Conseguì giovanissimo dapprima la laurea in giurisprudenza e successivamente quella in lettere classiche. Esercitò la professione di avvocato e fu docente di letteratura greca all'Università di Roma, ma soprattutto fu un grande traduttore di classici greci e latini[2] e precisamente dei poemi omerici, di Virgilio, Euripide, Platone ed Esiodo.[3][4]
Egli stesso espose la propria concezione del tradurre: «La traduzione limite (ossia la traduzione che raggiunge i confini non superabili della perfezione) è la traduzione che riproduce il testo in ogni movenza, fin dove si può, ché in tutto non ci si arriva. Può essere anche liberissima, ma si deve badar che susciti la medesima commozione. La traduzione di un'opera d'arte dev'essere essa stessa un'opera d'arte. Non corre dietro alla paroletta, non rende, come ha ammonito Orazio, verbum verbo». E infatti le sue traduzioni dai poeti classici sono tutte metriche. In particolare, nella traduzione dell'Eneide, «Il verso scelto dal Faggella è l'endecasillabo, che, pur nei riflessi e nei toni classicheggianti, ha il pregio di liberarsi da schemi linguistici precostituiti, di rifuggire dalle note altisonanti e sostenute, che porterebbero fatalmente l'espressione a scivolare nel melodrammatico, di immergersi nella narrazione dei fatti con l'intento di renderne la chiarezza, la vigoria, la tensione drammatica, non disdegnando di penetrare la complessità dei significati e le sfaccettature più preziose della lingua di Virgilio».[5]
Pubblicò inoltre molti articoli su argomenti storico-letterari su diverse testate giornalistiche italiane.
Morì a Roma all'età di 84 anni, lasciando inedite altre traduzioni (tra cui dattiloscritte quelle delle Commedie di Terenzio e di Plauto).[6]
^«Per il Faggella il tradurre non era un'impresa occasionale, ma una vera e propria vocazione antica e costante»: Alfonso Ilario Luciano – Sua relazione, in op. cit.
^Delle traduzioni omeriche del Faggella così scrisse Gabriele D'Annunzio: «Come mai ho, dopo dieci anni, quell'ottima traduzione di Omero? Il traduttore è vivo? Dove potrò io mandargli un segno?»: Gabriele D'Annunzio – Sua lettera, in op. cit.
^Sig.ra Ida Valli in Faggella – Sua lettera, in op. cit.
Bibliografia
Franco Noviello (a cura di), Manlio Faggella e gli studi classici italiani, Atti del Convegno nazionale di studi lucani, San Fele, 29 settembre 1983, Venosa, Edizioni Osanna, 1985.
Manlio Faggella, a cura di Aldo Michele Radice, San Fele, I.S.I. Edizioni, 2018.