«Il y a un pacte vingt fois séculaire entre la grandeur de la France et la liberté du monde.»
(IT)
«C'è un patto di duemila anni tra la grandezza della Francia e la libertà del mondo.»
(Charles de Gaulle, Frase pronunciata durante il Discorso tenuto alla "Réunion des Français de Grande Bretagne", alla Kingsway Hall a Londra il 1º marzo 1941 e riportata inoltre sulla statua di de Gaulle sull'avenue des Champs-Élysées (place Clemenceau) a Parigi)
Charles de Gaulle, considerato come uno dei politici francesi più influenti del suo secolo, fu anche uno scrittore di talento. In particolare lasciò le sue Mémoires de guerre[5], nelle quali affermò essersi sempre «fatto una certa idea della Francia», giudicando che «la Francia non può essere la Francia senza la grandezza».
Biografia
Giovinezza (1890-1939)
Famiglia
Nato a Lilla in una famiglia cattolica e fortemente nazionalista, di origine aristocratica (fondata da Thébault de Gaulle nel XVI secolo), de Gaulle era figlio di un professore di storia e letteratura, Henri de Gaulle (1848-1932), che gli fece scoprire il nazionalismo, e di Jeanne Maillot (1860-1940). Charles de Gaulle era il terzo figlio ed aveva tre fratelli e una sorella:
Terminati gli studi secondari presso un collegio dei gesuiti stabilitosi al Castello di Antoing, nel 1909 entrò alla scuola militare di Saint-Cyr; nell'ottobre 1912 fu promosso sottotenente e assegnato al 33º reggimento di fanteria, allora comandato dal colonnelloPhilippe Pétain.
Il 18 gennaio 1915 ricevette la Croix de guerre e il 10 febbraio fu promosso capitano (a titolo temporaneo). Il 6 marzo fu ferito superficialmente a un orecchio e il 10 marzo a una mano a Mesnil-les-Hurlus, venne quindi ospedalizzato. All'inizio di agosto prese il comando della 10ª compagnia e il 3 settembre il grado di capitano diventò definitivo.
Il 26 febbraio 1916 il 33º reggimento di fanteria era a Verdun e partecipò alla battaglia. La 10ª compagnia fu circondata dal nemico nei pressi del fort Douaumont, il 2 marzo fu ferito a una coscia e dato per disperso. Fatto prigioniero fu curato all'ospedale di Magonza. Restò prigioniero fino al termine del conflitto.
Durante i due anni di prigionia conobbe un giovane sottotenente russo, il futuro generale sovietico Michail Tuchačevskij e tentò per ben 5 volte di evadere; rientrò in Francia nel dicembre 1918.
Tra le due guerre la sua carriera militare conobbe alti e bassi, ma si rivelò comunque piuttosto rapida. Divenne famoso (e controverso) per due proposte: la formazione di un esercito professionale, al posto della leva, e la sua passione per il carro armato, arma di cui divenne uno dei maggiori teorici francesi[6].
Philippe de Gaulle (1921-2024), ammiraglio e senatore, sposato con Henriette de Montalembert de Cers (1929-2014), da cui avrà quattro figli: Charles de Gaulle (1948-vivente), Yves de Gaulle (1951-vivente), Jean de Gaulle (1953-vivente) e Pierre de Gaulle (1963-vivente);
Al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, alla vigilia dell'entrata in guerra della Francia, sottolineò l'insufficienza della difesa, ma non venne preso in considerazione. Promosso generale di brigata a titolo provvisorio, il 6 giugno 1940 entrò nel governo di Paul Reynaud come sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale. De Gaulle si oppose all'armistizio con i tedeschi e lasciò la Francia per la Gran Bretagna il 15 giugno 1940.
Nel Regno Unito, Churchill sostenne de Gaulle come voce della Francia anti-nazista, contro il parere del suo governo che avrebbe preferito personaggi più di spicco. Alla fine passò la scelta di de Gaulle, e la BBC trasmise l'appello del 18 giugno ai francesi, da Londra, esortandoli a resistere ai tedeschi e alla richiesta di armistizio avanzata dal governo Pétain: fu il segnale d'inizio della resistenza francese ai nazisti.
