lui stesso condotta, a Monaco di Baviera, con cui rappresentò l'Italia.
Accompagnò con la sua orchestra centinaia di cantanti per tutti gli anni '40-'50-'60, collaborando con i nomi più noti del panorama musicale: fra questi, Gorni Kramer, Cosimo Di Ceglie, Wanda Osiris, Emilio Renzi, Carlastella, Emilio Pericoli, il Trio Passatore, il Trio Lescano, Luciano Tajoli, Rodolfo De Angelis, Lydia Martorana, Meme Bianchi, Vera Valli, Caterina Valente, Josephine Baker, Umberto Bindi, il tenore Giuseppe Di Stefano, Renato Rascel, Adriano Celentano, Ricky Gianco, Luigi Tenco, Joe Sentieri (nei cui dischi per la Juke Box a volte appariva con lo pseudonimo di Big Mitchell), Jenny Luna(spesso con lo pseudonimo di Big Mitchell), Maurizio Arena e molti altri ancora. Per l'etichetta discografica Juke Box infatti incise numerosi dischi dirigendo l'orchestra[7], oltre che con il proprio nome, anche sotto lo pseudonimo di Big Mitchell con i seguenti cantanti: Maurizio Arena, Mino Di Martino, Rosella Guj, Renato Sambo, Joe Sentieri, Jenny Luna.
Nei dischi più recenti apparve anche, come direttore d'orchestra, sotto lo pseudonimo di Johnny Steel.
Come autore di canzoni, apparve in alcuni brani (Sono smemorato, Sono fatto così, Il blues del cassiere, Passeggiando con swing, ecc.) con lo pseudonimo di Di Roll.
La sua versatilità si è espressa nei più diversi generi musicali, dal jazz allo swing, alla musica leggera, sinfonica, operetta e musica sacra.
Così scrive Fabrizio Stramacci nel "Dizionario della Canzone italiana": "Professionista esemplare, Ceragioli ha vissuto molte stagioni della musica italiana, passando dal melodico al ritmico con uno stile e un'eleganza impeccabile. Compositore originale, è stato uno dei direttori d'orchestra più brillanti e innovatori del dopoguerra".
Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Il dizionario della canzone italiana, editore Armando Curcio (1990); alla voce Ceragioli, Enzo, di Enzo Giannelli, pagg. 351-350
Emilio Tarabella, Enzo Ceragioli, un musicista versiliese nel mondo Editore Il Testimone, 1997
Eddy Anselmi, Festival di Sanremo-Almanacco illustrato della Canzone Italiana Ed. Panini (Modena)-2009
Giorgio Magri: La musica ed i musicisti della Versilia- Ed. Il Dialogo-2001
Quaderni Versiliesi N.9-10: I musicisti di Seravezza- a cura della Accademia della Rocca- Pietrasanta, 1992
Lorenza Della Rosa Ceragioli: Al Maestro Enzo Ceragioli colori d'affetto - MWS - Lammari (Lucca), 2017