Il Brunswick-Wolfenbüttel (in tedesco: Braunschweig-Wolfenbüttel) era una suddivisione del ducato di Brunswick-Lüneburg, la cui storia venne caratterizzata da numerose divisioni e riunificazioni, e col suo seggio al Reichstag.[1] Varie furono le linee dinastiche della casa dei Guelfi che governarono il Brunswick-Wolfenbüttel sino alla dissoluzione del Sacro Romano Impero nel 1806. Come risultato del Congresso di Vienna, lo stato venne inglobato nel Ducato di Brunswick dal 1814.
Alberto I (chiamato anche Alberto l'Alto) (1236-1279) ottenne le regioni attorno a Brunswick-Wolfenbüttel, Einbeck-Grubenhagen e Gottinga-Oberwald. Egli fondò così il vecchio ramo della casa di Brunswick e gettò le basi per quello che sarebbe diventato il principato di Brunswick-Wolfenbüttel. Suo fratello Giovanni (1242-1277) ereditò le terre attorno a Luneburgo e fondò il vecchio ramo della casa di Luneburgo. La città di Braunschweig rimase sotto il governo di entrambi.
L'area fra Braunschweig e Wolfenbüttel venne ulteriormente suddivisa nei decenni successivi. Per esempio, le linee di Grubenhagen e Gottinga rimasero divise per un po' di tempo. Ugualmente, nel 1432 le aree tra le colline del Deister ed il fiume Leine, che erano state concesse contemporaneamente alla casa di Brunswick, vennero suddivise a formare il Principato di Calenberg.
Nel frattempo i duchi iniziarono a disputarsi la sovranità sulla città di Braunschweig e, nel 1432, spostarono la loro residenza al castello di Wolfenbüttel, nella valle del fiume Oker, circa 12 chilometri a sud di Braunschweig. Il castello costruito qui dai duchi di Brunswick-Lüneburg - di comune accordo con la cancelleria ducale, la corte e gli archivi - divenne il centro nevralgico della regione dalla quale venne diretto tutto il ducato di Brunswick-Wolfenbüttel. Per lungo tempo la sovranità ricadette anche sui principati di Calenberg-Gottinga e Grubenhagen, il principato vescovile di Halberstadt, gran parte del principato vescovile di Hildesheim, le contee di Hohnstein e Regenstein, le baronie di Klettenberg e Lohra e parti della Contea di Hoya e del Basso Weser. Furono questi gli anni di un grande implemento di insediamenti che significativamente prendevano il nome dal duca regnante come Auguststadt, Juliusstadt e Heinrichstadt.
A seguito della dodicesima divisione del ducato nel 1495, in cui il Principato di Brunswick-Calenberg-Gottinga venne ridiviso nelle componenti dei suoi territori, il duca Enrico il Vecchio ottenne il governo delle terre di Braunschweig, ove fece costruire anche la propria residenza. Da allora il nome del principato fu "Brunswick-Wolfenbüttel".
Epoca moderna
I regni dei duchi Enrico il Giovane, Giulio e Enrico Giulio si susseguirono all'insegna dell'espansione della residenza di Wolfenbüttel e nell'espansione del principato.
Nella Guerra dei Trent'anni Wolfenbüttel era la più importante fortezza della Germania settentrionale, riuscendo ad ogni modo a sopravvivere alla guerra pesantemente danneggiata. La linea di Wolfenbüttel si estinse durante la guerra.
Nel 1635 il duca Augusto il Giovane, della linea collaterale di Lüneburg-Dannenberg, prese le redini del potere del principato e fondò la nuova casa di Braunschweig. Sotto il suo governo Wolfenbüttel raggiunse il suo zenith culturale tra cui la costruzione della biblioteca ducale, una delle più grandi d'Europa all'epoca della sua fondazione. Nel 1671 la città di Braunschweig venne aggiunta ai domini.
Nel 1735 quando si estinse la linea regnante, i domini passarono alla linea di Brunswick-Bevern, fondata nel 1666.
Nel 1753/1754 la residenza dei duchi di Wolfenbüttel tornò a Braunschweig, ove venne costruito il palazzo ducale di Braunschweig. I lavori per il nuovo castello ebbero inizio nel 1718 e vennero guidati dall'architetto Hermann Korb. L'effetto per Wolfenbüttel fu catastrofico in quanto la città ridusse drasticamente la propria popolazione da 12.000 a 4.000 abitanti. Solo gli archivi, l'ufficio ecclesiastico e la grande biblioteca rimasero in città.
I grandi giardini della città vennero abbandonati per divenire orti e campi di coltivazione e tale rimase il paesaggio praticamente sino al XX secolo. I giardini erano situati presso le tre grandi porte della città: la Herzogtor, la Harztor e la Augusttor.
Wolfenbüttel divenne anche una città attiva sotto il profilo scolastico: nel 1753 vi venne fondato un collegio per la formazione per gli insegnanti che poi divenne orfanotrofio e si evolvette sino all'attuale Harztorwall Schule.
Politicamente il Brunswick-Wolfenbüttel divenne uno degli alleati più fedeli alla Prussia, ancora di più dopo il matrimonio strategico del principe ereditario Federico (poi asceso al trono col nome di Federico II, detto il Grande) con la duchessa Elisabetta Cristina.[2]
Durante l'era di Carlo I, vi furono grandi scoperte in campo culturale e scientifico: venne promossa la costruzione di un teatro e venne incoraggiata l'educazione. Nel 1753 la collezione di storia naturale ducale venne aperta al pubblico (attualmente è riunita nel locale museo di storia naturale). L'impresa venne supportata dall'abate Johann Friedrich Wilhelm Jerusalem, già fondatore del Collegium Carolinum dell'Università di Braunschweig.
Federico Ulrico 1613-1634. Ultimo della linea maschile dei discendenti di Enrico di Brunswick-Lüneburg, la casata continua coi Duchi di Calenberg.
Casa di Dannenberg
Alla morte di Federico Ulrico, i suoi domini passarono ai lontani cugini regnanti a Lüneburg. Wolfenbüttel venne ceduta ad Augusto, figlio di Enrico di Dannenberg.
Wilhelm Havemann: Geschichte der Lande Braunschweig und Lüneburg. 3 Bände. Nachdruck. Hirschheydt, Hannover 1974/75, ISBN 3-7777-0843-7 (Originalausgabe: Verlag der Dietrich'schen Buchhandlung, Göttingen 1853-1857, online bei Google Books)
Werner Knopp, Im Schatten des großen Bruders: Braunschweig und Preußen in friderizianischer Zeit, a cura di Gerd Biegel, Brunswick, Verlag, 1986.
Hans Patze (Begr.): Geschichte Niedersachsen. 7 Bände. Hahnsche Buchhandlung, Hannover 1977- (Veröffentlichungen der Historischen Kommission für Niedersachsen und Bremen, 36) (Übersicht des Verlags)
Gudrun Pischke: Die Landesteilungen der Welfen im Mittelalter. Lax, Hildesheim 1987, ISBN 3-7848-3654-2