Mentre in Francia il Regime di Vichy lo condannava a morte in contumacia per tradimento, in luglio de Gaulle, al sicuro in Gran Bretagna, cominciò a organizzare France libre (Francia libera). All'inizio si trattava di suscitare la resistenza ai tedeschi a partire dai possedimenti coloniali, che la madrepatria aveva più difficoltà a controllare; queste forze vennero poi collegate alle forze di resistenza francesi, e France libre divenne France combattante.
In quegli anni de Gaulle fu imposto come rappresentante della Francia libera di fronte al mondo in generale e all'Inghilterra in particolare, anche grazie alla preziosa collaborazione del Capitano Teyssot, suo "assistente" dal 1942 al 1944. La sua preoccupazione era quella di salvaguardare fin dall'inizio gli interessi e l'immagine della Francia sconfitta durante e dopo il conflitto, a partire dalla garanzia del mantenimento dei possedimenti coloniali, senza perdere di vista un momento l'onore e la grandeur francesi. Per garantire l'indipendenza della propria organizzazione, de Gaulle volle che gli stessi aiuti finanziari che il Regno Unito forniva a France Libre fossero rimborsabili - e furono effettivamente rimborsati molto prima della fine della guerra.
I rapporti di de Gaulle con Churchill erano spesso conflittuali e competitivi, ma sempre sostenuti da un forte rispetto reciproco. Altra era la situazione con Roosevelt: i due, provenienti da due diverse tradizioni politiche, si detestavano, e una battuta di de Gaulle con Churchill spiega in parte l'atteggiamento francese di fronte all'arroganza dello statunitense: "Sono troppo povero per inchinarmi".
Con la Liberazione de Gaulle avviò varie riforme, dalle nazionalizzazioni all'istituzione di un sistema di sicurezza sociale moderno. Dal 3 giugno 1944 al 2 novembre 1945 fu capo del governo provvisorio, e dal 2 novembre 1945 al 20 gennaio 1946 presidente del consiglio. Ma la politica riprese il suo spazio e i suoi tempi, e l'uomo era impaziente e non approvava la costituzione della Quarta repubblica.
Così nel gennaio 1946 de Gaulle si dimise e rifiutò la proposta del capo del governo di elevarlo nell'aprile di quell'anno al rango di maresciallo di Francia.
Nel 1947 fondò il suo movimento politico, il Rassemblement du Peuple Français (RPF), con l'obiettivo di trasformare la politica francese. Esso raccolse grandi consensi elettorali tra il 1947 e il 1948 (35% dei voti alle municipali, 42% tra i senatori eletti), tuttavia rigettando in blocco il sistema della Quarta Repubblica.
Nel 1951 l'RPF ottenne il 22,3 % dei suffragi e 117 deputati, ma già l'anno successivo ne perse prima 27, e poi 55, che aderirono ad altri partiti.
Progressivamente perse quindi importanza, e alle elezioni municipali del 1953 l'RPF perse metà dei propri voti.
Scontento dei risultati, de Gaulle si ritirò dalla vita politica nel 1953 rimanendo appartato a Colombey-les-deux-Eglises, mentre di fatto il partito venne messo "in sonno" nel 1955. Gli restarono accanto i sostenitori più fedeli come Jacques Chaban-Delmas, Michel Debré, Jacques Foccart[16], Roger Frey, Olivier Guichard e André Malraux, i cosiddetti "baroni del gollismo" che avranno un ruolo eminente negli anni successivi.
Il ritorno sulla scena
Rientrò in scena allorché la crisi delle dominazioni coloniali successiva alla fine della guerra bussò anche alle porte della Francia. I fallimenti in Indocina e in Algeria travolsero la Quarta Repubblica, in particolare la vicenda algerina, gestita in modo maldestro dai governi di coalizione e causa principale della crisi costituzionale del maggio 1958.
Infatti il governo di Pierre Pflimlin, che si era installato il 14 maggio, si dimise il 28 maggio. Nel frattempo de Gaulle, con la dichiarazione del 15 maggio, si dichiarò pronto ad assumere i poteri della Repubblica e, nella conferenza stampa del 19 maggio, confermò la sua volontà di rendersi utile per il Paese ma in un quadro strettamente legale e nel rispetto delle libertà pubbliche. Il 29 maggio il presidente René Coty fece appello "al più illustre dei francesi". De Gaulle accettò e il 1º giugno 1958 formò il governo e il giorno dopo ottenne i pieni poteri dall'Assemblea nazionale francese e divenne Presidente del Consiglio, con poteri quasi equivalenti a quelli della prima Costituente.
