La chiesa ospita numerose opere d'arte e monumenti funebri, risalenti soprattutto al periodo tra il XV e il XIX secolo, comprese personalità da paesi come Spagna, Francia, Belgio, attive in campo artistico, religioso, civile. Alcune sepolture sono particolarmente famose, come quelle della Cappella Chigi, il singolare monumento funebre di Giovanni Battista Gisleni e la Cappella Cerasi.
La chiesa ha origine da una piccola cappella, eretta da papa Pasquale II nel 1099, dopo aver fatto demolire il mausoleo dei Domizi Enobarbi, tomba dell'imperatore Nerone.
Forse l'occasione era stata il ringraziamento per la liberazione del Santo Sepolcro, avvenuta quell'anno, e l'opera venne pagata dal Popolo romano, da cui il nome.[2]
Dal 1250 la chiesa è officiata dagli Agostiniani[4], dapprima quelli della Tuscia e poi, dal 1472, quelli della Congregazione Lombarda[5]; di questo periodo rimane visibile il campanile tardogotico di gusto lombardo con rivestimento in cotto, cuspide a cono cestile e pinnacoli (sempre in cotto) agli angoli.[6] In virtù della sua appartenenza all'ordine, Martin Lutero fu "ospite a Roma della chiesa agostiniana di Santa Maria del Popolo".[7]
Gli interventi cinque-secenteschi
Tra il XV e XVI secolo la chiesa effettua una serie di profondi interventi, che danno una caratterizzazione barocca all'essenziale struttura rinascimentale. Tale armoniosa commistione dei due stili e periodi è ciò che caratterizza questa chiesa in modo particolare. Essi furono:
del Bramante, sui disegni del quale fu rifatto il coro agli inizi del XVI secolo;
di Gian Lorenzo Bernini, che tra il 1655 ed il 1660 restaura nuovamente la chiesa, donandole questa volta una chiara impronta barocca che si può ammirare ancora oggi.
Dal XVI secolo la chiesa divenne anche parrocchia, quando papa Pio IV, con il decreto Sacri apostolatus del 1º gennaio 1561 creò la parrocchia di Sant'Andrea nella chiesa di Sant'Andrea del Vignola e la unì in perpetuo alla chiesa agostiniana di piazza del Popolo, i cui monaci dovevano occuparsi della parrocchia; Papa Pio V trasferì la parrocchia nella sua sede attuale.
Agli inizi dell'Ottocento, per la sistemazione della piazza e del Pincio, fu sacrificato il vasto convento agostiniano, nel quale aveva soggiornato Martin Lutero durante la sua permanenza in Italia nei suoi anni giovanili. A quest'epoca risalgono le sepolture più recenti.[8]
La chiesa è stata oggetto di restauro dal 2022 al novembre 2024.[9]
Descrizione
La facciata, rivestita di travertino, risale all'epoca di papa Sisto IV, il cui stemma è inserito nel timpano; fu poi modificata dal Bernini. Essa è tripartita con due ordini di lesene, e con tre portali, di cui quello centrale, sormontato nella lunetta da una Madonna col Bambino, è della bottega del Bregno.
L'interno della basilica è a tre navate con quattro cappelle per lato; termina con un ampio transetto, sul quale affacciano quattro cappelle, una cupola ed un profondo presbiterio.
L'altare maggiore fu fatto eseguire dal cardinale Antonio Maria Sauli nel 1627; a lui si deve anche la decorazione dell'arco trionfale, ove in stucco è rappresentata la Leggenda della fondazione della chiesa. L'altare include la tavola del XIII secolo, in stile bizantino, raffigurante la Madonna del Popolo, che nel corso dell'ultimo restauro (2018) ha rivelato la firma di Filippo Rusuti. Nei pressi dell'altare, a destra, vi sono resti di marmo con decorazione cosmatesca e data del 1263.
Il transetto presenta due altari principali ai suoi estremi, disegnati entrambi dal Bernini. Su esso affacciano quattro cappelle, due per ciascuno dei lati a fianco del presbiterio.
Cappella Theodoli, con la tela dell'altare raffigurante Santa Caterina d'Alessandria di Giulio Mazzoni, cui si attribuiscono anche gli stucchi che decorano la volta della cappella.
Lato destro
Cappella Feoli
Cappella Cicada
Navate
Navata destra
Dal fondo della chiesa verso il transetto, si incontrano i seguenti elementi:
Cappella Cybo: cappella monumentale a croce greca, costruita nel XV secolo, decorata inizialmente dal Pinturicchio, e completamente trasformata da Carlo Fontana alla fine del XVII secolo per il cardinale Alderano Cybo; in essa si trovano le tombe dei cardinali Lorenzo e lo stesso Alderano; la pala d'altare, raffigurante una Immacolata concezione con santi, è di Carlo Maratta.
