Carosino (Carusinu in dialetto salentino settentrionale) è un comune italiano di 6 519 abitanti della provincia di Taranto in Puglia.
Il comune di Carosino si trova nella zona settentrionale della penisola salentina, a sud delle Murge tarantine orientali, in una zona pianeggiante tra i comuni di San Giorgio Ionico a ovest, Monteparano a sud, Monteiasi e Grottaglie, situati più a nord. L'abitato è situato a 74 metri sul livello del mare, ed è distante da Taranto 13 km.
Il sito fu frequentato da genti messapiche. Successivamente sarebbe stato un importante centro sul fiorente asse commerciale Taranto-Grecia, come afferma D. Loiacono, portando a riprova il tesoretto di 76 monete argentee ritrovate nel 1904 in agro di Carosino;[senza fonte] queste monete permettono un'esatta datazione e costituiscono una precisa testimonianza dei rapporti economici e culturali con la grande polis dello Ionio. In conseguenza del saccheggio di Taranto ad opera dei Saraceni nel 927, è probabile che il sito sia stato ricolonizzato dopo un lungo periodo di abbandono, assumendo il toponimo di "Citrignano" (secondo I. Chirulli)[senza fonte].
Le prime fonti storiche certe derivano dai registri angioini e risalgono al 1348, quando il feudo di Carosino fu venduto dai Capitignano ai Palmerio di Capua. Decaduta durante la guerra greco-gotica, si fraziona in casali e casegrotte; l'agricoltura e la pastorizia restano le uniche attività economiche. È noto che nel XV secolo le armate albanesi al seguito di Scanderbeg rasero al suolo il piccolo ed antico casale il cui feudatario Raimondo De Noha fu alleato di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, Principe di Taranto nella sua rivolta contro il Re di Napoli nel 1462.
Il casale restò pressoché disabitato per quasi mezzo secolo, come feudo delle famiglie nobili della zona. Nel 1471 fu acquistato dagli Antoglietta e da questa famiglia nuovamente ricolonizzato, con autorizzazione del Viceré di Napoli, Charles de Lannoy, nel 1522. Nel 1517 il feudo divenuto Baronia passò alla famiglia dei Simonetta e poi ancora ai Muscettola nel 1614. Fu in questo periodo che scomparve il rito greco-bizantino e con esso probabilmente la lingua arbëreshe dei coloni albanesi in seguito al massiccio impegno dell'arcivescovo Lelio Brancaccio, che volle estendere il rito cattolico in lingua latina.
La baronia passò ancora di mano agli Albertini e poi agli Imperiali. Nel 1806, abolita la feudalità nel Regno di Napoli, il ducato di Carosino fu proprietà della famiglia Berio - Marulli. Nel 1875, con Carosino già comune del Regno d'Italia in seguito ad un plebiscito, i Marulli vendettero le loro proprietà terriere a Roberto d'Ayala Valva, insieme al Palazzo Ducale.
Lo stemma comunale è stato concesso con regio decreto del 25 ottobre 1928.[4]
«D'azzurro, alla fascia centrata d'oro, accompagnata in capo da un'aquila di nero, nascente dalla fascia, coronata d'oro, ed in punta da cinque spighe di grano del medesimo, poste a ventaglio. Lo scudo sarà fregiato di ornamenti da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di azzurro bordato di giallo.
Famoso per il vino per la relativa Sagra del Vino, Carosino annovera un patrimonio artistico di discreta rilevanza:
Abitanti censiti[5]
All'1-1-2022 risiedevano a Carosino 96 cittadini stranieri.
La vera festa patronale ha luogo durante il secondo fine settimana di ottobre, quando il comitato festa patronale presenta un programma civile e religioso di eventi che vedono il loro clou nel sabato sera con lo spettacolo musicale e la Domenica mattina con la messa solenne e la processione delle ore 12 con il Santo per le vie del paese accompagnato da confraternite, banda musicale, istituzioni locali e di Maratea (comunità gemellata nel nome di San Biagio), e numerosissimi fedeli e poi in serata lo spettacolo musicale ed i fuochi pirotecnici di fine festa, dopo aver ammirato le meravigliose luminarie.
Ricorrenza del 17 febbraio nel quale si ricorda l’apparizione della Vergine Maria al piccolo sordomuto Fortunato. Nell’occasione viene celebrata una santa messa alla quale segue la processione nel paese. La festa grande con luminarie, banda musicale e fuochi pirotecnici si tiene nella Domenica di Pasqua, Lunedì di Pasquetta e Martedi seguente.
Ciccitisanta Teatro, Compagnia del Teatro di Carosino, La Crasta, De...Mentibus, CarusTeatro APS.
L'agricoltura, grazie al protrarsi della stagione estiva ed al clima particolarmente favorevole, dona raccolti sempre abbondanti. I filari dei vigneti e gli ulivi si alternano alle bianche masserie di campagna, dove spesso è possibile gustare o acquistare prodotti tipici di questa terra. Famosa per i suoi vini - ma anche per l'olio e l'uva da tavola.
Carosino è lambita dalla Strada statale 7 ter Salentina che congiunge Taranto con Lecce ed è attraversata dalla strada provinciale ex SS 603 Carosino - Francavilla Fontana. Le strade provinciali 81, 91 e 92 collegano il centro abitato con Monteiasi, San Marzano di San Giuseppe e Monteparano.
Carosino è ben attrezzata di strutture pubbliche
L'Unione dei comuni di Montedoro è composta dall'insieme dei territori dei Comuni di Carosino - Faggiano - Monteiasi - Montemesola - Monteparano - Roccaforzata. Carosino è stato tra i comuni promotori della fondazione dell'Unione Montedoro.
La squadra cittadina è l'Asd Carosino Calcio e milita nel campionato di Seconda Categoria.
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