Situato nella media Val Camonica, sorge sulle rive del fiume Oglio, su una pianura delimitata da uno sperone roccioso che lo delimita dai comuni di Breno e Bienno. È il comune con il territorio meno esteso della Provincia di Brescia.
Verso sud è presente un'estesa pianura, denominata Prada o Colture.
Città romana, è sorta su un precedente luogo abitato dell'età del ferro; nel medioevo è nominata come Civethate.[6]
Nel XII secolo era sede di un gastaldo vescovile, forse espressione delle potenti famiglie degli Avogadro e dei Sala.[7]
Lunedì 13 aprile 1299 Cazoino da Capriolo, camerario del vescovo di BresciaBerardo Maggi, si trasferisce a Civitate dopo aver visitato i territori delle pievi di Edolo e Cemmo per continuare la stesura dei beni vescovili in Val Camonica. Il rettore è Guidone da Berzo, il presbitero Girardo, che giurano secondo la formula consueta fedeltà al vescovo, e pagano la decima dovuta. Si segnala che la decima per metà andava al vescovo, per metà alla famiglia Da Palazzo, mentre il ponte sul fiume Oglio doveva essere mantenuto in comunità con Borno, Malegno ed Esine; Lozio e Berzo dovevano fornire invece un pilone a testa (subligam).[6]
Nel 1364 Cividate avvia un contenzioso contro le comunità di Borno, Esine, Plemo e Lozio poiché le comunità non avevano rispettato il patto per le forniture delle sublighe del ponte che attraversava l'Oglio.[7]
Nel 1415 Comincino Federici infeudava Cividate.[8]
Nel 1537 viene ricostruito il ponte caduto a causa di un'alluvione. Crollerà nuovamente nel 1700, determinando la morte per annegamento di due persone.
Nel 1871 venne sostituito da una gettata in muratura, andata distrutta e ricostruita in seguito all'inondazione del 1960.[9]
Tra il 1863 ed il 1887 Cividate assume il nome di "Cividate Alpino",[10] ma a causa di confusioni burocratiche il paese assume il nome di "Cividate Camuno" a partire dal 1887.[11]
Gli Antichi Originari erano, al tempo delle vicinie, i capifuoco delle famiglie native del paese: essi erano gli unici che avevano il potere di deliberare nei consigli, mentre i nobili, gli ecclesiastici e gli stranieri (anche se residenti da diverse generazioni nel paese) ne erano esclusi. I cognomi degli Originari di Cividate, riportati nei registri della vicinia, erano:[7]
«Troncato: nel primo d'oro, all'aquila al naturale, tenente tra gli artigli un cartiglio d'azzurro recante la scritta Civitas Camunnorum; nel secondo d'argento, alla torre al naturale, murata e aperta di nero, merlata di cinque pezzi alla guelfa, fondata in punta su un corso d'acqua al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma è privo di concessione ufficiale ed è liberamente adottato e usato dal Comune.
L'aquila nel primo campo con la scritta Civitas Camunnorum ricorda
il periodo romano, quando il paese fu capoluogo del territorio dei Camuni; la torre che si erge dalle acque del fiume Oglio rappresenta il periodo
medioevale, quando Cividate fu il centro del dominio feudale del vescovo di Brescia.[16]
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di rosso.
Chiesa di Santa Maria Assunta, sorge sull'area della cappella battesimale dedicata a san Giovanni Battista, sostituita dopo il mille dalla pieve romanica. Il portale con trabeazione romana proviene dalla chiesa di Santo Stefano, trasportato qui nel 1761 dall'arciprete Guadagnini. All'interno una tempera di Callisto Piazza raffigurante la Vergine con Bambino ed i santi Stefano, Lorenzo, Giovan Battista e Geroloamo.
Chiesetta dei Beati Giuseppe Tovini e Mosè Tovini, antistante la chiesa parrocchiale, anni fa era la cappella delle suore e dell'asilo.
Chiesa di Santo Stefano, domina il paese, vi si accede da una scala con quattro rampe senza altra possibilità d'accostamento (la scala porta la data 1770). Scavi archeologici hanno segnalato elementi precristiani.
Con i suoi 3 km2 Cividate è il comune più piccolo della provincia di Brescia.
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Il nucleo più antico di Cividate è probabilmente sulla collina di S.Stefano, luogo dove probabilmente in epoca romana sorse un capitolium e successivamente un luogo di culto cristiano. A est vi era un ponte sul fiume Oglio, ed in corrispondenza della sponda opposta un ricovero per i viandanti, poi trasformato in convento.
Accanto vi era il foro. Più a ovest il teatro e l'anfiteatro romani.
Questi resti, aggiunti a quelli presenti nel Museo archeologico nazionale della Valle Camonica, situato a Cividate e riaperto a giugno 2021, nella nuova, moderna e ben più ampia sede, indicano come questa città in epoca romana fosse una dotata di servizi e monumenti di un certo rilievo.
Un recente restauro effettuato dalla Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia ha interessato il complesso del teatro e dell'anfiteatro, inserendoli in un parco museale denominato Parco archeologico del teatro e dell'anfiteatro romani di Cividate.
Di epoca romana sono anche la grande statua di Minerva, trovata in prossimità del santuario di Minerva a Breno (Località Spinera), santuario e che affonda le sue origini in epoche precedenti. E quella della statua virile di recente ritrovamento (2004) a Cividate. Entrambe sono conservate del Museo Archeologico.
Oltre ai considerevoli resti romani, vi è da segnalare la Torre Medioevale.
Fra il 1901 e il 1917 la località costituiva inoltre il capolinea settentrionale della tranvia Lovere-Cividate Camuno, lungo la quale nel 1908 fu istituita la fermata Cividate Ferrovia a servizio della citata stazione.
^ab Gabriele Archetti, Berardo Maggi - Vescovo e signore di Brescia, Brescia, ottobre 1994, p. 331.
^abc Bruno Passamani, AA VV, Arte in Val Camonica, vol. 5, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 2004, p. 441.
^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 271.
^ Bruno Passamani, AA VV, Arte in Val Camonica, vol. 5, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 2004, p. 442.
^Regio decreto11 gennaio 1863, n. 1126, in materia di "Decreto col quale sono autorizzati vari Comuni delle Provincie di Milano, Alessandria, Brescia, Cremona, Torino, Ascoli, Macerata, Cuneo, Piacenza, Porto-Maurizio, Ravenna e Sassari ad assumere una nuova denominazione."
^ab Bruno Passamani, AA VV, Arte in Val Camonica - vol 5, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 2004, p. 443.
^Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti eparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico, 1999, pp. 195-197.
^Roberto Gentili e Paolo Varriale, I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico, 1999, pp. 243-247.
^Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti eparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico, 1999, pp. 314-317.
^Roberto Gentili e Paolo Varriale, I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico, 1999 p. 49.
^ Marco Foppoli, Stemmario Bresciano, Provincia di Brescia / Grafo, 2011, p. 202, ISBN978-88-7385-844-7.
^Tratto da: Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 37.