In genetica umana l'aplogruppo I (M170, M258, P19, U179) del cromosoma Y è un aplogruppo del cromosoma Y umano, ramo del macro aplogruppo IJK.
Da notare che I indica per la lettera "i" e non il numero romano 1.
IJ (M429/P125, P123, P124, P126, P127, P129, P130, S2, S22)
I (M170, M258, P19, P38, P212, U179)
Ipotesi nella preistoria
L'aplogruppo I può essere considerato l'unico aplogruppo diffuso e evoluto esclusivamente in Europa. Divergendo dall'Aplogruppo IJ (Y-DNA), giunto in Europa dal Medio Oriente attraverso i balcani probabilmente prima dell'ultimo massimo glaciale, diventa preponderante nella cultura Gravettiana (c.ca 33,000-22,000)[1].
All'inizio del Paleolitico superiore gli umani moderni si diffusero per tutto il pianeta. Probabilmente circa 45.000 o più anni fa alcuni uomini appartenenti all'aplogruppo IJ (sorto fra i 45.000 ed i 50.000,00 anni fra il Medio Oriente e la penisola arabica), emigrarono dalle loro zone di origine in medio oriente, e si diressero nel continente europeo, probabilmente attraverso il Bosforo (oppure dalla zona Nord del Caucaso migrarono ad ovest passando a nord del Mar Nero).
Un loro ramo si stabilì quindi nella penisola balcanica dove da essi nacque l'aplogruppo I (c.ca 25,000 anni fa)[2].
I discendenti di tale aplogruppo si diffusero poi verso nord ovest, nelle Alpi dinariche, nell'attuale Croazia, Serbia e nell'Erzegovina e da lì verso l'Europa centrale, nell'attuale Bassa Sassonia in Germania e quindi nell'Europa settentrionale, nelle attuali zone del Nord Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia.
Nel Mesolitico gli appartenenti a tale aplogruppo pre-1 fecero parte della cultura di Maglemosiano (in Scandinavia cultura di Kongemose). In seguito il mare del Nord raggiunse il livello attuale intorno al 6000 a.C., epoca quando vennero così sommersi alcuni dei territori originariamente sede di questa cultura e forse spingendo più a sud alcune di queste popolazioni.
Dalla linea pre-I1 derivò poi l'aplogruppo I1 (circa 5.000 anni fa, ma con un range fra 4/20.000 a.C.) sorto fra la Germania del Nord e la Scandinavia meridionale (Danimarca, Svezia, Norvegia).
Con avvento dell'agricoltura varie popolazioni dall'Anatolia e probabilmente parte dei Balcani meridionali si riversarono in tutta l'Europa, sia attraversando il Bosforo sia via mare, queste popolazioni portarono in europa una maggiore variabilità genetica, con l'aplogruppo G dominante e gli aplogruppi, J, H, L ed E minoritari[3], a far parte di questa migrazione furono anche alcuni gruppi di Balcanici appartenenti alla subclade I2. Questo nuovo assetto europeo rese l'I-M170 minoritario nella gran parte del continente.
Durante il periodo Neolitico persone appartenenti all'aplogruppo pre-I1 e I1 fecero parte della cultura di Ertebolle (5300-3950 a.C.), e della Cultura del bicchiere imbutiforme (4000-2700 a.C.). Le strutture megalitiche (5000-1200 a.C.) dell'Europa, inoltre, sono state costruite da persone appartenenti a tale aplogruppo.
Fuori dalla Scandinavia, da notare, la distribuzione dell'aplogruppo I1 è strettamente correlata con l'aplogruppo I2a1, segno che facevano parte di una stessa popolazione.
Il periodo della Cultura della ceramica cordata o "dell'ascia da combattimento" o "della sepoltura singola" (3200-1800 a.C.) segnò poi l'arrivo dei popoli Indoeuropei con aplogruppo R1a dalle steppe ucraine.
Siccome l'aplogruppo I1 è identificato da almeno 15 mutazioni uniche, ciò indica che questa linea è stata isolata per un lungo periodo di tempo, o ha subito un grave strozzatura della popolazione (ovvero quello che viene geneticamente chiamato effetto "collo di bottiglia").
L'attuale assetto della popolazione europea e la distribuzione dell'aplogruppo I sono quelli successivi alla migrazione dei popoli indoeuropei tra il 4,000 e il 1,200 ac.
