Suddivisione amministrativa del Regno delle Due Sicilie

Voce principale: Regno delle Due Sicilie.
Suddivisione amministrativa del Regno delle Due Sicilie

La suddivisione amministrativa del Regno delle Due Sicilie dal 1817 era basata su una struttura a 4 livelli. Le divisioni di primo livello, dette provincie[1], erano 22. Le 22 province erano suddivise in 76 distretti. I distretti erano suddivisi in circondari (presenti in numero complessivo di 684). I circondari erano suddivisi in comuni (un totale di 2189 nell'anno 1840).

Storia

Reali Dominii al di qua del Faro

Giuseppe Bonaparte, con la legge n. 132 dell'8 agosto 1806[2] sulla divisione ed amministrazione delle provincie del Regno[3], riformò la ripartizione territoriale dello Stato sulla base del modello francese[4]. Negli anni successivi (tra il 1806 e il 1811), una serie di decreti ridisegnò le circoscrizioni delle Province napoletane, tra i quali il n. 922 del 4 maggio 1811 di Gioacchino Murat, per la nuova circoscrizione delle quattordici provincie del Regno di Napoli[5].

Reali Dominii al di là del Faro

In Sicilia, sin dalla prima stesura della Costituzione del 1812, erano in vigore i distretti che consistevano nelle circoscrizioni territoriali di 21 città demaniali cui vennero aggiunti i territori di Bivona e di Caltanissetta, entrambe fino ad allora feudali. Fino al 1817, non ci furono grosse modifiche e l'unificazione dei due regni previde, anche per la Sicilia, l'istituzione delle province (il numero delle province "isolane" fu fissato in sette), riportando i distretti al di sotto di esse.

Nel 1819, i distretti vennero, quindi, suddivisi in entità minori, i circondari. Il Regio Decreto del 30 maggio 1819, infatti, previde la suddivisione dei distretti in diversi "circondari", che presero nome dai rispettivi capoluoghi[6].

Negli anni venti dell'Ottocento, in seguito ad una grave crisi finanziaria che colpì la società isolana, il governo fu indotto a modificare l'assetto amministrativo dell'isola[7]: inizialmente fu prevista la riduzione delle province da 7 a 4 e l'abolizione di alcune sottintendenze[7]. Il Regio Decreto dell'8 marzo 1825, tuttavia, mantenne la suddivisione della Sicilia in 7 province, ma abolì tutte le sottintendenze. Ciononostante, il ridimensionamento dell'apparato amministrativo e rappresentativo del distretto fu uno dei motivi che causarono numerose rivolte in tutta l'isola, in particolar modo nel 1837[7]. In seguito a questi episodi, il governo provvide a modificare nuovamente gli apparati amministrativi distrettuali: vennero reintrodotte le sottintendenze, i Consigli Distrettuali e gli Ispettorati distrettuali di polizia; furono abolite, però, le Compagnie d'Armi, sostituite da distaccamenti distrettuali della Regia Cavalleria[8].

Province

Le province erano classificate, in base all'importanza, in tre classi[9]. Le province Siciliane erano dette Reali domini di là del Faro. Tutti i dati si riferiscono al 1856[10].

Provincia Capoluogo Popolazione (ab.) Superficie (km²)[11] Densità (ab./km²) Distretti Circondari Comuni
Napoli Napoli 441 802 988 447,2 Napoli, Casoria, Castellammare, Pozzuoli 44 69
Terra di Lavoro Caserta[12] 774 523 6 464 119,8 Caserta, Nola, Gaeta, Sora, Piedimonte d'Alife 50 236
Principato Citeriore Salerno 583 979 5 864 99,6 Salerno, Sala, Campagna, Vallo 44 124
Basilicata Potenza[13] 517 354 10 748 48,1 Potenza, Matera, Lagonegro, Melfi 44 124
Principato Ulteriore Avellino 375 313 3 752 100,0 Avellino, Ariano, Sant'Angelo dei Lombardi 34 134
Capitanata Foggia 334 878 7 562 44,3 Foggia, San Severo, Bovino 32 64
Terra di Bari Bari 545 252 6 115 89,2 Bari, Barletta, Altamura 37 55
Terra d'Otranto Lecce 431 949 7 445 58,0 Lecce, Taranto, Gallipoli, Brindisi 44 100
Calabria Citeriore Cosenza 456 018 6 790 67,2 Cosenza, Castrovillari, Rossano, Paola 43 152
Calabria Ulteriore II Catanzaro 393 584 5 350 73,6 Catanzaro, Monteleone, Nicastro, Cotrone 37 153
Calabria Ulteriore I Reggio Calabria 338 180 5 689 59,4 Reggio, Gerace, Palmi 28 108
Molise Campobasso 381 212 4 609 82,7 Campobasso, Isernia, Larino 33 142
Abruzzo Citeriore Chieti 323 823 3 223 100,5 Chieti, Lanciano, Vasto 25 121
Abruzzo Ulteriore II Aquila 335 685 6 533 51,4 Aquila, Cittaducale, Sulmona, Avezzano 32 125
Abruzzo Ulteriore I Teramo 238 560 3 206 74,4 Teramo, Penne 18 75
Palermo Palermo 341 326 5 144 66,4 Palermo, Termini, Cefalù, Corleone 34 75
Messina Messina 384 664 3 593 107,1 Messina, Castroreale, Patti, Mistretta 29 98
Catania Catania 417 832 4 568 91,5 Catania, Caltagirone, Nicosia, Acireale 33 62
Girgenti Girgenti 250 795 3 567 70,3 Girgenti, Bivona, Sciacca 23 41
Noto Noto[14] 254 593 3 841 66,3 Siracusa, Modica, Noto 22 31
Trapani Trapani 202 279 3 522 57,4 Trapani, Mazara, Alcamo 15 21
Caltanissetta Caltanissetta 185 531 3 086 60,1 Caltanissetta, Piazza, Terranova 19 29
Regno delle Due Sicilie Napoli 9 117 050 111 557 81,7 77 720 2 210

