La storia della Salernitana ha inizio durante la primavera del 1919. Un gruppo di persone volle rilanciare il calcio a Salerno: rilanciare perché il gioco del calcio aveva messo piede nella città di Ippocrate già alcuni prima. Infatti la prima squadra di calcio cittadina fu il Foot Ball Club Salerno, fondato nel 1913,[2] e in seguito nacquero altre società tra cui la Giovine Italia (che aveva sede nel "Caffè Leone", corrispondente all'attuale Bar Santa Lucia in Via Roma), il Football Club Settembrini che invece aveva sede nella sacrestia della chiesa di Santa Rita, e infine lo Sporting Club Audax.[2]
I pionieri del calcio a Salerno si riunirono nella Birreria Weltern di Corso Garibaldi (oggi Via Roma)[1] a discutere dell'importanza di avere un club calcistico in città, soprattutto per i giovani sconvolti dalla prima guerra mondiale. Matteo Schiavone spiccava tra i pionieri perché era già stato calciatore, infatti fu il portiere dell'FBC Campania.[1] La svolta si ebbe il 19 giugno 1919 in corso Umberto I n° 67 a Salerno (oggi Via Mercanti) quando i soci delle ormai disciolte squadre cittadine pionieristiche si riunirono per fondare una nuova squadra di calcio. La decisione fu unanime, il club si chiamò "Unione Sportiva Salernitana".[1] Adalgiso Onesti venne nominato presidente, mentre Matteo Schiavone rinunciò al ruolo di calciatore e venne assunto come responsabile sportivo, mentre Vincenzo Giordano fu nominato allenatore della squadra, ma per via delle ferite da guerra riportate, morì nell'agosto del 1919 e quindi tale incarico venne ricoperto da Matteo Schiavone. La sede del club fu inizialmente in un locale terraneo del Teatro Verdi, dato in concessione dal comune.[1] Come campo da gioco venne scelto il Campo di Piazza d'Armi, ma siccome non era ancora idoneo per le gare di calcio, le prime amichevoli vennero giocate nei campi di Piazza dei martiri e del Vecchio Mercato.[1] L'inaugurazione delle attività della Salernitana avvenne tramite una gara di atletica leggera.[1]
La squadra venne iscritta al campionato di Promozione 1919-1920, e Matteo Schiavone chiese al Comitato Campano della FIGC di poter giocare l'intero girone d'andata in trasferta, perché il Campo di Piazza d'Armi non era ancora regolamentare, tale richiesta venne accolta.[3] La Salernitana vinse tutti gli incontri disputati durante la stagione e si qualificò per la finale contro il Brasiliano. La gara di andata finì 5-0 per il Brasiliano, mentre quella di ritorno, a Salerno, finì 5-0 per la Salernitana, cosicché fu deciso di ripetere la partita, ma il Brasiliano non fu d'accordo con questa scelta e non si presentò sul neutro di Nocera Inferiore. La Salernitana vinse dunque 2-0 a tavolino e fu promossa in Prima Categoria.
^La partita in programma il 14 marzo 1920 fu sospesa dopo 45 minuti sul risultato di 0 – 0 per impraticabilità del campo e rinviata all'11 aprile, fonte: Vitale, pag. 19