Distribuzione
L'aplogruppo I rappresenta circa un quinto dei cromosomi Y europei.
Nonostante sia relativamente frequente negli Scandinavi, nella Germania del Nord, nei Sardi, nei Serbi e nel resto delle popolazioni delle Alpi dinariche della ex Jugoslavia, questi popoli presentano subcladi differenti dell'aplogruppo I.
Questo suggerisce che ognuna delle popolazioni ancestrali è oggi dominata da un particolare subclade che ha marcato una indipendente espansione della popolazione lungo diversi percorsi migratori durante e immediatamente dopo l'Era Glaciale.
Principali sub-cladi dell'aplogruppo I
Le principali sub-cladi dell'aplogruppo I sono:
I1 (M253, M307, P30, P40) (ex I1a) con le più alte frequenze in Scandinavia, Germania del Nord, Islanda, e Europa nord-orientale. Nelle Isole britanniche la mutazione genetica I1-M253 è spesso usata come marcatore delle invasioni vichinghe o anglosassoni.
La diffusione dell'aplogruppo I1 è associato alle tribù nordiche paleolitiche (fra Germania settentrionale, Danimarca e Scandinavia meridionale), così come a tribù pre-germaniche e poi germaniche.
In seguito la diffusione fu determinata dalle invasioni germaniche, in Gran Bretagna (anglosassoni, vichinghi e normanni), Belgio (Franchi, Sassoni), Francia (Franchi, Visigoti e Burgundi), Germania meridionale (Franchi, Alamanni, Svevi, Marcomanni, Turingi e altri), Svizzera (Alamanni, Svevi, Burgundi), Spagna (Visigoti, Vandali e Svevi), Italia (Vandali, Goti, Eruli, Longobardi, Normanni, Suebi), Austria e Slovenia (Ostrogoti, Longobardi), Ucraina e Moldavia (Goti), Ungheria e Serbia settentrionale (Gepidi).
La presenza di I1 tra i polacchi (6%), cechi (11%), slovacchi (6%), ungheresi (8%) e serbi (8%) è probabilmente il risultato di secoli di influenza da loro vicini tedeschi e austriaci, ma potrebbe anche essere legata alla presenza, nei secoli, di germani orientali, come i Goti.
Una presenza interessante è poi in Macedonia (10%), dove potrebbero essersi diffusi i discendenti dei Goti che si stabilirono nell'Impero Romano d'Oriente nei secoli III e IV d.C..
I2 (M438) include I2a1 (P37.2) che è la forma più comune nei Balcani (soprattutto nelle Alpi Dinariche tra Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia, nella variante I2a1b o M423) e in Sardegna (rappresenta l'aplogruppo più cospicuo nella variante I2a1a1 o M26 tra il 38.75% dei sardi[4]).
I2 include inoltre il clade I2a2a (M223) che raggiunge discrete frequenze lungo le coste nord-occidentali dell'Europa continentale di lingua germanica, con picchi in Sassonia; da questa linea è derivato I2a2a1 (M284) tipico dell'Europa nord-occidentale e delle Isole Britanniche.
Il clade I2a2b (L38) invece è comune nelle Alpi occidentali, con picchi in Svizzera, Piemonte e Valle d'Aosta; tale clade è attribuibile alle popolazioni pre-celtiche ed è stato molto probabilmente diffuso con l'espansione della Cultura di La Tène.
I1 M253, CTS5783/S63, CTS11042/S66, L64, L75, L80, L81, L118, L121/S62, L123, L124/S64, L125/S65, L157.1, L186, L187, L840, L845/S110/YSC0000278, M307.2/P203.2, M450/S109, P30, P40, S107, S108, S111/Y1868; Il capostipite di questo gruppo si ritiene nato verso il 5.500 a.C. nell'Europa centro-orientale (attuale Ungheria), poi diffuso verso Germania settentrionale e Danimarca durante il mesolitico. È presente maggiormente in Nord Europa, con la più alta frequenza tra gli Scandinavi e tra i Sami, dove però deve essersi diffuso dall'epoca medievale. In Danimarca è al 30,5%, Finlandia 28%, Germania del Nord 18%, Islanda 33%, Paesi Bassi 18,5%, Norvegia 36%, Svezia 42%.
