Nome alla nascita: tedesco: Elisabeth Katharina Christine von Mecklenburg-Schwerin italiano: Elisabetta Caterina Cristina di Meclemburgo-Schwerin Nome convertito: russo: А́нна Леопо́льдовна Романова italiano: Anna Lepoldovna Romanova
Nel 1722, Anna arrivò in Russia con sua madre, che era fuggita e separata da suo padre: sua madre era considerata una candidata al trono nel 1730, ma fu invece scelta sua zia. Nel 1733, Anna si convertì alla religione ortodossa e prese il nome di Anna Leopol'dovna, che la rese accettabile come erede al trono. Nel 1739 sposò Antonio Ulrico (1714–1776), figlio di Ferdinando Alberto, Duca di Brunswick-Wolfenbüttel: egli fu ricevuto in Russia già nel 1733, in modo che ella potesse arrivare a conoscerlo.
Il 5 ottobre 1740 la zarina Anna adottò il loro neonato figlio Ivan e lo proclamò erede al trono di Russia. Pochi giorni dopo questa proclamazione l'imperatrice morì (28 ottobre 1740), lasciando indicazioni per quanto riguarda la successione, e nominando il suo favoritoErnest Biron, Duca di Curlandia, come reggente.
Reggenza
Biron, tuttavia, si era reso oggetto di avversione dalla popolazione russa, e dopo che Biron aveva minacciato di esiliare Anna e il suo consorte in Germania, Anna Leopol'dovna ebbe poche difficoltà a rovesciarlo (8 novembre 1740). Assunse poi la reggenza con il titolo di Gran Principessa di Russia, ma sapeva poco del carattere delle persone con cui aveva a che fare, sapeva ancora meno delle convenzioni e della politica del governo russo, e rapidamente litigò con i suoi principali sostenitori.
Secondo il Dizionario di Storia Russa, ordinò un'indagine dell'industria dell'abbigliamento quando nuove divise ricevute dai militari si rivelarono essere di qualità inferiore. Quando l'inchiesta rivelò le condizioni disumane ella emanò decreti fissando un salario minimo e massimo di ore di lavoro in questo settore, nonché la creazione di strutture sanitarie in ogni fabbrica di abbigliamento.
Presiedé anche a una brillante vittoria da parte delle forze russe nella battaglia di Villmanstrand in Finlandia dopo che l'Impero svedese aveva dichiarato guerra contro il suo governo. Ebbe una favorita influente, Julia Mengden.
Nel dicembre 1741, la figlia di Pietro il Grande, che per i suoi atteggiamenti godeva del favore delle truppe incitò la guardia imperiale alla rivolta, sconfisse una debole resistenza e salì al trono come Elisabetta. Questo colpo di Stato fu sostenuto dagli ambasciatori di Francia e Svezia, eventualmente con incentivi finanziari dei membri dei reggimenti della Guardia che volevano cambiare le politiche filo-britannica e filo-austriaca del governo di Anna Leopol'dovna.
Dopo la deposizione
Il vittorioso regime prima imprigionò la famiglia nella fortezza di Dünamünde vicino a Riga e in seguito li esiliò a Cholmogory sul fiume Dvina settentrionale. Anna infine morì di polmonite il 18 marzo 1746. Suo figlio Ivan VI fu assassinato a Šlissel'burg il 16 luglio 1764, mentre suo marito Antonio Ulrico morì a Cholmogory il 4 maggio 1774. I suoi restanti quattro figli (Caterina, Elisabetta, Pietro e Alessio[1]) furono rilasciati dal carcere il 30 giugno 1780 e affidati alla custodia della zia, la regina vedova di Danimarca, Giuliana Maria di Brunswick-Lüneburg. Si stabilirono nello Jutland, dove vissero in tutta comodità in detenzione domiciliare a Horsens per il resto della loro vita sotto la tutela di Giuliana e a spese di Caterina la Grande. Avendo vissuto come prigionieri, non ebbero una vita sociale, limitandosi a tenere una piccola "corte" di 40-50 persone, tutti danesi, tranne il sacerdote.[2]
Discendenza
Anna Leopoldova e Antonio Ulrico ebbero cinque figli:
^ Aleksandr Abramovich Kamenskiĭ e David B. Griffiths, The Russian Empire in the Eighteenth Century: Tradition and Modernization from Peter to Catherine (The New Russian History), M.E. Sharpe, 1997, pp. 164, ISBN1-56324-575-2.