Come aveva annunciato, utilizzò questo potere per far redigere una nuova Costituzione sulla base delle idee enunciate nel discorso di Bayeux. Questa Costituzione mirava a esautorare la dialettica parlamentare, che egli stesso definiva la "dittatura parlamentare" (cioè quell'assetto istituzionale per il quale il potere di veto delle minoranze parlamentari, in un'Assemblea estremamente frazionata e rissosa, finisce per paralizzare le possibilità di azione dell'esecutivo, condanna i governi all'instabilità e genera una politica caotica), prevedendo una notevole concentrazione di poteri nelle mani dell'esecutivo (Presidente della Repubblica e governo da lui nominato) a discapito del Parlamento. Il presidente della Repubblica, in base agli articoli 6 e 7 della Costituzione, è eletto da un collegio di grandi elettori.
La nuova Costituzione, approvata con il 79,25% di voti favorevoli nella Francia metropolitana al referendum del 28 settembre, segnò il passaggio della Francia alla Quinta Repubblica con i poteri dell'esecutivo fortemente rafforzati. Le elezioni dell'Assemblea nazionale del 23 e 30 novembre (rispettivamente, primo e secondo turno elettorale) accordarono una larga maggioranza ai partiti gollisti.
Il 21 dicembre de Gaulle fu eletto Presidente della Repubblica con oltre il 78% dei voti dei grandi elettori. L'8 gennaio 1959 all'Eliseo avvenne il passaggio delle consegne con René Coty, l'ultimo presidente della Quarta Repubblica.
Nel 1958 de Gaulle fu nominato Persona dell'anno dalla rivista statunitense Time, secondo e sinora ultimo francese a essere nominato dalla rivista.
Assunta la presidenza, de Gaulle perseguì quelli che considerava gli obiettivi strategici della Francia:
misure economiche di sostegno all'economia (con l'introduzione del nuovo franco);
forte affermazione, nel pieno della guerra fredda, dell'indipendenza della Francia sia dal blocco sovietico (de Gaulle era profondamente e radicalmente anticomunista), sia dal dominio statunitense sull'Europa (a questo scopo dotò la Francia di proprie risorse nucleari, la force de frappe) e pose il veto per due volte all'ingresso del Regno Unito nella CEE, considerato la longa manus degli USA in Europa. Nel 1964 la Francia riconobbe la Repubblica Popolare Cinese;
Nel 1962 de Gaulle propose un emendamento agli articoli 6 e 7 della Costituzione per consentire l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, nonostante la forte opposizione di quasi tutte le forze politiche rappresentate all'Assemblea nazionale. Di fronte a ciò, la procedura di riforma costituzionale (che, regolata dall'articolo 89 della Costituzione, richiedeva - e tuttora richiede - almeno un'approvazione a maggioranza di entrambe le camere) si rivelò irta di ostacoli. Charles de Gaulle decise allora di ricorrere al potere presidenziale - previsto dall'articolo 11 della Costituzione - di indire un referendum popolare su proposta del governo concernente, tra l'altro, un progetto di legge riguardante l'organizzazione dei pubblici poteri.
L'Assemblea nazionale, per reazione al "colpo di mano" del presidente, sfiduciò il governo di Georges Pompidou (5 ottobre) e de Gaulle decise d'indire nuove elezioni. Anche se la forzatura della norma costituzionale era abbastanza evidente (l'articolo 11 si riferisce a leggi ordinarie, mentre le riforme della costituzione richiedono la procedura "rinforzata" di cui all'articolo 89), il 28 ottobre l'emendamento venne approvato dal corpo elettorale, con il 62,25% dei voti. Le successive elezioni politiche del 18 e 25 novembre videro una notevole affermazione gollista.