Cappella Costa, acquistata dal cardinale Giorgio Costa nel 1488; il trittico marmoreo, raffigurante i Santi Caterina, Vincenzo e Antonio da Padova, è della scuola del Bregno.
Navata sinistra
Percorrendo la navata, dal transetto fino all'entrata, troviamo i seguenti monumenti:
Cappella Cybo-Soderini, in cui è collocato un crocifisso ligneo del XV secolo; le pitture delle pareti e della volta con Storie della croce, angeli e profeti sono di Pieter van Lint;
Cappella del battistero, con antiche opere di Andrea Bregno provenienti dal primitivo altare maggiore.
Organi a canne
Organo Testa
Nel corso dei lavori di ristrutturazione dell'antica basilica rinascimentale in stile barocco, l'artefice del progetto, Gianlorenzo Bernini, presentò ad Alessandro VII, il committente del restauro, già cardinale titolare della chiesa, due progetti per un nuovo organo da collocarsi sopra una cantoria nel transetto destro. Dei due progetti delle casse, uno più classico con tre campate suddivise in due per l'altezza, l'altro innovativo, fu scelto il secondo, in cui le canne erano imbrigliate fra rami di rovere, albero simbolo della famiglia Chigi, quella del papa committente.
Nel transetto sinistro, fu costruita dal Bernini una cantoria gemella a quella del transetto destro e vi fu collocato l'organo a canne già presente nella chiesa, rimasto in loco fino al XVIII secolo e poi smantellato. Fu sostituito solo nel 1906 da un nuovo strumento della ditta Vegezzi-Bossi a due tastiere e pedaliera e a trasmissione pneumatica e costruito secondo i canoni dell'epoca. Lo strumento, poi, è stato elettrificato nel 1975 ed è stata aggiunta una nuova consolle nella navata (già ce n'era una in cantoria). La facciata, molto arretrata rispetto alla balaustra della cantoria e incassata nella parete, è costituita 33 canne appartenenti al registro principale.
Note
^ Basilica di Santa Maria del Popolo, Piazza del Popolo, 12 Piazza del Popolo, 12 41° 54' 40 8888" N, 12° 28' 33 7152" E, Basilica di Santa Maria del Popolo, su Turismo Roma, 12 gennaio 2019. URL consultato il 19 maggio 2022.
^"S. Maria del Popolo e S. Trifone (poi S. Agostino) agli eremiti agostiniani (...) Sempre dal Repertorium Germanicum sappiamo che nel convento degli
eremiti agostiniani di S. Maria del Popolo, nel 1428, si trovavano almeno tre frati
tedeschi (Thomas de Austria, il priore, Nicolaus de Prussia e Santus de Maguntia)": Andreas
Rehberg, Religiosi stranieri a Roma nel Medioevo : problemi e prospettive di ricerca,
Milano : Vita e Pensiero, 2012, Rivista di storia della Chiesa in Italia : 1, 2012, pp. 23-25.
^A. Esposito Aliano, Centri di aggregazione: la biblioteca agostiniana di S. Maria del Popolo, in Un pontificato ed una città. Sisto IV, Atti del Convegno (Roma 3-7 dicembre 1984), Roma 1986, pp. 569-97.
^Arpad Szakolczai, Il Rinascimento e le rinascite nella storia : verso una sociologia della grazia, Studi di sociologia : 2, 2007, pp. 139-140 (Milano : Vita e Pensiero), secondo cui il soggiorno ebbe luogo "proprio dove Raffaello ha compiuto, poco più tardi, il suo dipinto più “luterano” di tutti, il mosaico del Padre Eterno sulla cupola".
Maria Teresa Cantaro, Gli stemmi di Santa Maria del Popolo. Documenti di appartenenza, Roma, Palombi, 2019, ISBN8860608503.
Enzo Bentivoglio e Simonetta Valtieri, Santa Maria del Popolo a Roma. Con una appendice di documenti inediti sulla chiesa e su Roma, Roma, Bardi Editore, 1976.
Giovanni Battistelli, Oscar Mischiati, Arnaldo Morelli e Claudio M. Strinati, Organi e cantorie nelle chiese di Roma, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1994, ISBN88-240-3990-1.
Graziano Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2007, pp. 263–264, ISBN978-88-222-5674-4.