Il nome generico (bromus) deriva dalla lingua greca ed è un nome antico per l'avena.[3] L'epiteto specifico (lanceolatus) significa "simile a una lancia, riferito alla forma delle foglie".[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico e medico tedesco Albrecht Wilhelm Roth nella pubblicazione "Catalecta Botanica" (Catal. Bot. 1: 18 1797) del 1797.[2]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 3 - 8 dm (massimo 100 cm). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[5][6][7][8][9][10][11][12]
I culmi sono cavi a sezione più o meno rotonda, lisci; i nodi sono scuri o nerastri. Il portamento in genere è eretto o ginocchiato alla base. I fusti non sono fascicolati ma solitari.
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole (o raramente auricolate); l'aspetto è mollemente villoso per peli lunghi 1 - 1,5 mm, ma anche più brevi.
Ligula: la ligula, breve, è membranosa e a volte è cigliata. Lunghezza: 1 - 1,5 mm.
Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lanceolate e piatte. Entrambe le superfici sono pubescenti. Dimensione delle foglie: larghezza: 3 –4 mm; lunghezza 15 – 20 cm.
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere sono ramificate e sono formate da alcune spighette più o meno erette ed hanno la forma di una pannocchia contratta (specialmente alla fruttificazione). I rami inferiori sono allungati (2 – 4 cm), rigidi ed eretti. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Lunghezza della pannocchia: 10 – 20 cm.
Spighetta
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, pedicellate, con forme lanceolate-cilindriche, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 8 a 20 fiori sovrapposti. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. Gli internodi della rachilla non sono visibili. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori o sopra le glume. Lunghezza delle spighette: 25 – 45 mm.
Glume: le glume, con forme ovate e apici acuminati, sono nettamente disuguali: 6 – 8 mm (con 3 - 5 nervi) e 9 – 12 mm (con 7 - 9 nervi).
Palea: la palea è un profillo con alcune venature; può essere cigliata.
Lemma: il lemma, erbaceo e con forme ovato-lanceolate, ha una resta apicale diritta, ritorta e divaricata (termina con 2 denti acuminati). Le nervature (7 - 9) sono sporgenti; i margini sono membranosi. Lunghezza del lemma: 12 – 14 mm. Lunghezza della resta: 15 mm.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti colorati di marrone scuro, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. Lunghezza del cariosside: 7 – 8 mm.
Biologia
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[13]
Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono le colture, i pascoli e i ruderi. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1.200 ms.l.m. (fino a 1.800 ms.l.m. in Asia[11]); nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Bromus lanceolatus appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae
Tassonomia
La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[9][17]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Bromus fa parte della sottofamiglia Pooideae ed è l'unico genere della tribù Bromeae.[5][6]
Filogenesi
La tribù Bromeae fa parte della supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982. La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Hordeeae e Bromeae. All'interno della supertribù, la tribù Bromeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Hordeeae.[18]
I Bromus della flora spontanea italiana sono suddivisi in tre gruppi distinti: Festucaria G. et G., Anisantha Koch e Bromus s.s. La specie di questa voce appartiene al gruppo Bromus s.s.[19] Il ciclo biologico delle piante di questo gruppo è annuo con un aspetto molto diverso dalle specie del genere Festuca. A maturità le spighette si restringono all'apice ed hanno delle reste caratteristiche (allargate). Le nervature delle due glume (con forme ovate lunghe 3,5 – 9 mm) sono diverse: quella inferiore ha 3 nervature; quella superiore è 7 - 9 nervature. La resta dei lemmi (con forme ovato-lanceolate) è dorsale.[7]
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 13 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).