I1* -
I1a DF29/S438; Presente nel 35% dei cromosomi Y nel sud della Norvegia, Sud Ovest della Svezia ed in Danimarca, frequenze inferiori nelle aree di influenza germanica.
I1a* -
I1a1 CTS6364/Z2336
I1a1* -
I1a1a M227; (ex I1b, ex I1a1 ed ex I1a4). Presente in Polonia ed Europa orientale
I1a1a* -
I1a1a1 M72 (ex I1b1, ex I1a3)
I1a1b L22/S142 (ex I1a2, ex I1d). Ceppo nordico. Il capostipite è vissuto verso il 3.400 a.C.; attualmente tale apl. è presente con il marcatore 617>3 in Danimarca ed Inghilterra; con il marcatore 617≤3 in Norvegia e Svezia.
I1a1b* (ex I1a2) -
I1a1b1 P109 (ex I1a2a, ex I1d1), Ceppo scandinavo e vichingo. È il più meridionale dei rami del gruppo scandinavo, presente inoltre in tutte le aree colonizzate dai vichinghi danesi; il capostipite del gruppo visse verso il 2.500 a.C. ed attualmente tale apl. è presente in Danimarca, Germania, Inghilterra, Norvegia, Italia, Spagna
I1a1b2 L205.1/L939.1/S239.1 (ex I1a2b, ex I1d2)
I1a1b3 Z74
I1a1b3* -
I1a1b3a L287/S240 (ex I1a2c, ex I1d3) Presente in Finlandia
I1a1b3a* -
I1a1b3a1 L258/S335 (ex I1d3a). Ceppo baltico (bothnian). Il capostipite è vissuto verso il 3.500 a.C.; attualmente tale apl. è presente con il marcatore 458≤15 in Finlandia occidentale; con il marcatore 458>15 in Finlandia Orientale
I1a2b3a1* -
I1a1b3a1a L296
I1a1b3b L813/S436/Z719; Scandinavia
I1a1b4 L300/S241 (ex I1a2d, ex I1d4); Presente in Svezia orientale ed in Finlandia occidentale
I1a2 S244/Z58 (ex I1a3, ex I1f)
I1a2* -
I1a2a S246/Z59
I1a2a* -
I1a2a1 S337/Z60, S439/Z61, Z62
I1a2a1* -
I1a2a1a S440/Z140, Z141; nordico
I1a2a1a* -
I1a2a1a1 S1953/Z2535
I1a2a1a1* -
I1a2a1a1a S1954/YSC0000261
I1a2a1a1a* -
I1a2a1a1a1 L338/S197 (ex I1a3a1a1, ex I1f1a1a1) Gruppo germanico occidentale. Il capostipite è vissuto verso il 1.900 a.C.; attualmente tale apl. è presente in Paesi Bassi, Germania settentrionale, isole inglesi, Scozia ed Irlanda
I1a2a1a1b CTS10937/S4698/Z2538
I1a2a1a2 F2642/S2169
I1a2a1a3 A196
I1a2a1b S247/Z73
I1a2a1b* -
I1a2a1b1 L1302
I1a2a1b1* -
I1a2a1b1a BY147
I1a2a1b1b BY126
I1a2a1c L573; "germanico"
I1a2a1d L1248
I1a2a1d* -
I1a2a1d1 L803
I1a2a2 Z382; Gruppo anglosassone
I1a2b S296/Z138, Z139/S338, PF2805.2/Z2540.2; Germania occidentale
I1a2b* -
I1a2b1 Z2541
I1a3 S243/Z63
I1a3* -
I1a3a BY151
I1a3a* -
I1a3a1 >L849.2
I1a3a1* -
I1a3a1a S2078
I1a3a1a* -
I1a3a1a1 Y2245.2
I1a3a1a1* -
I1a3a1a1a L1237; "Gruppo continentale e britannico"
I1a3a1a1a* -
I1a3a1a1a1 FGC9550/Y6634
I1a3a1a1b S10360, S17023, S26266
I1a3a1a1b* -
I1a3a1a1b1 S15301
I1a3a1a1b1* -
I1a3a1a1b1a Y6228
I1a3a1a1b1a* -
I1a3a1a1b1a1 Y6229
I1a3a1a1b1b Y3969
I1a3a1a1c CTS3848, FGC14479
I1a3a1a2 Y6375, Y6383
I1a3a2 BY351, BY352
I1a3a2* -
I1a3a2a BY332, BY354/ Y7075
I1a3a2a* -
I1a3a2a1 BY11, BY14, S11542
I1a3a3 BY62
I1b S249/Z131; ceppo germanico-occidentale
I1b* -
I1b1 CTS6397
I2 M438/P215/PF3853/S31, L68/PF3781/S329 (ex I1b)
I2* -
I2a L460/PF3647/S238
I2a* -
I2a1 P37.2/PF4004 (ex I1b1 ed ex I1b), più frequente in Europa orientale e nei Balcani nord occidentali Croazia, Erzegovina, Serbia ed Alpi dinariche (40-50%)
I2a1* -
I2a1a CTS595
I2a1a* -
I2a1a1 M26/PF4056, L158/PF4073/S433, L159.1/S169.1 (conosciuto come I1b2 fino al 2005, I1b1b nel 2006-7, e I2a1 nel 2008-2010); 38,7% dei Sardi, 9% dei Baschi, in forma minima: nelle isole Baleari, Castiglia, Francia sud-orientale, Svezia, Gran Bretagna, Irlanda.
