Durante la Seconda guerra mondiale, il Camerun francese rimase sostanzialmente sotto il controllo delle forze della Francia libera.
Nel 1960 la Francia rinunciò alle proprie pretese sulla zona, dichiarando la nuova e indipendente Repubblica del Camerun. L'anno successivo si tennero nel Camerun inglese una serie di referendum per stabilire il futuro del territorio, in vista dell'indipendenza. La parte settentrionale della colonia chiese di unirsi alla Nigeria, mentre la parte meridionale votò per confluire nel Camerun indipendente.
Nel settore delle esportazioni, al primo posto si collocava il cacao, seguito da arachide, sesamo, caffè e banane. D'importanza minore le colture di tabacco e cotone.
In crescita era lo sfruttamento delle foreste per legno d'ebano e altre tipologie e per olio di palma.
Era invece marginale il settore dell'allevamento, diffuso perlopiù nella zona settentrionale del paese.
Limitato era anche lo sfruttamento minerario, con piccoli giacimenti d'oro, argento e soprattutto stagno; l'industria risultava particolarmente arretrata, anche per la mancanza di fonti di energia moderne[3].
Popolazione
Nel 1939, su oltre 2,6 milioni di abitanti, la maggioranza (1,5 milioni) era di origine Bantù, presente soprattutto sulla costa e nelle regioni meridionali; all'interno predominava l'etnia sudanese (800.000), mentre gli europei erano una ristretta minoranza (2.791 coloni)[4]; la religione preponderante era il paganesimo, seguita dall'islam e dal cattolicesimo (208.000 fedeli)[4].