«Odo ancora la vostra voce simile al suono dell’organo. Ricordo il vostro passo felino, la capigliatura d’argento e il mozzicone che fumava continuamente all’angolo delle vostre labbra, facendo credere in una sorta di noncuranza della maestà dello Stato, della cui luce non vi dispiaceva improvvisamente risplendere»
Promotore e patrono degli Stati Uniti d'Europa, il suo impegno per la pace lo rese uno dei personaggi politici più amati della sua epoca[1].
Biografia
Le origini
Briand nacque a Nantes, un porto della Francia occidentale. I suoi genitori gestivano nella Rue du Marchix, nel quartiere del porto, un piccolo e modesto locale chiamato Croix Verte (Croce Verde). Gli avventori erano soprattutto marinai e lavoratori portuali. All'età di due anni, "Ary" (così era soprannominato) si trasferì con la famiglia a Saint-Nazaire, una città portuale nei Paesi della Loira. Qui suo padre aprì dapprima uno spaccio di vini e liquori, quindi un café chantant, un piccolo locale con accompagnamento musicale. Anche in questo locale la clientela era gente di mare, che qui veniva a cercare le ragazze della città.
Briand frequentò la scuola superiore cittadina di Saint-Nazaire: non era uno scolaro molto diligente e talvolta disturbava la lezione con piccoli scherzi; tuttavia i suoi insegnanti si accorsero presto della sua straordinaria intelligenza, della prontezza di spirito e della perspicacia.
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, divenne un brillante avvocato apprezzato per l'eloquenza e la competenza e si avvicinò agli ideali socialisti.
Entrato in Parlamento, si batté per l'eliminazione dell'ora di religione e per la separazione tra Stato e Chiesa. Nel 1905 difese e riuscì a fare approvare tali provvedimenti quale relatore della competente commissione parlamentare contro la forte resistenza delle destre e della Chiesa cattolica. Briand si spese anche ripetutamente per un'alleanza fra i socialisti e i radical-socialisti di estrazione borghese. Nel 1906 accettò l'offerta del radical-socialista Ferdinand Sarrien e divenne Ministro dell'educazione. A causa di questa sua scelta fu espulso dal Partito Socialista Francese; fondò allora un proprio partito, i "Socialisti Repubblicani", i quali perseguirono una linea non marxista. Rimase Ministro dell'educazione fino al 1909 e diede quindi applicazione alla nuova legislazione coerente alla separazione fra Stato e Chiesa. Grazie alla propria abilità diplomatica riuscì a trovare un compromesso con il Vaticano[2].
Nel 1910 divenne presidente del Consiglio e, in tale veste, ordinò la repressione dello sciopero dei ferrovieri. Il 17 ottobre 1910, Aristide Briand aveva dichiarato lo sciopero una "rivolta" e quindi ordinato una violenta repressione governativa con l'intervento dell'esercito e la militarizzazione dei ferrovieri, l'arresto di decine di capi dello sciopero e di attivisti socialisti[3].
Subito dopo ordinò l'arresto di sostenitori di uno sciopero nella sede de l'Humanité, lo stesso giornale che aveva contribuito a fondare. Il giorno dopo la fine dello sciopero, Briand ordinò una carica della polizia contro una folla di lavoratori, che era appena stata ad un comizio di Jaurès.
Briand fu ampiamente elogiato nei circoli della borghesia per la sua "evoluzione". Il New York Times lo definì "un vero patriota".
Durante la prima guerra mondiale si dimostrò un efficace Presidente del Consiglio, in particolare in occasione della battaglia di Verdun, per la propria capacità a fare fronte anche alle situazioni più difficili. Ma è in particolare nel dopoguerra che egli divenne, insieme al rivale Raymond Poincaré, una delle figure chiave della Terza Repubblica[4]. I suoi incarichi di governo, in qualità di Ministro degli esteri e di Presidente del Consiglio, durarono complessivamente sedici anni e cinque mesi.
