il campo semi-permanente di epoca augustea si trovava in località Alteburg a tre km a sud di Colonia Agrippina. Al momento non sappiamo se poteva contenere solo vexillationes o intere legioni. Questo forte/fortezza era adiacente al porto della classis germanica.[8]
Il primo castrumlegionario semi-permanente potrebbe appartenere agli anni successivi alla visita in Gallia da parte di Augusto e del futuro imperatore Tiberio nel 16 a.C.[4][19] Questo primo accampamento, che si trovava a tre km a sud dell'Oppidum Ubiorum in località Alteburg, di fronte al porto fluviale della classis germanica,[8] arrivò probabilmente ad ospitare una legione, l'equivalente di 5.500 armati circa.
Una volta affidato il compito di iniziare la conquista della Germania libera, al figliastro Druso, quest'ultimo nel 12 a.C., dopo aver respinto un'invasione di Sigambri, dei loro alleati Tencteri ed Usipeti, penetrò all'interno del territorio dei Batavi (probabili alleati di Roma) e devastò le terre di Usipeti e Sigambri. Dopo aver disceso con una flotta il Reno in direzione del Mare del Nord, si rese alleati i Frisi e penetrò nel territorio dei Cauci.[20]
Nell'11 a.C. Druso operò più a sud, affrontando e battendo ancora una volta il popolo degli Usipeti, utilizzando l'importante base legionaria di Castra Vetera, poco più a nord di Ara Ubiorum, gettando nel corso della campagna un ponte sul fiume Lupia, l'attuale Lippe ed invase ancora una volta il territorio dei Sigambri (assenti poiché in lotta con i vicini Catti), costruendovi alcune fortezze (tra cui la latina Aliso); si spinse, infine, nei territori di Marsi e Cherusci, fino al fiume Visurgis, l'odierno Weser. Per questi successi ricevette gli onori trionfali (ovvero gli ornamenta triumphalia).[21] Gli anni successivi vide nuovi successi contro le popolazioni di Catti e Marcomanni da parte di Druso, che però morì nel 9 a.C. e fu sostituito al comando degli eserciti del Nord dal fratello Tiberio.
Le campagne militari proseguirono verso est e condussero a sottomettere i territori germanici fino al Weser, riducendoli quasi allo stato di provincia tributaria negli anni 8 e 7 a.C.[22]Ara Ubiorum diventava la sede religiosa della nuova provincia germanica ancora in fase di costituzione (come Lugdunum lo era per le tre Gallie. La provincia che andava formandosi avrebbe dovuto comprendere al termine delle campagne del 4 e 5 tutti i territori compresi tra Reno ed Elba.[23]
Al termine di queste ultime operazioni del 16, l'imperatore romano Tiberio creava due nuove "aree militarizzate" ad ovest del fiume Reno, divenute settant'anni più tardi le nuove province della Germania inferiore e della superiore,[25][26] mentre la fortezza legionaria potrebbe essere stata abbandonata dopo il 18,[25] o il 30,[27] a vantaggio della vicina Bonna, o forse più probabilmente potrebbero essere rimaste delle vexillationes (in località Alteburg) per il pattugliamento del fiume, a supporto della classis germanica.
Nel 50Agrippina minore, la moglie dell'imperatore romano e figlia di Germanico, chiese che il villaggio in cui era nata fosse innalzato al rango di colonia: fu allora istituita Colonia Claudia Ara Agrippinensium ("la colonia di Claudio e l'altare di Agrippina") o, più semplicemente, Colonia Agrippina.[3][28][29][30]
Con la morte dell'imperatore Nerone, il castra fu coinvolto nella Rivolta batava degli anni 69 e 70, al termine della quale fu in parte ricostruita per le evidenti azioni di distruzione operate dai ribelli batavi.[31]
Colonia Agrippina divenne importante centro di scambio dell'intera provincia, oltreché sede di importanti industrie di manufatti in ceramica, come è ben evidenziato dal tipico marchio di fabbrica CCAA, equivalente alla moderna dicitura made in Colonia Claudia Ara Agrippinensium.[33] Fece, inoltre, parte per i secoli successivi del settore nord del limes renano, ed ebbe il difficile compito di respingere le numerose invasioni che si susseguirono in seguito alla formazione della federazione germanica dei Franchi a partire dal III secolo. A partire dal 257 circa divenne, sotto Gallieno, sede di una importante zecca monetaria.[34]
Nel III secolo appena 20.000 persone abitavano nella città e nei suoi dintorni. Nel 260 il generale ribelle Postumo fece di Colonia la capitale del suo Impero delle Gallie, che includeva i territori nord-occidentali dell'Impero romano; lo stato fondato da Postumo durò, però, solo quattordici anni.
Con la riforma tetrarchica di Diocleziano la Germania inferiore fu trasformata in Germania secunda ed i suoi confini furono ampliati ad ovest, fino ad includere anche i territori dei Tungri e la loro capitale di Tongeren, mentre Colonia Agrippina rimaneva sempre capitale della nuova provincia. Sappiamo, inoltre, che vi furono anche importanti modifiche strutturali del limes di questa zona (il cosiddetto limes Belgicus), con la conseguente costruzione di tutta una serie di burgi fortificati lungo la strada Cologna-Bavai-Boulogne.[35]
Nel 310 l'imperatore Costantino I fece costruire un ponte sul Reno, difeso da un forte posto sull'altra sponda e noto come castellum Divitiae (il moderno sobborgo di Deutz), sulla sponda opposta del Reno.[36] Le sue funzioni principali erano di sorvegliare l'accesso al nuovo ponte (310) e di proteggere il traffico fluviale. Con la riforma di Costantino le truppe erano sotto il comando di un duces, uno per ogni provincia (dalla Germania Seconda, a quella Prima, alla Maxima Sequanorum ed alla Belgica Seconda, e posizionate a Colonia Agrippina, Mogontiacum, Besançon e sulla costa atlantica.[37]
Nel 355 la città cadde nelle mani dei Franchi, per rimanere nelle loro mani per 10 mesi. Fu infatti riconquistata dal futuro imperatore Giuliano nel corso delle successive campagne contro Franchi ed Alemanni.[38][39]
Infine, nel 459 i Franchi Sali conquistarono Colonia definitivamente e la fecero la propria capitale. La città infatti continuò ad essere abitata anche durante tutto il medioevo.[40][41]
^Carroll, Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome, p.38.
^Carroll, Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome, p.85.
^RIC, Gallienus, V 49; MIR 36, 874l; RSC 1062 del 257; RIC, Gallienus, V 11; MIR 36, 871b; RSC 253; RIC, Gallienus, V 18; MIR 36, 872l; RSC 308; RIC, Gallienus, V 44; MIR 36, 893h; RSC 1061a.
^Carroll, Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome, p.134 e 139.
^Carroll, Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome, p.89.
^Carroll, Romans, Celts & Germans: the german provinces of Rome, p.136.