Il sotto-campo di Stara Gradiška, attivo sin dall'estate 1941 come prigione per politici, fu convertito in campo di concentramento per donne e bambini dall'inverno 1942 all'aprile 1945. È tristemente famoso per le brutali condizioni cui furono condannati i prigionieri. Vi trovarono la morte serbi, ebrei e zingari. Il numero delle vittime è 13.000, per la maggior parte bambini serbi.[2]
Nonostante l'assassinio sistematico e le oltre 300.000 vittime complessive, i crimini contro i serbi durante la seconda guerra mondiale non sono ufficialmente classificati come genocidio, il che è tuttora motivo di indignazione e controversia da parte serba.