Gli abitati, in parte abbarbicati su ripidi pendii, sono circondati da fitti boschi, molto ricchi di flora e fauna.
Storia
La valle del Degano, così come gran parte della Carnia, fu abitata a lungo dai Carni, un popolo di stirpe celtica.
C'è chi ha sostenuto (Antonino di Prampero) che la località di Graciolaco[6], citata nella donazione sestense del 778, corrisponda a Gracco; ma si tratta di un'opinione priva di riscontri e argomentazioni.
Le prime notizie documentate dell'esistenza di Rigolato risalgono al XIII secolo[7].
Qualcuno, forse riprendendo quanto solo ipotizzato da Giovanni Marinelli[8], ritiene che uno sviluppo importante sia intervenuto tra 1400 e 1500, quando iniziò lo sfruttamento delle miniere di argento e rame sul monte Avanza nel vicino comune di Forni Avoltri.
Come il resto della Carnia, fece parte del Patriarcato di Aquileia (1077-1420) e, in seguito, dal 1420 al 1797, della Repubblica di Venezia (Provincia della Carnia, quartiere di Gorto).
Sotto il Regno Lombardo-Veneto diviene comune di terza classe con Consiglio comunale senza ufficio proprio, contando più di 300 estimati, e capoluogo del Distretto di Rigolato (aggregato nel 1863 a quello di Tolmezzo), appartenente alla Provincia del Friuli.
Lo spopolamento del paese, già percepibile nel primo dopoguerra, è proseguito ininterrotto dagli anni cinquanta del Novecento fino ai nostri giorni, tanto da ridurre la popolazione ben al di sotto dei cinquecento abitanti.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 7 dicembre 1951.
«Campo di cielo, partito da un filetto d'argento: nel primo al ponte in muratura sopra un corso d'acqua al naturale, e sullo sfondo una cascata con la riviera di verde; nel secondo all'abete di verde, piantato su un monte roccioso degradante in banda, al cerbiatto rampante al fusto dell'abete. Ornamenti esteriori da Comune.»
Vuezzis, ospita una chiesetta di San Nicolò del XIV secolo che contiene un importante ciclo di affreschi aventi per tema la vita e le opere di San Nicolò (Il bambino nell'acqua bollente, Le tre figlie, L'icona [o il ladro], Il bastone rotto [Il miracolo dell'ebreo, L'uccisione del cristiano], L'abbattimento degli idoli) riconducibili a frescanti formati in «ambito vitalesco, o, comunque in una bottega operante in Friuli appena dopo la partenza da Udine del maestro bolognese. Non si possono non notare […] alcuni accenti naturalistici riferiti alla vita di ogni giorno, caratteristici nella pittura dei Tomaso da Modena, attivo a Treviso a partire dal 1348. Per tali motivi si può ritenere che gli affreschi presenti sulle pareti di san Nicolò siano stati eseguiti, se non a ridosso delle opere dei sopracitati maestri, in un arco di tempo che va dal sesto al settimo decennio del Trecento»[10]. La monofora campanaria, sormontata da una piccola cuspide piramidale, ospita un'antica campana, scampata alle depredazioni della prima guerra mondiale, uscita dalla fabbrica del veneziano Marco di Vendramo, come testimoniato dall'iscrizione in caratteri gotici «Vivenaius me fecit» e dalla marca del fonditore che rimanda a Marco, figlio di Vendramo, veneziano, il cui nome compare in un testamento del 1397[11]. All'interno è visibile una statuetta lignea raffigurante la Madonna in trono con Bambino (si tratta di una copia eseguita dallo scultore Gehard Demetz; l'originale è depositato nel Museo diocesano di Udine), probabilmente proveniente da un'ancona perduta e «inserita, con tutta probabilità, al centro di una pala collocata sopra l'altare maggiore della primitiva chiesa trecentesca di San Nicolò di Uecis», il cui soggetto iconografico «appartiene al tipo molto diffuso in tutta l'Europa romanica e derivato dagli apocrifi bizantini della Hodegetria», sul quale «agiscono già forse inconsapevolmente le idealità gotiche». Per questo la sua datazione ai primi decenni del XIV secolo «sembra la più rispondente alla sostanza estetica e culturale della Madonna di Uècis»[12].
