Chiusaforte

Chiusaforte
comune
(IT) Chiusaforte
(FUR) Scluse[1]
Chiusaforte – Stemma
Chiusaforte – Bandiera
Chiusaforte – Veduta
Chiusaforte – Veduta
La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Udine
Amministrazione
SindacoFabrizio Fuccaro (lista civica) dal 25-5-2014
Territorio
Coordinate46°24′30″N 13°18′32.49″E
Altitudine391 m s.l.m.
Superficie100,2 km²
Abitanti603[2] (30-9-2021)
Densità6,02 ab./km²
Frazionivedi elenco
Comuni confinantiDogna, Malborghetto-Valbruna, Moggio Udinese, Plezzo (Bovec, SLO), Resia, Resiutta, Tarvisio
Altre informazioni
Lingueitaliano, friulano
Cod. postale33010
Prefisso0433
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT030025
Cod. catastaleC656
TargaUD
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona F, 3 498 GG[4]
Nome abitantichiusani
Patronosan Bartolomeo
Giorno festivo24 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Chiusaforte
Chiusaforte
Chiusaforte – Mappa
Chiusaforte – Mappa
Posizione del comune di Chiusaforte nella ex provincia di Udine
Sito istituzionale

Chiusaforte (in friulano Scluse[5], in sloveno Kluže[6]) è un comune italiano di 603 abitanti in Friuli-Venezia Giulia.

Geografia fisica

Via Campolaro e Via Roma viste dal piazzale della Chiesa parrocchiale
Municipio

Il centro è situato in una posizione geografica particolare: nei pressi di una strettoia della valle del Fella. Il comune si estende da ovest verso est comprendendo la Val Raccolana sino ad arrivare a circa 2 km dalla località turistica di Sella Nevea, frazione del comune, comprendendo anche l'Altopiano del Montasio. Il vasto territorio comunale è attraversato dalla SP76, che collega il centro di Chiusaforte all'incrocio con la SS54 in prossimità del Lago del Predil, compreso nel territorio comunale di Tarvisio. Il monte Canin e il Montasio sono le cime più importanti presenti nel territorio comunale, all'interno del quale ricade anche la stazione meteorologica di Chiusaforte-Saletto di Raccolana.

Storia

Probabile stazione romana sulla strada che da Aquileia saliva verso il Norico, divenne punto di passaggio obbligato in una strozzatura tra i monti nella valle del Fella, da cui deriva l'antico nome dell'abitato: Chiusa. Fu il patriarca di Aquileia Ulrico di Eppenstein (1086-1121) a costituirvi una muda per il pagamento dei pedaggi, con relativa fortificazione e castello. Proprio la muda attirò su Chiusa le attenzioni e le successive occupazioni da parte dei conti di Gorizia, dei duchi di Carinzia, poi degli arciduchi d'Austria ed infine della Repubblica di Venezia (1420). Il patriarca Ludovico di Teck se ne riappropriò temporaneamente nel 1422. Chiusa divenne poi teatro delle guerre tra Venezia e l'Austria.

Con l'avvento del Regno d'Italia le precedenti comunità rette da "merighi" furono riunite in un Comune di III classe inserito nel Dipartimento di Passariano (Distretto di Tolmezzo, Cantone di Resiutta). Con l'istituzione del Regno Lombardo Veneto entrò a far parte del Distretto di Moggio, mentre nel 1819 venne concesso al Comune di Chiusa il Consiglio Comunale, senza "ufficio proprio" in luogo del "Convocato Generale degli Estimati" che gli competeva come Comune di III classe. Nel 1866 venne annesso al Regno d'Italia. Nel 1867 il nome venne cambiato in Chiusaforte.

Con il Regio Decreto n.659 del 15 marzo 1928 i Comuni di Chiusaforte e Raccolana vennero uniti in un unico Comune denominato Chiusaforte. Nella seconda guerra mondiale subì numerose incursioni aeree alleate a causa del ponte della ferrovia per l'Austria. Nel 1976 subì notevoli danni a causa del terremoto. Chiusaforte attualmente appartiene alla Provincia di Udine, Mandamento di Pontebba, assieme alle frazioni di Casasola, Piani di là, Piani di Val Raccolana, Raccolana, Roveredo, Saletto, Sella Nevea.

Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.

Simboli

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto ministeriale del 13 giugno 1921.[7]

«D'argento, alla banda di rosso, accompagnata in capo ed in punta da una testa e collo di leopardo, al naturale ed in maestà. Ornamenti esteriori di Comune.»

Il gonfalone è un drappo di rosso concesso con DPR dell'11 luglio 1996.[7]

Onorificenze

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta. Eventi sismici 1976.»
— 12 dicembre 2002[8][9]

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[10]

Lingue e dialetti

A Chiusaforte, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[11].
La lingua friulana che si parla a Chiusaforte rientra fra le varianti appartenenti al friulano carnico[12].

Geografia antropica

Frazioni

  • Raccolana, già sede comunale propria fino al 1928, è separata da Chiusaforte dal fiume Fella. Interessante la parrocchiale dedicata a San Paolo Apostolo; da segnalare anche casa Della Mea, all'ingresso del paese (entrambi gli immobili sono inseriti nel patrimonio culturale regionale).
  • Costamolino, è un piccolo nucleo di case che sorge in posizione assai panoramica sulla destra orografica del Canal del Ferro, nel tratto compreso tra Dogna e Chiusaforte. Vi si giunge dalla statale Pontebbana attraverso il sentiero CAI n.427 oppure da Plagnis tramite una strada sterrata.
  • Sella Nevea, località di sport invernali sorta negli anni sessanta e settanta a 1.190 m s.l.m., nella conca tra il monte Canin e il Montasio. Sul Canin si snodano diversi chilometri di piste da sci, collegati con gli impianti di Plezzo nella vicina Slovenia.
  • Borghi e località: Casasola, Chiout Cali, Chiout Micheli, Patocco, Pianatti, Piani di là, Piani di qua, Piani di sotto, Raccolana, Roveredo, Saletto, Sotmedons, Stretti, Tamaroz, Villanova, Costamolino

Amministrazione

Infrastrutture e trasporti

La stazione di Chiusaforte nel 1917, quando era in esercizio.

Ferrovie

Dal 1878 al 1995 Chiusaforte era attraversata dalla ferrovia Udine-Tarvisio dove era presente la stazione ferroviaria. Fu dismessa nel 1995 a seguito del raddoppio della linea, il tracciato è convertito a pista ciclabile mentre là il fabbricato viaggiatori è adibito ad altri usi.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi Toponomastica ufficiale, su arlef.it.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ toponomastica ufficiale (DPReg 016/2014), su arlef.it.
  6. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, ISBN 88-11-30500-4.
  7. ^ a b Chiusaforte, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  8. ^ Comune di Chiusaforte, Medaglia d'oro al merito civile, su quirinale.it. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  9. ^ Il Presidente Ciampi ha conferito Medaglie al Merito Civile alla Regione Friuli - Venezia Giulia e ai Comuni colpiti dal terremoto del 1976, su presidenti.quirinale.it.
  10. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  11. ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana., su arlef.it.
  12. ^ Lingua e cultura, su arlef.it.

Voci correlate

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