La Società Anonima Tramvie Interprovinciali Piemontesi (SATIP) era un'azienda attiva nella costruzione ed esercizio di linee tranviarie e automobilistiche, che operò nella province di Torino e Cuneo tra il 1936 e il 1983.
La nuova gestione preferì continuare la politica di gestione delle linee già seguita dalla CGTP: un esercizio di carattere speculativo, limitando quanto più possibile la manutenzione delle linee e dei rotabili, abolendo il servizio con trazione ad accumulatori sulla tranvia Cuneo-Dronero (in quanto si era rilevato che il consumo per treno/km era il 25% più alto rispetto a quello registrato sulla Torino-Saluzzo) e limitandolo a qualche convoglio viaggiatori sulla tranvia Costigliole-Venasca[2].
La Seconda guerra mondiale impegnò notevolmente la SATIP, che fu chiamata ad un notevole sforzo nel trasporto degli sfollati, nonostante la mancanza di approvvigionamenti e ricambi[3] e notevoli danni di guerra (furono gravemente danneggiati una motrice a carrelli, sei rimorchiate a due assi, tredici carri a sponde alte e venti carri chiusi[4]; fu danneggiato il ponte sulla Stura di Demonte della linea Saluzzo-Cuneo, la diramazione Pilone Virle-Carmagnola della linea Torino-Saluzzo[5]; fu anche bombardato e gravemente danneggiato il deposito torinese di corso Spezia[6]).
I danni furono riparati entro il 1946[5], ma la guerra aveva lasciato ferite più profonde: sebbene nel 1946 i viaggiatori trasportati fossero stati il doppio del 1937 (1.672.691 contro 798.622) e il coefficiente d'esercizio fosse di 1,038, una relazione della SATIP suggeriva di trasformare le tratte Cuneo-Dronero e Cuneo-Costigliole-Venasca in autolinee, concentrandosi sulle restanti linee[7].
Sin dal 1942, peraltro, svariati soggetti pubblici e privati avevano proposto piani per l'ammodernamento della rete SATIP, alcuni dei quali prevedevano varianti di percorso in sede propria, elettrificazione (o dieselizzazione) e trasformazione a scartamento normale[8]. Tali progetti furono però inutili: il 30 novembre 1948 le tratte Pilone Virle-Carmagnola, Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero e Costigliole-Venasca furono chiuse e sostituite da autobus[9]; dopo proteste da parte dell'utenza[10] rimase attiva solo la Torino-Saluzzo, che chiuse il 10 aprile 1950 sostituita da autobus della Nuova SATIP[11], società nata dalla fusione della SATIP con la S.A.A.S.P.[12].
Sul finire degli anni Settanta la Nuova SATIP accusò difficoltà finanziarie, dovute alla passività di alcune linee periferiche e ai costi sostenuti per l'autostazione di Saluzzo[14], inaugurata nel 1977[15], che portarono la società a minacciare dapprima la chiusura di alcune linee[16] e quindi la chiusura della società, annunciata per il marzo 1983[17]. Il 9 marzo 1983 si costituì la società ATI Trasporti Interurbani, con soci paritari la provincia di Cuneo e quattro ditte locali di autotrasporti (Geloso di Cortemilia, Fogliati di Alba, Gunetto di Fossano e Nuova Benese di Cuneo)[18] che rilevò le attività della Nuova SATIP.
Impianti eserciti
Nel corso degli anni di attività, la SATIP esercì un'estesa rete di tranvie (per complessivi 117,5 km) a scartamento ridotto (1100 mm) facenti capo a Saluzzo[19]:
Tranvia Torino-Saluzzo/Carmagnola, costruita dalla CGTVP, aperta tra il 1881 e il 1882, incorporata dalla CGTP nel 1882, rilevata dalla SATIP nel 1936, chiusa tra il 1948 e il 1950
Nel 1925 la CGTP ordinò un'automotrice DWK Tipo IV alla Romeo per la propria rete sociale, sulla quale prestò servizio per circa un decennio[21] con scarsi risultati[22].
Poco dopo si sperimentò la trazione ad accumulatori, già provata su altre linee tranviarie italiane: le Officine di Savigliano costruirono due automotrici sui telai di carrozze a due assi Grondona, spinti da due motori da 13 CV l'uno: tali elettromotrici diedero buoni risultati, riducendo i tempi di percorrenza del 30%[23]. Fu successivamente allestita un'ulteriore serie di quattro automotrici, due costruite dalle officine di Savigliano e due dalle officine CGTP sulla base di carrozze, mosse da due motori per complessivi 40 CV[24].
La sperimentazione ebbe successo, tanto che la CGTP ordinò nel 1929 tre automotrici a carrelli[25], costruite dalla Carminati e Toselli con parte elettrica TIBB, in servizio dal 1930; nel 1933 ne furono consegnate altre tre[26].
Il parco motrici, che sotto la gestione CGTP giunse a contare complessivamente 40 locomotive[27], nel 1947 si era ridotto a venti locomotive (di cui due fuori servizio), sei automotrici a carrelli ed una a due assi[28].
Carrozze e carri merce
Le prime carrozze furono fornite dalla Locati di Torino (non più di 12 unità, a due assi e terrazzini); successivamente la Grondona fornì una sessantina di carrozze, sempre a due assi e terrazzini ma più comode.
Le carrozze Locati furono radiate tra il 1910 e il 1920; in quegli anni le Officine Meccaniche di Pinerolo fornirono 28 carrozze a vestiboli chiusi (quattro miste di I e II classe, le altre di II classe), più lunghe delle precedenti e impiegate principalmente sulle linee Torino-Carmagnola, Torino-Saluzzo-Cuneo e Cuneo-Dronero[29], inoltre parte delle vetture Grondona furono trasformate a terrazzini chiusi[30]. Nei primi anni trenta arrivarono due carrozze a due assi e terrazzini provenienti dalla tranvia Messina-Barcellona Pozzo di Gotto, i cui soci erano gli stessi della CGTP, ma non prestarono mai servizio[31].
Nel 1947 risultavano in servizio 26 carrozze di tipo grande, 33 di costruzione Grondona, 56 carri chiusi, 293 carri a sponde, 11 carri pianale e 34 carri con bilico[28].
Materiale motore - prospetto di sintesi
Unità
Anno di costruzione
Costruttore
Tipo
Note
5÷7
1881
Krauss
A 2 assi
costruite per la Pinerolo-Cavour
10÷17
1881
Henschel
A 2 assi
18
1909
Henschel
A 2 assi
19÷27
1882
Henschel
A 2 assi
28÷35
1888
Henschel
A 2 assi
36÷38
1907
Henschel
A 2 assi
1÷2
Breda
1÷2
Borsig
ex Pinerolo-Perosa Argentina
51, 57
1925
SNOS
Automotrici ad accumulatori a due assi
costruite per la Torino-Carmagnola
3÷4
1927
SNOS
Automotrici ad accumulatori a due assi
costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
5÷6
1927
SNOS
Automotrici ad accumulatori a due assi
costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
101÷106
1929-1932
C&T-TIBB
Automotrici ad accumulatori a carrelli
costruite per Torino-Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero, Cuneo-Boves
Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille tra i monti. Storia dei trasporti italiani vol. 8 e 9. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968.
Nico Molino, Il trenino di Saluzzo. Storia della Compagnia Generale Tramways Piemontesi, Immagini e Parole, Torino, 1981.