Nato a Copparo in provincia di Ferrara, si trasferì nel 1948 a Milano, dove, convinto di essere baritono, si fece ascoltare dal maestro Attilio Bordonali, che riconobbe la natura tenorile della sua voce e che fu il suo insegnante per cinque anni[2].
Nel 1955 si esibì in Egitto e Sudafrica ed il 20 febbraio 1956 esordì al Metropolitan in Tosca sostituendo Giuseppe Campora, con un grande successo[4][5]. Nella stagione successiva effettuò un tour attraverso gli Stati Uniti e il Canada. Nei primi anni la carriera si sviluppò principalmente al Met, dove fra il 1956 ed il 1962 apparve 54 volte. Si esibì di frequente anche alle Terme di Caracalla e al Teatro dell'Opera di Roma, mentre alla Scala soltanto nel 1966 (Madama Butterfly e Cavalleria rusticana).
Nel 1966 la moglie, la pianista Vera Franceschi, morì per una leucemia e questo contribuì alla fine della carriera: le apparizioni andarono via via diradandosi fino alla fine degli anni settanta. Apparve un'ultima volta nel 1981 in un concerto al Teatro Comunale di Ferrara per l'assegnazione del Premio Frescobaldi[6].
Dopo anni di silenzio Barioni riprese ad esercitare la voce e nel 1984 incise un disco di canzoni napoletane accompagnato dall'Orchestra a plettro Gino Neri di Ferrara, mostrando un materiale vocale ancora valido.[7]. In un CD dedicatogli dalla casa Bongiovanni si può ascoltare una registrazione effettuata al Teatro Comunale di Ferrara nel 2005, in occasione di una serata in suo onore, dove a 75 anni si esibisce nell'aria Ch'ella mi creda. Nel 2012 ricevette il Premio Caruso.
La sua unica incisione in studio è La rondine del 1966 per la RCA, dove la voce risulta ovattata in confronto alle numerose registrazioni dal vivo.[8].
^Archivio del Metropolitan di New York, su archives.metoperafamily.org. URL consultato il 10 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2018).
^Daniele Rubboli, Daniele Barioni - Davanti a lui tremò il Metropolitan, Bongiovanni Editore, Bologna 1996, pagg.25-27