Frédéric Adolphe Yvon nacque a Eschviller, una frazione di Volmunster nel dipartimento della Mosella. All'età di 18 anni, trovandosi a Roma, conobbe Horace Vernet, che era allora direttore dell'Accademia di Francia a Villa Medici, e ne sposò la figlia Henriette Edmée (1812-1855), divenendo il genero del celebre artista. Il matrimonio durò venti anni, sino alla morte di Henriette. Rimasto vedovo e senza figli a 38 anni, Adolphe si risposò un anno dopo (luglio 1856) con Eugénie Rambaud, che gli diede un erede: il futuro architetto Maurice Yvon (1857-1911)[1].
Nel 1837, Adolphe Yvon divenne funzionario delle "Acque e foreste" a Dreux, ma questo lavoro non lo interessava affatto. Due anni dopo, infatti, lasciò il posto ed entrò nell'atelier del pittore Paul Delaroche[2]. A fianco di Delaroche Yvon apprese l'arte del ritratto e degli affreschi storici. Dopo cinque anni di studi espose per la prima volta al Salon. Poi, nel 1848, ottenne una medaglia di prima classe e nel 1857 una medaglia d'onore.
La Storia, sia profana che religiosa, gli offrì i soggetti dei suoi primi quadri (La bataille de Koulikovo, eseguita nel 1849 e acquistata nel 1857 dallo zar Alessandro II[3], Le maréchal Ney soutenant l'arrière-garde de la Grande Armée pendant la retraite de Russie, realizzato nel 1856). Dopo quest'esordio Yvon continuò a rappresentare avvenimenti militari e a dedicarsi alla rappresentazione delle battaglie, come gli episodi principali della Guerra di Crimea, per i quali si recò sul posto nel 1856, o le battaglie combattute dall'esercito francese durante le guerre del Secondo Impero, che lo condussero a partecipare direttamente alla Campagna d'Italia del 1859 (La courtine de Malakoff nel 1859, La bataille de Solférino nel 1861, La bataille de Magenta nel 1863).
Mentre si dedicava a queste opere, Yvon realizzò anche diversi ritratti di personalità francesi dell'epoca. Il quadro Le Prince impérial en enfant de troupe venne repertoriato nel 1855 nella collezione privata di Napoleone III e oggi conservato nel castello di Saint-Cloud[4].
Anche se le date dei viaggi non sono definite, è certo che Yvon andò spesso in Inghilterra, fermandovisi a lungo, e quasi sempre per delle sue mostre alla Royal Academy. Si recò anche a New York, dove la sua fama di pittore storico e di ritrattista si diffuse: David Karel, citando Blumenthal, ha scritto che Adolphe Yvon è:
«uno degli artisti francesi più celebri che siano vissuti negli Stati Uniti nella metà del XIX secolo»
Il suo legame più noto con New York consistette in una prima ordinazione del 1858 da parte di Alexander Turney Stewart (1803-1876) per il quadro allegorico Le génie de l'Amérique, cui Stewart farà seguire nel 1870 una seconda commissione dello stesso quadro, ma in dimensioni monumentali, per la sala da ballo del suo Grand Union Hotel a Saratoga Springs, New York[5], dove egli abitò sino alla demolizione dell'edificio nel 1952[6]. Un altro grande quadro che gli venne commissionato da Stewart fu La réconciliation du Nord et du Sud, oggi scomparso.
Affermatosi ormai come pittore di battaglie, Adolphe Yvon fu nominato membro dell'"Accademia russa di belle arti" di San Pietroburgo nel 1860. L'anno seguente venne incaricato della realizzazione dei quadri della sala del Consiglio comunale del Municipio di Parigi. Queste tele a tema obbligato furono terminate nel 1865 e per esse Yvon percepì 35.000 franchi. I soggetti erano quattro episodi fondamentali della storia dei Parigi: "Clovis fait de Lutèce la capitale de son royaume", "Philippe II Auguste, avant de partir en Terre sainte, confie à son peuple la tutelle de son fils", "François Ier pose la première pierre de l'Hôtel de ville de Paris", e, al fine di mostrare come l'imperatore fosse il grande continuatore della Storia, "Napoléon III remettant le 16 février 1859 à Monsieur Haussmann, préfet de Seine, le décret d'annexion des communes limitrophes de Paris". Le quattro tele sono andate perdute nell'incendio del Municipio il 23 maggio del 1871, ma ne resta una parziale testimonianza nei disegni preparatori della seconda e della terza, oggi conservati al Museo del Petit Palais[7].
