Il nome generico (Tanacetum), derivato dal latino medioevale “tanazita” che a sua volta deriva dal greco ”athanasia” (= immortale, di lunga durata) probabilmente sta a indicare la lunga durata dell'infiorescenza di questa pianta; in altri testi si fa riferimento alla credenza che le bevande fatte con le foglie di questa pianta conferissero vita eterna[3]. L'epiteto specifico (vulgare) indica che si tratta di una specie molto comune.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Tanacetum vulgare) è stato proposto da Carl von Linné (Råshult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Rainfarn; in francese si chiama Tanaisie vulgaire; in inglese si chiama Tansy.
Descrizione
Portamento. La specie di questa voce è una pianta erbacea perenne. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap); ossia sono piante perennanti con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e mediamente foglioso. Il profumo dei fiori (non molto gradevole) è simile alla canfora con tracce di rosmarino. L'indumento può essere assente o formato da peli basifissi e/o medifissi talvolta stellati.[4][5][6][7][8][9][10]
Radici. Le radici sono secondarie da rizoma. I rizomi sono striscianti.
Fusto.
Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un rizoma strisciante ramificato.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è robusta, diritta e si ramifica alla sommità; la superficie, striata, è subglabra. L'altezza può variare da 30 a 150 cm.
Foglie. Le foglie, lungo il fusto, sono disposte in modo alterno. Quelle basali sono picciolate, mentre le cauline sono sessili. La lamina è pennatosetta di secondo ordine, ossia sono divise in circa sette-undici paia di segmenti che sono di nuovo divisi in lobi più piccoli con i bordi acutamente seghettati, dando alla foglia l'apparenza della felce. La foglia principale ha un contorno ovato, mentre i singoli segmenti sono lanceolati. La superficie delle foglie è glabra. Le foglie basali appassiscono velocemente. Lunghezza del picciolo: 5 – 15 mm. Dimensione della foglia principale: larghezza 5 – 8 cm; lunghezza 9 – 15 cm. Dimensione dei segmenti: larghezza 1 cm; lunghezza 4 – 5 cm
Infiorescenza. Le sinflorescenze comprendono 10 - 70 capolini raggruppati in corimbi più o meno densi. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale di tipo eterogamo disciforme. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro, con forme campanulate-emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio (qui assenti) e fiori del disco. Le brattee, con forme oblunghe-lanceolate e una lieve crenatura dorsale, con margini scariosi di colore bruno, mentre all'apice sono arrotondate e sfrangiate, e diseguali fra di loro, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie (da 2 a 5). Il ricettacolo, leggermente convesso (o quasi piano) e alveolato, è sprovvisto (nudo) di pagliette avvolgenti la base dei fiori. Dimensione dei capolini: larghezza 7 – 9 mm (massimo 12 mm); lunghezza 4 – 5 mm.
Corolla: (solamente fiori del disco) la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore è giallo. Alla periferia la disposizione di questi fiori è lievemente raggiante con corolle a 3 denti, la cui forma ricorda quella di una spazzola.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere alla base sono ottuse. Il tessuto dell'endotecio non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. Il frutto è un achenio liscio a cinque coste longitudinali a sezione trasversale pentagonale. Le coste non contengono cellule mucillaginifere (come viceversa in altri generi vicini) e le “vallecole” (canali longitudinali interposti alle costolature) sono prive del canale resinifero[4][12]. La parte apicale è troncata e si presenta con una corona dentata. Lunghezza dell'achenio: 2 mm. Lunghezza della corona apicale (pappo): 0,2 – 0,4 mm.
Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[5][6] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori. Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione: in Italia è una pianta comune su tutto il territorio (manca in qualche area del sud e in Sardegna – è presente in Sicilia). In Europa è ovunque presente, anche sui rilievi (escluse le Alpi Dinariche). Mentre in Asia è comune soprattutto nelle aree occidentali. Si trova anche nell'America del nord ma è naturalizzata.
Habitat: l'habitat tipico per questi fiori sono gli incolti e i pendii erbosi montani, i margini delle strade oppure lungo le sponde dei corsi d'acqua.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini queste piante si possono trovare fino a 3000 ms.l.m..
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][8]
Tradizionalmente all'interno della famiglia delle Asteraceae l'“erba amara selvatica” (come viene anche chiamata comunemente questa pianta) fa parte della sottofamiglia delle Tubiflore; sottofamiglia caratterizzata dall'avere capolini con fiori ligulati alla periferia e fiori tubulosi al centro, squame dell'involucro ben sviluppate e frutti con pappo.
Filogenesi
Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Tanacetum (insieme alla sottotribù Anthemidinae) è incluso nel clade Eurasian grade. Nella struttura interna della sottotribù si individuano due cladi. Il genere di questa voce fa parte del clade comprendente i generi Archanthemis , Xylanthemum e Gonospermum.[7]
Nella "Flora d'Italia" di Sandro Pignatti le specie italiane di "Tanacetum" sono divise in due gruppi: (1) capolini con fiori ligulati bianchi e tubolosi gialli; (2) capolini con tubolosi gialli (quelli periferici sono un po' raggianti), mancano i fiori ligulati bianchi. La specie di questa voce appartiene al primo gruppo.
