Sylvie Cauville del Centre for Computer-aided Egyptological Research della Università di Utrecht ed Éric Aubourg hanno datato lo Zodiaco di Dendera al 50 a.C. mediante un esame della posizione ivi raffigurata del cinque pianeti noti agli Egizi (Sebeg, Netjerduai, Hordesher, Horuepeshtaui e Horkapet), nello specifico una posizione che si verifica una volta ogni millennio, oltre che per l'identificazione di due eclissi[4].
Il cielo in sé è rappresentato da un grande disco sorretto da quattro pilastri celesti in forma di donne, fra i quali sono inseriti spiriti dalla testa di falco[1]. Nel primo circolo, 36 spiriti simboleggiano i 360 giorni dell'anno egizio. Nella parte più interna sono osservabili le costellazioni e i segni zodiacali, alcuni dei quali compaiono in molte delle loro immediate forme iconografiche (per esempio l'Ariete, il Toro, lo Scorpione e il Capricorno) anche se in posizioni differenti rispetto alle convenzioni greche e arabo-occidentali, mentre altri hanno effigi più prettamente egizie: l'Aquario è il dio del NiloHapy recante due vasi da cui sgorga dell'acqua[1]. Rogers ha notato le somiglianze con tre tavolette superstiti di uno zodiaco seleucide, entrambi riferibili a loro volta alle rappresentazioni delle mesopotamiche stele di confine "kudurru"; Rogers ha concluso che lo Zodiaco di Dendera sarebbe "una copia completa dello zodiaco mesopotamico"[2].
Storia
Durante la campagna napoleonica in Egitto, l'artista Vivant Denon copiò lo Zodiaco circolare così come gli altri, rettangolari, presenti nel Complesso templare. Nel 1802, dopo la spedizione di Napoleone Bonaparte, Denon pubblicò, sotto forma di incisioni, le sue copie del soffitto del Tempio in "Voyage dans la Basse et la Haute Egypte"[5]: opera che suscitò una controversia riguardante l'esatta datazione dello Zodiaco, nell'ambito della quale alcuni arrivarono ad attribuirgli decine di migliaia di anni, altri migliaia, altri ancora solo poche centinaia[3]. Ci si chiese anche se si trattasse di un planisfero o di una carta astrale[3]. Sébastien Louis Saulnier, un mercante, commissionò a Claude Lelorrain la rimozione del bassorilievo; l'operazione fu effettuata con seghe, martinetti, speciali cesoie e polvere da sparo[6]. Lo Zodiaco fu così trasferito nel 1821 nella Parigi della Restaurazione e collocato da re Luigi XVIII nella futura Biblioteca nazionale di Francia nel 1822. Dal 1922 si trova nel Museo del Louvre.