Circondari e comuni

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Circondari del Regno delle Due Sicilie.

I circondari del Regno delle Due Sicilie costituivano il terzo livello amministrativo dello stato, collocandosi in posizione intermedia tra il distretto e il comune. La circoscrizione, infatti, delimitava un ambito territoriale che abbracciava, generalmente, uno o più comuni, tra i quali veniva individuato un capoluogo. Facevano eccezione, però, le grandi città: queste, vista la vastità del territorio, erano frazionate in due o più circondari, che includevano uno o più quartieri [15].

Istituiti a seguito della fusione del Regno di Napoli con il Regno di Sicilia nel 1816, vennero soppressi in seguito all'invasione garibaldina e all'annessione al Regno di Sardegna.

Le funzioni del circondario riguardavano esclusivamente l'amministrazione della giustizia: tali funzioni giudiziarie erano affidate al giudice di circondario. Questo magistrato, che risiedeva nel comune capoluogo di circondario, era eletto dal sovrano e aveva competenza in materia civile e penale. Inoltre, dove erano assenti i commissariati di polizia, al Giudice di Circondario era affidata anche la polizia ordinaria e giudiziaria[15].

I centri abitati, in base ai dati del Dizionario Statistico del regno, nel 1840 erano 3.333.

Di questi paesi erano riconosciuti come comuni soltanto 2.189 mentre la restante parte erano identificati come villaggi, borghi, subborghi, casali (Provincia di Napoli, Principato Citeriore), rioni (Calabria Citeriore) o ville (Abruzzo) appartenenti a comuni limitrofi[16].

Organi amministrativi

Il Regio decreto n. 932 dell'11 ottobre 1817[17] di Ferdinando I re delle Due Sicilie – con decorrenza dal 1º gennaio 1818 – dispose che i tre valli di Sicilia (Vallo di Mazara, Val di Noto, Val Demone) venissero divisi in sette valli minori ed amministrati da sette Intendenze: Palermo, Messina, Catania, Girgenti, Siracusa, Trapani e Caltanissetta.

A capo di ogni vallo (provincia) vi era un Intendente, coadiuvato dalla Segreteria d'Intendenza e dal Consiglio d'intendenza; il Consiglio provinciale, composto da 15 membri annuali proposti dai Comuni della provincia e nominati dal sovrano, era un organo deliberativo ed aveva un proprio bilancio[18]. A capo di ogni Capoluogo di Distretto che non era sede di Intendenza, invece, vi era un Sottintendente, cioè la prima autorità del Distretto, mentre altri organi amministrativi erano la Segreteria di sottintendenza ed il Consiglio Distrettuale, composto da 11 consiglieri[19].

Note

  1. ^ È ammessa la scrittura provincie anziché province nei contesti storici dell'antichità in deroga alla grammatica italiana corrente. Provincia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 17 giugno 2014.
    «Nell’uso antico, genericamente, regione, nazione: Ahi serva Italia, di dolore ostello, ... Non donna di provincie, ma bordello! (Dante).»
  2. ^ Nicola Antonio Imperiale, Accadde a Bari – Un decreto nomina la città capoluogo di provincia (1806), in https://www.bari-e.it/almanacco-barese/accadde-a-bari-un-decreto-nomina-la-citta-capoluogo-di-provincia-1806/.
  3. ^ Bullettino delle leggi del 1806, p. 269.
  4. ^ Laura Annalisa Lucchi.
  5. ^ Bullettino delle leggi del 1811, pp. 193-260.
  6. ^ Antonino Marrone, p. 18.
  7. ^ a b c AntoninoMarrone, p. 20.
  8. ^ Antonino Marrone, p. 21.
  9. ^ Attilio Zuccagni-Orlandini (1844), p. 744.
  10. ^ Almanacco, 1859, p. 275
  11. ^ Benevento e Pontecorvo erano delle enclave dello Stato Pontificio.
  12. ^ Capua fino al 1818.
  13. ^ Matera fino al 1806
  14. ^ Siracusa fino al 1837
  15. ^ a b Achille Moltedo, p. x.
  16. ^ Gabriello De Sanctis (1840), p. xxix.
  17. ^ R. decreto n. 932 del 11 ottobre 1817, in Comentario su le leggi di procedura ne' giudizii civili e commerciali, vol. 1, Napoli, 1839, pp. 333-334. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  18. ^ Antonino Marrone, p. 16.
  19. ^ Antonino Marrone, p. 17.

Bibliografia

Voci correlate