Adito dal Presidente del Senato il Conseil Constitutionnel (6 novembre 1962) contro tale "forzatura" costituzionale, questo rispose di non essere competente a giudicare questa questione perché il suo compito di giudicare in conformità della Costituzione le leggi organiche e le leggi ordinarie si "ferma" davanti alle leggi adottate dal popolo mediante Referendum. Ciò risultava dallo spirito della Costituzione che aveva fatto del Conseil Constitutionnel un organo regolatore dei pubblici poteri che visiona unicamente le leggi votate dal Parlamento e non anche quelle adottate dal popolo con Referendum, le quali costituiscono l'espressione diretta della sovranità nazionale.[20]
Nel 1965 si concluse il primo mandato presidenziale di de Gaulle e si svolsero le prime elezioni presidenziali a suffragio universale diretto. Al primo turno de Gaulle si fermò al 44,65% dei voti e fu costretto al turno di ballottaggio da François Mitterrand, secondo con il 31,72% dei voti, anche a causa della candidatura del centrista Jean Lecanuet, terzo con il 15,57% dei voti. Al secondo turno de Gaulle ottenne un nuovo mandato settennale, con il 55,20% dei voti.
De Gaulle continuò a promuovere energicamente l'indipendenza e un forte ruolo della Francia in politica estera:
mantenne il rifiuto all'entrata della Gran Bretagna nella CEE e sostenne l'Europa delle nazioni contro ogni modello di Europa sovranazionale, immaginandola imperniata sull'asse franco-tedesco ed estesa, in prospettiva, dall'Atlantico agli Urali;
La fase di forte inquietudine sociale culminata nel Maggio francese parve riportare de Gaulle ai tempi dell'appello del 18 giugno o della guerra d'Algeria; inizialmente scelse di allontanarsi da Parigi per incontrare a Baden Baden il generale Jacques Massu, comandante delle forze francesi in Germania. In sua assenza, il primo ministro Georges Pompidou riuscì a padroneggiare la situazione e al rientro di de Gaulle, un milione di sostenitori del gollismo sfilò per Parigi. Il Presidente sciolse l'Assemblea nazionale[24] e stravinse le elezioni del giugno 1968, con il partito gollista che ottenne 294 seggi su 487 e una maggioranza presidenziale di 394 deputati.
Ma l'anno dopo il Presidente perse con uno scarto minimo il referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione, che prevedeva la "costituzionalizzazione delle Regioni come collettività territoriali"[25] e la "riforma del Senato"[26]. Ma dissentirono da lui perfino alcuni autorevoli ex membri del governo come Valéry Giscard d'Estaing, e nell'indire il referendum, de Gaulle preannunciò che, in caso di esito negativo, ne avrebbe tratto tutte le conseguenze del caso.[27]
Dopo la presidenza (1969-1970)
Preso atto dei risultati del referendum, il 28 aprile 1969 annunciò le proprie dimissioni con effetto immediato da mezzogiorno.
L'anno successivo, dal 3 al 27 giugno 1970, effettuò un viaggio privato in Spagna, e fu ricevuto dal generale Franco, l'8 giugno a Madrid. De Gaulle in seguito passò la maggior parte del tempo nella sua residenza de La Boisserie a Colombey-les-Deux-Églises, dove lavorò al seguito delle sue Mémoires de guerre, il 18 settembre fu pubblicato il 5° (e ultimo) volume di Discours et messages e il 12 ottobre il 1° volume di Mémoires d'espoir: la morte gli impedirà di completare il 2° volume (solo i primi due capitoli erano pronti per la stampa) e di redigerne il 3°.
Il 9 novembre 1970, com'era sua abitudine, il Generale cominciò un solitario nella biblioteca della sua abitazione a Colombey; verso le 19:00 ebbe un malore causato dalla rottura di un aneurisma e morì alle 19:30. Nell'annunciare la sua morte in televisione, il nuovo presidente della Repubblica Georges Pompidou pronunciò la frase: «Françaises, Français, le général de Gaulle est mort. La France est veuve» ("Francesi, Francesi, il generale de Gaulle è morto. La Francia è vedova")[28][29].
De Gaulle è sepolto nel cimitero di Colombey-les-Deux-Églises, accanto alla figlia Anne e insieme alla moglie Yvonne (morta 9 anni dopo); a qualche metro riposano il genero Alain de Boissieu (1914-2006) e la figlia Elisabeth (1924-2013), il figlio Philippe (1921-2024) e la nuora Henriette (1929-2014)[31].
Alcune settimane dopo la morte di de Gaulle, il 23 dicembre 1970, fu adottata la legge nº 70-1206 sull'«esonero dei diritti di mutazione sulla successione del generale de Gaulle» per «servizi eccezionali resi alla Nazione». La legge fu presentata al Parlamento dal segretario di Stato all'Economia e alle Finanze, Jacques Chirac.