La lotta per la pace
Fu in effetti presidente del Consiglio a più riprese. Ma fu soprattutto grazie al ruolo svolto quale Ministro degli esteri che egli deve la sua fama. Dopo il primo conflitto mondiale, Briand era, infatti, fra i sostenitori della Società delle Nazioni e di un sistema che garantisse la pace. Nel 1922 si dimise, in quanto in contrasto con le dure condizioni di pace che il trattato di Versailles impose alla Germania, nel 1925 fu l'architetto del Trattato di Locarno e nel 1928 del Patto Briand-Kellogg, che promosse insieme al segretario di stato americano Frank Kellogg. Tale convenzione internazionale avrebbe dovuto bandire la guerra quale mezzo di risoluzione delle vertenze internazionali[5].
Per questa sua attività ricevette nel 1926, insieme al ministro degli affari esteri tedesco Gustav Stresemann (come lui membro della Massoneria)[6] il Premio Nobel per la pace. Briand può essere considerato un precursore del progetto dell'integrazione europea: infatti, il 5 settembre 1929, pronunciò un discorso innanzi all'assemblea della Società delle Nazioni in cui prefigurava un'unificazione europea. L'assemblea gli diede mandato per presentare un memorandum per l'organizzazione di Unione Federale Europea che non avrebbe tuttavia mai visto la luce[7]. Esercitò per molti anni la presidenza onoraria dell'Unione Pan-Europea.
Negli anni trenta l'avvento del nazismo fece crollare i sogni di un'Europa riunificata. Fino all'ultimo Briand mantenne le proprie posizioni pacifiste[8]. Morì a Parigi il 7 marzo 1932[9]. Le sue ceneri riposano nel piccolo cimitero di Cocherel, di fronte ad un paesaggio che amava particolarmente.
15 novembre 1915 - Paul Painlevé diventa Ministro delle Invenzioni per la Difesa Nazionale, oltre ad essere Ministro della Pubblica istruzione e delle Belle arti.
16 marzo 1916 - Pierre Auguste Roques succede a Galliéni come Ministro della Guerra.
Quinto governo Briand, 12 dicembre 1916 - 20 marzo 1917
Aristide Briand - Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri
^Achille Elisha, Aristide Briand: Discours et Ecrits de Politique Etrangere. La Paix--L'Union Europeenne--La Societe Des Nations, Paris, Plon. 1965.
^Christophe Bellon, Aristide Briand et la séparation des Eglises et de l'État, du travail en commission au vote de la loi (1903-1905), Vingtième Siècle. Revue d'histoire, No. 87, Numéro spécial: Laïcité, séparation, sécularisation 1905-2005 (Jul. - Sep., 2005), pp. 57-72.
^C. Chambelland, La Grève générale, theme de la pensée de Fernand Pelloutier et d'Aristide Briand, L'Actualité de l'histoire, No. 19 (Oct., 1957), pp. 1-12.
^Personalità della Terza Repubblica francese, Rivista di Studi Politici Internazionali, Nuova Serie, Vol. 79, No. 4 (316) (ottobre-dicembre 2012), pp. 601-613.
^1928-1929: l'apogeo degli sforzi per la sicurezza collettiva, Rivista di Studi Politici Internazionali, Nuova Serie, Vol. 80, No. 4 (320) (ottobre-dicembre 2013), pp. 613-617.
^Alexander Giese: Die Freimaurer: Eine Einführung. Böhlau, München 1996, ISBN 3-205-77353-5 S. 9.
^Antoine Fleury, Lubor Jilek, Le Plan Briand d'Union Federale Européenne, Paris, Lang, 1998.
^The Fact About Aristide Briand, Advocate of Peace through Justice, Vol. 94, No. 1 (March, 1932), p. 9.
^Michael S. Ginsburg, Man of Peace: Aristide Briand, Prairie Schooner, Vol. 11, No. 4 (Winter 1937), pp. 259-265.