Zosimo era di lingua greca e di nascita egizia. La sua città di origine è discussa: le intitolazioni nei manoscritti lo registrano sia come originario di Tebe che di Panopoli (Akhmin) nella Tebaide, mentre Suida lo dice proveniente da Alessandria. La variabilità è forse dovuta agli spostamenti compiuti da Zosimo in vita. Non è nota con certezza neppure l'epoca in cui visse: il fatto che egli citi Porfirio e che Sinesio alluda indirettamente a lui consente di collocarlo fra la fine del III secolo e l'inizio del IV secolo.
Fu il primo autore che scrisse opere alchemiche in modo sistematico e firmando la propria creazione. Secondo quel che scrive Suida, Zosimo fu autore di un'opera intitolata Chemeutikà, dedicata alla sorella Teosebia; tale scritto era ripartito in 28 libri, ciascuno dei quali era individuato da una lettera dell'alfabeto (le 24 lettere dell'alfabeto greco e 4 lettere dell'alfabeto copto). Tale opera non è giunta per intero, ma la tradizione manoscritta (non solo greca, ma anche siriaca) ha tramandato vari scritti che dovevano esserne in origine delle parti. Quanto a Teosebia, non è detto che fosse sorella di Zosimo in senso proprio, giacché il termine può avere valore simbolico e mistico: nelle opere Zosimo si rivolge talora a lei come a una discepola fedele, tal altra volta come a una discepola "eretica" da riavvicinare al genuino magistero alchemico. Una traduzione araba dell'opera, realizzata da Mu'ayyad al-Din Abu Isma‘il al-Husayn ibn Ali al-Tughra'i, è stata scoperta nel 1995, ma tale versione non è affatto completa e soprattutto non è letterale.
Secondo Suida, fu anche autore di una Vita di Platone che non ci è pervenuta, mentre sono conservati tredici frammenti delle sue Memorie autentiche.
Nella sua riflessione giunsero a maturazione impulsi provenienti dal neoplatonismo, dal Cristianesimo, dallo gnosticismo e dall'ermetismo. Il processo di trasformazione dei metalli (per lo più da metalli vili a metalli preziosi, oro e argento) è simbolico di un percorso di purificazione e di iniziazione.
I futuri successi della chimica ellenistica dipesero dai perfezionamenti apportati nella soffiatura del vetro necessaria per la fabbricazione di alambicchi.
Bibliografia
Les Alchimistes grecs. T. IV, 1re partie: Zosime de Panopolis, Mémoires authentiques, testo greco e traduzione francese di Michèle Mertens, Parigi, Les Belles Lettres, 20022, CLXXIII, 348 p.
H. M. Jackson, Zosimos of Panopolis, on the Letter Omega. Texts and Translations. Missoula, 1978.
Zosimo di Panopoli. Visioni e risvegli, a cura di Angelo Tonelli. Milano, BUR, 2004.