Il nome di Charles de Gaulle è stato dato a numerose arterie, ponti o immobili importanti dei comuni francesi: nel 2007, la Fondation Charles-de-Gaulle contava 3 634 comuni che avevano una o più vie «de Gaulle»[32], le municipalità di destra o di centro sceglievano generalmente la forma militare «Général-de-Gaulle», mentre quelle di sinistra più generalmente la forma civile «Charles-de-Gaulle». Si possono citare in particolare la place Charles-de-Gaulle (ex place de l'Étoile) e il pont Charles-de-Gaulle a Parigi o l'Aéroport Charles-de-Gaulle (ex Aéroport de Roissy).
Secondo un sondaggio effettuato nel 2005, nel contesto del 10º anniversario della morte di François Mitterrand, quest'ultimo, all'epoca solo presidente di sinistra della V Repubblica, è considerato come il miglior presidente dal 35%, seguito da Charles de Gaulle (30%) e Jacques Chirac (12%), che si rivendica gollista.
Un altro sondaggio realizzato da BVA nel 2009 indica che l'87% dei francesi giudicano positivamente la presidenza di de Gaulle, classificandolo così in prima posizione tra i presidenti della V Repubblica. Un altro sondaggio di BVA nel 2013 va nella stessa direzione: con 89% di opinioni positive de Gaulle appare come il presidente preferito dei francesi, mentre Mitterrand non è che in quinta posizione con 55%, dietro Pompidou (83%), Chirac (58%) e Giscard d'Estaing (57%).
Nel novembre 2010, in occasione del 40º anniversario della sua scomparsa, un sondaggio di TNS Sofres qualifica de Gaulle come «personaggio il più importante della storia di Francia» per il 44%, davanti a Napoleone (14%), Carlo Magno (14%), Jean Jaurès (12%), Luis XIV (7%) e Léon Blum (4%). Un'inchiesta realizzata dall'Ifop nell'aprile 2011 indica che il 45% dei francesi considerano il generale de Gaulle come colui che ha maggiormente cambiato la Francia, superando tutti gli altri presidenti della V Repubblica [Mitterrand (29%), Sarkozy (11%), Chirac (8%), Giscard d'Estaing (3%) e Pompidou (3%)].
Delle statue sono state erette in sua memoria anche all'estero: a Québec, Londra, Varsavia o Mosca. La Repubblica Popolare Cinese gli è pubblicamente molto riconoscente perché de Gaulle l'aveva riconosciuta diplomaticamente nel 1964. Israele invece riteneva più duramente le sue dichiarazioni sensazionali del 1967 che il culto popolare che era voluto all'«uomo del 18 giugno», che si poteva confrontare fino a quel momento, come ricordato da Éric Roussel, a quello di «Padre della Nazione» di David Ben Gurion. Il mondo arabo si ricorda di lui per le sue critiche contro l'occupazione di Gaza e della Cisgiordania. Ben Bella rese omaggio a de Gaulle come al più valoroso degli avversari del FLN: «Capo militare, è lui che ha portato contro di noi i colpi più duri», ma che finì per accettare l'indipendenza algerina; in effetti, per Ben Bella: «De Gaulle guardava più lontano» e «De Gaulle non era un politicante. Aveva quella dimensione internazionale che manca troppo spesso ai dirigenti attuali». A coloro che gli rimproveravano di essere rimasto un "cliente della Francia gollista" (Françafrique) Léopold Sédar Senghor replicava che pochi capi di Stato occidentali potevano vantarsi di aver rischiato personalmente la propria vita per realizzare l'indipendenza delle colonie. Il Líder MáximoFidel Castro aveva dichiarato davanti a delle telecamere di aver trovato in de Gaulle un modello dopo la lettura delle sue Mémoires de guerre. L'America Latina o il Vietnam apprezzano l'uomo che si opponeva alla dominazione statunitense, il Québec colui che rifiutava la predominanza anglofona.
Numerose strade, avenue, boulevard, piazze, spianate, statue, stazioni e ponti sono intitolati a Charles-de-Gaulle o al Général-de-Gaulle all'estero. In Francia sono 3.600 le intitolazioni a lui dedicate.