I2a1a1* -
I2a1a1a L672/S327
I2a1a1a* -
I2a1a1a1 L160/PF4013/S184
I2a1a1a1* -
I2a1a1a1a PF4088/S5312
I2a1a1a1a* -
I2a1a1a1a1 CTS11338/PF4194
I2a1a1a1a1* -
I2a1a1a1a1a PF4189
I2a1a1a1a1b Z118
I2a1a1a1b F1295
I2a1a2 S21825
I2a1a2* -
I2a1a2a L1286
I2a1a2a* -
I2a1a2a1 L1287
I2a1a2a1* -
I2a1a2a1a L233/S183
I2a1a2a1a* -
I2a1a2a1a1 A417
I2a1a2a2 L880
I2a1a2b L1294
I2a1b M423, CTS176/S2621, CTS1293/S2632, CTS1802/S2638, CTS5375/S2679, CTS5985/S2687, CTS7218/S2702, CTS8239/S2715, CTS8486/S2722, CTS11030/S2768, L178/S328; tipico dei Balcani e dei Carpazi, associato alla cultura Cucuteni-Tripolye
I2a1b* -
I2a1b1 L161.1/S185
I2a1b1* -
I2a1b1a L1498
I2a1b1b PF4135
I2a1b2 L621/S392
I2a1b2* -
I2a1b2a CTS10936
I2a1b2a* -
I2a1b2a1 CTS5966, CTS10228, L147.2
I2a1b2a1* -
I2a1b2a1a S17250/YP204
I2a1b2a1a* -
I2a1b2a1a1 Z16971
I2a1b2a1a2 Y4882
I2a1b2a1a3 A356/Z16983
I2a1b2a1b Y4460
I2a1b2a1b* -
I2a1b2a1b1 Y3118
I2a2 M436/P214/PF3856/S33, L35/PF3862/S150, L37/PF6900/S153, L181, P216/PF3855/S30, P217/PF3854/S23, P218/S32; conosciuto come I1c fino al 2005 e I2b fino al 2010; è associato con i pre-germanici; poco diffuso, rilevato in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Inghilterra (esclusa Cornovaglia), estremità meridionali di Svezia e Norvegia, Francia nord-occidentale, piccolissima presenza anche in Italia centrale, Moldavia e altre aree dell'Europa orientale
I2a2* -
I2a2a M223, L34/PF3857/S151, L36/S152, L59, L368, L622, P219/PF3859/S24, P220/S119, P221/PF3858/S120, P222/PF3861/U250/S118, P223/PF3860/S117, Z77; ex I1c ed "I2b1", Questo ceppo rappresenta oltre il 90% di I2a2. È comune in Germania, dove è presente in circa l'11% della popolazione maschile, è presente in percentuale minore anche in Sardegna
I2a2a* -
I2a2a* -
I2a2a1 CTS616, CTS9183
I2a2a1* -
I2a2a1a Y3721
I2a2a1a* -
I2a2a1a1 M284 'ex I2a2a1, ex I1b2a1, ex I1c1 ed ex I2b1a (ceppo inglese)