Conosciuto sotto numerosissimi nomi, "Maestro Andrea de Monte Chavalo" "AndreasMarmorarius" "Gran Componitore" è il più grande rappresentante della scultura lombarda del 1400.
È nato in una delle più famose famiglie artistiche della zona, i Bregno infatti avevano assunto un ruolo guida in tutte le maestranze legate a tutto il nord Italia, si è formato nella bottega del padre, il quale fu, dopo la morte di Bartolomeo Bon, "architetto e prothomaestro del palazzo" Ducale di Venezia. Al culmine della sua carriera artistica Andrea è a Roma dove riceve committenze dai papi dell'epoca.
Dalla cultura lombardo-veneta Bregno quindi elabora in Roma un alternativo linguaggio scultoreo. In questo periodo infatti è considerato il più grande scultore dell'epoca. Attorno al 1496 il Bregno, rappresentante della ormai decadente[senza fonte] cultura lombarda, si incontra con Michelangelo, giovane scultore rappresentante dell'arte toscana. Michelangelo risente molto dell'influenza del Bregno, che diventa uno dei suoi punti di riferimento, tanto è vero che successivamente, tra il 1501 e il 1505, accetta di terminare l'altare Piccolomini, iniziato appunto dal Bregno, cosa che non fece con nessun'altra opera, a sottolineare lo stretto rapporto di amicizia che si era creato fra i due artisti.
Claudio Crescentini e Claudio Strinati, Andrea Bregno. Il senso della forma nella cultura artistica del Rinascimento, Firenze, 2008, ISBN978-88-88967-85-1.
Claudio Crescentini e Claudio Strinati (a cura di), La forma del Rinascimento. Donatello, Andrea bregno, Michelangelo e la scultura del Quattrocento a Roma. Catalogo della mostra, Soveria Mannelli, 2010, ISBN9788849827729.