La Costituzione francese del 1958 dura ormai da più di mezzo secolo, con alcune modifiche. «L'uomo di Londra» (o «L'uomo del 18 giugno») è entrato in un passato mitico nel quale, per i francesi, lui incarna, e lui solo, l'opposizione al Governo di Vichy.
Gli anni che l'economista Jean Fourastié ha chiamato i "Trenta Gloriosi" (1945-1975)[35] hanno lasciato ai francesi il ricordo di un'epoca, seppur non facile (due guerre coloniali), almeno di crescita e prosperità. «Noi non siamo i più ricchi, noi non siamo i più potenti, ma io vi garantisco che noi siamo fra i più felici», affermava Georges Pompidou durante i consueti auguri di fine anno ai francesi. Ora, la fine di questo periodo felice corrisponde approssimativamente a quello di de Gaulle: difficile quindi in queste condizioni separare oggettivamente quello che è dovuto all'uomo e al suo delfino designato (Georges Pompidou) da quello che è dovuto al contesto economico.
Il primo presidente della quinta Repubblica francese appare oggi come uno degli ultimi grandi uomini capaci di fare la storia, lui che ha saputo spesso muovere gli eventi invece di lasciarsi muovere da essi; "protagonista della storia politica europea del Novecento, Charles de Gaulle è stato anche un pioniere nel ricorso ai mass media[36]. In maniera più aneddotica, molti tratti della sua personalità avevano generato una simpatia dei francesi verso la sua persona: innanzitutto il suo vocabolario non convenzionale per un uomo politico della sua epoca e della sua età («culbute», «chienlit»), le sue battute spiritose, o il suo senso della replica (durante una conferenza stampa, egli rispose a un giornalista la cui domanda era semplicemente «Come state?» con «Non sto male, ma rassicuratevi: un giorno non mancherò di morire»[37]); a Louis Vallon che avrebbe urlato «Morte agli stupidi!» durante una riunione, ai tempi del RPF, de Gaulle rispose: «Vasto programma!»[38]. Noti sono anche il suo disprezzo esibito per i partiti politici e, infine, la sua sfiducia verso una destra che non lo amava (e che glielo fece vedere nel 1969), così come verso una sinistra che non aveva mai veramente sostenuto il progetto di partecipazione dei salariati ai benefici della loro impresa, che gli era caro (conformemente alla sua politica direttamente ispirata dal cattolicesimo sociale[39]). De Gaulle era, in uno spirito molto «Asterix», uno di quei «piccoli che non si lasciano sopraffare dai grandi».[40] Non ci si sorprende quindi della sua dichiarazione secondo la quale il suo libro preferito sarebbe Cyrano de Bergerac. Egli fece un giorno questa constatazione ironica: «In fondo, voi sapete, il mio solo rivale internazionale è Tintin».
Il generale de Gaulle ha pianificato e modernizzato la ricerca e l'industria con l'impulso dello Stato. È durante il suo periodo che datano gli inizi dei grandi programmi che hanno fatto la forza dell'industria francese e che trovano il loro risultato oggi nelle grandi imprese francesi o europee:
nell'informatica, gli obiettivi del Plan Calcul (del 1966) non furono raggiunti, ma, grazie in particolare alla creazione del CII (nel 1966) e dell'IRIA (in seguito INRIA) (nel 1967), la Francia è il solo Paese europeo che sia riuscito a conservare un produttore informatico puramente francese, Bull – che produce oggi dei supercomputers - e che, insieme ad Atos, è oggi un leader europeo dell'informatica;
più in generale nella tecnologia, come ad esempio lo standard di trasmissione televisiva SÉCAM (adottato anche dall'URSS) o il turbotreno (da cui discende il TGV);[42]
— 3 giugno 1944 – 20 gennaio 1946, come Presidente del governo provvisorio della Repubblica francese, Capo di Stato de facto della Francia Libera dal 25 agosto 1944; 8 gennaio 1959 – 28 aprile 1969, come Presidente della Repubblica francese, poi Gran Croce
Primo e unico canonico d'onore della basilica di San Giovanni in Laterano (Santa Sede)
Proto-canonico della cattedrale di Notre-Dame d'Embrun
Proto-canonico della basilica di Notre-Dame di Cléry
Canonico onorario delle cattedrali di Saint Jean-Baptiste di Saint-Jean-de-Maurienne, di Saint-Julien di Mans, di Saint-Maurice d'Angers, di Saint-Jean di Lione, di Saint-Étienne di Cahors e di Saint-Étienne di Châlons
Canonico onorario delle chiese di Saint-Hilaire di Poitiers, di Saint-Martin di Tours e di Saint-Germain-des-Prés a Parigi
^Solo l'RPF fu fondato e diretto da de Gaulle, in seguito altri partiti gollisti ne appoggiarono la sua azione di governo, ma de Gaulle non era membro di questi partiti: UNR (1958-1967), UDT (1959-1967), UDR (1968), UDR (1968-1976).