I caratteri distintivi della specie T. vulgare sono:[10]
la lamina delle foglie è di tipo pennatosetta;
la distanza tra le incisure dei segmenti fogliari è superiore al millimetro;
i capolini formano dei fitti corimbi composti;
l'involucro ha delle forme da emisferiche a campanulate.
Habitat: l'habitat tipico sono gli incolti, le sponde e i bordi delle vie. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
Distribuzione altitudinale: si trova fino a 1600 metri. Nelle Alpi queste piante frequentano i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano (oltre a quello planiziale).
Fitosociologia per l'areale alpino: dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Descrizione: altezza: 3 - 9 dm; tutta la pianta è più gracile; le foglie sono bipennate-partite; l'involucro è campanulato (4 - 5 x 6 mm); le brattee sono lanuginose e carenate.
Ordine: Rumici-Astragaletalia siculi Pignatti & Nimis in E. Pignatti, Pignatti, Nimis & Avanzini, 1980
Alleanza: Rumici-Astragalion siculi Poli, 1965
Descrizione. L'alleanza Rumici-Astragalion siculi è relativa alle comunità orofile e camefitiche che si sviluppano su substrati vulcanici dell’Etna in un intervallo altimetrico che va dai 1400 ai 2900 metri. Distribuzione: l’alleanza è endemica dell’Etna. Queste cenosi pioniere hanno delle copertura tipicamente discontinue, spesso costituite da nuclei sparsi e isolati dominate da arbusti nani, spesso spinosi e con habitus pulvinato all’interno dei quali si stabiliscono alcune specie erbacee. Sono comunità paucispecifiche.[19]
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Proprietà curative: Per molti anni il tanaceto è stato impiegato come erba medicinale. Un'usanza irlandese della metà dell'Ottocento suggerisce un bagno in una soluzione di tanaceto e sale come cura per i dolori articolari. Il tè amaro fatto con i fiori di T. vulgare è stato usato con efficacia per secoli come antielmintico (vermifugo). Biscotti al tanaceto erano serviti durante la Quaresima per prevenire i vermi intestinali, infatti si aveva l'errata credenza che il consumo di pesce durante questo periodo, provocasse l'insorgere dei vermi. È da notare che soltanto Tanacetum vulgare è impiegato nelle preparazioni mediche, ché tutte le altre specie di tanaceto sono tossiche, e un sovradosaggio può essere fatale. Nella medicina alternativa, le foglie essiccate di tanaceto sono usate per trattare l'emicrania, nevralgia e il reumatismo, e come un antielmintico, su prescrizione di un erborista competente per evitare una possibile tossicità.
In particolare a questa pianta vengono associate le seguenti proprietà : amare, toniche (rafforza l'organismo in generale), digestive, vermifughe (elimina i vermi intestinali), astringenti (limita la secrezione dei liquidi), febbrifughe (abbassa la temperatura corporea) e vulnerarie (guarisce le ferite).
Alcune ricerche mediche indicano che questa pianta ha una buona azione anticefalalgica[21]
Parti usate: le foglie raccolte prima della fioritura o i capolini prelevati a fine estate.
Tossicità
È considerata pianta tossica a causa della presenza del tujone. Le foglie e i fiori sono velenosi se consumati in grande quantità. Il tujone (olio volatile, o terpene, componente principale di alcune resine) che si trova anche in alcune bevande alcoliche e nell'assenzio, ha vari effetti: afrodisiaco, aumento dell'attività cerebrale, allucinazioni, spasmi, convulsioni, ed anche morte.
Alcuni insetti sono diventati resistenti al tanaceto e vivono quasi esclusivamente su di esso.
Cucina
Il tanaceto è utilizzato in Piemonte e nel Sud della Francia per la produzione del liquore di Arquebuse (o Alpestre), del vermut e per la produzione di caramelle all'Arquebuse. In Piemonte compare nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali approvati dal Consiglio Regionale. Il tanaceto può essere utilizzato come aromatizzante per frittate e insalate. Nella tradizione piemontese veniva utilizzato per la preparazione di tisane casalinghe amare per favorire la digestione. In Inghilterra, in particolare nelle regioni del Nord, veniva usato per aromatizzare i pudding, ma adesso è quasi sconosciuto. Nello Yorkshire, i semi di tanaceto e di carvi erano usati per tradizione nei biscotti serviti ai funerali.
Giardinaggio
La coltivazione del “Tanaceto” va fatta in terreni leggeri, freschi e ben soleggiati. La semina si deve fare in primavera e il successivo trapianto va fatto con piantine già abbastanza vigorose. Il tanaceto è utilizzato anche come pianta ornamentale
Industria
L'industria dalla varie parti di questa pianta ricava insetticidi, repellenti e coloranti (il colore verde dai giovani germogli e il colore giallo dai fiori).
Altri usi
In Inghilterra rami di tanaceto erano tradizionalmente posti alla finestra per tenere alla larga le mosche. Rametti erano messi tra le lenzuola e la biancheria per scacciare gli insetti. Il tanaceto era anche utilizzato nei giardini e nelle case di Melbourne per tener lontane le formiche.
^Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 60.3.1 ALL. RUMICI-ASTRAGALION SICULI POLI 1965. URL consultato il 28 dicembre 2022.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 91, ISBN88-7621-458-5.