Il comune di Berzo Demo si trova adagiato sulle pendici meridionali del Pian della Regina. È formato da tre abitati: quello più a valle è Demo, al centro sta Berzo e in cima Monte.
Origini del nome
Il paese di Berzo nel 1596 era chiamato Bercio, nel 1612 Bertio; si suppone provenga dalla voce preromana Bersium, ovvero recinto per gli animali.[8] Alla stessa etimologia risale evidentemente anche il nome di Berzo Inferiore, paese della stessa Val Camonica, distante 25 km.
Demo invece potrebbe derivare dal vocabolo trentino dema, che significa "via", ovvero luogo di transito dell'antica strada Valligiana.[9]
Storia
Lunedì 6 aprile 1299 i consoli della vicinia di Berzo e Demo si recano a Cemmo dove è presente Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di BresciaBerardo Maggi. Qui giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta.[10]
Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 i rappresentanti della comunità di Demo, Albertino di Martino di Demo e il notaio Giovannino Boldrini di Saviore, si schierarono sulla sponda ghibellina.[12]
Nel 1760 Berzo, Demo e Monte contavano 790 abitanti.[14]
Tra il 1927 ed il 1948 (Regio Decreto 28 settembre 1927) Berzo Demo fu unito al comune di Cedegolo.[14]
Nella località industriale di Forno d'Allione, dove già nel 1808 era entrato in funzione un importante forno fusorio, si trovava lo stabilimento di elettrodi grafitati, raffigurati anche nello stemma comunale, fondato nel 1929 come Società anonima Elettrografite di Forno Allione, passato poi alla multinazionale Union Carbide, che in seguito alla crisi internazionale dell'acciaio e alla conseguente diminuzione del fabbisogno di elettrodi iniziata nel 1975, cessava ogni attività produttiva. Lo stabilimento fu definitivamente chiuso e dismesso nel 1994.[15]
Feudatari locali
Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:
«D'azzurro, ad un gambo di grano saraceno in palo, fogliato di tre al naturale, con la parte inferiore caricata di tre cilindri di argento diseguali disposti in fascia.»
(D.P.R. del 15 dicembre 1981)
Approvato con delibera comunale del 10 settembre 1981, lo stemma ottenne il decreto di concessione il 15 dicembre dello stesso anno.
Il simbolo del comune rappresenta alcuni elementi caratteristici del paese e della tradizione locale[16]: una pianta di grano saraceno «coltura tipica di questo paese di montagna» e tre cilindri raffiguranti degli elettrodi essendo questo comune «il più grande, se non l'unico, produttore di grafite d'Italia».[15]
Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di giallo.
Ricorrenze
Ogni cinque anni (l'ultima nel 2010) la comunità di Demo organizza la festa della Madonna Grande, durante la quale l'intero paese viene addobbato con dase (dialetto camuno: rami d'abete) e fiori di carta. Ogni famiglia o contrada costruisce una "grotta" che ricorda la figura della Madonna. Tradizione vuole che questa festa risalga al 1880, quando la comunità fece voto alla Madonna per scamparla da un'alluvione.[17][18] La cerimonia è simile alla Funsciù di Gianico.
A dicembre di ogni anno si tiene a Monte la manifestazione Ëre da Nadal dal Mut, una serie di mercatini di natale ispirati alla tradizione camuna.[19]
Chiesetta di Sant'Agostino, nei pressi della torre campanaria, ormai sconsacrata. All'interno una lapide datata 1640.
Chiesa di San Zenone, su una collinetta ai piedi del paese, è del secolo XVI. Ha un campanile triangolare.
Chiesetta dei Morti dedicata a san Valentino:Fino a pochi anni fa era coperta letteralmente di ex voto, specialmente di quelli anatomici (gambe, piedi, mani di legno) fabbricati da un qualche falegname del luogo, senza alcuna arte, ma significanti una vivissima devozione, oggi ne è spoglia.[21]
Architetture militari
Il campanile del 1865 sorge sui ruderi di una casa-torre medievale
Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomignoli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di
29 giugno vigilia santi Pietro e Paolo. Si metteva un albume in una bottiglia e si lasciava all'aperto fino al mattino successivo; al mattino l'albume aveva assunto le fattezze di una barca (Barca di San Pietro).[25]
9 agosto vigilia di San Lorenzo. Venivano accesi falò in montagna da dei pastori.[25]
15 agosto, Ferragosto.A Berzo si effettuava la Benedisù del Toc (benedizione del pezzo): ogni famiglia portava un pezzo di pane di segale che veniva raccolto sul sagrato della chiesa e distribuito ai forestieri. Esso era prima benedetto dalla statua della Madonna che veniva poi portata in processione per il paese: durante il passaggio la gente ostentava le lenzuola bianche alle finestre. Si tramanda che il pane della Madonna fosse nato a seguito di un voto fatto dalla comunità a Maria per averla protetta da una serie di massi staccatisi dal Poggio della Croce.[26]
1º novembre, Ognissanti. Nella notte a Berzo Demo si lasciavano aperte le imposte delle finestre e si collocava un lume sulla tavola; quindi si attendeva nelle case l'arrivo dei morti, vegliando alla fiamma del camino. A disposizione delle anime erranti venivano predisposti dei secchi d'acqua affinché potessero rinfrescarsi".[27]
Geografia antropica
La circoscrizione comunale è costituita dalla sede comunale Berzo, dalle frazioni Demo e Monte, dagli agglomerati di Saletto e Forno Allione e dalle località La Palazzina, Bettolino e Lorengo[1].
La maggior parte degli abitanti è ripartito nelle tre frazioni (Berzo, Demo e Monte).
Berzo, sede del municipio, si trova sul versante sud del Piz Olda, ad un'altezza media di 700 m s.l.m.
Sul fondo valle si trova Demo, la frazione più popolosa.
Poco sopra Berzo, salendo lungo la strada provinciale si arriva a Monte, piccola frazione.
^ Baccanelli, Boldini, Moreschi, Ruggeri, Bercio - storia religiosa e civile del comune di Berzo Demo, Breno, Tipografia camuna, 2003, p. 12.
^ Baccanelli, Boldini, Moreschi, Ruggeri, Bercio - storia religiosa e civile del comune di Berzo Demo, Breno, Tipografia camuna, 2003, p. 24.
^ Gabriele Archetti, Berardo Maggi - Vescovo e signore di Brescia, Brescia, ottobre 1994, p. 320.
^Tratto da: Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 104, ISBN88-343-0333-4.
^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 183.
^Tratto da: Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 206, ISBN88-343-0333-4.
^ab Baccanelli, Boldini, Moreschi, Ruggeri, Bercio - storia religiosa e civile del comune di Berzo Demo, Breno, Tipografia camuna, 2003, p. 7.
^ab Marco Foppoli, Berzo Demo, in Stemmario Bresciano, Provincia di Brescia / Grafo, 2011, p. 190, ISBN978-88-7385-844-7.
^ Baccanelli, Boldini, Moreschi, Ruggeri, Bercio - storia religiosa e civile del comune di Berzo Demo, Breno, Tipografia camuna, 2003, p. 11.