^Mitterrand, però, una volta arrivato al potere (dal 1981 al 1995) non farà nulla per modificare il regime semipresidenziale francese, anzi farà ampio uso del sistema per ben 14 anni.
^Traduzione: A TUTTI I FRANCESI! La Francia ha perduto una battaglia! Ma la Francia non ha perduto la guerra! Dei governanti d'occasione si sono permessi di capitolare, cedendo al panico, dimenticando l'onore, consegnando il paese alla schiavitù. Tuttavia, niente è perduto. Niente è perduto, perché questa guerra è una guerra mondiale. Nel mondo libero, forze immense non si sono ancora espresse. Un giorno, queste forze schiacceranno il nemico. È necessario che la Francia, quel giorno, sia partecipe della vittoria. Allora, essa ritroverà la sua libertà e la sua grandezza. Tale è il mio scopo, il mio unico scopo! Ecco perché io chiamo i Francesi, ovunque essi si trovino, a unirsi a me nell'azione, nel sacrificio e nella speranza. La nostra patria è in pericolo di morte, lottiamo per salvarla! VIVA LA FRANCIA! Generale DE GAULLE Quartier Generale, 4 Carlton Gardens, Londra.
^(FR) De Gaulle, Saint-Cyrien, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2016).
^Jacques Foccart (1913-1997) è stato dal 1958 al 1974 segretario generale dell'Eliseo per gli affari africani, in pratica il reale ispiratore della politica francese nel "continente nero" (Françafrique) sotto de Gaulle e Pompidou. Oltre a rivestire ruoli di primo piano all'interno del movimento gollista, è stato uno dei capi del Service d'action civique (SAC), guardia pretoriana al servizio del partito gollista.
«Paris, Paris outragé, Paris brisé, Paris martyrisé mais Paris libéré ! Libéré par lui-même, libéré par son peuple avec le concours des armées de la France, avec l'appui et le concours de la France tout entière : c'est-à-dire de la France qui se bat. C'est-à-dire de la seule France, de la vraie France, de la France éternelle. (it: Parigi, Parigi oltraggiata! Parigi spezzata, Parigi martirizzata ma Parigi liberata! Liberata da sè stessa, liberata dal suo popolo con il concorso delle armate francesi, con l'appoggio e il concorso dell'intera Francia: cioè della sola Francia, della vera Francia, della Francia eterna.)»
«Françaises, Français. Étant le détenteur de la légitimité nationale et républicaine, j'ai envisagé, depuis vingt quatre heures, toutes les éventualités, sans exception, qui me permettraient de la maintenir. J'ai pris mes résolutions. Dans les circonstances présentes, je ne me retirerai pas. J'ai un mandat du peuple, je le remplirai. Je ne changerai pas le Premier ministre, dont la valeur, la solidité, la capacité, méritent l'hommage de tous. Il me proposera les changements qui lui paraîtront utiles dans la composition du gouvernement. Je dissous aujourd'hui l'Assemblée nationale. (it.: Francesi, Essendo il detentore della legittimità nazionale e repubblicana, io ho esaminato. dopo ventiquattro ore, tutte le eventualità, senza eccezione che mi permetteranno di mantenerla. Io ho preso le mie decisioni. Nelle attuali circostanze io non mi dimetterò. Io ho un mandato del popolo, io lo compirò. Io non cambierò il Primo ministro, il cui valore, la cui solidità, capacità, meritano l'omaggio di tutti. Egli mi proporrà dei cambiamenti che gli parranno utili nella composizione del governo. Io sciolgo oggi l'Assemblea nazionale.)»
^La "regionalizzazione" sarà poi realizzata, con la Loi Defferre, nel 1982.