Nel 1863, Yvon fu nominato professore dell'École des beaux-arts e nel 1867, in collaborazione con il litografo Louis-Emmanuel Soulange-Tessier (1814-1898), pubblicò, per i tipi dell'editrice Hachette, un "Metodo di disegno, ad uso delle scuole e dei licei che comprendano l'insegnamento analitico dell'arte del disegno"[8].
Verso la fine degli anni 1860, Yvon cambiò genere, abbandonando i temi che gli avevano procurato tanto successo, e presentò al Salon del 1870 un'opera allegorica monumentale di 15 metri: Les États-Unis d'Amérique. Ma l'immensa tela non fu ben accolta e raccolse molte critiche negative.
Alla fine della tragica guerra Franco-Prussiana del 1870, con la sconfitta di Sedan da cui derivò l'annessione dell'Alsazia alla Germania, Yvon optò per la nazionalità francese e nel 1871 tornò a dipingere alcuni episodi di quel drammatico conflitto (Le curé de Bazeilles, Charge de Bataille de Frœschwiller-Wœrth Reischoffen). Realizzò anche un quadro commemorativo della guerra anglo-zulù del 1879, durante la quale il Principe imperiale francese, "attaché" dello Stato Maggiore dell'esercito inglese, fu ucciso[9] (opera conservata nel "National Army Museum" di Londra con il titolo La bataille d'Ulundi).
Realizzò infine anche dei quadri orientalisti, fra cui Scène de rue à Constantinople del 1873 e Nell'harem.
Yvon entrò a far parte del Consiglio superiore dell'École des beaux-arts nell'aprile del 1884.
Nel 1881, Adolphe Yvon venne nominato docente di "disegno d'imitazione" presso l'École polytechnique[10], ruolo che egli lascerà nel 1887 per limiti d'età. Il suo insegnamento tornò così al disegno semplice, dal vero. Inserendo il disegno nei concorsi di ammissione (prova che durerà fino al decennio 1960) e privilegiando l'arte rispetto alla geometria, Yvon
«volle dare agli allievi le nozioni di anatomia umana che giudicava indispensabili. Per mostrarne l'utilità egli li raggruppava attorno a lui e, su un cartone che veniva sistemato in un angolo della sala, disegnava a grandi linee, e in pochi minuti, uno schizzo del modello, accompagnando ogni tratto di matita con una spiegazione relativa alle proporzioni del corpo umano e ai differenti angoli che derivavano dai movimenti. Era convinto che fosse anche assai utile dar loro qualche nozione di anatomia dei cavalli. Pertanto compose delle grandi tavole esplicative. L'obiettivo che Yvon si proponeva era di insegnare, con un piccolo numero di esercizi preliminari, l'esecuzione rapida di schizzi presi dal vero. "Bisogna istruire i giovani facendoli divertire", amava ripetere agli insegnanti che dipendevano da lui. E fu secondo quest'idea che immaginò di far disegnare agli allievi, al posto di modelli vestiti da zuavi o da cacciatori a piedi, un soldato a cavallo, preso da uno dei reggimenti delle caserme di Parigi.[11]»
Oltre al suo autoritratto, l'immagine di Adolphe Yvon ci giunge da una statuetta caricaturale del 1862, opera di Jean-Pierre Dantan, conservata nel Musée Carnavalet[12], da una sua fotografia fatta nel 1865 da Robert Jefferson Bingham[13], nonché da busto in gesso eseguito nel 1883 da Amédée Doublemard, che si trova oggi nel castello di Versailles.
Fonds de dessins (Donazione Maurice Yvon, 1911), dipartimento di arti grafiche del Louvre.
Disegni preparatori (c. 1861) per i quadri (oggi distrutti) della Sala del Consiglio municipale del Municipio di Parigi. Museo del Petit Palais, Parigi.
"Portrait de Francisque Berton dans le rôle du Prince de Condé dans la pièce de Louis-Hyacinthe Bouilhet "La Conjuration d'Amboise" en 1966 au Théâtre de l'Odéon", Teatro dell'Odéon, Parigi[17]
Adolphe Yvon spose anche al Salon della Royal Academy of Arts di Londra fra il 1851 e il 1874. Il quadro "Le Président Sadi Carnot" fu esposto all'Expo del 1893 di Chicago.
