Cresciuto nei sobborghi di Città del Capo in una famiglia povera[1], Willemse condusse un'adolescenza border-line: entrato in una gang criminale, fu dedito al consumo e allo spaccio di droga[1] e fu coinvolto in scontri a fuoco[1].
A 16 anni tentò anche il suicidio[1], recuperato dal quale iniziò a staccarsi progressivamente dalla sua gang[1].
Da sempre appassionato di rugby, entrò a 18 anni nelle giovanili dei Boland Cavaliers[1] e si mise in luce come uno dei migliori emergenti del panorama sportivo sudafricano, tanto da essere convocato per le selezioni nazionali giovanili e laurearsi campione del mondo Under-21 nel 2002[1].
Diversi infortuni lo tennero fuori dall'attività per i successivi tre anni in cui disputò meno di 10 partite in Super Rugby; tornato in Nazionale nel 2007 prese parte alla Coppa del Mondo in Francia, nel corso della quale tuttavia scese in campo solo nell'incontro con Tonga a Lens; dopo la vittoria sudafricana in Coppa si trasferì al Biarritz; tornato in Sudafrica agli inizi del 2009 per giocare il Super 14 di nuovo con i Lions, sua squadra prima del trasferimento, decise di chiudere la sua carriera a 28 anni nel marzo di quello stesso anno[2].
Dopo il ritiro ha intrapreso l'attività di commentatore sportivo e dall'ottobre 2010 è direttore delle relazioni esterne di Namakwa Diamonds, impresa diamantiferasudafricana[3].