^Il sistema politico francese è bicamerale; ma poiché il Senato è eletto in maniera indiretta (a differenza dell'Assemblea nazionale che è eletta direttamente dai francesi), esso non ha influenza sul governo - il governo non ha bisogno della maggioranza (e della fiducia) del Senato per governare, ma solo della maggioranza (e della fiducia) dell'Assemblea nazionale – e inoltre è l'Assemblea nazionale che ha "l'ultima parola" nel processo legislativo in caso di blocco tra le due camere (bicameralismo imperfetto). Il "nuovo Senato" sarebbe stato il risultato della fusione del "vecchio Senato" con il CESE (l'omologo francese del CNEL) e avrebbe avuto un ruolo unicamente consultivo (non più legislativo).
«Votre réponse va engager le destin de la France, parce que si je suis désavoué par une majorité d'entre vous, solennellement, sur ce sujet capital et quels que puissent être le nombre, l'ardeur, le dévouement de l'armée de ceux qui me soutiennent et qui de toute façon, détiennent l'avenir de la patrie, ma tâche actuelle de Chef de l'Etat deviendra évidemment impossible et je cesserai aussitòt d'esercer mes fonctions. (it.:La vostra risposta impegnerà il destino della Francia, poiché se io vengo sconfessato da una vostra maggioranza, solennemente, su questo punto capitale e qualunque possa essere il numero, l'ardore la devozione dell'esercito di coloro che mi sostengono e che in tutti i modi detengono l'avvenire della patria, il mio compito attuale di Capo dello Stato diventerà evidentemente impossibile e io cesserò subito di esercitare le mie funzioni.)»
^(FR) Les voies de Gaulle, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2017).; (FR) Les voies "De Gaulle" en France, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2017).
«Nous nous unissons à l'Angleterre pour construire le premier avion de transport supersonique du monde. Nous sommes prêts à étendre à d'autres types d'appareils, civils ou militaires, cette collaboration franco-britannique.»
^(FR) Charles de Gaulle, De Gaulle et la technologie, in Gilles Marchandon e Patrice Noailles (a cura di), Politiques & technologies, prefazione di Stanley Hoffmann e introduzione di Jacques Chirac, Paris, Seillans, 1994, ISBN9782950712011, OCLC464958810.
^Lettres, Notes et Carnets comprende 13 volumi pubblicati tra il 1980 e il 1997:
Tome 1: 1905-1918, Plon, 1980,
Tome 2: 1919-juin 1940, Plon, 1980,
Tome 3: juin 1940-juillet 1941, Plon, 1981,
Tome 4: juillet 1941-mai 1943, Plon, 1982,
Tome 5: juin 1943-mai 1945, Plon, 1983,
Tome 6: mai 1945-juin 1951, Plon, 1984,
Tome 7: juin 1951-mai 1958, Plon, 1985,
Tome 8: juin 1958-décembre 1960, Plon, 1985,
Tome 9: janvier 1961-décembre 1963, Plon, 1986,
Tome 10: janvier 1964-juin 1966, Plon, 1986,
Tome 11: juillet 1966-avril 1969, Plon, 1987,
Tome 12: mai 1969-novembre 1970, Plon, 1988,
Tome 13: compléments de 1924 à 1970, Plon, 1997.
^Le Fil de l'épée et autres écrits è una raccolta dei primi scritti di de Gaulle e comprende:
La Discorde chez l'ennemi,
Le fil de l'épée,
Vers l'armée de métier,
La France et son armée,
Trois études,
Articles et écrits,
Mémorandum.
^Mémoires de guerre et mémoires d'espoir è una raccolta che comprende i 3 volumi delle Mémoires de guerre e i 2 volumi delle Mémoires d'espoir.
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(FR) Fondation et Institut Charles de Gaulle, su charles-de-gaulle.org. URL consultato il 28 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2011).
AEA June Bug Role Pioneer era aircraftType of aircraft Manufacturer Aerial Experiment Association Designer Glenn Curtiss First flight June 21, 1908 Status Crashed January 2, 1909 Primary user Aerial Experiment Association Produced 1908 Number built 1 The June Bug was an American pioneer era biplane built by the Aerial Experiment Association (A.E.A) in 1908 and flown by Glenn Hammond Curtiss. The aircraft was the first American airplane to fly at least 1km in front of a crowd. Design and...
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