Retrospettive
Le pourpre et l'exil (1856-1879), (L'Aiglon e Napoleone III principe imperiale), Castello di Compiègne, novembre 2004 - marzo 2005. N°202 del catalogo: "Le Prince impérial offrant une collation aux enfants de troupe" (collezione privata)[28].
L'événement, les images comme acteurs de l'histoire, Centro d'arte "Jeu de Paume", Parigi, 2007[29].
Le mythe de César à Rome, Chiostro del Bramante a Roma, novembre 2008 - maggio 2009[30].
Portraits peints, portraits gravés, Museo d'arte e storia di Dreux, 2013. Nel catalogo: "Portrait de Fernand Gatineau", olio su tela.
Critica britannica
(EN)
«Yvon's pictures are full of movement, and the painting is sober and straight - forward, quite free from every kind of affectation; it has, however, very little interest derived from intellect or feeling.[31]»
(IT)
«Le immagini di Yvon sono piene di movimento, e la puttura è sobria e diretta, piuttosto libera da qualunque tipo di affettazione; tuttavia ha ben poco interesse derivato dall'intelletto o dai sentimenti.»
(EN)
«Yvons's enormous oil-picture of Marshal Ney heading the Rear-Guard of the Grand Army in the Retreat from Russia is one of those nightmare displays of physical energy and horror which the French painters affect, and in which the Englishman scarcely knows whether most to wonder at the display of force or reprobate the unalloyed and valueless monstrosity.[32]»
(IT)
«L'enorme quadro a olio di Yvon Il maresciallo Ney guida la retroguardia della Grande Armata in ritirata dalla Russia è una di quelle rappresentazioni da incubo di energia fisica e orrore che emozionano i pittori francesi, e nelle quali gli inglesi sanno a malapena se ammirare soprattutto l'esposizione di forza oppure disapprovare la pura e gratuita mostruosità»
^Che era suo cognato, a causa dei loro matrimoni con le sorelle Vernet
^Gérald Schurr, Les petits maîtres de la peinture, valeur de demain, Les Éditions de l'Amateur, 1972, tomo II, pag. 14.
^Catherine Granger, « Le palais de Saint-Cloud sous le Second Empire: décor intérieur », Livraisons de l'histoire de l'architecture, vol.1, n°1, pag.51-59, 2001.
^Explication des ouvrages de peinture, sculpture, architecture... des artistes vivants exposés au palais des Tuileries le 15 juin 1849, Paris, Vinchon, 1849, p. 252 (online).
(EN) Clara Erskine Clement e Laurence Hutton, Artists of the nineteenth century and their works - A handbook containing 250 biographical sketches, Boston, Ediz. Houghton, Osgood & Cie, 1879.
(FR) Émile Bellier de La Chavignerie e Louis Auvray, Dictionnaire général des artistes de l'école française depuis l'origine des arts du dessin jusqu'à nos jours, II, Parigi, Libreria Renouard, 1885, pp. 729-730.
(FR) Henry Jouin, Adolphe Yvon : discours prononcé le 13 septembre 1893 au nom de l'École des beaux-arts, précédé de pages extraites des souvenirs inédits du peintre, Edizioni "L'Artiste", 1893.
(EN) D. Cady Eaton, A Handbook of Modern French Painting, New York, Ediz. Dodd, Mead and Co., 1909, p. 284.
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(FR) Gérald Schurr, Les petits maîtres de la peinture, valeur de demain, Les Éditions de l'Amateur, 1972.
(FR) Eugène Heiser, Peintre de batailles et portraitiste - Adolphe Yvon et les siens, stamperia Haman, 1974.
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(FR) David Karel, Dictionnaire des artistes de langue française en Amérique du Nord, Edizioni Museo del Québec, stampato presso l'Université Laval, 1992.
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(FR) Gérald Schurr, Le guidargus de la peinture, Les Éditions de l'Amateur, 1996.
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(FR) Jean-Claude Daufresne, Théâtre de l'Odéon : architecture, décors, musée, Edizioni Pierre Mardaga, 2004.
(FR) Catherine Granger, L'Empereur et les arts - La liste civile de Napoléon III, prefazione di Jean-Michel Leniaud, Parigi, École des chartes, 2005.
(FR) Louis Delperier, Yvon, le dernier des classiques, in Napoléon III, n. 36, settembre 2016. (testo aggiornato)