Valpicetto, ospita la chiesa di Santa Barbara, edificata nel XVI secolo, in posizione dominante, vi si trovano all'interno alcuni affreschi.
Gracco, conserva i resti di un'antica foresta di faggi, un tempo di proprietà dei Patriarchi di Aquileia, nella quale sono presenti alberi secolari; il faggeto è conosciuto come bosco bandito. In Carnia sono numerosi i boschi che portano questo nome che risale al periodo in cui la Carnia era sotto il dominio della Serenissima. Venezia infatti aveva bisogno di molto legname per costruire le sue navi pertanto era proibito alla popolazione carnica l'approvvigionamento di legname in numerose foreste, opportunamente contrassegnate, che presero appunto il nome di bosco bandito.
Per la sua posizione, il paese è una valida base di partenza per gli appassionati di escursionismo. Nel territorio comunale sorge il rifugio Chiampizzulon di proprietà del Comune di Rigolato, che offre un punto d'appoggio per le ascensioni alle vette circostanti.
A Rigolato, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge n. 482/1999, della legge regionale n. 15/1996 e della legge regionale n. 29/2007[14]. La lingua friulana che si parla a Rigolato rientra fra le varianti appartenenti al friulano carnico[15]. La parlata locale dell'area di Rigolato e Forni Avoltri è una variante chiamata Riguladot, caratterizzata dall'antica terminazione vocalica del friulano, per cui la vocale terminale delle parole declinate al femminile (esclusi in parte gli articoli) diviene la o anziché la e dell'attuale friulano standard e la a del friulano occidentale e friulano goriziano.
Per esempio:
Italiano
Friulano (grafia standard)
Friulano (grafia fonetica locale)
acqua
aghe
ago
la chiesa
la glesie
la glisio
le chiese
lis glesiis
las glisios
Tale caratteristica è riflessa anche nelle denominazioni delle località, ad esempio: Gjiviano (fur. std. "Gjiviane", it. "Givigliana"), Vuezos (fur. std. "Vuezis", it. "Vuezzis"), Ludario (it. Ludaria)
Geografia antropica
Frazioni e località
Il comune di Rigolato comprende, oltre al capoluogo omonimo, diverse frazioni e altre località minori (fra parentesi le denominazioni in friulano e in variante locale dove divergono[16]).
Sulla destra orografica del torrente Degano e da nord si trovano:
Frazioni:
Ludaria (in friulanoLudarie, loc. Ludario ) sorge a 854 m s.l.m. Il paese ha dato i natali al poeta friulano Enrico Fruch (Ludaria 1873-Udine1932). In Friuli è molto conosciuta una villotta su Ludaria, scritta nella variante friulana locale, il riguladòt, intitolata Joi ce buino l'ago frescjo di Ludario
È in progetto la realizzazione di una variante per l'abitato stesso, in quanto vi sono dei passaggi stretti con uno spazio massimo di circa 2,50 metri.
Il comune fa parte dell'associazione intercomunale Alta Val Degano – Val Pesarina costituita nel 2007 insieme ai comuni di Comeglians, Forni Avoltri, Ovaro, e Prato Carnico.
Nella cittadina francese di Bethoncourt (Doubs)[17], negli anni cinquanta e sessanta, una parte della popolazione di Rigolato ha contribuito alla costruzione di alloggi per lo sviluppo economico della regione di Montbéliard[18].
Galleria d'immagini
Panorama degli abitati di Rigolato e Ludaria
La sede del municipio
Scorcio del centro
La chiesa parrocchiale
Note
^Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi Toponomastica ufficiale, su arlef.it.
^A. Di Prampero, Saggio di un glossario geografico friulano dal VI al XIII secolo, Antonelli, Venezia, 1882, p. 71.
