Tra il 1360 ed il 1362, su incarico di Giovanni Boccaccio, il monaco e letterato certaldese, di madrelingua greca (ma residente a Firenze in quegli anni), Leonzio Pilato traduce integralmente, in prosa latina, l'Iliade e l'Odissea (prima traduzione integrale dell'Odissea dopo quella di Livio Andronico, nel frattempo perduta).
Traduzioni rinascimentali (XV-XVI secolo)
Con il rinnovato interesse per la letteratura classica vengono edite le prime traduzioni italiane del testo omerico come quelle di Francesco Aretino, di Ludovico Dolce e di Girolamo Baccelli (1582).
Nel 1716 viene pubblicata la traduzione in prosa di Anne Le Fèvre Dacier che, nell'introduzione all'opera, magnifica Omero come il più grande degli autori classici. Le attestazioni della Dacier contribuiscono a far rinascere l'annosa Querelle des anciens et des modernes, ossia la disputa fra intellettuali e letterati classicisti (convinti della superiorità della lirica classica e della necessità di imitarla) e modernisti (sostenitori della letteratura francese contemporanea) che coinvolse l'ambiente accademico francese della fine del XVII secolo. La querelle riesplose con la traduzione lirica del testo omerico ad opera di Antoine Houdar de La Motte. La traduzione venne compiuta da La Motte - che non conosceva il greco - sulla base del lavoro della Dacier, ma con intenti opposti a quelli della traduttrice: modificò liberamente il testo al fine di "migliorare" il poema omerico.
Guillaume Dubois Rochefort, 1777
Pierre-Louis Claude Gin, 1783
Paul Gérémie Bitaubé, 1810
Jean-Baptiste Dugas-Montbel, 1818
Charles-François LeBrun detto Le Prince Le Brun, 1819
Emilio Villa, Guanda, Parma, 1964; ed. riveduta, Feltrinelli, Milano, 1972-1994; Derive Approdi, Roma, 2005 [Criticata dapprima in ambito accademico per la versione in prosa in italiano moderno, fu poi apprezzata per la resa elegante, non letterale e fluente del testo omerico]
Giuseppe Tonna, Garzanti, Milano, 1968 [versione in prosa]