Il campo di Jasenovac era articolato in cinque campi principali:[4]
Krapje (Jasenovac I) -- attivo dal 23 agosto 1941 al novembre 1941
Bročica (Jasenovac II) -- attivo dal 23 agosto 1941 al novembre 1941
Ciglana (Jasenovac III) -- attivo dal novembre 1941 all'aprile 1945
Kozara (Jasenovac IV) -- attivo dal febbraio 1942 all'aprile 1945
Stara Gradiška (Jasenovac V) -- attivo sin dall'estate 1941 come prigione per politici, fu convertito in campo di concentramento per donne e bambini dall'inverno 1942 all'aprile 1945.[5]
A Jasenovac erano collegati anche due campi minori che furono adibiti esclusivamente a bambini:[6]
La distruzione degli archivi del campo e l'assenza di ogni documentazione rendono difficile fornire il numero esatto delle vittime. Non stupisce che varie fonti riportino le cifre più disparate.[5].
Secondo le stime oggi più accreditate e condivise tra gli storici, il numero di morti si colloca fra 77 000 e 99 000. Di questi, i serbi sono stimati fra 45 000 e 52 000 (su un totale di 320000-340000 serbi uccisi in Croazia dagli ustascia), fra 12 000 e 20 000 ebrei (su un totale di più di 30 000 uccisi), fra 15 000 e 20 000 zingari e fra 5 000 e 12 000 croati e musulmani oppositori politici o religiosi del regime ustascia[7]. Molti erano bambini di età compresa fra i tre mesi e i quattordici anni. Sono stati individuati i nomi di 83 145 persone che si ritiene con buona probabilità siano deceduti al campo tra il 1941 e il 1945. Fra di esse anche diciannove italiani, diciotto uomini e una donna.[8][9].
Nella Republika Srpska, parte della confederazione della Bosnia ed Erzegovina, si è continuato a lungo a ripetere la cifra di circa 600 000 vittime,[10] oggi ritenuta del tutto irrealistica, che fu elaborata dalla storiografia jugoslava e sostenuta fino agli anni ottanta anche nelle altre repubbliche.
Direzione del campo
Jasenovac fu diretto tra gli altri dall'ufficiale ustaša Dinko Šakić, catturato in Argentina nel 1998. Chiamati a giudizio nel suo Paese insieme all'amante Nada Luburić, negarono ogni accusa, ma furono condannati a 20 anni di carcere. Fu diretto per due mesi anche dal francescano Miroslav Filipović-Majstorović[11], che vi era entrato come prigioniero per crimini commessi in precedenza. L'ex religioso e cappellano militare, già sospeso dalle sue funzioni dal legato papale il 4 aprile 1942[12], venne espulso dall'ordine dei francescani il 22 ottobre 1942[13][12]. Nel 1946 fu giudicato colpevole da un tribunale civile jugoslavo di Belgrado e condannato a morte per i suoi crimini.
^YUGOSLAVIA - JASENOVAC, su motlc.learningcenter.wiesenthal.org. URL consultato il 19 marzo 1982 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2006).
^ A report by the State Commission of Croatia for the Investigation of the Crimes of the Occupation Forces and their Collaborators (SCC), Section D-XXV .[1]
^abJure G. Krišto, Katolička crkva i Nezavisna Država Hrvatska 1941-1945, Zagreb, 1998, p. 223
Articolo OB sul campo di Jasenovac, su osservatoriobalcani.org. URL consultato il 16 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).