^"Un documento del 5 giugno 1257 ci mostra Federico, figlio di Ermanno di Pinzano, dare a Federico, gastaldo di Udine, i suoi possessi di Clavais nel Canale di Gorto tenuti da un Voldorico, la villa di Avausa coi suoi diritti, il reddito di una marca che percepiva a Ludaria e quanto aveva a Fusea", Paschini P., Notizie storiche della Carnia da Venzone a Monte Croce e Camporosso, Li. Ed. "Aquileia", Udine-Tolmezzo, 1960 (II ed.), pp. 33-34.
^"Rigolato cominciò probabilmente ad avere importanza quando nei secoli XV e XVI s'intrapresero dei lavori abbastanza regolari di escavazione dei minerali d'argento e di rame in Avanza e poi dopo aperta la strada di Sappada nel 1762", Marinelli G., Guida della Carnia, G.B. Ciani, Tolmezzo, 1906, p. 303.
^Venier G., Gli affreschi di San Nicolò di Vuezzis, in «Quaderni dell'Associazione della Carnia Amici dei Musei e dell'Arte», 9 (2004), p. 35.
^Casa dell'Immacolata (a cura di), La campana della chiesa di San Nicolò in Vuezzis. Rigolato (Carnia). Ricerca storica, Casa dell'Immacolata, Udine, 1982. Un importante riscontro: «1396. 1.° La più antica campana è la piccola della chiesa parrocchiale di S. Gerolamo di Monticchio, chiesa che reca tracce evidenti medioevali, fra le quali l'iscrizione gotica sulla custodia del S. S. «hic est, corpus, X». La campana ha una forma oblunga, che ricorda quella a forma di zucche lunghe e sottili, menzionate dal Berlinguccio. Reca l'iscrizione in eleganti caratteri semigotici sull'orlo: @ 1396. M. Vendramus q.m Marcus fìlius me fecit. È quindi un Vendramo, che fuse la campana, di certo un Veneto», B. Schiavuzzi, Leggende e sigle sopra vecchie campane, in «Pagine Istriane», V (1907), pp. 2-9.
^Menis G. C., La Madonna di Uecis: una nuova testimonianza gotica nella scultura lignea friulana, in Id. (a cura di), Cultura in Friuli, SFF, Udine, 1988, pp. 417-426.
^Denominazioni toponimiche ufficiali in lingua friulana (Allegato al DPReg 016/2014).
^Inaugurazione della Piazza Rigolato il 10/12/2011 in omaggio ai muratori di Rigolato, in presenza dei sindaci dei due comuni.
^Rigolato-Bethoncourt di Guido Candido, pubblicato dal comune di Rigolato, luglio 2011.
Bibliografia
Vicario F., Vocabolari riguladot, Comune di Rigolato, Rigolato, 2000.
Roja A.- Vale G., Note di storia della parrocchia di San Giacomo di Rigolato, Tip. Carnia, Tolmezzo, 1926.
Cella P., Memorie di Givigliana, Stabilimento Tipografico Lukezic, Gorizia, 1928.
Klein H., I «materialisti» della Carnia nel salisburghese, in «Ce fastu?» XXX (1954), 1-6, pp. 70–88.
Klein H., Un friulano amico del giovane Mozart, in «Ce fastu?» XXXIX (1963), 1-6, pp. 72–79.
D'Andrea F. (a cura di), Veretâz. Storia, emigrazione esperienze e caratteristiche di una comunità, Alef/Comune e Scuola elementare di Rigolato, s.l., 1991.
Pinzan P., Gjviano di uno vôlto, S.e., S.l., 2003.
Pinzan P., Las glîsios de parochio di Rigulât. Plef di S.to Mario di Guart, S.e., Udine, s.a.
Puschiasis A., Rigolato tra XVII e XIX secolo. Anime, fuochi, migrazioni, Forum, Udine, 2009.
Tomasella P., Vincenzo Puschiasis (1874-1941). Un lapicida e costruttore carnico in Moldavia, in «Atti dell'Accademia "San Marco" di Pordenone», v. 15, Pordenone, 2013, pp. 549–566.