Dista circa 3,8 chilometri dal capoluogo comunale[3].
Storia
In epoca preromana nel territorio di Colle Nerino, lungo l'antico asse viario incluso tra la val de' Varri e i piani Palentini, venne realizzato a mezza costa sul monte Faito un ocres con aree cultuali e santuari italici. Un altro sito, posto più a meridione, è quello di San Martino che probabilmente in epoca medievale ospitò un convento. Nel pianoro di Santa Maria, nei pressi dell'area cimiteriale, sono emerse invece le tracce di un vicus di epoca romana[4].
Il paese risentì positivamente della presenza dei francescani, in particolare di Tommaso da Celano che diffuse il verbo dell'ordine dal vicino monastero di San Giovanni in Barri, i cui ruderi si trovano nei pressi del limitrofo borgo di Val de' Varri[7].
La contea di Tagliacozzo, a cui Scanzano appartenne, fu prima sotto il controllo degli Orsini, in seguito appartenne ai Colonna[8].
In epoca moderna il graduale spopolamento dei nuclei rurali periferici consentì al paese di svilupparsi a livello urbanistico e socio-economico[9].
Nel 1630 nell'università di Scanzano che controllò parte del territorio di Santo Stefano erano presenti due sindaci. L'8 agosto del 1806 Giuseppe Bonaparteabolì i feudi facendo perdere al paese la secolare autonomia amministrativa. L'ultimo sindaco in attività fu Silvestro Antenucci[10].
Lo storico e teologo Andrea Di Pietro riportò in una sua opera che il paese, nel XIX secolo, contava una popolazione di circa 570 abitanti[11]. Le chiese più importanti erano quella di San Cipriano (situata nella piazza del centro contemporaneo), quella di Santa Maria (situata nelle adiacenze del cimitero) e infine quelle di San Michele Arcangelo e San Giovanni[10].
Il terremoto della Marsica del 1915 colpì gravemente anche Scanzano, dove però si registrò una sola vittima. Nella zona di "Castejo" il vecchio castello medievale, già ridotto in stato di rudere[12], andò completamente distrutto, compresa la cappella interna di San Giovanni. A Scanzano si ebbero in quei tragici giorni del gennaio 1915 grossi problemi logistici soprattutto a causa del freddo, favorito da copiose nevicate, mentre l'impraticabilità delle vie di comunicazione, messe fuori uso dalle frane causate dalle scosse telluriche, creò grosse difficoltà ai soccorritori[13]. Il paese restaurato e in parte ricostruito durante il XX secolo è gradualmente diventato un luogo di villeggiatura[14][15].
La chiesa principale di Scanzano presenta una pianta rettangolare e tre navate. Completamente distrutta a causa del terremoto del 1915 venne ricostruita nel primo dopo guerra. Qui è custodita una statua di Sant'Atanasio, santo protettore del paese. Il campanile di forma quadrata è affiancato alla chiesa[16][17]. Una lapide posizionata nel 1927 è dedicata a Giulio Tommasi, originario di Scanzano e arcivescovo di Sant'Angelo dei Lombardi, Conza e Bisaccia tra il XIX e il XX secolo[18].
Chiesa di Santa Maria
Chiesa situata nell'area cimiteriale, alle porte del paese. Qui era custodita la lapide ritrovata tra Santo Stefano e la località Le Colonnelle in val de' Varri, in cui l'iscrizione "Albensium fines", secondo lo storico locale Pietro Bontempi, indicava uno dei confini dei Marsialbensi con gli Equicoli[19].
Un vicus risalente al periodo che seguì la romanizzazione è tornato alla luce nei pressi della strada che collega il paese a Santo Stefano, in località Colle Nerino. Questo insediamento realizzato sul preesistente sito equo, posto al confine con i territori che furono dei Marsi, ospitò al suo interno un santuario cultuale probabilmente legato alle pratiche della "sanatio". Poco più a sud si trova il sito d'interesse archeologico di San Martino[21].
Sito archeologico di Santa Maria, situato nei pressi dell'antica chiesa del cimitero da cui sono emersi vari reperti e un'iscrizione funeraria di Lucio Vezio Varvelo (L. Vetius Varvelus), figlio di Marco della gens Fabia, rinvenuta dal professor Ercole Canale-Parola[5].
Ruderi dell'antico castello intorno al quale nel medioevo si costituì il borgo antico di Scanzano. Sono visibili parti delle mura e della torretta a pianta quadrata[22].
Il 14 di agosto di ogni anno la chiesa di Santa Maria è meta di pellegrinaggio da parte dei fedeli che giungono nel luogo di culto per ricevere l'indulgenza plenaria. L'assoluzione dai peccati può essere ottenuta pregando durante le cosiddette "Passate", ovvero il passaggio lungo le navate della chiesa. Secondo la tradizione religiosa la chiesa durante il giorno delle "Passate" non deve mai rimanere vuota[27].
Note
^abDati su Scanzano, su italiamappata.it, Italia Mappata. URL consultato il 26 dicembre 2022.
^ Marco Bianchini, Scanzano dei Marsi (PDF), su rilievoarcheologico.it, Rilievo Archeologico.
^ Carlo Finocchietti, Il sentiero di Corradino, su camminarenellastoria.it. URL consultato il 23 novembre 2016.
^Lungo il sentiero Corradino (PDF), su pereto.info, Pereto Info, Aprile 2010, p. 7. URL consultato il 23 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2011).
^Il Cammino dei Briganti, su camminobriganti.wordpress.com, Wordpress. URL consultato il 22 aprile 2018.
^Storia della città di Scanzano, su prolocoscanzano.altervista.org, Pro Loco Scanzano (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2015).
Francesco Belmaggio, Sante Marie e le sue frazioni nella storia, Tagliacozzo, Vincenzo Grossi, 2000, SBNAQ10054239.
Marco Bianchini et al., Scanzano dei Marsi, Monteriggioni, Il Leccio, 2015.
Federico Del Gusto, Marsica: Viaggio nel tempo, Avezzano, Paolini Nobile, 1988, SBNPBE0039777.
Andrea Di Pietro, Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi, Avezzano, Tipografia marsicana, 1869, SBNSBL0110716.
Franco Graziosi, Scanzano dei Marsi: brevi cenni storici su Scanzano di Sante Marie e sui paesi vicini, Scanzano (AQ), Comitato Restauro Chiesa Parrocchiale, 2004, SBNBVE0462216.